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Autore: DreamyVale    29/07/2009    2 recensioni
Gli A7X sono una grande famiglia, composta non solo dai ragazzi della band ma anche da molte altre persone. Rebecca, sorella maggiore di Jimmy si trova coinvolta in un tour del gruppo con l'intenzione di riordinare la sua vita e il risultato di confonderla ancora di più.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa a questo primo capitolo, innanzitutto per ringraziare Ju (Magical_Illusion) per il sostegno e la correzione e poi per precisare qualcosa su Becky. E' un personaggio del tutto inventato che nella mia testa ha il volto della modella Bar Rafaeli, per il resto vi lascio alla lettura, sperando che vi piaccia!

29-12-2009: da oggi questa fanfic è dedicata alla memoria di Jimmy "The Rev" Sullivan, dopo aver appreso della sua morte stamattina non posso fare altro che fare questo piccolo minuscolo gesto per ricordare una persona siuramente fantastica. RIP Jimmy, ci mancherai

Capitolo 01 - I don't love you

  Well when you go
Don't ever think I'll make you try to stay
And maybe when you get back
I'll be off to find another way
When you go
Would you even turn to say
"I don't love you Like I did Yesterday"
My Chemical Romance – I don’t love you


[02 marzo 2008 - Denver]

Denver non era male come cittadina, abbastanza grande, ma non molto, era il posto giusto per un concerto grosso ma non troppo caotico da essere insopportabile.
I ragazzi degli Avenged Sevenfold erano nel backstage a prepararsi, mancavano ancora due ore al concerto, ma erano già arrivati all’arena per mangiare qualcosa prima di salire sul palco ed evitare la ressa dell’ultimo minuto.
“Ma perché non ci entrate voi in quella cosa?” esclamò Jason, uno dei ragazzi dello staff rivolto a Synyster che stava cercando di spingerlo dentro una delle casse della batteria della band.
“Perché no, cazzo! Entra lì dentro che dobbiamo filmare quel cazzo di sketch!”  sbottò il chitarrista continuando a cercare di chiudere l’anta del baule.
“Porca puttana, mi merito un fottuto aumento!” borbottò Jason lasciandosi finalmente chiudere; il suo gemello sarebbe dovuto entrare facendo qualche battuta sulla città in cui erano, la band si sarebbe poi chiesta dov’era lui e sarebbero andati a liberarlo, era una scenetta completamente idiota, non per niente l’idea era venuta a Johnny Christ che in quel momento era mezzo ubriaco.
Dopo sei o sette ciak riuscirono a filmare qualcosa di decente, che sarebbe poi andato in onda sui mega schermi più o meno un quarto d’ora prima della loro esibizione, per scaldare il pubblico e prepararlo al concerto.
Jimmy stava su una poltrona a giocare con le sue bacchette, leggendo una rivista di musica che aveva trovato sotto uno dei divanetti quando sentì il cellulare vibrare nella tasca, lo estrasse guardando il nome sul display: Becky.
“Te lo giuro ti ho pensata! Dieci minuti fa quando Jason ha nominato Tutankhamon!” disse non appena ebbe risposto sentendo la risata della sorella dall’altra parte un po’ ovattata.
“Non so se voglio sapere perché l’avete nominato, né perché mi hai pensata… Anche se credo sia per Halloween dell’anno scorso … E tra l’altro dì a Jason che mi deve ancora un fusto di birra…” rispose la ragazza, e Jimmy quasi subito riuscì a sentire che sotto il tono apparentemente normale qualcosa non andava, aveva la voce troppo bassa e che non era decisamente la solita ironica e decisa.
“Glielo dirò” commentò lui “Come va?” chiese poi, sapendo che quella era un po’ una domanda fatidica.
Non ottenne risposta sentendola solo tirare su con naso, Rebecca stava piangendo.
“Hey, Bex?” disse lui tirando su la schiena e appoggiando i gomiti sulle ginocchia “Bex?”
“L’ho trovato a letto con un’altra” la frase arrivo troppo chiara e troppo limpida per essere vera, avrebbe potuto essere uno degli soliti scherzi della ragazza se la voce non fosse stata così rotta e flebile.
