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Autore: EleWar    08/10/2019    12 recensioni
La gelosia fa fare brutti scherzi, ma a volte ha dei risvolti piacevoli.
Altra sciocchezzuola, scritta per noia e diletto, senza pretese, come sempre.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Siccome mi annoiavo, ho pensato di scrivere questa storiella, tutta d'un fiato, che mi è venuta fuori così, senza pretese.
La dedico a tutte le mie lettrici, perché come me, amano la dolcezza e soprattutto questi due pazzi innamorati, che sempre ci fanno sognare <3
Buona lettura
la vostra
EleWar *_*




LA GELOSIA E’ UNA BRUTTA BESTIA, MA NON SEMPRE
 
Ryo stava tornando a casa più sconsolato che mai; era stato in giro per la città a caccia di belle donne a cui chiedere di uscire, ma ci aveva guadagnato solo urla, strepiti, borsettate e schiaffi. Una addirittura in preda ad una crisi di nervi gli aveva capovolto un cestino dell’immondizia in testa, si sentiva ancora addosso la puzza di fritto di un cartone di patatine e poco prima, cercando l’accendino, aveva ripescato dalla tasca una buccia di banana.
Oggi non era proprio giornata.
Con le spalle incassate e le mani sprofondate nelle tasche della giacca, si diresse verso il palazzo di mattoni, almeno lì lo aspettava la sua stupenda socia che lo amava e che sempre si prendeva cura di lui.
Avrebbe potuto divertirsi a sfotterla e provocarla fino a farla infuriare, magari lei gli avrebbe rifilato una bella martellata, ma lui andava matto per questo loro menage, fatto di litigate, riappacificazioni, e soprattutto amava lei, sempre: arrabbiata, dolce, remissiva, timida, casinista, allegra.
Decise di darsi una sistemata prima di entrare, voleva apparirle bello e affascinante, disinteressato quello sì, ma non sciatto o trasandato. Lui era pur sempre lo stallone di Shinjuku… ma soprattutto, se lei lo avesse visto sporco e ridotto in quello stato, non avrebbe tardato a capire cosa fosse successo e sarebbe saltata subito alle conclusioni, peraltro giuste.
Sospirò in un misto di soddisfazione e orgoglio. Kaori era innamorata di lui ed era sua, tutto il resto non contava.
 
Un secondo prima di entrare in casa, si tirò su ben diritto, petto in fuori e schiena dritta: aveva un’immagine da salvaguardare.
Aprì il portoncino e già nel piccolo vestibolo, mentre si toglieva le scarpe, sentì Kaori ridere di gusto; non lo avrebbe mai ammesso, ma era pazzo di quella risata, che sempre gli arrivava dritta al cuore, dove stavolta però, lo punse con una puntina di gelosia: con chi stava ridendo Kaori, c’era forse qualcuno lì con lei? O era al telefono?
Per scacciare il disagio si disse che magari c’era lì una bella donna a farle visita, una sua amica, forse l’affascinante Miki? Avrebbe potuto ridere così con l’infermiera Kazue? O con l’elegantissima Eriko? Due o più bellissime donne sotto il suo stesso tetto, con cui tentare la sorte. Già iniziava a sbavare.
Stava per fare la sua entrata trionfale, tuffandosi a pesce sulla bella in questione, quando si bloccò di colpo, mano alla maniglia, come se avesse preso la scossa, sentendo la sua amata socia sussurrare:
“Che fortuna che ho avuto a trovarti sulle scale, proprio oggi che Ryo non c’è; mi stavi aspettando vero? Sei così carino!”.
 
Carino??? Ma allora non c’era una donna lì con lei.
 
“Che occhioni dolci che hai, così azzurri… Mick”.
 
Cosaaaaaaaaaaaaaaaaa? Lì dentro c’era Mick?
E cosa voleva dire che era una fortuna che Ryo non ci fosse??
 
Ma Kaori proseguì:
“Dai vacci piano! Ma quante coccole mi fai??”.
 
