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Autore: SaphiraAsia    18/09/2019    0 recensioni
Poteva ancora percepire le sensazioni provate in quei drammatici momenti, impresse nella sua esausta e provata mente come cicatrici.
Riusciva a sentire le decine di fredde mani sul suo corpo, le voci che sovrastavano i suoi lamenti, e nulla poteva evitare di farle rivivere quei ricordi.
-Saphira, non sei più sola.-
Quelle parole, però, la investirono come una fredda raffica fi vento, portando lentamente via con se tutto il dolore e la stanchezza.
E per la prima volta dopo anni, lei sorrise.
[le età dei personaggi sono state cambiate per necessità della trama.]
Genere: Angst, Dark, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Me Shōji, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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1
 
Era stata davvero una lunga e stancante giornata per gli studenti della ormai nota 1A, erano fortunatamente riusciti a terminare le dure ore di scuola che dovevano svolgere ogni giorno e tutti si stavano felicemente dirigendo verso i nuovi dormitori.
Tutti erano allegri, anche se stanchi, e chiacchieravano spensieratamente tra di loro.
C’era chi aveva un sorriso dipinto in volto, chi aveva un abituale broncio e chi, come lei, era serie e pensierosa come sempre.
Il cammino di ritorno ai luoghi in cui gli studenti ora abitavano era molto vicino alla scuola, era un viaggio piacevole che veniva percorso in compagnia e in allegrezza.
Tuttavia, era da tempo che Saphira non era allegra e spensierata.
Vivendo in un orfanotrofio, non era stato complicato per i professori convincere i tutori della ragazza a dare il consenso per una permanenza nei pressi della scuola, l’avevano perfino trovata un provvedimento istruttivo.
Ma a lei non era piaciuto per nulla.
La verità era che era terrorizzata all’idea di dover condividere dei momenti ancora più prolungati con i suoi compagni, oltre alle ore di lezione avrebbero passato intere giornate nello stesso edificio.
Aveva paura di farli del male.
Cosa sarebbe successo se avesse perso il controllo, ad esempio durante uno dei ricorrenti incubi?
Non avrebbe mai potuto perdonarselo.
Nonostante fosse subentrata dopo un mese dall’inizio dell’anno scolastico, aveva conosciuto presto i suoi compagni per le meravigliose persone che erano.
Tutti, escluse alcune eccezioni, erano stati gentili e amichevoli con lei, nonostante la sua non fosse la più solare delle personalità.
Le persone l’avevano sempre allontanata ed evitata, per via dei suoi poteri e della suo ‘’problema’’.
Ma a loro non era importato, avevano deciso che la nuova studentessa, segnata da un passato traumatico e difficile, sarebbe diventata loro amica.
E per un certo senso, avevano tenuto fede al loro proposito.
-Saphira-chan, va tutto bene? Ti vedo pensierosa.-
Uraraka domandó felicemente e con una nota di preoccupazione nella dolce voce, si affacció da Midorya con quei suoi grandi occhi.
-É vero Saphira-chan! Sicura di star bene?- 
Si uní a lei Midorya, anche lui preoccupato e solare come sempre.
Saphira alzó lentamente lo sguardo dal punto fisso del terreno sotto di se che aveva ricevuto le sue attenzioni per osservare gli sguardi preoccupati e gentili dei suoi compagni.
I suoi particolari occhi, color della più cristallina delle acque, incontrarono per prima quelli verdissimi del ragazzo e poi quelli di Uraraka affianco a lui.
Alcuni ragazzi avevano perfino smesso di chiacchierare per guardarli, e questo non era sfuggito all’acuta attenzione di Saphira.
Ció a cui non aveva fatto caso, peró, era stato lo sguardo attento del professor Aizawa, che stava tranquillamente accompagnando i suoi studenti ai loro nuovi dormitori.
L’aveva notata, sin dal primo giorno in cui aveva fatto la sua inaspettata apparizione, aveva notato il suo potere, la sua paura di far del male, di perdersi.
Non poteva certo negare che fosse una interessate persona.
Si era ripromesso che l’avrebbe tenuta d’occhio.
-Sto bene, d’avvero. Sono solo stanca, non c’é bisogno che vi preoccupiate.-
Cercó di sembrare convincente, finse un sorriso appena accennato, sperando che non facessero altre domande.
-Hai ragione! Sono davvero distrutta! Non vedo l’ora di buttarmi sul mio letto!- 
Disse Mina assumendo una posizione di sconforto, finendo quasi con la testa sul terreno mentre camminava.
-Vero, sono stanchissimo anche io.-
E cosí si aprí un’altro discorso su cui poter chiacchierare e tutti dissero la propria, nonostante la stanchezza e la fame.
Saphira li osservó accennando un sorriso stanco, alzando a malapena gli angoli della bocca.
I suoi ‘amici’ erano così solari e pieni di vita, e lei non poteva far altro che invidiarli.
La vita era scivolata via da lei un poco a poco, senza che lei potesse fare molto a riguardo, ma era felice che loro potessero averla con loro.
Il suo sguardo torna nuovamente per terra, la sua espressione si incupí e i suoi occhi si oscurarono.
Mille e milioni di interrogativi, di preoccupazioni si facevano strada nella sua mente provata, non aveva le forze per sopportare delle emozioni al momento.
L’uomo non molto distante da lei notó abilmente il repentino cambio di espressione della singolare ragazza e si chiese cosa passasse per quella mente così complicata.
Da quando era stata mandata nei dormitori era diventata ancora più cupa del solito, sempre silenziosa e pensierosa.
Aizawa sapeva che la sua studentessa doveva soffrire per qualcosa, ma non sapeva esattamente per cosa e, quanto pare, neanche i suoi compagni ne erano a conoscenza.
Saphira si era fatta velocemente strada tra i suoi amici, superandoli uno per uno, lentamente, fino ad arrivare ad essere la migliore della classe, migliore di Todoroki e Bakugou stessi.
Il suo potere era un qualcosa di straordinario e, spaventoso.
Lei stessa non ne conosceva l’origine, quando arrivó alla UA non era neanche sicura di che tipo fosse il suo quirk, non sapeva quali fossero i suoi limiti.
Era evidente di come avesse sempre cercato di domarlo, di reprimerlo dentro di se.
Aizawa voleva saperne di più, nonostante la sua coscienza volesse impedirglielo, lui voleva conoscerla meglio, e accidenti a lui, aiutarla…
Accidenti, a volte poteva leggere il dolore di quella povera ragazza nei suoi occhi!
E questo gli faceva tornare alla mente un’episodio accaduto poco dopo il festival sportivo…
 
