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Autore: Ghostclimber    02/10/2019    3 recensioni
Sendoh sta cercando disperatamente di uscire con una ragazza, ma lei sembra essere l'unica creatura al mondo a potergli resistere.
Per fortuna Fukuda è un ottimo ricattatore...
Per Ste_exLagu, lizardiana e sheira24, che hanno dichiarato di voler sapere come è riuscito il Porcospino a conquistare una certa cugina di Rukawa...
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Sendoh, Kiccho Fukuda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!

A grande richiesta (Mitsui dalla regia: “seee...” -sì, Mitsui, mi danno retta in quattro gatti quindi tre persone sono tipo una folla! Non sono mica il miglior giocatore dell'anno di millanta anni fa!) ho contattato il bel Sendoh e gli ho estorto una confessione: come hai fatto alla fine ad accaparrarti la ragazza più bassa e rognosa della scuola? (Kumiko: “sarai stronza, eh”)

Grazie a chi ha chiesto questa storia, tra un commento e l'altro, è una cosa bella per me perché significa che un personaggio che ho inventato per il semplice fatto che il nostro amato manganime scarseggia di vaginadotate che sappiano trovarsi il culo senza sbavare su Ruk... ehm, volevo dire, senza l'ausilio di una mappa e una torcia vi ha convinti così tanto da spingervi a chiedermi di più. Il mio ego di cristallo ringrazia, e anche il mio cervello (visto che a quanto pare devo convivere con me stessa... dommage!).

Come sempre, se apprezzate battete un colpo!

XOXO




 

"This time I'll try to get this right,
just give me one more chance tonight, woah oh...
I'm trying hard to please you,
would you believe me if I'd tell you?
Baby won't you try?
Just one more chance tonight...
Mr. Make Believe, Mr. Make Believe,
let me live inside you, please..."
[KISS, Mr. Make Believe]


(Stavolta cercherò di farlo nel modo giusto,
dammi solo un'altra possibilità stanotte,
Sto provando a piacerti con tutte le mie forze,
ci crederesti se te lo dicessi?
Tesoro, non proveresti?
Solo un'altra possibilità stanotte...
Mr. Ci Crederai, Mr. Ci Crederai,
fammi vivere dentro di te, ti prego)

 

 

 

 

 

 

 

Sendoh sbatté la giacca della divisa nell'armadietto, irritato.

-Ehi, Sendoh, che ti prende?- chiese Koshino sottovoce.

-Kumiko Ishida continua a rifiutarsi di uscire con me.- rispose Sendoh in tono lugubre. Aveva persino mandato in avanscoperta Fukuda, raccomandandogli di essere più spaccapalle possibile, ma nemmeno lui aveva avuto successo.

-Ho parlato un po' con Harumi, sai... la sua compagna di squadra.- Sendoh fissò Koshino con aria sperduta e ricevette un'alzata di occhi da Guinness dei primati.

-Harumi Shimokawa... bassina, bionda, gioca in difesa...

-Ah!- Sendoh aveva finalmente focalizzato la ragazza in questione.

-Beh, è molto, molto timida, ma sono sicuro che se insisto un po'...

-SENDOH! AMAMI!- urlò una voce dalla palestra.

-FUKUDA!- sbraitò il coach, tentando di riportare all'ordine il più ribelle membro della squadra, da poco rientrato dopo una lunga sospensione.

La porta dello spogliatoio sbatté contro il muro, annunciando il delicato ingresso di Fukuda. Sendoh, perplesso, lo fissò; Koshino indietreggiò di un passo, prudente.

-Una certa Kumiko Ishida mi ha chiesto se sono interessato ad uscire con la sua amica Sakura, quella tipa gnocca che fa i tiri da tre, e io l'ho ricattata perché sono un buon amico.- Sendoh lo guardò senza capire. -Le ho detto che uscirò con Sakura ad una sola condizione, cioè che facciamo un'uscita a quattro con anche lei e te.- Sendoh sbatté le palpebre, incredulo, e Fukuda annunciò a voce altissima: -Ti ho procurato un appuntamento con la nana!