Ryo saltò sulla porta come un geco sul muro in una sera d’estate.
Cosa stava succedendo? Mick era lì dentro e si stava prendendo delle libertà con la sua Kaori e lei?? Perché non lo rimetteva al suo posto con i soliti martelli? Stava forse gradendo le sue avances???
Lo sweeper aveva gli occhi fuori dalla testa! Ma non poteva entrare lì dentro così, facendo una scenata di gelosia! Si stava corrodendo il fegato, e appiattito al legno della porta, con un orecchio appiccicato per non perdersi niente di quello che si stavano dicendo, gli sembrava d’impazzire.
 
“Mmmm… come sei birichino…” seguito da una risatina deliziata.
 
Ma allora era vero! Kaori alla fine stava cedendo alla corte di quel damerino biondo. Ryo era sul punto di scoppiare, un eccesso di rabbia mista a gelosia stava per prendere il sopravvento su di lui, e lui? Se ne doveva rimanere lì ad ascoltare quei due amoreggiare??
Doveva intervenire?
 
“Ma che fai?? Quanti bacini mi dai? ah ahah aha hahah mi stai leccando?”
 
Quello era veramente troppo!
Annientato Ryo prima scivolò lungo la parete con uno stridore di unghie che lasciarono profondi solchi nel legno, poi una volta in piedi, si riscosse all’improvviso e si decise ad entrare.
Gliel’avrebbe fatto vedere lui a quei due traditori!!
Lei, la sua Kaori con lui, il suo-ormai-ex-migliore-amico, che, che facevano… non riusciva nemmeno a dirlo, non poteva crederci, sotto i suoi occhi, nella sua casa??
Spalancò la porta che andò a schiantarsi sul muro.
Kaori era distesa sul divano, lo schienale le nascondeva tutto il corpo, ma non la testa che spuntava da un’estremità, appoggiata sul bracciolo di sinistra, mentre i piedi nudi facevano capolino dalla parte opposta.
La ragazza si girò di scatto verso il nuovo arrivato; le guance imporporate e i capelli in disordine.
Lo guardava con aria interrogativa perché non si aspettava quell’entrata impetuosa, poi però gli sorrise e gli disse:
“Ah sei tu? Che fai lì impalato?”
“Dov’è? Dimmi dov’è?”.
Avrebbe voluto avanzare ed affrontarlo da uomo a uomo e già aveva messo mano alla fondina, ma una strana forza lo teneva ancorato saldamente al suolo: aveva paura di quello che avrebbe visto.
 
“Dai accomodati qui con noi!”
“Cosaaaa??”
lo stava pure invitando? Ma era impazzita? Un menage à trois? Se in altre circostanze la cosa avrebbe potuto avere il suo fascino, non ci pensava minimamente di dividere la sua Kaori con uno come Mick, anzi a dirla tutta, non ci pensava proprio a dividerla con nessuno!
E comunque perché  lui non si era mostrato?
Il codardo non aveva emesso un fiato...
No, non ditemi che è nudo e non vuole farsi vedere da me… e se fosse nuda anche lei??
Ryo era sull’orlo di un abisso, e la pazzia era dietro l’angolo.
I suoi occhi erano offuscati dalla rabbia, dalla gelosia, dal disgusto, dalla paura; il suo cuore stava per balzargli dal petto.
Si costrinse a voltarsi verso la ragazza, che tranquilla era in attesa che si decidesse a raggiungerla.
Lui la guardava, ma non la riconosceva.
La sua dolce, pura Kaori, un fiorellino di primavera, traviata da quel maiale americano, che l’aveva sicuramente irretita, l’aveva sedotta e trasformata in una donna lussuriosa a cui non bastava più un uomo soltanto, ma che ne voleva addirittura due!
Era tutta colpa di Mick! No, era colpa sua, perché se avesse dimostrato prima il suo amore a quella donna fantastica, che pazientemente lo amava in silenzio, lei ora non sarebbe caduta fra le braccia immonde di quel damerino. Sarebbero stati insieme lui e lei, e non avrebbe avuto bisogno di cercare amore e soddisfazione da un altro, e soprattutto lui avrebbe avuto tutto il diritto di esternare la sua gelosia di uomo tradito, e rivendicare ciò che era suo.
Ma ora??
 