“Cosa?” chiese Jimmy praticamente incredulo alzandosi dalla poltrona mentre gli altri li rivolgevano uno sguardo stupito; il batterista camminò fino alla stanzetta sulla destra richiudendosi la porta alle spalle.
“Bex, cosa vuol dire che l’hai trovato con un’altra…?” chiese rendendosi conto che quella domanda era veramente stupida.
“Secondo te Jim?” disse lei abbozzando una risata “Sono stata a San Francisco per lavoro e sono tornata prima, un giorno prima… Hai presente no quelle commedie romantiche di serie B in cui lei lo trova a letto con la segretaria? Beh, fanculo non so se fosse la segretaria ma ti assicuro che si stava scopando una nel nostro letto…” spiegò la ragazza mentre il batterista guardava fuori dalla finestra passandosi una mano sul viso, sentendo chiaramente un rabbia a lui non così familiare salirgli dentro.
“Dove sei?” chiese Jimmy sedendosi su una poltroncina.
“Da mamma” rispose Becky tirando su con il naso “Merda! Sono patetica” rise “Non ho una casa, Jim” aggiunse poi “L’ho venduta perché saremmo dovuti andare a vivere da lui dopo il matrimonio; non ho una casa, ok? Non ho una cazzo di casa!” disse ancora incredula.
“Bex…”
“…Mi dovevo sposare! Porca puttana Jimmy mi dovevo sposare tra due fottutissime settimane!” urlò nella cornetta sentendo la frustrazione venire fuori, era stata buona e ragionevole con sua madre, ma adesso con il fratello poteva finalmente lasciar uscire tutto, sapeva che con lui poteva farlo.
“Vengo lì, ok? Ho un concerto stasera e poi prendo il primo aereo e vengo lì” le disse il ragazzo cercando di usare un tono calmo e non perdere la testa, bastava Bex.
“No, Jim, sul serio hai un casino di date del tour, lascia stare.” commentò lei “E poi non ci voglio stare neanche io qui, che cazzo ci vieni a fare tu…” rise ironica.
“Vieni in tour!” esclamò lui scattando in piedi “Abbiamo almeno altri due o tre mesi, ti giri l’America completamente spesata come mia… Psicologa personale?” azzardo mettendosi a ridere, sentendo la sorella dall’altro capo fare lo stesso.
“Jim…” sospirò lei.
“…Senti che cazzo fai te ne stai a casa di mamma ad aspettare che arrivi la nonna a piangere perché morirai zittella?”
“Grazie per il tatto bastardo!” lo interruppe lei ritrovando un briciolo della sua grinta.
“Chi meglio di un gruppo di deficienti può farti divertire?” riprese a dire il batterista.
“Se il gruppo di deficienti siete tu e l’allegra combriccola di ubriaconi nessuno…” constatò lei alla fine lasciandosi cadere indietro sul letto.
“Prendi un cazzo di aereo per Denver domani mattina, noi siamo qui altri due giorni, ti vengo a prendere all’aeroporto e ti fai un tour come si deve, alla vecchia maniera quando non eri una quasi sposina rompipalle!” rise Jimmy prendendo una birra dal frigo.
“Non sono più una cazzo di sposina Jim, sono una fottuta cornuta del cazzo!” sbottò lei.
“Che finezza…” rise il fratello.
“Non farmi la predica per come parlo, avresti dovuto sentirmi quando insultavo Dylan, meritavo un cazzo di Oscar alla carriera!” riprese a dire Becky “Guarda che ho aperto il portatile e sto prenotando il biglietto sul serio… Che poi non ti lamenti, tu o uno dei tuoi amici psicopatici…” rise.
“Nessuno si lamenta, Matt al massimo stappa la bottiglia buona di champagne sapendo che sei tornata single, e anche Jason credo” la rassicurò il ragazzo divertito.
“Due gemelli al prezzo di uno, ok sto prenotando!” riprese a dire “Grazie Jim” aggiunse poi.
“Grazie al cazzo Bex, mi dispiace” rispose lui.