-Oh, Kami, GRAZIE!- ringhiò Uozumi. Sendoh si guardò intorno, spaesato, troppo sconvolto dalla scena a cui stava assistendo per rallegrarsi appropriatamente: tutti i compagni di squadra si stavano complimentando con Fukuda, tranne Hikoichi che chiedeva informazioni, e non smisero nemmeno quando il coach Taoka fece il suo ingresso. Gli riferirono la notizia, e per lo stupore collettivo Taoka scoppiò in lacrime e abbracciò Fukuda come se fosse un amico che non vedeva da tempo.

-Cosa cavolo...- cominciò Sendoh, ma Uozumi lo interruppe.

-Così la pianti di rompere!- Sendoh avvampò. Credeva di aver mantenuto la faccenda tra pochi intimi, e invece ora scopriva che tutti confabulavano alle sue spalle. Quando tutti cominciarono a inneggiare con una parola senza senso, “SenShida” cominciò ad indietreggiare, preoccupato.

-È il vostro ship name, ti piace? L'ho inventato io!- trillò Hikoichi, fiero.

-TUTTI AD ALLENARSI!- tuonò il coach tutto d'un tratto, e mai Sendoh era stato così felice di sottoporsi alle sue massacranti torture.

 

Quel sabato sera, Sendoh si vestì e si acconciò i capelli con particolare cura.

Aveva trascinato un contrariatissimo Koshino a fare shopping, e alle otto meno venti era quasi pronto per uscire, in anticipo di più di mezz'ora, quando arrivarono le paturnie.

Preservativo nel portafoglio o non preservativo nel portafoglio, questo è il problema.

Se sia più nobile per una mente soffrire sotto ai colpi e alle frecce di una lussuria irrefrenabile (cioè trattenersi e prenderla alla larga) o armarsi contro ad un mare di sperma (cioè portarsi il preservativo e sperare di spupazzarsela dopo cena).

Un po' soddisfatto e un po' imbarazzato dalla propria parafrasi del monologo di Amleto, si soffermò a valutare le varie ipotesi.

Avrebbe potuto portarsi il preservativo, nasconderlo bene e vedere un po' come andava.

Sì, ma se gli fosse scivolato mentre apriva il portafoglio per pagare il conto?

Avrebbe potuto lasciarlo a casa e convincerla a fermarsi da lui un'oretta, così non avrebbe fatto la figura del morto di figa.

Sì, ma se la passione li avesse travolti così violentemente da non concedere loro di andare più lontano dei bagni del ristorante?

Si sedette sul bracciolo del divano, con cautela per non sgualcire i pantaloni, e si grattò pensoso il mento, emettendo un vago “mmmh...” meditabondo.

Era così concentrato che il cellulare gli squillò per un bel po' prima che le note di Bon Jovi penetrassero il suo stato di coscienza. Inseguì il suono fino in bagno e si stupì nello scoprire che Fukuda lo stava chiamando: -Pronto?

-Ciao, amore, dove sei?- chiese Fukuda, col solito tono da presa in giro.

-A casa, perché?- silenzio.

-Sei scemo? Cosa dovevi fare stasera?

-Uscire con... oh, porca merda, che ore sono?!

-Nove meno dieci, testa di cazzo!

-Cazzo!- Sendoh riagganciò bruscamente e si fiondò fuori casa, senza nemmeno ricordarsi se alla fine aveva preso oppure no quel dannato preservativo.

 

Con soli trentacinque minuti di ritardo, Sendoh suonò il campanello di casa Ishida. Gli aprì la porta una donna di mezza età con i capelli corti, che si presentò come Mai Ishida, e alle sue spalle apparve finalmente lei.

Kumiko Ishida, playmaker della squadra femminile del Ryonan, non era mai stata così bella.

-Sei in ritardo.- lo rimproverò, offesa. Senza pensare, Sendoh rispose: -Uno stregone non è mai in ritardo, né in anticipo. Arriva esattamente quando vuole arrivare.- e si sentì gelare il sangue per la propria immane stupidità. Tuttavia, dopo un attimo di stupore, Kumiko scoppiò a ridere.

