Beneath the
mask –
Dietro la maschera
Che cosa amavo della
pioggia? Sinceramente non l’ho mai saputo. C’era
qualcosa di affascinante in
essa – come un mistero che doveva essere risolto. Era
così bella, con le sue
graziose linee argentate. I tuoni sembravano scuotere la terra e i
fulmini
sembravano dividere il cielo a metà. Amavo il suono che
produceva, il delicato
ticchettio di ogni goccia di pioggia; sembrava musica. Più
di tutto amavo la
delicata pioggia della notte, quando non c’era nessuno in
giro. In quei momenti
amavo sgattaiolare fuori e vedere il mondo. Quando la pioggia catturava
la luce
della luna, tutto sembrava brillare. Qualche volta quando camminavo
sotto la
pioggia, avevo solo voglia di ridere, perché mi rendeva
davvero felice. Non
credevo avrei mai potuto capire davvero perchè
l’amavo, e pensavo che non lo
avrei mai saputo.
Era qualcosa che non avevo
mai detto a nessuno, comunque. Penso che Bella sapesse che mi piaceva
uscire
fuori di notte, ma quando ha lasciato Hogwarts, ho realizzato che non
poteva
capirmi. Non mi è mai importato se lei potesse capirmi,
comunque. Cosa pensasse
che io stessi facendo? Pensare che andavo fuori per camminare sotto la
pioggia
sarebbe stata la sua ultima ipotesi…Sarebbe stata anche la
mia ultima ipotesi,
in effetti, pensare a quello.
La gente mi riteneva diversa
da quello che ero realmente. Ai loro occhi apparivo così
fredda, e, magari,
anche perfetta. Sapevo che loro pensavano questo, perché io
stessa avevo
passato molto tempo cercando di fare in modo che loro mi vedessero in
questa
maniera.
Sentii la pioggia gelida
cadere tra i miei capelli, e allora alzai lo sguardo al cielo scuro. Le
goccie
di pioggia si infransero sul mio viso, e io sogghignai, avvolta nel
freddo. Era
così accogliente là fuori, e la pioggia era
stupenda. Aprii la bocca, e una
goccia di pioggia vi cadde all’interno. Ridacchiai
lievemente, e mi chiesi cosa
avrebbe detto la mia famiglia se mi avesse vista allora.
Sapevo che sarebbero stati
sorpresi. In piedi sotto la pioggia avrei potuto sembrare diversa
rispetto a
come mi presentavo, ma non era così – non
veramente. Tutti indossano una
maschera, e io non facevo eccezione. Io mi fingevo principalmente
forte, calma
e dignitosa, ed ero davvero tutte queste cose, ma avevo anche momenti
di
debolezza, di capriccio.
C’era
un’altra faccia –sotto
la mia maschera- che nessuno aveva mai visto. Era il lato che amava la
pioggia,
il lato che provava una semplice gioia per tutti quei piccoli eventi
che
accadevano così frequentemente.
Non
pensavo che qualcuno si sarebbe mai aspettato da me che sgusciassi
fuori, di
notte, con la sola intenzione di sentire le goccie d’acqua e
di ridere sotto la
pioggia. Io per prima non avrei mai creduto una cosa del genere, se
fossi stata
qualcun altro. Ma era la verità, e di solito ero contenta
che nessuno
conoscesse queste cose di me, ma allo stesso tempo avevo lo strano
desiderio
che qualcuno scoprisse la mia vera faccia sotto la maschera.
Improvvisamente, scivolai
sull’erba umida, e per un momento, restai lì, con
un’espressione atterrita sul
volto. Ero solo caduta! Cominciai a ridacchiare, e presto quelle
piccole
risatine si trasformarono in una risata vera e propra.
Mi lasciai andare perché sapevo di poter
essere me stessa; non c’era nessuno lì intorno;
nessuno avrebbe potuto vedermi.
Portai la mano dietro la
testa e guardai in alto. Avevo lo sguardo fisso davanti a me, su di un
albero.
