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Autore: Random Ravenclaw91    29/07/2009    3 recensioni
Tutti indossano una maschera, e Narcissa Black non fa eccezione. Una notte, quando meno se lo aspetta, troverà l'unica persona che potrà mai vedere cosa c'è dietro di essa.
Traduzione a cura di Ada Wong
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Beneath the mask – Dietro la maschera

 

 

 

 

Che cosa amavo della pioggia? Sinceramente non l’ho mai saputo. C’era qualcosa di affascinante in essa – come un mistero che doveva essere risolto. Era così bella, con le sue graziose linee argentate. I tuoni sembravano scuotere la terra e i fulmini sembravano dividere il cielo a metà. Amavo il suono che produceva, il delicato ticchettio di ogni goccia di pioggia; sembrava musica. Più di tutto amavo la delicata pioggia della notte, quando non c’era nessuno in giro. In quei momenti amavo sgattaiolare fuori e vedere il mondo. Quando la pioggia catturava la luce della luna, tutto sembrava brillare. Qualche volta quando camminavo sotto la pioggia, avevo solo voglia di ridere, perché mi rendeva davvero felice. Non credevo avrei mai potuto capire davvero perchè l’amavo, e pensavo che non lo avrei mai saputo.

Era qualcosa che non avevo mai detto a nessuno, comunque. Penso che Bella sapesse che mi piaceva uscire fuori di notte, ma quando ha lasciato Hogwarts, ho realizzato che non poteva capirmi. Non mi è mai importato se lei potesse capirmi, comunque. Cosa pensasse che io stessi facendo? Pensare che andavo fuori per camminare sotto la pioggia sarebbe stata la sua ultima ipotesi…Sarebbe stata anche la mia ultima ipotesi, in effetti, pensare a quello.

La gente mi riteneva diversa da quello che ero realmente. Ai loro occhi apparivo così fredda, e, magari, anche perfetta. Sapevo che loro pensavano questo, perché io stessa avevo passato molto tempo cercando di fare in modo che loro mi vedessero in questa maniera.

Sentii la pioggia gelida cadere tra i miei capelli, e allora alzai lo sguardo al cielo scuro. Le goccie di pioggia si infransero sul mio viso, e io sogghignai, avvolta nel freddo. Era così accogliente là fuori, e la pioggia era stupenda. Aprii la bocca, e una goccia di pioggia vi cadde all’interno. Ridacchiai lievemente, e mi chiesi cosa avrebbe detto la mia famiglia se mi avesse vista allora.

Sapevo che sarebbero stati sorpresi. In piedi sotto la pioggia avrei potuto sembrare diversa rispetto a come mi presentavo, ma non era così – non veramente. Tutti indossano una maschera, e io non facevo eccezione. Io mi fingevo principalmente forte, calma e dignitosa, ed ero davvero tutte queste cose, ma avevo anche momenti di debolezza, di capriccio.

C’era un’altra faccia –sotto la mia maschera- che nessuno aveva mai visto. Era il lato che amava la pioggia, il lato che provava una semplice gioia per tutti quei piccoli eventi che accadevano così frequentemente.  Non pensavo che qualcuno si sarebbe mai aspettato da me che sgusciassi fuori, di notte, con la sola intenzione di sentire le goccie d’acqua e di ridere sotto la pioggia. Io per prima non avrei mai creduto una cosa del genere, se fossi stata qualcun altro. Ma era la verità, e di solito ero contenta che nessuno conoscesse queste cose di me, ma allo stesso tempo avevo lo strano desiderio che qualcuno scoprisse la mia vera faccia sotto la maschera.

Improvvisamente, scivolai sull’erba umida, e per un momento, restai lì, con un’espressione atterrita sul volto. Ero solo caduta! Cominciai a ridacchiare, e presto quelle piccole risatine si trasformarono in una risata vera e propra.  Mi lasciai andare perché sapevo di poter essere me stessa; non c’era nessuno lì intorno; nessuno avrebbe potuto vedermi.