-Ecco, siamo a posto.- commentò sua madre, e dopo uno sguardo minaccioso a Sendoh e una serie di raccomandazioni a Kumiko li lasciò andare.

-Sappi che ti perdono solo perché hai citato Il Signore degli Anelli.- disse Kumiko, per spezzare il silenzio. Sendoh la guardò, scoprendo che quei pantaloni eleganti e la camicetta a fiorellini le si addicevano quanto la divisa della squadra e decisamente più di quella scolastica.

-Lo so, scusami. Ti giuro che ero pronto in anticipo, ma poi mi sono messo a farmi le pippe mentali. Sono un vero disastro.

-Fukuda me l'aveva detto che saresti stato in ritardo.- Kumiko fece spallucce, con un'espressione a metà fra la rassegnazione e la tristezza. La frangia le nascose gli occhi per qualche istante, e Sendoh ebbe la forte tentazione di baciarla per offrirle un po' di consolazione e le proprie scuse.

-Mi dispiace.- ripeté.

-Non fa niente, davvero.- disse lei. Un fischio acuto arrivò dal parco che stavano costeggiando, ed entrambi si voltarono. Un tizio che pareva già bello ubriaco biascicò: -Ehi, bella gnocca, molla il puntaspilli e vieni a scopare con me!- Sendoh si parò tra lui e Kumiko, ma lei lo scostò e gli mollò la borsetta, che si rivelò essere straordinariamente pesante.

In poche, rapide falcate fu di fronte all'ubriaco, e con una sola testata lo atterrò. Sendoh la guardò tornare, più elegante e slanciata grazie ai tacchi, e le porse la borsetta: -Magnifico...- disse.

-Sempre questo tono stupito...- rispose lei, sfilando dalla borsetta una piccola trousse. Si ripassò il fard sulla fronte e lo guardò. -Harry Potter!- esclamò Sendoh, sentendo che quella ragazza, alta come uno gnomo da giardino e aggressiva come un chiwawa, era davvero la sua anima gemella.

-Sì, decisamente.- confermò lei, riprendendosi la borsetta, e fece un timido sorriso.

-Senti un po'...- disse Sendoh dopo qualche minuto di silenzio, -Come ci sei riuscita? Cioè, io ho provato una volta a dare una testata a uno ma mi ha fatto un male cane.

-Non devi mirare alla fronte, ma al naso. Lo chiamano “Bacio di Liverpool”, e una volta Lemmy dei Mötorhead ha visto John Lennon in persona darlo a un tizio.

-Stai scherzando? Farsi picchiare da John Lennon è come farsi picchiare da Gandhi!

-Te lo giuro, è nella sua biografia. Se vuoi te la presto.

-Certo!- Sendoh sorrise e aumentò il passo, felice di andare così facilmente d'accordo con lei. Dopo poco la sentì dire: -Ehi, vai piano! Ho le gambe corte!

-Oh, scusami!- Kumiko lo guardò con aria di sfida e disse: -Chi arriva ultimo paga da bere!- poco prima di scattare ad una velocità impressionante, soprattutto considerato che portava delle scarpe col tacco. Sendoh rimase indietro di proposito, al solo scopo di guardarle il sedere, visto che tanto aveva già messo in conto di offrirle non solo da bere, ma anche la cena.

-Stai scherzando?- chiese Kumiko dopo un paio di minuti, di fronte al ristorante.

-Mi hai distratto, ti stavo guardando il culo.- ammise Sendoh candidamente. Kumiko lo fissò, poi scosse il capo sconsolata e replicò: -Lo dici con così tanta naturalezza che nemmeno me la prendo.

-Phew, m'è andata bene!- rise Sendoh, poi le aprì la porta del ristorante. Sakura, la ragazza con cui usciva Fukuda nonché migliore amica di Kumiko, si alzò dalla sedia e agitò una mano per attirare la loro attenzione. Sendoh scattò in avanti e scostò una delle due sedie libere del loro tavolo per Kumiko, che gli rivolse uno sguardo lusingato e si sedette.

