Come avrebbe potuto spiegarlo, a un bambino, cosa fossero stati quei quattordici anni?
Qualcuno, una volta, gli aveva detto che, a volte, per spiegare le cose più complesse a chi non aveva l'età per comprenderle appieno, bisognava usare il linguaggio delle fiabe: esse raccontavano i lati più oscuri della natura umana attraverso metafore che rendevano l'indicibile sopportabile... perché, alla fine di tutto, c'era il lieto epilogo.
Ma c'era, davvero, una felice conclusione nella sua storia?
“Signor Saga... non sono più una bambina” lo prevenne Clio, intuendo i suoi pensieri tortuosi e affannati. Gli sorrise, con quel sorriso dolente che lui le aveva insegnato. “Non ho bisogno di incantesimi e cavalieri per conoscere la verità”.