Portai la mano dietro la testa e guardai in alto. Avevo lo sguardo fisso davanti a me, su di un albero. Lo esaminai: aveva fitti rami e foglie rigogliose, ma i miei occhi trovarono qualcosa di strano.

Urlai e mi alzai, tornando indietro velocemente.

La figura saltò abile di fronte a me e mi guardò con un mezzo sorriso divertito.

“Narcissa Black – fuori così tardi?”

Io lo fissai a bocca aperta, completamente e improvvisamente consapevole di essere totalmente bagnata. Le mie vesti blu si erano macchiate quando ero caduta, i miei capelli erano un disastro ed ero di fronte a Lucius Malfoy, che era di due anni più grande di me e meravigliosamente…perfetto.

Avevo sognato tante volte di incontrarlo, di mostrargli solo quanto potevo essere perfetta e dignitosa. Volevo che sapesse che io avrei potuto essere la donna ideale per lui, una che lo accompagnasse nella società e che non lo avrebbe mai messo in imbarazzo.

Eppure ero lì, bagnata, umida e in una posizione terribile. Lui era Malfoy, per amor di Merlino! Era così imbarazzante.

Il mio viso divenne completamente rosso, e mi voltai, pronta per andare via. Avevo anche cominciato a correre, quando lo sentii afferrarmi un braccio – non dolorosamente, ma abbastanza forte da fermarmi bruscamente. Così bruscamente, in effetti, che lo strattone causò ad entrambi una scivolata sull’erba umida e ci fece cadere, proprio come era successo a me solo qualche minuto prima.

“Oh mio Dio!” esclamai “Lucius, mi dispiace così tanto! Sei ferito? Sei arrabbiato?”

Ma lui si mise a sedere e mi sorrise nello stesso strano modo di prima.

“Non sono pazzo.”  Mi rispose.

“No?” Chiesi, gli occhi pieni di terrore.

“No.” Replicò, e la sua voce era più bella di tutte le volte che lo avevo sentito parlare.

“Perché eri…” ma non potei chiederglielo, perché mi sembrava scortese farlo, e dopo tutto l’imbarazzo e dopo averlo atterrato, non pensavo di voler essere anche scortese.

“Su un albero?” finì lui.

Annuii.

“Potrei chiederti perché tu stavi gironzolando a mezzanotte sotto la pioggia.”

Non volevo rispondergli. “Non voglio che la gente lo sappia” Gli dissi.

“Forse neanche io voglio che la gente sappia perché sedevo su di un albero a mezzanotte sotto la pioggia.”

“Allora non me lo dirai?” chiesi, con disappunto.

 “Te lo dirò, se tu risponderai per prima.” Mi rispose, e il mezzo sorriso apparve di nuovo. Questo fece battere un po’ il mio cuore;  Lucius era perfetto.

“Mi piace camminare sotto la pioggia. E’ carino e rilassante e bellissimo, ed è l’unica volta in cui posso stare da sola…Bhe, questa volta non solo sola, a quanto pare.”

“Ti ho scombinato i piani?”

“Non importa.” Risposi, fissandomi le mani.

“Bhe, io ero su quell’albero perché --” Poi si fermò, guardando lontano da me.

“Cosa?” lo incitai, un pochino eccitata.

“Io sono un Capo Banda, ovviamente, e un paio di mesi fa ero in perlustrazione” cominciò lui, e i suoi occhi grigi mi guardarono attentamente. “Era Marzo, faceva abbastanza freddo, e stava anche piovendo. Ma poi ho visto una ragazza che stava camminando sotto la pioggia. Pensai, Perché diavolo lo sta facendo? E l’ho seguita. L’ho seguita a lungo. Qualche volte rideva o faceva delle cose veramente strane, come una piroetta. Mi sembrava che si stesse divertendo a fare quelle cose molto di più di qualsiasi altra persona che io avessi visto divertirsi facendo qualsiasi altra cosa. Pensavo che fosse davvero bizzarra. Io ero lontano, dietro di lei, e non potevo vedere chi fosse quella ragazza. Ma ad un certo punto, lei è tornata indietro, e io ho potuto notare che quella ragazza era la più piccola delle sorelle Black, l’ultima persona che avrei mai immaginato di vedere.”