Lo esaminai: aveva fitti rami e foglie rigogliose, ma i miei occhi
trovarono
qualcosa di strano.
Urlai e mi alzai, tornando
indietro velocemente.
La figura saltò abile
di
fronte a me e mi guardò con un mezzo sorriso divertito.
“Narcissa Black
– fuori così
tardi?”
Io lo fissai a bocca aperta,
completamente e improvvisamente consapevole di essere totalmente
bagnata. Le
mie vesti blu si erano macchiate quando ero caduta, i miei capelli
erano un
disastro ed ero di fronte a Lucius Malfoy,
che era di due anni più grande di me e
meravigliosamente…perfetto.
Avevo sognato tante volte di
incontrarlo, di mostrargli solo quanto potevo essere perfetta e
dignitosa.
Volevo che sapesse che io avrei potuto essere la donna ideale per lui,
una che lo
accompagnasse nella società e che non lo avrebbe mai messo
in imbarazzo.
Eppure ero lì,
bagnata,
umida e in una posizione terribile. Lui era Malfoy, per amor di
Merlino! Era
così imbarazzante.
Il mio viso divenne
completamente rosso, e mi voltai, pronta per andare via. Avevo anche
cominciato
a correre, quando lo sentii afferrarmi un braccio – non
dolorosamente, ma
abbastanza forte da fermarmi bruscamente. Così bruscamente,
in effetti, che lo
strattone causò ad entrambi una scivolata
sull’erba umida e ci fece cadere,
proprio come era successo a me solo qualche minuto prima.
“Oh mio
Dio!” esclamai
“Lucius, mi dispiace così tanto! Sei ferito? Sei
arrabbiato?”
Ma lui si mise a sedere e mi
sorrise nello stesso strano modo di prima.
“Non sono
pazzo.” Mi
rispose.
“No?”
Chiesi, gli occhi pieni
di terrore.
“No.”
Replicò, e la sua voce
era più bella di tutte le volte che lo avevo sentito parlare.
“Perché
eri…” ma non potei
chiederglielo, perché mi sembrava scortese farlo, e dopo
tutto l’imbarazzo e
dopo averlo atterrato, non pensavo di voler essere anche scortese.
“Su un
albero?” finì lui.
Annuii.
“Potrei chiederti
perché tu
stavi gironzolando a mezzanotte sotto la pioggia.”
Non volevo rispondergli.
“Non voglio che la gente lo sappia” Gli dissi.
“Forse neanche io
voglio che
la gente sappia perché sedevo su di un albero a mezzanotte
sotto la pioggia.”
“Allora non me lo
dirai?”
chiesi, con disappunto.
“Te
lo dirò, se tu risponderai per prima.” Mi
rispose, e il mezzo sorriso apparve di nuovo. Questo fece battere un
po’ il mio
cuore; Lucius era
perfetto.
“Mi piace camminare
sotto la
pioggia. E’ carino e rilassante e bellissimo, ed è
l’unica volta in cui posso
stare da sola…Bhe, questa volta non solo sola, a quanto
pare.”
“Ti ho scombinato i
piani?”
“Non
importa.” Risposi, fissandomi
le mani.
“Bhe, io ero su
quell’albero
perché --” Poi si fermò, guardando
lontano da me.
“Cosa?” lo
incitai, un
pochino eccitata.
“Io sono un Capo
Banda,
ovviamente, e un paio di mesi fa ero in perlustrazione”
cominciò lui, e i suoi
occhi grigi mi guardarono attentamente. “Era Marzo, faceva
abbastanza freddo, e
stava anche piovendo. Ma poi ho visto una ragazza che stava camminando
sotto la
pioggia. Pensai, Perché diavolo lo
sta
facendo? E l’ho seguita. L’ho seguita a
lungo. Qualche volte rideva o
faceva delle cose veramente strane, come una
piroetta. Mi sembrava che si stesse divertendo a fare quelle
cose molto di
più di qualsiasi altra persona che io avessi visto
divertirsi facendo qualsiasi
altra cosa. Pensavo che fosse davvero bizzarra. Io ero lontano, dietro
di lei,
e non potevo vedere chi fosse quella ragazza. Ma ad un certo punto, lei
è
tornata indietro, e io ho potuto notare che quella ragazza era la
più piccola
delle sorelle Black, l’ultima persona che avrei mai
immaginato di vedere.”