-Lei l'ha capito...- disse Fukuda, e Sendoh chiese spiegazioni con un'occhiata mentre si sedeva a sua volta. Fukuda bevve un sorso dal proprio bicchiere e disse: -Ho fatto la stessa cosa con Sakura e lei si è messa sull'altra sedia.

-Non avevo capito!- protestò Sakura giocosamente, -Nessuno l'ha mai fatto prima per me!- guardò Kumiko in cerca di aiuto, e lei dopo un attimo di esitazione disse: -Va bene, lo ammetto, ho tenuto le chiappe strette finché non sono stata sicura che lo stava facendo per davvero.- Fukuda rimase un attimo in silenzio poi scoppiò a ridere. Sendoh si appoggiò allo schienale della sedia, dubbioso. Non capiva il motivo di tutta quella diffidenza, ma aveva la ferma intenzione di passare oltre a quella barriera emotiva. Voleva tutto di Kumiko, anche il brufoletto che c'era sulla sua mandibola, le unghie corte e senza smalto da sportiva e quel piccolo cuscinetto di ciccetta che le circondava i fianchi, sbucando appena tra la cintura dei pantaloni e il bordo della camicetta.

Un cameriere in divisa nera portò i menu, e Sendoh scoprì con piacere di essere in una hamburgeria.

-Cavallo!- esclamò, all'unisono con Kumiko. Si fissarono e si scambiarono uno sguardo d'intesa; in quel momento, Sendoh avvertì una certa confusione: si sentiva come se lei potesse essere un'amica, oltre che un'amante.

Quando lei ordinò l'hamburger al sangue, con salsa piccante e pomodori, con contorno di patatine, capì di essere fottuto. Ordinò il proprio hamburger, quasi uguale a parte il formaggio extra e le patate al forno, poi disse: -Io te lo dico. Apprezzo una ragazza che mangia un hamburger al sangue.- Kumiko si ritrasse, poi assunse un'espressione di dolore. Abbassò una mano a massaggiarsi uno stinco, e dall'altra parte del tavolo Sakura la fissò, incurante del suo sguardo da killer.

Le due ragazze si scambiarono una serie di espressioni facciali che lasciarono Sendoh e Fukuda molto perplessi, poi Kumiko esclamò: -Ma piantala!

-No, tu piantala!- ribatté Sakura, poi sollevò una volta le sopracciglia, arricciò le labbra e puntò con decisione l'indice sul tavolo. Kumiko sospirò, roteò gli occhi e si rivolse a Sendoh: -Grazie, è gentile da parte tua.

-Cos'era?- chiese Fukuda.

-Le ho fatto il culo perché deve piantarla di pensare che tutti la vogliono fregare.- Sendoh si chinò verso Kumiko e tentò il tutto per tutto. Puntò tutto ciò che aveva sulla nerdaggine compulsiva e citò un meme del Signore degli Anelli, in cui Aragorn e Legolas parlano in elfico del grande rischio che sta correndo il popolo di Rohan; ad un certo punto, e ciò accadeva nel film, Aragorn esclama in lingua corrente che sarebbe morto come uno di loro. Nel meme, Legolas ribatteva: -Aragorn, c'era un motivo per cui stavamo parlando in elfico.- Kumiko scoppiò a ridere, e Sendoh si innamorò ancora un po' della sua risata, così cristallina, così rara.

-E va bene,- disse Kumiko, -Mi hai convinta.

-Kami, grazie.- disse Sakura, e Kumiko si allungò sotto il tavolo per restituirle il calcio sullo stinco di poco prima. Gli hamburger arrivarono, e Sendoh si ritrovò a guardare di sottecchi Kumiko di tanto in tanto. La ragazza mangiava con entusiasmo, e Sendoh ebbe un fremito di eccitazione sessuale quando la vide leccarsi il rosso succo della carne al sangue dal mignolo.