“Atterrò alle undici, voglio un tappeto rosso e un paio di limousine” mise in chiaro.
“Imbottite di Jack ovviamente” le fece eco Jimmy.
“E spogliarelliste, dopo questa l’unica è diventare lesbica cazzo, vedi che Gates aveva sempre avuto ragione a dire che dovevo darmi alle donne?” commentò Bex.
“Saranno tutti felici di ciò” rise il batterista “A domani”.
“Buon concerto, saluta le teste di cazzo, ti voglio bene Jim!” rispose lei.
“Anche io cornuta” la salutò.
“Fottiti!” rise lei prima di riattaccare.
Jimmy uscì dalla stanza sbattendo la porta un po’ troppo forte alle sue spalle.
“Hey, che cazzo succede?” chiese Brian appoggiando la chitarra a terra.
“Bex ha trovato Dylan a letto con un’altra” esclamò Jimmy senza preamboli, mentre Zacky iniziava a tossire quasi soffocandosi con la birra.
“Scusa?” chiese Syn alzandosi in piedi, quello era chiaramente uno scherzo dei due fratelli Sullivan.
“Il futuro maritino si stava sbattendo una a letto, a casa loro” continuò il batterista camminando fino a raggiungere il divano.
“Io gli spezzo il collo” sbottò Zacky senza pensarci.
“Mettiti in fila” sorrise Jimmy.
“Porca puttana ma si dovevano sposare, tra due settimane” esclamò Matt sedendosi vicino all’amico.
“Infatti non credo che Bex l’abbia presa molto bene, sai com’è fa la figa come al solito ma credo… Non penso che questa volta sia proprio così semplice” spiegò il batterista “Vieni qui domani, le ho detto che magari può stare un po’ in giro con noi, se sta a casa con mia madre si impicca con la doccia, me la vedo che piange perché la sua bambina non si sposa più” rise facendo sorridere anche tutti gli altri.
“Merda!” commentò Syn sedendosi di nuovo “E io che avevo comprato lo smoking per il matrimonio!” scherzò.
“Dovranno anche annullare tutto… Pensa che casino” intervenne Johnny.
“Penso di sì… Non ho idea di come…” iniziò a dire Jimmy “Spero che addebiti tutto a lui quantomeno…” continuò prendendo in mano le bacchette e giocandoci “Hey domani quando arriva niente musi lunghi o poi se la prende con me che la trattiamo come una povera zitella” scherzò indicandoli tutti.
“Figurati, domani dopo il concerto la portiamo a fare casino!” esclamò Zacky saltando in piedi “Insomma quanti sono due anni che non si fa un tour con noi?” riprese “Deve ricordarsi l’A7X style come si deve…” concluse mentre tutti si mettevano a ridere prima di venire richiamati dal resto dello staff: stava per iniziare in concerto.

[03 marzo 2008 - Denver]

L’aereo era in orario, stranamente, l’ultimo che aveva preso aveva ritardato di quasi due ore e, se non fosse successo non sarebbe arrivata a casa alle cinque del pomeriggio di un sabato qualunque, e non avrebbe trovato Dylan a letto con un’altra e non avrebbe mai lasciato LA, e non si sarebbe trovata a Denver in quel momento.
Per tutta la durata del volo si era convinta di essere qualcosa di molto simile a Gwyneth Paltrow in Sliding Doors, ed era quasi certa che in qualche altra dimensione un’altra lei, con i capelli meno spettinati e le occhiaie meno marcate, stava continuando a organizzare il matrimonio perfetto, invece che essere al rullo porta bagagli a sgomitare per recuperare la sua valigia, pronta ad unirsi a un gruppo di ubriaconi in un metal tour che prometteva solo grandi bevute e risate.
Non ci mise molto a riconoscere suo fratello in mezzo alla folla: Jimmy sfiorava i due metri e si poteva vedere probabilmente da ogni punto del salone; Rebecca sorrise trascinando la sua valigia fino a essergli davanti facendosi abbracciare e sollevare praticamente da terra nonostante neanche lei fosse tanto piccola.
“Hey, ciao sorellona!” rise lui stringendola fino quasi a toglierle il respiro.