Kaori iniziò a preoccuparsi.
Cosa stava facendo quell’idiota, lì impietrito a guardarla, rosso in viso come un peperone, che quando apriva bocca se ne usciva con domande strane??
Il suo sorriso si spense, e spazientita si tirò su a sedere, proruppe con:
“Allora?? Si può sapere che ti è preso?”
 
A quelle parole lui scattò come una molla, e a grandi passi raggiunse il divano, lo scavalcò, e una volta dall’altra parte, guardandosi intorno si mise ad urlare:
“Dov’è? Dov’è?”
“Ma di chi stai parlando?”
“Dove l’hai nascosto? Il bastardo… ah ma allora è anche vigliacco”
Poi alzando la testa e urlando al vento per farsi sentire dal traditore, nel caso si fosse nascosto da qualche parte nella casa: “Vieni fuori se ne hai il coraggio! Ti nascondi come una femminuccia? Ti sfido a duello. Te l’avevo detto che non dovevi toccarla! ”
“Ryo… ma che… ”
“Zitta tu! Traditrice! ”
“La vuoi piantare? Mi sembri un pazzo furioso, che ti è preso? Mi fai paura! ”
“Che mi è preso chiedi?”
“Sì”.
E si tirò su in piedi con le mani sui fianchi; lei era perfettamente vestita, ma per Ryo questo era solo un dettaglio su cui non voleva soffermarsi.
“Te lo dico io. Tu … tu… e… lui…”
“Lui chi? E piantala di urlare che spaventi Mick!”
“Eccola! Allora è vero! Lo difendi pure eh?” e poi rivolto al soffitto “Sei arrivato al punto di farti difendere da una donna? Vigliacco…”
 
Kaori, non ci vide più: avanzò verso di lui, gli si parò davanti e gli diede uno schiaffo.
Questo gli fece l’effetto di una secchiata d’acqua gelata; lui spalancò gli occhi incredulo, si portò una  mano alla guancia e lo sguardo che posò su di lei fu dapprima di sorpresa e poi di profondo dolore.
“Ma allora tu-tu”balbettò.
“Io cosa? Si può sapere cosa ti è preso??? Cos’è ti hanno punto di nuovo le vespe assassine? E poi chi dovrei nascondere e proteggere? Sei forse ubriaco?”
“Ma tu… eri qui sul divano con… con... e poi i bacini, le coccole, gli occhi azzurri…” non riusciva nemmeno a pronunciare quel nome.
Kaori lo guardò: era davvero infuriata, poi il viso si addolcì e le spuntò un sorriso all’angolo della bocca, che per Ryo fu come ricevere una pugnalata, e che poi si trasformò in una risata a pieni polmoni.
La ragazza non riusciva più a smettere di ridere, tanto che le vennero le lacrime agli occhi; Ryo la guardava senza capire, poi s’innervosì di nuovo sbottò con un:
“E poi dai del pazzo a me… Cosa c’è da ridere in quel modo?”
Kaori, dopo aver riso a sufficienza, tornò lentamente seria; i suoi occhi luccicavano per il troppo ridere, ma lui ci scorgeva qualcos’altro a cui non sapeva dare un nome. D’improvviso si sentì stupido ed insicuro; la sua rabbia era evaporata, lasciandolo confuso e infastidito, borbottò un:
“Quindi…?”
“Quindi? Sei il solito idiota, e per giunta anche geloso.” gli rispose lei avvicinandosi. Ora erano uno di fronte all’altro, pericolosamente troppo vicini, poteva sentire il dolce profumo della sua socia che lo faceva vacillare.
Cosa avrebbe fatto lei ora? Cosa voleva da lui? Doveva fuggire, doveva trovare qualcosa da dirle, magari un insulto qualsiasi, così lei si sarebbe arrabbiata assestandogli una bella martellata e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Ma lei si stava impercettibilmente avvicinando, sempre di più, decisa, e gli posò una mano sull’ampio petto, dove poté sentire il cuore impazzito del suo partner, battere sotto la maglietta rossa.
Se possibile, lo sguardo della ragazza si fece ancora più dolce, e Ryo si sentì mancare la terra sotto i piedi.
Lei infine disse:
“Allora sei geloso! Non negarlo!”
“Ti ho sentito, dietro la porta… eri con …” e per l’ennesima volta si voltò a guardarsi intorno, ma non c’era traccia del suo rivale in amore, e quando riportò lo sguardo sul viso della sua compagna, fu letteralmente stregato da quegli occhi nocciola, così caldi e profondi.
Si costrinse a dire:
“Ma qui non c’era Mick? Non stavate facendo… ”.
Lei lo guardò divertita, ma con amore e rispose:
“Sì c’era Mick, ma non è come credi” e la mano scivolò sul suo petto fino a  prendergli la sua, stretta a pugno lungo il fianco; lui a quel tocco gentile, e profondamente emozionato da quella carezza inattesa, distese le dita e le strinse su quelle delicate della socia.
Lei disse:
“Vieni con me” e lo condusse più vicino al divano, sempre senza lasciare il suo sguardo, come fossero incatenati. Poi si chinò, e con la mano libera sollevò una coperta, che nascondeva un micetto bianco, acciambellato e profondamente addormentato. Era un batuffolino di pelo, che appena sentì di aver perso il suo riparo, si svegliò sbadigliando. Emise un miagolio tenerissimo, e si voltò a guardare Ryo con... bellissimi occhi azzurri.
Il ragazzo aprì la bocca esterrefatto, e la sua compagna, appoggiandogli l’indice sotto il mento, gliela richiuse ridacchiando.
 