Sendoh spostò un attimo gli occhi su Fukuda, e con somma sorpresa vide negli occhi dell'amico uno sguardo dolce e innamorato: guardava Sakura come se lei fosse la depositaria di tutte le risposte sulla vita, l'universo e tutto il resto, e quando distolse gli occhi da lei, accorgendosi dell'occhiata di Sendoh, lo vide fare un tremulo sorriso, a cui rispose spontaneamente.

Masticò lentamente l'hamburger, che era davvero ottimo, e rifletté che la sua vita aveva avuto uno sconvolgimento non indifferente, da quando Kumiko era apparsa all'orizzonte. Innanzitutto, aveva provato il brivido di essere respinto: prima di allora, gli bastava schioccare le dita per far cadere le ragazze ai suoi piedi, mentre con Kumiko si era dovuto guadagnare ogni centimetro. Lei l'aveva fatto sentire umano e fallibile, aveva ridimensionato il suo ego con la testardaggine, e gli aveva instillato una scintilla di desiderio che lui non aveva mai provato prima fuori dal campo da basket: era la voglia di ottenere qualcosa e di avere un solo modo per farlo, cioè combattere millimetro per millimetro, senza mai mollare.

Inoltre, dalla prima partita della squadra femminile, Sendoh aveva cominciato ad aprirsi un po' nei confronti degli altri, pur restando fondamentalmente un ragazzo molto riservato aveva stretto un paio di amicizie, con Koshino e poi con Fukuda; il processo di apertura nei confronti degli altri non gli era sempre facile, continuava a temere il giudizio altrui e spesso doveva convincersi a forza che nessuno aveva intenzione di farlo fesso, ma poco a poco ci stava riuscendo.

Finiti gli hamburger, Kumiko e Sakura si dedicarono ad un'ispirata recensione del cibo che portò ad un excursus filosofico sul concetto di sublime kantiano di cui Sendoh non capì un accidente. Vide Fukuda annuire con aria perplessa e trattenne una risata.

-Cuckoo, mi accompagni in bagno?- chiese Sakura. Kumiko annuì, e Fukuda chiese: -Ma perché voi donne andate sempre in bagno in due?

-Hermione è andata da sola ed è stata attaccata da un troll.- rispose Sakura.

-Ginny è stata portata nella Camera dei Segreti.- aggiunse Kumiko.

-E Katie Bell è quasi morta.- concluse Sendoh. Kumiko, già in piedi, lo guardò in modo strano e commentò: -Sai, ogni tanto anch'io shippo SenShida.- poi si allontanò, lasciando Sendoh a gongolare e Fukuda in silenzio con aria perplessa.

-Ti piace davvero, Sakura, non è vero?- chiese Sendoh, e si stupì di vedere sul volto di Fukuda un'espressione imbarazzata.

-Sì, ma... insomma, io non sono niente di che. Non so perché abbia voluto uscire con me. Ho fatto il coglione per tutta la sera perché non sapevo che cazzo fare.

-Già...- disse Sendoh, e Fukuda lo fissò con aria dispiaciuta: -Ho fatto la figura del coglione completo, non è vero?

-Ma no, lei si stava divertendo. Kumiko, invece...

-Sakura mi ha detto che l'anno scorso è stata invitata fuori dal campione di lacrosse della sua scuola, poi però lui non si è presentato e ha mandato un gruppo di amici a prenderla in giro.- Sendoh rabbrividì, e di colpo gli sembrò di avere la faccia molto calda. Era imbarazzato per lei, e infuriato che qualcuno avesse osato trattarla così.

-Ehi, Sendoh, che ne dici se paghiamo il conto a sorpresa e poi le portiamo a prendere un gelato?- propose Fukuda di colpo.

-Ottima idea!- rispose l'altro, e insieme si alzarono per raggiungere la cassa.

-Ehi, cosa diavolo state facendo?- chiese la voce di Kumiko.

-Fukuda, io volevo il dolce!- esclamò Sakura.

-Vi portiamo a prendere il gelato!- ribatté Fukuda, facendo scudo a Sendoh con il proprio corpo mentre quest'ultimo pagava la sua parte di conto.