Io arrossii di nuovo, e lui agitò la testa, divertito, e riprese a parlare, “Così la notte successiva sono tornato, aspettandoti di nuovo, anche se non avevo idea del perché volessi rivederti ancora. Tu sembravi solo una ragazza fuori di testa.”

In quel momento mi sembrò che lui stesse raccontando quella storia a se stesso – stupendosi di se stesso- ma restai ad ascoltare comunque. “Ma tu non c’eri. Sono tornato per qualche altra notte, ma tu non sei mai venuta. Così ho pensato che quella fosse stata solo una cosa di una volta, e ho smesso di aspettarti. Diavolo, non ho mai saputo perché ti stessi aspettando proprio in quel posto…Ma qualche volta sono voluto tornare, per vedere e accertarmi che tutto ciò era successo davvero durante il mio pattugliamento, e una notte, circa un mese dopo, io ti ho rivista. Notai che stava piovendo di nuovo quella notte. Non ti ho seguita ancora, perché mi sono detto che non avrei dovuto preoccuparmi per la più piccola delle Black, specialmente per una così strana da ricavare un perverso divertimento nel camminare sotto la pioggia. Non so cosa mi hai fatto, Narcissa, ma la volta successiva che è piovuto di nuovo, io sono venuto qui e ho scalato questo albero, per aspettarti.”

“L’hai fatto davvero?”

“Sì, l’ho fatto davvero. Come un cane.” Si sentì umiliato al pensiero. “Non ho mai saputo perché, ma l’ho fatto ancora e ancora. Tu non hai idea di che cosa significhi poterti vedere in una circostanza come questa. Quando tu mi sei attorno durante – bhe, tutte le volte che non siano ora – tu sei così fredda e dignitosa. Non sto dicendo che sia un male, ma immagina cosa significhi poterti vedere di nuovo quando tu pensi che non ci sia nessuno a guardarti. Tu sei così…diversa.”

“E’ una bella differenza o è una differenza che mi porterà in un reparto psichiatrico al San Mungo?”

Sembrò quasi che volesse ridere, ma si limitò a rispondere “E’ un bel tipo di differenza…Perché non ti mostri sempre così tutto il tempo?”

“Perché tu non ti mostri così tutto il tempo?”

“Perché io non sono così tutto il tempo,” rispose, guardandomi un pochino confuso e leggermente arrabbiato. Io non pensavo che lo fosse veramente, comunque.

 “Io non sono così tutto il tempo.”

“Ma potresti esserlo.”

“Come potresti esserlo tu.”

Lui fece una smorfia. Se fossi stata cieca, l’avrei di certo persa perché era passata davvero velocemente.

“Io non me la sento di comportarmi così di fronte alle altre persone. Io sono diverso qui.” Disse.

“Perché?”

“Perchè ti ho vista camminare sotto la pioggia.” Rispose, con un sopracciglio alzato. Pensavo che avesse voluto dire qualcos’altro, ma non lo fece.

“Perché ho capito?” chiesi.

Lui roteò gli occhi. “Non sono uno stupido.” Rispose gelido. Ma sapevo che era esattamente quella la ragione.

“Perché mi stai sorridendo?” mi domandò

Ma più la sua rabbia aumentava, più il mio sorriso si allargava. Non avrei mai creduto che Lucius Malfoy avrebbe potuto essere così. Ora sapevo che lui non era veramente freddo o cattivo,  ma che indossava una maschera a sua volta. Insieme, potevamo toglierle e questo era così…speciale.

