Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: profumoditae    08/09/2019    1 recensioni
Iniziai a scuoterlo e a chiedere aiuto in una via di campagna abbandonata persino dai contadini fino a che un soffio di voce giunse alle mie orecchie: “Perché pedini le persone?”.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Taehyung è sempre stato particolarmente affascinante e sciocco. Questa sua ignoranza derivava dal troppo sentimento depositatosi in lui col passare del tempo, sin dalla nascita. 

Nonostante i lupi cattivi che la sua vita gli avesse fatto incontrare, lui se ne dimenticava e non ci dava importanza. Assomigliava spesso e volentieri a Cappuccetto Rosso: i consigli gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro.

Era spesso distratto, perso ad osservare il fondo della tazzina del suo latte macchiato oppure a levitare tra le note di quelle melodie da cui nessuno era attratto. A volte si perdeva a fissare, abbracciato dall’ombra stellata, quel suo trasandato acquario ove tre, o forse ormai due, compagni di vita giocavano a ce l’hai con due manti a ballare sotto la scarsa luce dell’abitacolo. Li esaminava con le ginocchia al petto, strette da due esili braccia, mentre nella sua mente rimbalzavano le note di musiche narranti solitudine e notti stellate. Quelle notti stellate in cui desiderava dissolversi come nebbia al sole per poi sbocciare di nuovo come un delicato fiore di ciliegio. 

 

Passava le giornate accomodato su quelle rigide sedie dello studio dove lavorava. Teneva le eleganti mani sempre invisibili agli occhi dei suoi conoscenti a causa delle sue affusolate dita martoriate da quel campo minato che si ritrovava sulla parte inferiore del viso. Succedeva che si scatenassero guerre in quelle pericolose zone a causa di continue ansie originate dal suo cervello. 

Quando invece questo suo cervello smetteva di giocare con i trenini e si riempiva di sola aria era perché Taehyung si trovava nella sua umile dimora insieme ai suoi disastrati coinquilini. Lì dove la notte luccicava come il sole e dove il l’odore acre di alcool si miscelava insieme al dolce profumo di caramello di quell’ assurdo padrone di casa. La noiosa carta da parati diafana litigava spesso con il carattere pittoresco di Taehyung: ne erano testimoni le cicatrici variopinte, come scarabocchi di infanti, che piangevano inchiostro ai lati dei troppi pochi mobili. Colui che provocava tali calde ferite a quel sventurato appartamento; teneva in fronte, malinconiche ciocche tinte di grigio ad incorniciare il suo volto ambrato. Un volto dai lineamenti teneri ma ahimè, altrettanto scavati. Taehyung era magro, o almeno lui credeva di esserlo. Il suo maestoso corpo era stato vittima di dolci sofferenze e si era ritrovato a giocare a nascondino con quei capi d’abbigliamento troppo larghi che piacevano al ragazzo. Non era magro, era malato, ma nessuno mai ha deciso di avventurarsi tra le sue menzioni eccessivamente veritiere. Tutti fremevano alla vista di quell’appetibile ragazzo dai pori d’orati e le iridi carbone ma nessuno voleva profumargli la pelle d’amore ed affetto; e purtroppo Taehyung era uno stolto. Perdeva pezzi di se stesso con ogni essere umano con cui si interfacciasse a causa della troppa bontà celata dietro a quello sguardo vitreo e malato. Era sempre lui a perdersi.

 

È proprio così che lo incontrai. Perso in una campagna sola e troppo spaventosa per un ragazzo dall’abbigliamento stravagante e dalla mente affogata in reliquie musicali. Quella notte vagava con lo sguardo rivolto verso il manto puntellato che era il cielo, cercando qualche assurda risposta in quegli astri che avrebbero potuto rispondergli solo a distanza di anni luce. A guardarlo pareva uno di quei ragazzacci rubacuori: con le mani affondate nelle tasche della tuta nera troppo larga, le braccia nascoste sotto una felpa rossa come uccelli tra le foglie e i capelli rallegrati da una fascia a scacchiera. Io lo osservavo come mai avevo fatto nemmeno con la mia passata ragazza mentre lo seguivo come uno stalker professionista. Sembrava un qualsiasi ragazzo che sapeva badare alla sua salute finché, troppo preso dall’amare il volto pallido del satellite, finì a sbattere contro un palo. Per un istante mi misi a ridere a bassa voce ma quando mi accorsi che non si sarebbe rialzato presto, lo raggiunsi preoccupato in volto. Iniziai a scuoterlo e a chiedere aiuto in una via di campagna abbandonata persino dai contadini fino a che un soffio di voce giunse alle mie orecchie: “Perché pedini le persone?”. 