-Non ci provare!- tentò Kumiko, ma Sendoh si voltò e disse: -Troppo tardi, spiacente.- qualcosa cadde dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni, ma lui non vi fece caso. Fukuda si chinò dicendo: -Ehi, Sendoh, ti è caduto...- la frase gli morì in gola. Sendoh scoprì a sue spese di essersi infine messo il famoso preservativo in tasca e, terrorizzato, fissò Kumiko.

-Ottimista.- commentò lei, sollevando un sopracciglio.

-Ehm...- Sendoh ebbe un lampo di genio e le porse il preservativo: -Facciamo così! Lo tieni tu, fin quando non vorrai... insomma, se vorrai... quando...- Kumiko rimirò con calma la bustina quadrata, poi glielo restituì, prese sottobraccio Sakura e insieme uscirono dal locale. A Sendoh sembrò che l'universo collassasse su se stesso, mentre Fukuda lo trascinava dietro alle ragazze.

-Dai, diglielo, non fare la sadica!- disse Sakura, ridacchiando.

-E va bene, giusto perché me lo chiedi tu!- Kumiko si voltò, lanciò un'occhiata maliziosa a Sendoh e disse: -Scade tra due settimane. Non te la darò prima di allora, garantito.

-Cos'è che scade?- chiese Sendoh.

-Sendoh, capisco che per te non è mai stato un problema prima d'ora, ma i preservativi hanno una data di scadenza.- disse Fukuda, -Per fortuna li hai sempre riciclati rapidamente.

-Oho, abbiamo un tombor de fam!- esclamò Sakura.

-Saki-chan... lascia il francese dove sta, per favore.- commentò Kumiko.

-Ehi, almeno ci ho provato!

-E io una volta ho provato a lanciarmi con lo skateboard dal discesone che c'è vicino alla spiaggia, ci ho rimediato venticinque punti di sutura e un trauma cranico!

-È per questo che sei così cogliona?

-Esattement.- Kumiko scimmiottò alla perfezione un affettato accento francese, e Sakura roteò gli occhi. Sciolse il braccio dalla sua presa e disse: -Va beh, senti, hai scoperto che il ragazzo con cui esci si è portato un preservativo alla prima serata, ma hai visto di peggio, puoi sopravvivere anche senza di me, credo.

-Eh?- chiese Kumiko, e indietreggiando un po' si ritrovò con la schiena contro il petto di Sendoh. La penombra della sera non fu sufficiente per nascondere un lieve rossore che le tingeva le gote.

-Io sono uscita con Kiccho, non con te!- dichiarò Sakura, e con decisione prese a braccetto Fukuda.

-Oh, cielo, mi tradisci!- esclamò Kumiko.

-Tranquilla,- rispose Fukuda, -Tanto poi stasera io torno a scopare con Sendoh e te la restituisco.

-Vedi di sbrigarti!- gli intimò Kumiko, e prese a braccetto Sendoh, che ormai non reagiva più, perso ad altalenare tra il divertimento e lo shock.

-Lo so che cerchi di farmi ingelosire, ma tanto lo so che lui ama me.- disse Fukuda in tutta calma, poi si voltò e si incamminò con calma verso la gelateria. Kumiko ridacchiò, e Sendoh osò appoggiare la mano su quella di lei, ancora agganciata al suo avambraccio. Notò con un certo senso di trionfo che lei non stava compiendo il minimo sforzo per sciogliere il contatto.

Camminarono in silenzio per un po', ad ascoltare distrattamente gli scherzi sboccati di Fukuda e le risate imbarazzate di Sakura, poi Sendoh disse a bruciapelo: -Comunque sono vergine.

-Ero convinta che fossi acquario.

-Non di segno zodiacale! Insomma, ecco, non ho mai...- Sendoh si schiarì la gola, a disagio. -Quel preservativo me l'ha dato mio fratello un sacco di tempo fa. Non sapevo che scadono.