“Ciao scemo!” rispose lei staccandosi per guardarlo “Cazzo guarda che occhiaie, ma quanto casino fate voi metallari da strapazzo?” rise schioccandogli un bacio sulla guancia, mentre il ragazzo prendeva la valigia facendole strada verso il parcheggio.
“Vedrai, questo tour è enorme, un casino veramente!” rise lui passandole un braccio sulle spalle.
“Ho vaghi ricordi del Warped e se questo è peggio siamo nei guai!” scherzò lasciandosi coccolare un attimo, le faceva bene stare con lui, era la prima persona a cui aveva pensato dopo tutto quel casino.
Quando era in giro per il mondo Becca sentiva molto la mancanza di Jimmy, delle chiacchierate davanti a una birra, delle cene fuori anche solo dei pomeriggi passati a fare qualche spesa. Ormai erano anni che gli Avenged avevano raggiunto un discreto successo e si era abituata al fatto che The Rev, come ormai lo chiamavano tutti, fosse costantemente in giro per il mondo, per lei però quella stanga di quasi due metri altro non era che il suo fratellino psicopatico che aveva iniziato a fare casino nel garage di casa con un gruppo di amici con la fissa del rock.
Salirono in macchina restando fermi in silenzio per un attimo “Cibo?” chiese lui e la ragazza annuì con un sorriso, le chiacchierate migliori nascevano sempre davanti a una pizza e parecchie bottiglie di birra.
Rebecca iniziò a giocare con l’autoradio della macchina a noleggio con cui Jimmy era venuto a prenderla fino a trovare una canzone che conosceva e che le piaceva parecchio.
“Cazzo Bex, e poi? Ci tagliamo le vene a vicenda?” sbottò Jimmy ridendo mentre nemmeno lei riusciva a rimanere seria iniziando a cantare:
“When you go
Would you even turn to say
I don't love you
Like I did
Yesterday”

Bex rise mentre seguiva la voce di Gerard Way dei My Chemical Romance, scuotendo la testa e abbassando il volume dopo il primo ritornello.
“Cazzo se fa male Jim…” disse senza neanche pensarci, tirando i piedi sul sedile e appoggiando la testa al finestrino guardando fuori.
“Lo so Bex” disse lui accarezzandole la gamba con la mano.
“Era tutto pronto, dovevi vedere che razza di vestito che avevo, e la chiesa quella vicino alla baia che mi piaceva tanto, e i fiori, il catering…” iniziò a dire “…E io…” rise scuotendo la testa.
“Insomma è o non è la cosa più pazzesca il fatto che fossi pronta a sposarmi?” chiese girando lo sguardo e incontrando quello del fratello che aveva appena svoltato per entrare in un enorme parcheggio.
“Un po’…” ammise lui “Mi ero anche fatto una ragione del fatto che quel figlio di puttana ti stesse per mettere una fede al dito” aggiunse con un sorriso fermando la macchina notando che la sorella si stava guardando la mano sinistra, su cui scintillava un grosso anello di fidanzamento.
“Non ho proprio voglia di sedermi in un ristorante” ammise Becca.
“Lo so, infatti vado a prendere la pizza e la mangiamo in macchina in ricordo delle migliori serate di Huntington” disse Jimmy facendole cenno di aspettare lì prima di scendere dalla macchina e tornare dopo un quarto d’ora con un sacchetto pieno di birre e un cartone della pizza in mano.
Una volta entrato passò tutto a Becky mettendo in moto e spostandosi più avanti, fino alla fine del parcheggio, all’ombra, sotto degli alberi, abbassando i finestrini e spegnendo il motore.
Si stapparono una birra in silenzio e Jimmy prese una fetta di pizza, sapeva che sua sorella aveva i suoi tempi per iniziare a parlare e che non era il caso di incalzarla e innervosirla perché poteva essere pericoloso.
“Siamo stati insieme sei anni e che cazzo ne so io che non se ne è scopate un’altra ventina?” disse a un certo punto tenendo lo sguardo fisso in avanti.
Jimmy non rispose, a dire il vero quel pensiero era passato anche a lui per la testa.