-Avanti Eijia, non trattenerti!-
Urló il professore per farsi sentire.
L’allenamento si stava svolgendo in modo normale, era stato organizzato in una maniera diversa dal solito.
Erano state formate delle coppie, precedentemente sorteggiate, che avrebbero dovuto combattere in una delle enormi palestre delle scuola, appositamente ideate per questi tipi di allenamenti.
La sorte, purtroppo, non era stata molto benevola con Saphira che era finita in coppia con forse l’unico ragazzo in grado di farla innervosire.
Bakugou.
-Hei tu! Non osare prendermi in giro. Eh!-
Una rapida raffica di colpi infuocati si diresse impetuosa verso la ragazza, sfiorandola, incendiando l’aria che squarciavano.
Bakugou.
La rabbia si fece strada inesorabile nel petto della ragazza, divenne sempre più difficile schivare i potenti colpi inflitti dallo strano e perennemente arrabbiato ragazzo.
La rabbia stava prendendo lentamente il sopravvento dei suoi sensi, e non solo per gli insulti, ma la faccia stessa di Katsuki le faceva ribollire il sangue nelle vene.
BAKUGOU.
Oh no.
Era inutile.
Aveva abbassato la guardia per un secondo.
Un SeCOndO SolTAnTo……
Improvvisamente, gli occhi color del mare della ragazza divennero completamente neri, oscurati come un’eclissi.
La sua espressione era mutata, un ghigno si faceva ora strada sul suo viso accaldato, uno dei più malvagi e penetranti.
Le sue mani si mossero da sole, nulla ormai del suo corpo rispondeva più ai suoi comandi, era in balia di una forza troppo grande da sopprimere.
Aveva perso il controllo.
Perfino Bakugou si accorse dell’insolito cambiamento nella ragazza, il suo viso ora infondeva malvagità pura, i suoi occhi neri come la notte stessa, erano così colmi di odio… che si faceva fatica a pensare appartenessero alla silenziosa ragazza di prima.
Ma perfino lui si rese conto che Saphira non c’era più. Quello che rimaneva era… un mostro.
Lentamente, senza sollevare troppo le dita, la malvagia creatura scatenó il suo potere contro la ragione della sua rabbia, il ragazzo che le aveva permesso di riprendere ciò che era suo.
Nulla eppure tutto si mosse, il terreno sotto di loro tremó, l’aria vibró di potenza, tutto scaturito dall’attivazione dello spaventoso quirk di Saphira.
I suoi capelli, normalmente ricci, vennero modificati, divennero lisci e più lunghi, dal precedente nero scurissimo, divennero bianchi come la neve.
Senza esitare, peró, Bakugou reagí prontamente, attaccando la ragazza con delle forti esplosioni provenienti dai suoi guantoni.
Ma, sotto gli sguardi spiazzati dei suoi compagni, Saphira, o quello che ne restava, attraversó le fiamme e ne riemerse completamente illesa e, con un balzo quasi impercettibile, si avvicinó rapidamente verso la sua preda.
Bakugou non fu in grado di vederla, non fu in grado di reagire, perché si trovó schiacciato da un’aura tanto potente, distruttiva, che non seppe neanche accorgersene.
Giacque supino sul terreno ormai distrutto, perdendo i sensi lentamente.
L’ultima cosa che vide, furono degli scuri e disordinati capelli porsi fra lui e la sua fine.
Poi il buio.
 
 
-Professor Aizawa, lei non viene?-
L’uomo venne risvegliato dal suo stato di trance provocato dal troppo pensare.
Si accorse solo in quel momento di essere rimasto sull’uscio entrata dell’edificio, mentre gli studenti si erano già diretti verso le loro stanze.
Quell’episodio non avrebbe mai smesso di tormentarlo.
Si chiedeva cosa fosse successo a quella ragazza problematica in quel frangente.
Perché avesse perso il controllo di se stessa.
E cosa sarebbe successo se lui non fosse intervenu-
-Si, arrivo.-
Rispose in fretta a Mina, che era rimasta sull’uscio ad osservarlo.
Ella annuí e con un sorriso si diresse in camera sua.
Aizawa rimase li ancora per qualche secondo, metabolizzando i suoi pensieri.
Era deciso, avrebbe di certo dovuto affrontare l’argomento con la studentessa Eijia, avrebbero avuto una bella chiacchierata.
 
   
 
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