-L'ho scoperto anch'io stasera, te lo garantisco.- Kumiko tacque, poi disse: -Comunque anch'io. So che girano delle voci su di me, ma...

-Sei bassa e sei nerd, un bersaglio perfetto.

-Già.- constatò Kumiko con una smorfia. Davanti a loro, Sakura cominciò a spintonare Fukuda, e Sendoh approfittò della sosta non programmata per prendere per mano Kumiko. Si chinò verso di lei e sussurrò: -Se qualcuno osa darti fastidio, gli spezzo le ossa.- lei arrossì, poi gli rivolse un ghigno malefico. Sendoh la guardò perplesso, e lei disse: -Parla quello che non sa tirar testate!

-Però ho una mira impeccabile, posso rompere un naso con una pallonata a venti metri di distanza.

-Te lo concedo.

-Mi concedi anche di offrirti il gelato?- chiese Sendoh, con il migliore dei suoi sorrisi sornioni.

-E dai, mi hai già offerto la cena!- protestò Kumiko.

-Lo prendo come un sì.

-Veramente...- Kumiko sospirò, esasperata, -Oh, fai il cavolo che vuoi, ma non te la do comunque.

-In ogni caso quel preservativo è lì da secoli, conviene che ne compro di nuovi a priori.- ulteriori discussioni furono interrotte da Fukuda, che era appena stato scaraventato contro di loro da Sakura.

Tra le risate, ordinarono il gelato e condivisero i coni, con Sendoh che gongolava per la crescente complicità che stava instaurando con Kumiko: da discorsi casuali era emerso che erano negli stessi fandom, ascoltavano musica di generi simili e avevano entrambi un senso dell'umorismo pessimo e macabro. Senza saperlo, avevano anche partecipato allo stesso gioco di ruolo online.

Ad un certo punto, Sendoh notò un altro gioco di sguardi tra Kumiko e Sakura; sperò che Sakura stesse incitando Kumiko a far qualcosa, e quasi si strappò di dosso i vestiti quando la bella playmaker disse: -Oh, lo stagno delle anatre! Sendoh, andiamo a vedere le anatre?- Sendoh esitò solo un attimo, poi la prese in braccio e la trasportò verso il centro del parco, cantando: -“Ora vieeeni cooon meee, verso un mondooo d'incaaantooo, principeeessaaa è tantooo cheee iiil tuo cuooore aspeeetta un sììì!”- lei stette al gioco e si lasciò portare ridendo, aggrappata al suo collo, e cielo quanto era buono il profumo dei suoi capelli. A ridosso dello stagno, Sendoh la rimise a terra e la guardò, in attesa. Lei lo fissò di rimando, poi disse: -Spostiamoci, ho paura delle anatre.

-Cosa? Ma se sei voluta venire a vederle!

-Non mi veniva in mente un'altra scusa, Sakura mi ha chiesto di lasciarla sola con Fukuda!

-Ah...- ribatté Sendoh, deluso. Kumiko lo prese per mano e lo trascinò fino ad una panchina poco lontano, dicendo: -Non scherzo, quelle bestie hanno i denti sulla lingua!

-Ti confondi con le oche, credo...- la corresse Sendoh.

-Può essere...- ammise Kumiko, -Ma non voglio scoprire di aver ragione!- si lasciò cadere sulla panchina, e Sendoh si sedette di fianco a lei. Cadde il silenzio.

-Va tutto bene?- chiese infine Kumiko.

-Beh, ecco... io... speravo che volessi restare da sola con me.- confessò Sendoh. Si sentiva stanco, era tutta la sera che ondeggiava tra la speranza più sfrenata e la disperazione più nera.

-Beh... siamo soli in ogni caso, no?- ribatté lei, e Sendoh trovò il coraggio di guardarla. Fissava la luna, protesa in avanti, con entrambe le mani sul bordo della panchina. Era così bella e così malinconica, e al tempo stesso sembrava forte come le fondamenta della terra. Sendoh si sporse verso di lei e la trasse a sé ponendole due dita sotto il mento, ma lei lo fermò. Con voce tremante, gli chiese: -Se ti chiedessi di non dirlo a nessuno, lo faresti?