 “Perchè,” risposi. Stavamo seduti sull’erba sotto la pioggia e stavamo avendo una conversazione seria. Sapevo di avere una cotta per Lucius Malfoy da anni, ma ora sapevo di avere una frattura sulla maschera. Ora, pensavo, sarei caduta per l’uomo sotto la maschera– ora conoscevo il vero Lucius Malfoy, e lui non era più solo una cotta.

Con questa consapevolezza che mi rafforzava, mi poggiai in avanti senza paura e premetti le mie labbra sulle sue.

Per un momento lui non fece nulla e io pensai di aver commesso un errore. Ma poi rispose al mio bacio, e mi sembrò di fondermi con lui. Essere con Lucius sembrava così giusto e così stupendo.

Dopo un minuto lui si tirò indietro, le sue labbra si tesero come se volessero sorridere. Io sogghignai, realizzando quanto bene lo avessi capito. Era meglio, in ogni modo, che lui non dovesse sempre dirmi cosa stesse pensando o provando, perché lui non era questo, neanche dietro la maschera. Ma ciò non mi preoccupava – non veramente.

Lui si alzò in piedi e disse, “Non hai finito la tua passeggiata.”

“No,” risposi. “Ma questo era meglio di una passeggiata.”

“Bhe, potresti sempre andare ora.” Mi suggerì, e un’espressione attraversò il suo viso per un momento, prima di tornare di nuovo apatica.

“Tu devi venire insieme a me, però!” annunciai, sapendo che lui voleva venire a sua volta. Così lo presi per mano e lo trascinai con me.

Camminammo silenziosamente per un po’ di tempo, finchè non mi chiese “Ti chiamano tutti Narcissa?”

“La mia famiglia mi chiama Cissy.” Ma io storsi il naso al pensiero che lui potesse chiamarmi così, e lo notò.

“Che ne pensi di Cissa?”

Sorrisi di nuovo e la mia mano si mosse a stringere il suo braccio. Lui cercò di sembrare disgustato da quella manifestazione d’affetto, ma fallì. Il suo mezzo sorriso apparve di nuovo.

“Allora, io come potrei chiamarti? Lucy?”

Mi fissò incredulo, e io cercai di non ridere. In un istante era la sua risata ad uscire fuori; mi chiesi se quella sarebbe stata l’unica volta che l’avrei sentita così indifesa.

“Se lo fai, ti ammazzo,” mi rispose, obbligando il suo viso a tornare serio.

“Bhe, immagino che debba optare per Lucius.” Dissi, cercando di sembrare disgustata.

“Immagino di sì.” Rispose, e poi mi mise il suo braccio intorno alle spalle.

 

--

 

Lucius non avrebbe più tolto la sua maschera così completamente come fece quella notte. Per tutto il tempo, lui rimase lo stesso, anche quando, andando avanti, la sua maschera divenne quella dei MangiaMorte. L’ ho sempre sostenuto in tutto, perché lo amavo davvero. Lui non ha mai dovuto dirmi che cosa stesse pensando o provando, perché io lo sapevo sempre, in qualche modo. Era una strana abilità, la mia, ma faceva in modo che rimanessi sempre innamorata di mio marito, al di sopra di ogni cosa, non importava come. Io potevo vedere sempre oltre la sua maschera, come lui poteva vedere attraverso la mia.

Tutti indossano una maschera, ma qualche volta le maschere devono essere tolte. Io ho sposato l’unica persona che mi ha fatto voler togliere quella maschera che mi nascondeva, per essere me stessa.

 

 

 

 

Beneath The Mask

 

 

Note della Traduttrice (Ada Wong):
Spero che questa storia vi sia piaciuta, almeno la metà di quanto è piaciuta me!
Era la mia prima traduzione e spero sia stata di vostro gradimento!
Se volete lasciare qualche recensione, sarò felice di tradurle e mandarle all'autrice^^
Grazie a tutti per l'attenzione!

  
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