Kaori era felice che Ryo si fosse lasciato andare alla gelosia, immaginandola con Mick a fare cose; le aveva dimostrato quanto tenesse a lei, ed ora lui non poteva più negare o tirarsi indietro. Non ci si comporta così per una semplice collega di lavoro! In quel momento le appariva così tenero ed indifeso, che sentiva il cuore scoppiarle d’amore.
Lasciò la sua calda mano per prendere il micino, che iniziò subito a fare le fusa; glielo avvicinò al viso e gli disse:
“Ti presento Mick!” e mentre aspettava la reazione del socio, il micio-Mick leccò la punta del naso del temibile sweeper n.1 del Giappone. Lui si ritrasse stupito ed esclamò:
“Ma-ma che sta facendo?”
“Amicizia! Possiamo tenerlo?” e lo guardò in un modo tale, che avrebbe fatto sciogliere la neve del monte Fuji.
Lui completamente conquistato, esalò un quasi impercettibile, poi si riprese: “Perché l’hai chiamato così?”
“Per via dei suoi occhi, e poi perché appena l’ho trovato, mi è saltato subito addosso” ridacchiò di nuovo.
Lui proseguì con tono leggermente offeso:
“Ma io non voglio un altro Mick che giri indisturbato per casa nostra!”
“Non mi dire che sei geloso anche di un gattino, di un trovatello?”
“Sì-sì… perché ti voglio tutta per me”.
A quelle parole Kaori credette di svenire; svelta depose il gattino sulla morbida coperta, e rivolgendosi di nuovo al suo compagno, gli disse:
“Oh Ryo sapessi quanto ho aspettato che tu mi dicessi queste parole!” e appoggiò entrambe le mani sul torace di quell’uomo così complicato che aveva avuto la fortuna di conoscere, e di cui era perdutamente innamorata; poi proseguì guardandolo più intensamente: “Ma io sono già tua” e lo baciò.
 
Dall’altra parte della strada, nell’appartamento di fronte al palazzo di mattoni rossi, un biondo americano sorrise divertito, e quando la sua compagna gli si avvicinò e gliene chiese il motivo, rispose:
“Ti piacciono i gatti?”
 
La gelosia è una brutta bestia, ma non sempre: a volte ha le sembianze di un tenero micino ^_^
   
 
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