“Ma se se ne fosse fatte altre perché chiedermi di sposarmi? Perché mettersi un cappio al collo quando voleva solo sbattersi mezzo mondo!” continuò.
“Perché tu…”
“Perché così io ci sarei sempre stata a casa ad aspettarlo mentre lui si dedicava a mezza Los Angeles” lo interruppe sapendo che stavano pensando la stessa cosa.
“L’hai più sentito?” chiese il batterista stappandosi una seconda birra.
“Dici da quando gli ho sfasciato in testa il quadro per cui aveva appena speso venticinquemila dollari?” sorrise lei facendolo ridere “No.” aggiunse poi.
“Sono entrata” esclamò dopo poco “Entrata in casa, ho sentito dei rumori, sono andata in camera e li ho visti lì, ho urlato sono andata in soggiorno, mi ha seguita, gli ho sfasciato il quadro, gli ho tirato qualche vaso e sono uscita” concluse come se avesse appena elencato la lista della spesa; “Poi sono tornata il giorno dopo a prendermi la mia roba quando sapevo che lui era fuori, basta”.
“Mi dispiace” disse lui con un sospiro.
"Sì, beh, niente grande addio al nubilato, uh?" rise Becky facendo finta di niente e asciugandosi gli occhi lucidi "Che poi a Dylan non andava molto che ne facessi un secondo addio con te e i ragazzi della band!" scherzò guardando gli occhi chiari del fratello con i suoi praticamente identici.
"Dovevo capirlo che era un coglione quando non ha voluto fare paracadutismo con me e Matt!" commentò Jimmy tirando contro di sé la ragazza per abbracciarla.
“Ho voglia di vedere gli altri, mi spupazzo un po’ Johnny e il mondo tonerà a sorridermi!” scherzò lei.
“Johnny ha appunto detto di essere a tua disposizione” replicò Jimmy.
Becca fin dal primo momento che il bassista era entrato a far parte della band sostituendo il precedente l’aveva sempre considerato come il suo orsacchiotto personale, piccolo e coccoloso. Il più delle volte era per far rosicare gli altri membri del gruppo che lo prendevano costantemente in giro.
I ragazzi degli Avenged avevano sempre avuto per lei la classica cotta da sorella maggiore del migliore amico, quella sorta di piccola venerazione per una più grande di loro e che, negli anni del liceo, sembrava essere inarrivabile e inafferrabile, in più c’era da aggiungere che Becky aveva dalla sua il fatto di essere una gran bella ragazza, e quello aveva fomentato l’infatuazione.
Quando era arrivato Johnny Christ, essendo il più piccolo dei cinque, aveva anche iniziato ad essere bersaglio degli scherzi e delle prese in giro, sempre in maniera bonaria, certo, ma era di sicuro il più martire dei cinque e così lei se l’era preso a cuore e, in barba agli altri tre, gli riservava sempre abbracci e attenzioni particolari, cosa che il bassista non disdegnava e non mancava di far notare agli amici.
 “Mi porti a fare shopping?” esclamò la ragazza dal nulla alzando lo sguardo “Ti giuro sento proprio un bisogno viscerale di shopping, di quello maniacale… Magari con la tua carta di credito!” aggiunse mentre il batterista si metteva a ridere.
“Direi che questa volta te lo meriti” le disse mentre lei gli schioccava un bacio sulla guancia rimettendosi dritto al posto del guidatore.
“Sì, sono certa di meritarmelo…” sorrise guardandosi allo specchio per sistemarsi il trucco leggermente sbavato mentre il fratello rimetteva in moto dirigendosi verso il centro della città.

“Signori e… Signori… Direi…” esclamò Jimmy ridendo entrando nella stanza in cui si trovavano gli altri Avenged Sevenfold e qualche altro membro dello staff, in quel momento interamente maschile “…Direttamente dalla California… Mia sorella!” esclamò indicando dietro di lei Becky che stava avanzando lungo il corridoio e alzava le braccia in segno di vittoria.
“Nah… Non ci passo!” disse la ragazza fermandosi e indicando la porta,  guardando poi suo fratello “Sul serio è bassissima con le corna che mi ritrovo mica ci passo di lì!” rise prima Jimmy allungasse la mano trascinandola dentro e dicendole che era una cretina.