Io arrossii di nuovo, e lui
agitò la testa, divertito, e riprese a parlare,
“Così la notte successiva sono
tornato, aspettandoti di nuovo, anche se non avevo idea del
perché volessi
rivederti ancora. Tu sembravi solo una ragazza fuori di
testa.”
In quel momento mi
sembrò
che lui stesse raccontando quella storia a se stesso –
stupendosi di se stesso-
ma restai ad ascoltare comunque. “Ma tu non c’eri.
Sono tornato per qualche
altra notte, ma tu non sei mai venuta. Così ho pensato che
quella fosse stata
solo una cosa di una volta, e ho smesso di aspettarti. Diavolo, non ho
mai
saputo perché ti stessi aspettando proprio in quel
posto…Ma qualche volta sono
voluto tornare, per vedere e accertarmi che tutto ciò era
successo davvero
durante il mio pattugliamento, e una notte, circa un mese dopo, io ti
ho
rivista. Notai che stava piovendo di nuovo quella notte. Non ti ho
seguita
ancora, perché mi sono detto che non avrei dovuto
preoccuparmi per la più
piccola delle Black, specialmente per una così strana da
ricavare un perverso
divertimento nel camminare sotto la pioggia. Non so cosa mi hai fatto,
Narcissa, ma la volta successiva che è piovuto di nuovo, io
sono venuto qui e
ho scalato questo albero, per aspettarti.”
“L’hai fatto
davvero?”
“Sì,
l’ho fatto davvero.
Come un cane.” Si sentì umiliato al pensiero.
“Non ho mai saputo perché, ma
l’ho fatto ancora e ancora. Tu non hai idea di che cosa
significhi poterti
vedere in una circostanza come questa. Quando tu mi sei attorno durante
– bhe,
tutte le volte che non siano ora – tu sei così
fredda e dignitosa. Non sto
dicendo che sia un male, ma immagina cosa significhi poterti vedere di
nuovo
quando tu pensi che non ci sia nessuno a guardarti. Tu sei
così…diversa.”
“E’ una
bella differenza o è
una differenza che mi porterà in un reparto psichiatrico al
San Mungo?”
Sembrò quasi che
volesse
ridere, ma si limitò a rispondere “E’ un
bel tipo di differenza…Perché non ti
mostri sempre così tutto il tempo?”
“Perché tu non ti mostri così tutto
il tempo?”
“Perché io
non sono così
tutto il tempo,” rispose, guardandomi un pochino confuso e
leggermente
arrabbiato. Io non pensavo che lo fosse veramente, comunque.
“Io
non sono così tutto il
tempo.”
“Ma potresti
esserlo.”
“Come potresti esserlo
tu.”
Lui fece una smorfia. Se
fossi stata cieca, l’avrei di certo persa perché
era passata davvero
velocemente.
“Io non me la sento di
comportarmi così di fronte alle altre persone. Io sono
diverso qui.” Disse.
“Perché?”
“Perchè ti
ho vista
camminare sotto la pioggia.” Rispose, con un sopracciglio
alzato. Pensavo che
avesse voluto dire qualcos’altro, ma non lo fece.
“Perché ho
capito?” chiesi.
Lui roteò gli occhi.
“Non
sono uno stupido.” Rispose gelido. Ma sapevo che era
esattamente quella la
ragione.
“Perché mi
stai sorridendo?”
mi domandò
Ma più la sua rabbia
aumentava, più il mio sorriso si allargava. Non avrei mai
creduto che Lucius
Malfoy avrebbe potuto essere così. Ora sapevo che lui non
era veramente freddo
o cattivo, ma che
indossava una maschera
a sua volta. Insieme, potevamo toglierle e questo era
così…speciale.
