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Autore: Angels4ever    20/09/2019    1 recensioni
[Storia partecipante al "Back to school contest" indetto da GiuniaPalma sul forum di EFP].
DAL TESTO:
La prese per mano, in un gesto automatico, stringendola forse con troppa forza. Si erano mai tenute per mano? No, mai.
Eppure in quel momento avevano bisogno di esserci l'una per l'altra, perché quella poteva essere la fine del loro rapporto, della loro famiglia.
La bionda la fece fermare delicatamente su una lapide al centro di molte altre, più impolverata di quanto avrebbe dovuto essere, dimenticata.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sotto il chiaro di luna
 

 

Emma non era ancora del tutto certa di star facendo la cosa giusta.
Forse la sensazione che per tutti quegli anni aveva ottenebrato il suo cuore era sbagliata. Forse era semplicemente paranoica.
Eppure doveva fugar via ogni dubbio. Perché ormai Regina non era più solo l'altra madre di suo figlio, ma era anche diventata la sua migliore amica, e la sua sovrana.
Doveva trovare una risposta ad una tacita domanda che si era posta ogni volta che i suoi occhi avevano incontrato quelli scuri di lei.
Con il passare degli anni era sempre stato più difficile fingere che “andasse tutto bene”, ma Storybrooke era stata continuamente in pericolo, e loro divisi...sparpagliati tra mondi adesso finalmente racchiusi in un'unica realtà.
Ora, dopo giorni bui, c'era pace, c'era gioia, erano tutti insieme, sotto il dominio di una grande leader.
Però Emma non riusciva a godersi quella tranquillità familiare. Guardava Henry, guardava suo marito, stringeva sua figlia al petto, e l'idea che tutto potesse crollare la terrorizzava.
Ma doveva correre il rischio. Doveva sapere la verità o sarebbe impazzita.
Era passata da poco la mezzanotte, ed una luna piena, argentea, brillava nell'oscurità della notte, mentre si affrettava con passo controllato ad inoltrarsi nella foresta.
Il cuore le batteva all'impazzata, mentre raggiungeva una sagoma scura nel fondo di una radura, dove erano stagliate delle lapidi.
<< Un posto strano per incontrarci, Emma. >>
Regina aggrottò la fronte, sorpresa. Era molto diversa dalla donna che era stata incoronata due mesi prima: aveva le labbra colorate con uno sgargiante rossetto rosso, ed uno dei suoi soliti tailleur.
<< Mi fa' piacere vedere che sei tornata al tuo aspetto da...sindaco. >> Emma incurvò le labbra in un sorriso tirato, rabbrividendo appena.
Regina aggrottò la fronte s'è possibile ancora di più. Ormai la conosceva troppo bene. Incontrarsi in un cimitero nel cuore della notte e lasciare la sua piccola Hope non era da lei.
<< Emma, cosa ci facciamo qui? >>
“La calma è la vigliaccheria dell'anima”, scrisse Tolstoj, e in quel momento la Salvatrice era nel panico più totale; ancora pochi secondi e forse persino i suoi poteri avrebbero preso ad esplodere come successe nel periodo di Ingrid.
Non sapeva da dove cominciare. Così scelse la via più semplice.
<< Volevo mostrarti la tomba di una persona. >> mormorò Emma, un groppo in gola.
La prese per mano, in un gesto automatico, stringendola forse con troppa forza. Si erano mai tenute per mano? No, mai.
Eppure in quel momento avevano bisogno di esserci l'una per l'altra, perché quella poteva essere la fine del loro rapporto, della loro famiglia.
La bionda la fece fermare delicatamente su una lapide al centro di molte altre, più impolverata di quanto avrebbe dovuto essere, dimenticata.
<< Questa è la tomba di Graham. >> sussurrò Regina, irrigidendosi. << Perché mi hai portata qui? >>
Emma la lasciò andare, girandosi verso di lei. La fissò con serietà, intensamente. Se avesse mentito, lei lo avrebbe saputo.
<< Regina...io devo chiedertelo, perché anche se non l'ho mai dato a vedere, sono anni che il dubbio mi fa' impazzire. >> tacque per un istante, fece un respiro profondo e pose la domanda che più di tutte la terrorizzava: << Sei stata tu ad uccidere Graham? >>.