“Io, io per primo!” disse Brian alzandosi e avvicinando a Becky per salutarla abbracciandola “Ciao stronza!” le disse mentre lei con una mano gli pizzicava il fondoschiena.
“Ciao sciupa femmine, come andiamo?” rispose la ragazza dando un bacio sulla guancia del chitarrista.
“Al solito, tu?” chiese lui staccandosi.
“Ho visto tempi migliori, ne vedrò di peggiori, cosa vuoi che ti dica!” sorrise lei scompigliandogli i capelli, cosa che Brian odiava e Bex lo sapeva bene.
“Cat!” esclamò Zacky, usando quello stupido soprannome che ormai aveva da troppo tempo, da quella volta ad Halloween, quando lei aveva 17 anni e loro poco meno di 15, in cui era scesa dalle scale di casa vestita da Catwoman, scombussolando, a quanto le avevano detto parecchi anni dopo, gli ormoni di tutto il gruppo di ragazzi, almeno una decina, che stazionava davanti alla tv di casa loro.
“Ciao Zee!” sorrise lei facendosi abbracciare.
“Ho già assoldato uno squadrone della morte per far fuori Dylan, tranquilla!” le disse a bassa voce facendola ridere prima di staccarsi per permetterle di salutare gli ultimi due.
Matt le si avvicinò tirandola su da terra “Cat ci eri mancata un casino!” rise prendendola in braccio.
“Lo so, i tour senza di me sono una palla!” scherzò lei stampandogli un bacio sulla guancia per passare poi a guardare Johnny che stava sul divano e rideva beatamente.
“Johnnyno!” esclamò lanciandosi contro il ragazzo e travolgendolo fino a farlo finire disteso sui cuscini.
“Cazzo, basta con questa cazzo di discriminazione!” tuonò Jason che guardava il bassista e la ragazza avvinghiati sul divano.
“Piantala clone numero uno, questo è l’uomo della mia vita!” lo zittì facendogli una linguaccia “Ciao anche a te clone numero due!” aggiunse poi rivolta a Matt, il gemello.
“Ciao stronza!” la salutò lui scuotendo la testa divertito.
Becky si mise a sedere prendendo una delle birre sul tavolino e stappandola prima di appoggiarsi allo schienale del divano “Allora, vi siete dati ad un allegro Gay Pride perché non vi sopporta più nessuno? Su, dove le nascondete le ragazze?” chiese bevendo un sorso e guardandosi intorno.
“Jackie e Haylie arrivano la settimana prossima” rispose Zacky guardandola divertito.
“Già… Haylie, la donna del mio uomo!” scherzò lei fissando Johnny “Inutile che fai il finto tonto, me la devi presentare” rise mentre lui alzava le mani in segno di resa e annuiva.
“Io sono ancora single!” statuì Brian tutto sorridente.
“Sì immaginavo” commentò la ragazza fissandolo “Controlli ancora che l’encefalogramma sia piatto prima di farti qualcuna?” lo prese in giro.
“Rigorosamente” rispose lui bevendo un sorso di birra dopo aver alzato la bottiglietta in un brindisi “Comunque è single anche l’idiota lì…” aggiunse poi indicando Matt.
“Sì ma per lui l’encefalogramma è secondario, gli basta una terza e lo fai felice…” commentò Bex mentre Jimmy si sedeva vicino a lei che gli appoggiava la testa sulla spalla.
“Che ci vuoi fare! Mi tratto bene!” rise il cantante allargando le braccia.
“Gente che cazzo di sketch facciamo per stasera…?” chiese Zacky alzandosi in piedi mentre Becky li guardava confusa prima che il chitarrista le spiegasse che durante quel tour mandavano in onda piccoli filmati, idioti, del dietro le quinte prima di salire sul palco.
“Mi chiudo con la stronza in doccia e vediamo che succede!” esclamò Syn battendo le mani soddisfatto mentre la diretta interessata alzava il dito medio nella sua direzione.
