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Autore: God_Eden_Imperial    29/09/2019    1 recensioni
Nosaka Yuuma x Mikado Anna
Noi esseri umani supponiamo l'esistenza di altre realtà otre la nostra, i cosiddetti: Mondi Paralleli.
E se esistessero davvero?
Nella storia Anna viaggerà in questi diversi mondi dove incontrerà Nosaka, il quale avrà ricordi e comportamenti differenti verso la ragazza a seconda delle realtà in cui si trova.
Storia pubblicata anche su wattpad
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mikado Anna, Nosaka Yuuma
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era stellato quella sera. 
Mille puntini luminosi risplendevano nello scuro cielo notturno, incorniciando la mezza luna che regalava alla città la sua meravigliosa, e fredda, luce bianca. 
Erano le sette di sera passate, ma per le strade di Tokyo, le macchine, i passanti, le luci dei negozi, dei ristoranti e dei bar, sembravano ancora molto lontani dal cessare e accogliere il riposo che solo la notte profonda riesce a donare. 
Di solito a quell'ora lei era intenta a preparare la cena per se e i suoi genitori appena rientrati a casa dal lavoro. Ma quella sera era diversa, lei non era a casa, non avrebbe preparato la cena, non si sarebbe poi messa a ripassare per la verifica di storia che avrebbe avuto il giorno dopo e non sarebbe rimasta sveglia più del necessario a parlare con la sua migliore amica che la intratteneva al telefono in lunghe conversazioni. 
C'era però da puntualizzare che non sarebbe neanche andata a dormire presto, quello era poco ma sicuro. Non si sarebbe allontanata da quella stanza d'ospedale per nulla al mondo. Nessuno...nessuno sarebbe riuscito a smuoverla dalla sedia su cui era seduta da ormai cosi tanto tempo che persino lei ormai aveva perso il conto dei minuti o, addirittura, delle ore che erano probabilmente passate. 
No! Il suo posto in quel momento era lì, accanto a quel letto dove giaceva il corpo del ragazzo che amava, di cui era innamorata dalla prima volta che lo aveva visto. Vederlo in quelle condizioni la feriva più di ogni altra cosa al mondo, una pugnalata in pieno stomaco avrebbe sicuramente fatto meno male, in confronto al dolore che stava provando. 
Gli strinse piano la mano lasciata immobile sul materasso, sopra le lenzuola bianche e leggere. Guardava il volto di lui privo d'espressione, segno che si era addormentato, dato che anche il respiro era diventato regolare, calmo e profondo.
Sorrise lievemente, mentre si sporgeva verso il ragazzo per potergli accarezzare il viso pallido. A contatto con le sue dita fredde, la pelle calda di lui sembrò rabbrividire per un'istante. Il suo corpo era sempre caldo, quasi bollente. La ragazza ne poté avere la conferma quando una volta l'aveva abbracciata e le sembrò di stare tra le braccia di un termosifone. Un ricordo che mai dimenticherà anzi, il suo cuore prese a battere più forte a quel dolce e lontano ricordo. L'aveva abbracciata sussurrandole un "grazie" appena percettibile. Se le chiedessero ora il perché di quella risposta, non avrebbe saputo dare spiegazioni, dato che il calore dei loro corpi attaccati era l'unica cosa che le importava. 
Forse, se la sua memoria non la ingannava, era successo durante l'ultimo compleanno del ragazzo; festeggiava il diciottesimo e per un evento tanto importante, era necessario che anche il regalo lo fosse. Rimase a pensare a cosa potergli donare per giorni e giorni, chiedendo consigli ai suoi amici, ai suoi genitori, consultando internet e vari libri, ma rimaneva sempre insoddisfatta. 
"Potresti regalargli una coperta morbida morbida"
Le aveva detto sua madre sorridendole
"Cosi quando andrà a dormire, inevitabilmente penserà a te, romantico no?"
Molto si, e sarebbe stata anche un'ottima idea, ma per lei non era abbastanza, voleva dare al ragazzo qualcosa di più.
"Potresti regalargli un viaggio per due in qualche bella isola, cosi potrete restare soli soletti"
Era stato il consiglio della sua migliore amica con un sorriso talmente malizioso, che addirittura lo Stregatto si sarebbe sentito a disagio.