-Tutto, pur di baciarti.- rispose Sendoh, per la verità un po' deluso: fosse stato per lui, l'avrebbe baciata e poi sarebbe corso in giro per il parco urlando al mondo cos'era successo fino a farsi arrestare per schiamazzi. Poi, le labbra di Kumiko si posarono sulle sue, lievi e morbide, in un bacio titubante che Sendoh osò approfondire. Senza entrare nelle reciproche bocche, si incontrarono a metà strada con lievi tocchi della lingua e umidi sfregamenti.

Si divisero con un sobbalzo ad un urlo di Fukuda: -Sììì! Ho limonato con Sakura Ogawa!

-Evviva la discrezione...- commentò Kumiko in un fil di voce, poi sorrise e Sendoh per poco non cadde dalla panchina. Se aveva creduto che i sorrisi che le aveva visto fare sino ad allora fossero belli, allora questo era un'esplosione di stelle, una supernova, un'aurora boreale. Sorrise a sua volta, e rimasero fermi a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra; stavano per baciarsi di nuovo, quando Fukuda passò correndo ed esultando, seguito a poca distanza da una ridacchiante Sakura.

-Cazzo, Saki-chan, devi baciare da dio!- commentò Kumiko, molto rossa in viso, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio; Sakura scoccò uno sguardo a Sendoh e ribatté: -Anche tu.

-Yeeeaaaah! Wooo-hooo! Evva... ahi!- Sendoh, un po' stufo e un po' invidioso dell'esultanza di Fukuda, gli aveva fatto lo sgambetto.

-Così impari a farlo ingelosire, razza di insensibile che non sei altro!- rise Kumiko. Fukuda rotolò sulla schiena e disse: -Hai ragione, sono uno stronzo. Scusa, amore mio.

-Che imbecille...- commentò Sendoh sorridendo, -Dai, portiamo a casa le principesse prima che le carrozze diventino zucche. Si è fatto tardi.

-Andiamo, Sendoh, la notte è giovane e...

-...e noi abbiamo il coprifuoco a mezzanotte e mezza.- terminò per lui Sakura.

-E che palle!- Fukuda, a malincuore, si alzò, si spolverò il sedere e prese per mano Sakura. La mano di Kumiko scivolò con naturalezza in quella di Sendoh; non si staccò nemmeno quando dovettero dividersi e le due ragazze si salutarono con un pugno contro pugno.

-Sendoh...- disse piano Kumiko, una volta soli.

-Sì?

-Non dicevo davvero, prima. Puoi dirlo a chi ti pare. Magari non alle tue fan, ci tengo alla pelle, ma... sì, insomma, hai capito.- Sendoh avrebbe voluto dirle che sapeva, che le avrebbe dato ogni motivo per fidarsi, ma non sapeva come fare, quindi si limitò a stringerle più forte la mano, intrecciando le dita alle sue fin quando non furono di fronte a casa della ragazza.

-Grazie, Sendoh, è stata una magnifica serata.- disse Kumiko, in imbarazzo.

-Grazie a te. Quasi non ci speravo più.

-Lo so, è...- Kumiko sospirò, poi ammise: -L'anno scorso il campione di lacrosse della scuola mi ha invitata a uscire. Poi però non si è presentato, ma in compenso c'era mezza curva a prendermi in giro. Io lo so che tu non sei il tipo, ma...- si morse un labbro.

-La fiducia si costruisce un po' alla volta.- rispose Sendoh, guardandola negli occhi, -Che dici? Abbiamo scavato un po' le fondamenta, stasera?

-Per me possiamo anche posare la prima pietra.- rispose lei, raggiante. Sendoh si chinò e le diede un fugace bacio sulle labbra, prima di sussurrarci sopra: -Buonanotte, splendore.

-Buonanotte anche a te, bel figo.- con un ultimo sorriso e un intenso rossore sulle guance, Kumiko fece dietro front e sparì in casa.

   
 
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