“Hey, è geniale!” esclamò Jimmy “Siamo tutti qui che ci prepariamo e alla fine non troviamo più Syn, apriamo la doccia e lo troviamo dentro con Bex”.
“Forse andrebbe meglio con Matt, il cantante fa più scena, lo mettiamo pure in asciugamano” disse Johnny ridendo mentre Syn lo mandava candidamente a fanculo iniziando a borbottare che lui sarebbe stato molto meglio in doccia.
“E con gli occhiali da sole!” esclamò Jason ad alta voce dall’altra stanza.
“E Bex anche senza asciugamano” gli fece eco Matt mentre la ragazza buttava gli occhi al cielo sentendosi bellamente ignorata.
“Posso esprimere un’opinione?” chiese e tutti la guardarono.
“No” dissero all’unisono prima di ricominciare a parlare di come girare la scena.
“Becca muoviti, togliti la felpa e entra in doccia!” disse Syn alzandosi per prendere la video camera.
“No” rispose lei finendo la sua birra.
“Non rompere!” le disse Jimmy facendole il solletico mentre lei scattava in piedi per sfuggirgli.
“Forza donna, in doccia!” rise Matt caricandosela sulle spalle e attraversando la porta del bagno.
“E in tutto questo faccio la bella statuina o come mi faccio trovare dal pubblico? Come la zoccola che gli sta facendo…” la frase venne interrotta visto che fortunatamente il cantante le aveva messo la mano sulla bocca per impedirle di continuare.
“Usate la fantasia, no?” rise Zacky richiudendo la porta, mentre Brian dava a Jason la videocamera iniziando a girare.
La carrellata sui membri del gruppo che dicevano il proprio nome e poi Zacky che si chiedeva dove fosse M. Shadows, la porta della doccia che si apriva e nessuno sapeva bene cosa si sarebbero inventati i due lì dentro: dopo qualche secondo ecco uscire Becca con i Rayban, la maglietta e il cappello di Matt in testa.
“Hey Detroit come state?” disse imitando la voce un po’ roca del cantante “Il resto del gruppo stava decisamente architettando qualcosa, eh?” continuò mentre gli altri cercavano di non ridere notando che la ragazza si era anche messa sul labbro il piercing del cantante “Detroit siete pronti a fare casino stasera? Cazzo, siete pronti a fare casino?” ripeté alzando il tono di voce mentre qualcuno le ticchettava il dito sulla spalla.
“Becca potresti ridarmi la mia roba?” disse il cantante che se se ne stava, ovviamente senza maglietta a braccia incrociate fissandola scocciato.
“Detroit! Chi preferite lui o me?” disse la ragazza ridendo mentre Matt si riprendeva i suoi Rayban e se li metteva su.
Jason fece girare la videocamera sul gruppo inquadrando Syn che sgranava gli occhi facendo una faccia veramente strana mentre a bassa voce diceva “Io sceglierei lei…”.
L’obiettivo si riportò poi su Matt che aveva ripreso possesso anche del suo cappello “Ci vediamo tra un quarto d’ora!” disse indicando la telecamera “Senza di lei…” aggiunse poi ridendo prima che Jason schiacciasse stop.
Rebecca si divertiva sempre a vedere gli A7X live, i concerti erano sempre energici, lei poteva cantare a squarcia gola tutte le canzoni che conosceva fin troppo bene, e poi aggirarsi nel backstage come se fosse casa sua la rilassava sempre. Si sedeva di solito da qualche parte con Matt, Jason e Gabriel, il tecnico delle luci, a bere birra e fotografare le facce dei fan più esaltati in prima fila, avevano una scatola in cui tenevano un numero spropositato di polaroid, dal primo concerto che la band avesse mai fatto fino agli ultimi con migliaia di persone.
Inoltre, in mezzo a tutta quella confusione, Becca poteva permettersi di non pensare, di concentrarsi su altro, sulle risate, sugli scherzi, sulle birre da lanciare ai ragazzi sul palco, poteva permettersi di dimenticare per un attimo Dylan e il suo matrimonio fallito, poteva far finta di non sentire un enorme peso allo stomaco ogni secondo, e mascherare quella sensazione di malessere con lunghe chiacchierate senza senso.