“Perchè,”
risposi. Stavamo seduti sull’erba
sotto la pioggia e stavamo avendo una conversazione seria. Sapevo di
avere una
cotta per Lucius Malfoy da anni, ma ora sapevo di avere una frattura
sulla
maschera. Ora, pensavo, sarei caduta per l’uomo sotto la
maschera– ora
conoscevo il vero Lucius Malfoy, e lui non era più solo una
cotta.
Con questa consapevolezza che
mi rafforzava, mi poggiai in avanti senza paura e premetti le mie
labbra sulle
sue.
Per un momento lui non fece
nulla e io pensai di aver commesso un errore. Ma poi rispose al mio
bacio, e mi
sembrò di fondermi con lui. Essere con Lucius sembrava
così giusto e così
stupendo.
Dopo un minuto lui si
tirò
indietro, le sue labbra si tesero come se volessero sorridere. Io
sogghignai,
realizzando quanto bene lo avessi capito. Era meglio, in ogni modo, che
lui non
dovesse sempre dirmi cosa stesse pensando o provando, perché
lui non era
questo, neanche dietro la maschera. Ma ciò non mi
preoccupava – non veramente.
Lui si alzò in piedi
e
disse, “Non hai finito la tua passeggiata.”
“No,”
risposi. “Ma questo
era meglio di una passeggiata.”
“Bhe, potresti sempre
andare
ora.” Mi suggerì, e un’espressione
attraversò il suo viso per un momento, prima
di tornare di nuovo apatica.
“Tu devi venire
insieme a
me, però!” annunciai, sapendo che lui voleva
venire a sua volta. Così lo presi
per mano e lo trascinai con me.
Camminammo silenziosamente
per un po’ di tempo, finchè non mi chiese
“Ti chiamano tutti Narcissa?”
“La mia famiglia mi
chiama
Cissy.” Ma io storsi il naso al pensiero che lui potesse
chiamarmi così, e lo
notò.
“Che ne pensi di
Cissa?”
Sorrisi di nuovo e la mia
mano si mosse a stringere il suo braccio. Lui cercò di
sembrare disgustato da
quella manifestazione d’affetto, ma fallì. Il suo
mezzo sorriso apparve di
nuovo.
“Allora, io come
potrei
chiamarti? Lucy?”
Mi fissò incredulo, e
io
cercai di non ridere. In un istante era la sua risata ad uscire fuori;
mi
chiesi se quella sarebbe stata l’unica volta che
l’avrei sentita così indifesa.
“Se lo fai, ti
ammazzo,” mi
rispose, obbligando il suo viso a tornare serio.
“Bhe, immagino che
debba optare
per Lucius.” Dissi, cercando di sembrare disgustata.
“Immagino di
sì.” Rispose, e
poi mi mise il suo braccio intorno alle spalle.
--
Lucius non avrebbe
più tolto
la sua maschera così completamente come fece quella notte.
Per tutto il tempo,
lui rimase lo stesso, anche quando, andando avanti, la sua maschera
divenne
quella dei MangiaMorte. L’ ho sempre sostenuto in tutto,
perché lo amavo
davvero. Lui non ha mai dovuto dirmi che cosa stesse pensando o
provando,
perché io lo sapevo sempre, in qualche modo. Era una strana
abilità, la mia, ma
faceva in modo che rimanessi sempre innamorata di mio marito, al di
sopra di
ogni cosa, non importava come. Io potevo vedere sempre oltre la sua
maschera,
come lui poteva vedere attraverso la mia.
Tutti indossano una
maschera, ma qualche volta le maschere devono essere tolte. Io ho
sposato
l’unica persona che mi ha fatto voler togliere quella
maschera che mi
nascondeva, per essere me stessa.
Note della Traduttrice
(Ada Wong):
Spero che
questa storia vi sia
piaciuta, almeno la metà di quanto è piaciuta me!
Era la mia prima traduzione e spero sia stata di vostro gradimento!
Se volete lasciare qualche recensione, sarò felice di
tradurle e mandarle
all'autrice^^
Grazie a tutti per l'attenzione!