Videogiochi > Final Fantasy VII
Ricorda la storia  |      
Autore: White Gundam    29/07/2009    8 recensioni
<< Assurdo. La morte si dice che sia nera, invece la mia sembra essere piena di colori: il rosso del mio stesso sangue che si riversa sul mio corpo, l’argento dei piombini che mi hanno sparato nel petto, il giallo dei capelli biondi di Cloud che, chino su di me, sta piangendo, l’azzurro dei suoi occhi così identici ai miei, il marrone della terra su cui giaccio supino. >> Zack Fair's death.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ed eccomi a proporvi la mia quarta fanfiction, ringrazio immensamente tutti coloro che mi hanno letta e in particolare coloro che mi hanno recensita o hanno aggiunto ai preferiti le mie precedenti fanfiction, e ringrazio in anticipo coloro che lo faranno con questa.^^

Questa fanfiction, tra quelle che ho pubblicato è la seconda che ho scritto in ordine di tempo. L’ho scritta a scuola su un foglio di carta al posto di fare lezione (come anche altre due fanfiction che ho già pubblicato: “Apri gli occhi, Cloud!” e “Amici”), e questa volta è un mio tentativo di dare voce a Zack nei suoi ultimi istanti di vita… Spero di esserci riuscita e di non essere andata OOC… Fatemi sapere^^



MULTICOLOURED DEATH


E’ questo dunque il prezzo da pagare per la libertà?

 

E’ alto, fin troppo alto; ma invece di essere un prezzo salato è amaro e ti lascia in bocca il tetro sapore del sangue.

Lo sento, il mio sangue, mi sgorga dal petto e bagna l’arida terra circostante di rivoli rosso cremisi. Assurdo. La morte si dice che sia nera, invece la mia sembra essere piena di colori: il rosso del mio stesso sangue che si riversa sul mio corpo, l’argento dei piombini che mi hanno sparato nel petto, il giallo dei capelli biondi di Cloud che, chino su di me, sta piangendo, l’azzurro dei suoi occhi così identici ai miei, il marrone della terra su cui giaccio supino.

Guardo in alto e sorrido nel vedere che almeno lui è vivo, sorrido anche se fino ad un momento prima mi veniva voglia di piangere… Io volevo essere libero, ma la mia scelta di vita mi è costata la morte. Non mi salverò, non è possibile che accada, ci troviamo a chilometri e chilometri da tutte le città più vicine e, anche ammesso che ci arrivassimo, non credo che in un ospedale si prenderebbero cura di un fuggiasco, un traditore della Shinra che, secondo i rapporti dovrebbe essere già morto. Non mi rimane poi molto tempo, noto che le cose intorno a me perdono la loro forma diventando, ai miei occhi, solo macchie di colore.

 

Ma lui è vivo.

 

Tutta questa fuga, tutte queste battaglie, tutto questo non è stato vano. Sorrido, io, e lui piange senza riuscire a fermare le lacrime che in rivoli salati gli rigano il viso. Vorrei alzare una mano per asciugargli le lacrime, ma non ne ho la forza. Assurdo: io sorrido e lui piange; se non stessi per morire probabilmente lo troverei buffo: dovrei essere io a piangere, o almeno credo.

I proiettili conficcati nella mia carne mi fanno un male boia, eppure le mie labbra mostrano un sorriso disteso e la cosa più strana è che non sto fingendo; anche dentro di me, per qualche strana ragione, sento che mi viene da sorridere; forse riderei pure, ma questo potrebbe fare davvero troppo male al mio petto lacerato.

Guardo le mie mani: la destra stringe ancora nel pugno l’elsa della mia spada, la Buster Sword; la alzo a fatica. Incontro lo sguardo di Cloud, egli mi guarda attonito e spaventato, gli faccio un sorriso cercando di essere rassicurante; non basta, piange ancora. Lo abbraccio e quando porto il suo viso al mio petto i suoi capelli si macchiano del mio sangue: giallo e rosso, fanno uno strano effetto quei due colori assieme.

Intanto alle lacrime di Cloud si è aggiunta la pioggia che ha velocemente cominciato a cadere, meglio così: se c’è qualcosa dopo la morte non voglio ricordare il mio migliore amico in lacrime, e questa pioggia cancella, ai miei occhi, le lacrime dal suo viso.

 

Lui, lui deve continuare a vivere.

 

Alzo una seconda volta la mia spada e gliela poso tra le mani. Mi sembra un dejavu: Angel, il mio maestro, alla sua morte aveva fatto lo stesso con me. Cloud la prende, incerto; mi guarda ancora, cerca una spiegazione a quel gesto che non vuole o non riesce a capire, forse spera ancora ingenuamente che io mi possa salvare. Vorrei consolarlo ma sento che le forze mi stanno per abbandonare. Sorrido ancora una volta e stringo le sue dita sull’impugnatura della spada, quindi, a fatica, mi rivolgo a lui:

“Il mio onore, i miei sogni, li lascio a te…”
Mi stupiscono le mie parole, sono le stesse che aveva detto Angel a me; ma poi continuo il discorso a modo mio:

“Ricorda tu vivrai, e devi farlo per entrambi, vivi anche per me.”

Chiudo gli occhi, ignorando che quelle parole cambieranno il corso della sua vita.

 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: White Gundam