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Autore: shaolin7272    07/09/2019    0 recensioni
Semir scosse la testa “Sai non è poi tanto male uscire con la stessa donna per un periodo più lungo delle tue quattro settimane. Potrebbe avere i suoi lati piacevoli, dovresti provare.” Gli consigliò pensando alla sua relazione con Andrea che durava ormai da qualche anno.
L’amico gli lanciò un’occhiataccia facendo un versaccio.
“Va bene, ho capito, mi faccio gli affari miei. Di cosa possiamo parlare. Ah sì, hai visto la partita ieri sera?”
“Non mi piace il calcio, lo sai, guardo le partite in ufficio con voi solo per non fare l'asociale.”
“André! Sei impossibile!” Esclamò Gerkhan alzando gli occhi scuri al cielo. Poi sottovoce “Sarà una lunga giornata.”
Genere: Angst, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Andrea Schafer, Horst Otto Herzberger, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Shaolin7272

Fandom: Squadra Speciale Cobra 11

Titolo: L'ultimo saluto

Personaggi: Ispettore Capo André Fux, Ispettore Capo Semir Gerkhan , Otto Herzberger , Dieter Bonrath Commissario Anna Engelhardt, Andrea.

Rating : Giallo

Note dell'autore: I personaggi principali non sono miei e non mi appartengono, ma sono di diritto a Marc Conrad e Hermann Joha e alla rete RTL. Questa storia non è a scopo di lucro.

A parte i personaggi di : Camill Fux, Infermiera Beate, Dottor Ariel che sono di mia pura invenzione e qualsiasi analogia con fatti, luoghi reali e persone, vive o scomparse è assolutamente casuale.

L'ULTIMO SALUTO

Capitolo 1

Era una gradevole giornata di sole, calda per essere a fine settembre, e per l’ispettore Gerkhan, alla guida della sua BMW F30 grigia, sarebbe stata anche bellissima, se il suo compagno di viaggio non fosse stato di pessimo umore.

“Spiegami perché dobbiamo andare noi a raccogliere la deposizione.” chiese l’ispettore Fux, spegnendo nervosamente il cellulare che continuava a squillare “Non potevano andarci Herzberger e Bonrath? In fondo si tratta di un loro caso, no?”

“Sì, è vero André, hai perfettamente ragione, ma voglio ricordarti che dobbiamo ringraziarli per averci coperto con la Engelhardt. E poi è questione di pochi minuti, qualche domanda, prendiamo nota e torniamo in ufficio.” Spiegò Semir cercando di mantenere un tono paziente.

“Lo sai che non mi piacciono gli ospedali, odio l’odore che c’è. E comunque spettava a Otto e Dieter.” Ribadì Fux.

“Lo so! Cambiando discorso, perché non rispondi al telefono?”

“E’ Tania, mi sta perseguitando, vuole sapere quando ci rivediamo.”

“E dove sta il problema? Mi sembrava ti piacesse o sbaglio?”

“Ci siamo visti una decina di volte e si è messa strane idee in testa.”

“Tipo avere una relazione?” Scherzò Gerkhan.

“Già!”Asserì lugubre André.

Semir scosse la testa “Sai non è poi tanto male uscire con la stessa donna per un periodo più lungo delle tue quattro settimane. Potrebbe avere i suoi lati piacevoli, dovresti provare.” Gli consigliò pensando alla sua relazione con Andrea che durava ormai da qualche anno.

L’amico gli lanciò un’occhiataccia facendo un versaccio.

“Va bene, ho capito, mi faccio gli affari miei. Di cosa possiamo parlare. Ah sì, hai visto la partita ieri sera?”

“Non mi piace il calcio, lo sai, guardo le partite in ufficio con voi solo per non fare l'asociale.”

“André! Sei impossibile!” Esclamò Gerkhan alzando gli occhi scuri al cielo. Poi sottovoce “Sarà una lunga giornata.”

“Guarda che ti ho sentito.”

Semir non rispose contento di essere arrivato davanti al Koln Klinik.

“Sai almeno dove dobbiamo andare?”

“Sì, quarto piano, ortopedia.” Disse Gerkhan scendendo dall’auto con una forte tentazione di strangolare il compagno.

Per fortuna la deposizione era stata breve come aveva previsto Semir e se la cavarono in un quarto d’ora. L’unico inconveniente fu all'uscita dall’ospedale, perdendosi nei labirinti dei corridoi facendo così innervosire ancora di più André.

“Te l’avevo detto che dovevamo prendere l’ascensore a sinistra.” Protestò schiumante di rabbia Fux aprendo l’ennesima porta e rimanendo sorpreso di trovarsi di fronte un donnone arcigno che li guardava in cagnesco. Solo dopo aver spiegato un po’ vergognosamente che si erano persi l’infermiera si rilassò e diede le indicazioni necessarie per tornare all’ingresso principale.

Nell’andarsene André con la coda dell’occhio intravide nel corridoio un uomo sulla seggiola a rotelle accompagnato da una giovane, aveva un'aria familiare, scosse la testa sospirando. Doveva andare fuori da lì al più presto, stava cominciando ad avere le allucinazioni.

All’aria aperta respirò profondamente, contento di essere all'esterno di quel posto orribile, raggiunse l’auto quasi di corsa.

  
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