Anche quella era stata una buona idea; viaggiare, restare sola con lui per alcuni giorni...ma ancora non bastava, ancora non le andava bene, sentiva che mancava qualcosa, ma non sapeva spiegare cosa esattamente.
"Chi meglio di un ragazzo può conoscere i gusti di un altro ragazzo? Fidati, con quel regalo farai un figurone"
I cuccioli sono sempre ben accetti, infondo ti tengono compagnia, sono coccoloni e adorabili.
Ma conosceva ormai molto bene le abitudini di lui, passava più tempo fuori casa, non era tipo da tenere cani, gatti o altri animali domestici. Quindi anche quell'idea venne scartata.
Quanto poteva essere difficile pensare ad un buon regalo? Alla fine decise, gli avrebbe fatto l'unico dono che solo lei poteva fargli. Ma in quel momento non era importante. 
Quei pensieri si dissolsero subito appena notò che il ragazzo si stava svegliando. Scattò in piedi guardando i suoi occhi aprirsi lentamente e non poté trattenere un sorriso.
"Tu...che ci fai qui?"
Le chiese lui senza muoversi, sorpreso di vederla lì. Gli ospedali di solito promettono le visite solo in determinate ore, quindi si meravigliò quando i suoi occhi incrociarono i suoi lucidi, segno che stava trattenendo le lacrime
"Ciao, come ti senti?"
Chiese lei dolcemente senza accorgersi che aveva ancora la mano stretta nella sua. Neanche il ragazzo sembrò curarsene e i due arti rimasero lì, a passarsi calore a vicenda.
"Mi gira un po' la testa...ma non sento più dolore"
Rispose tenendo lo sguardo fisso su di lei che sospirò sollevata sussurrando un "meno male".
Si era sempre preoccupata per lui, anche quando non era necessario che lo facesse. Ma lei era lì, con lui e per lui, sempre e comunque. Glielo aveva detto chiaramente: poteva contare su di lei, per qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, non importava ne il dove, ne il quando, e l'aveva fatto con un tono di voce tanto gentile...
"Gli altri dove sono?"
Chiese il ragazzo e lei, accarezzandogli una ciocca di capelli che gli ricadevano sulla fronte, rispose
"Sono tornati a casa, erano tutti molto preoccupati"
Io soprattutto, pensò senza dirlo. Lui accennò un mezzo sorriso, chiudendo gli occhi
"Davvero? Mi spiace, non era mia intenzione farli preoccupare"
Lei non rispose, continuò a sorridergli come non aveva mai smesso di fare da quando aveva riaperto gli occhi.
Rimasero alcuni secondi in silenzio, nonostante fossero tante le cose che volevano dirsi, talmente tante che non sapevano neanche da quale iniziare, principale spiegazione del loro silenzio che venne spezzato da un lieve singhiozzo da parte della ragazza che non era più riuscita a trattenere le lacrime che le stavano rigando il viso arrossato
"Mi sono...mi sono spaventata cosi tanto...quando ti ho visto perdere i sensi..."
Aveva balbettato mentre tentava, invano, di asciugarsi le lacrime con la manica della felpa.
Il ragazzo rimase sorpreso da quella rivelazione. Non ricordava nulla di quello che era successo la mattina. Aveva solo un leggero flashback: si stava allenando con la squadra, poi era successo qualcosa...forse un calo di pressione, o un colpo di sole, o semplicemente sonno represso trasformato in stanchezza. Perse i sensi e cadde nel bel mezzo del campo, ciò che accadde dopo per lui rimase un mistero. Non sapeva dello spavento che avevano preso i suoi compagni, l'allenatore che chiamava in fretta l'ambulanza e, soprattutto, della ragazza che lo aveva tenuto stretto a se per tutto il tempo, finché i medici non lo dovettero posare sulla barella.
Era stata una giornata piena di emozioni. Tentò di mettersi a sedere, ma si accorse che le forze per farlo gli mancavano, ma non poteva certo lasciarla piangere in quel modo e guardarla senza fare o dire niente.
Si limitò ad allungare la mano libera verso il viso rigato dalla lacrime salate di lei, e si, ora si era accorto delle loro mani strette l'una all'altra.
Le accarezzò dolcemente la guancia sorridendole
"Non piangere...sto bene adesso..."
Ma la verità era un'altra: non stava affatto bene e questo lo sapevano entrambi.
   
 
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