 

A quella voce così maschile e roca smisi di ascoltare. Iniziai a sudare freddo e sentii parte del mio viso prendere caldo quando, un brivido simile a dolci carezze,; mi percorse la schiena cullata da un misero maglione giallognolo. Lui intanto si rialzò e mi osservò come uno dei quadri più astratti ed affascinanti di Picasso. Mi sentii bene.

 

E fu così che conobbi Kim Taehyung, un ragazzo alquanto affascinante e sciocco. Imparai ad apprezzare ogni suon più dolce particolare e malinconico gesto. Imparai che mentire con lui non era possibile e che non lo avrei mai conosciuto per davvero. Conobbi ogni suo più spaventoso e mai svelato segreto ed incontrai parecchie mine sul sentiero verso il suo cuore ma nonostante qualche bruciatura, lo raggiunsi, o così mi fece credere. Me ne innamorai ed iniziai a volerlo solo per me. Bramavo lui che le mattine alternava caffè macchiato e croissant a latte, miele e biscotti; che vestiva largo e che portava occhiali finti solo per lo sfizio di farlo. Volevo Kim Taehyung: un ragazzo semplice dagli occhi vellutati di nero. Ma questo ragazzo era uno sciocco, e giocava ancora a ce l’hai con me: lo rincorrevo come la dea della Luna rincorre il suo amato fratello Sole. A pensarci, forse lo stolto ero io. Mi innamorai di un ragazzo rovinandomi gli anni più profumati e colorati della vita, calpestando ogni mia sicurezza e cedendo un pezzo di me a quel ragazzo dalla bellezza disumana che pareva avere legami di sangue con la dolce e calorosa Afrodite. Mi sembrava un lattante in cerca di salvezza, amicizie e tanto amore, che però non esitò a dissolversi davanti alla mia vista troppo rovinata. Taehyung era malato ed io inutilmente innamorato. Aveva vissuto la sua vita, solo nella cassaforte che era il suo cuore e su quello stupido block notes rovinato e ruvido dalle troppe lacrime versate. Mai riuscii a capire perché piangesse scrivendo sopra un innocente insieme di carta gialla a righe, finché non la ritrovai in quella stupida cassetta delle lettere rossa, che mi ricordava il mio pezzo di cuore volato via una notte di vento estivo e delicate stelle. Taehyung, era morto, da troppo tempo ormai ed io che fui, quello che lui chiamò unico in tutto e per tutto, non ero a conoscenza di una sofferenza così ben custodita da un sorriso quadrato ed un intreccio di tatuaggi bianco-neri abbinati ad orecchini armoniosi. Quel ragazzo non era sciocco: io lo sono. 

 

Uno stupido umano che cerca di sotterrare la sofferenza della perdita sotto felpe rosse, musiche narranti solitudine e parole di disprezzo verso l’unico mai avesse voluto. Un ragazzo innamorato di Kim Taehyung, il ragazzo che amava i fiori di loto, l’aria profumante di muschio della montagna e il piccante. Sono colui che ama il ragazzo morto il 5 settembre di tre anni fa, a causa di un cancro al cervello. Il ragazzo che amava la vita e l’arte, senza però mai accorgersi che l’arte da osservare fosse lui.

 

 

 

 

____little’s space____

 

Salve! Anche sta volta è notte ma non so che dire, 

l’ispirazione mi viene solo con il buio.

Sinceramente questa one shot mi piace un sacco, forse è quella che mi piace di più tra quelle che ho scritto. 

Non ho voluto mettere nessuna coppia, perché questa è più una storia per Taehyung, ma se fosse per me, sarebbe una VKook,ma voi potete pensare che sia chi più vi piace!

Allora il titolo è _kim art aehyung_ perché vorrebbe dire che Taehyung è arte.

E niente spero vi piaccia quanto piace a me, se volete lasciare una recensione positivismo negativa che sia vi ringrazio di cuore.

Buonanotte, con amore llittle.

   
 
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