I ragazzi scesero dal palco dopo aver ringraziato e salutato il pubblico rifugiandosi come sempre nei camerini per farsi una doccia prima di tutto mentre Becca si perdeva a chattare sul portatile con la ragazza di suo fratello che, per fortuna, si sarebbe aggiunta al tour in un paio di giorni. Aveva proprio voglia di vedere Jess, era una brava ragazza, un po’ iperattiva ma veramente simpatica, con cui era andata subito d’accordo, e poi stava insieme a Jimmy da cinque anni, quindi la considerava di famiglia. Stavano elencando i 101 modi per uccidere Dylan quando Matt uscì dalla stanza sul retro infilandosi una maglietta.
“Ci vieni al club a bere una birra, Cat?” chiese sedendosi per infilarsi le scarpe.
“Non è che abbia molta voglia…” rispose lei salutando Jess su MSN e richiudendo il portatile “Ho preso l’aereo stamattina alle cinque” continuò affondando un po’ indietro nel divano.
“Non ti lasciamo in albergo a deprimerti, chiaro stronza?” esclamò Syn tirandole una lattina di birra prima di venire interrotto dal tour manager che diceva loro che il bus per riportarli verso il centro era pronto.
Nell’arco di un quarto d’ora erano tutti a bordo, l’arena si trovava a una mezzora dal centro città e quindi ci sarebbe voluto un po’ sia per raggiungere il club dove alcuni volevano andare sia per raggiungere l’hotel.
“E dai, vieni…” sorrise Syn sedendosi nel divanetto vicino a Becky.
“Non stasera, ok Gates? Non ho proprio voglia” rispose lei guardandolo.
“Cazzo, va proprio male se rinunci a una folle serata con noi, eh?” commentò il ragazzo mentre lei annuiva “Vieni qui” proseguì passandole un braccio sulle spalle e tirandosela contro “Non aspettavo altro che il tuo addio al nubilato per riempirti di scherzi e il tuo matrimonio per poterti dire che ormai eri una vecchia spacciata” rise mentre lei si lasciava un po’ coccolare da quello che dei cinque le era forse più affine come carattere.
Brian era sempre stato quello più sopra le righe, a parte suo fratello, ma anche quello più incline a parlare, quello senza mai peli sulla lingua, quello che a sedici anni andava da lei e le chiedeva costantemente di uscire e dopo aver incassato il no le chiedeva i numeri di telefono delle sue amiche.
Synyster Gates era un amico, non uno di quelli così stretti da passarci le ore al telefono o da raccontargli tutto, non uno di quelli che dovevi sentire spesso per sapere come stavano, ma uno di quelli che quando se ne aveva bisogno c’era: sempre.
“Beh puoi farlo a maggior ragione adesso sai? Ho quasi trent’anni e sono ufficialmente zitella!” scherzò lei facendolo ridere, senza perdere quel suo senso dell’umorismo neanche nelle situazioni peggiori.
“Quindi da stronza adesso cambio il soprannome in zitella?” si informò lui.
“O stronza zitella, vedi come preferisci…” puntualizzò Becca sistemandosi meglio sul sedile e lasciandosi cadere indietro contro il finestrino “E’ ancora valida l’offerta della birra?” chiese mentre lui annuiva, “Allora andrò a truccarmi che devo essere una specie di zombie” commentò alzandosi e stiracchiandosi un attimo, prima di schioccargli un bacio sulla guancia “Devo riprendere le tecniche del rimorchio, mi aiuti?” sorrise scoppiando a ridere.
“Tesoro, puoi rimorchiarmi quando vuoi!” scherzò indicandosi con un sorriso mentre lei camminava verso il bagno del tour bus.
“In un’altra vita Gates!” rise lei.
“Io attendo, sono un tipo paziente…” commentò distendendosi per godersi un quarto d’ora di sonno finché non fossero arrivati al locale.
“Tu un tipo paziente? Ma se una non te la dà dopo quindici minuti la scarichi?” esclamò Zacky ricevendo come risposta due dita medie alzate nella sua direzione.
  
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