Due occhi verdi erano piantati indissolubili in due occhi marroni, quasi neri.
Non cedettero. Rimasero sicuri a fissare la sovrana di un grande regno.
La verità non può mai venire scoperta tutta, ma si rivela piano piano alla gente, e si rivela a coloro che la cercano* , ed Emma aveva rimesso in ordine ogni pezzo di quel momento: il bacio tra lei e Graham, l'uomo che strabuzza gli occhi e di colpo si accascia al suolo, come se qualcuno gli stesse strappando via il cuore, per poi stritolarlo per farlo diventare un cumulo di polvere...
Era tutto così ovvio.
Regina si morse un labbro, abbassò lo sguardo solo per un fugace momento: un tempo, la vecchia sé stessa avrebbe mentito, avrebbe inventato una storia credibile, accusato qualcun altro. Ma lei ora era una persona diversa. Era un'eroina. Una madre. Una brava persona. E poi...che senso aveva mentire?
Gli occhi di Regina Mills si riempirono di lacrime, fino a sgorgare copiosamente. Non diede di matto, non urlò, non tentò la fuga, non fece niente che potesse comprometterla. Restò lì davanti a lei, con una compostezza degna di una sovrana.
Una sovrana che si sentiva schiacciata dai sensi di colpa.
<< Sì, sono stata io ad uccidere Graham. >>
Quelle parole segnarono un solco profondo tra loro. Erano lì in mezzo, non più astratte o immaginarie, ma perfettamente visibili.
Emma si era chiesta mille volte come avrebbe reagito ad una sua confessione: in ogni scenario c'era lei che dava di matto, imprecava, urlava...
Adesso però, era tutto diverso.
Regina era lì davanti, gli occhi rossi come se avesse un forte raffreddore, le sue lacrime avevano creato rigagnoli lungo le guance perfette.
Come poteva urlare contro una donna a pezzi assolutamente pentita?
La mora fece un passo avanti, e la Salvatrice d'istinto indietreggiò, sentendosi dispiaciuta per lo sguardo addolorato che la sua migliore amica, la sua confidente, la sua sovrana, le rivolse.
<< Lo dirai ad Henry? Ai tuoi genitori? >>
Lo avrebbe fatto? E a che scopo?
No. Non ve n'era bisogno.
Emma alzò lo sguardo al cielo, e per un attimo in mezzo alle stelle le sembrò quasi di rivedere Graham. Il suo calore, i suoi occhi, le sue labbra morbide, la sua barba ispida.
Lui, ovunque si trovasse in quel momento, aveva perdonato Regina, ne era sicura, perché aveva visto il lungo cammino che aveva percorso: travagliato, difficile, pieno di perdite.
Scosse la testa, umettandosi le labbra. << No. Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiar se stesso **...tu invece...hai fatto un miracolo con te stessa. Sei diventata la “Regina Buona”. >>
Regina sorrise, titubante. Sentiva l'impulso di abbracciarla, ma non sapeva se fosse il caso. Fece un altro passo avanti, ma Emma di nuovo si allontanò, rabbrividendo.
<< E' tardi...devo andare da Hope. >> sussurrò scrollando le spalle, distogliendo gli occhi dai suoi.
Si allontanò in fretta, perdendosi nei meandri degli alberi, lasciando Regina lì, immobile, come una perfetta idiota.
Sentiva freddo, e non solo per l'aria quasi invernale, ma perché nonostante le parole della donna, sapeva che tra loro ora come ora si era andata ad aprire una crepa difficile da richiudere.
Regina con un gesto della mano fece comparire dei bucaneve sulla lapide del cacciatore, in un gesto di affetto, anche se sapeva perfettamente di non poter cambiare il passato.
<< Ti prego Graham, se riesci a sentirmi...perdonami. >>


Note Autrice:

 

Non scrivo su Once Upon A Time da una vita! E se non fosse stato per questo contest che ho amato chissà per quanto ancora sarei stata con il “blocco dello scrittore”.
Spero vi sia piaciuta, ho sempre sperato prima o poi di vedere un momento simile nella serie, ma ahimè non è stato così!
Le citazioni con gli asterischi sono del grande Lev Tolstoj, che io personalmente amo.
Un abbraccio virtuale e a presto.

Angels4ever

 

  
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