Iniziativa:
Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.
Prompt:
pungente (giorno 8).
Numero
parole: 696.
Kardia
ne era ormai certo: l’universo tutto si era messo a
congiurare contro di lui.
Era
appena tornato da una missione durata ben tre settimane, che aveva
già avuto
modo di tirare giù tutti gli dèi che popolavano
il cielo. Aveva scoperto,
infatti, che Dégel era partito poco dopo di lui per il Nord
America e nessuno
al Santuario aveva idea di quando sarebbe tornato.
Kardia
aveva sperato di trovarlo all’Undicesima, perché
anche se non lo avrebbe
ammesso nemmeno sotto tortura, Dégel gli era mancato da
morire. Due settimane
senza fare sesso erano inconcepibili!
Preda
della frustrazione, iniziò ad aggirarsi per
l’arena come un animale chiuso in
gabbia e, a detta di molti, era diventato ancor più
insopportabile e sbruffone
di Manigoldo. Aveva mandato al Sanatorio
un’infinità di Saints, tant’è
che la
stessa Sasha gli aveva suggerito di andarci piano, prima che il Pope
decidesse
personalmente di insegnargli le buone maniere. Kardia aveva ubbidito,
ma solo
perché l’idea di restare in un letto immobile
– o peggio, di finire nella bocca
dell’Ade – non lo entusiasmava.
Iniziò
a trascorrere le giornate stravaccato in una piccola radura, a godersi
i raggi
del sole di un’estate che volgeva ormai al termine.
Più di una volta si chiese
come mai Dégel tardasse a tornare e più di una
volta fu tentato di andare
diritto dal Pope e chiedergli il permesso per raggiungere il compagno.
Forse
Dégel era in difficoltà, forse era stato
catturato o forse...
Kardia
scosse con forza il capo. Non voleva nemmeno pensarci
all’eventualità che
potesse essere stato ucciso. Chiuse gli occhi e digrignò i
denti, con le mani
che prudevano. E se fosse partito senza chiedere il permesso a nessuno?
Stava
rimuginando su quell’idea, che diveniva sempre più
suadente, quando alla fine
lo avvertì. Kardia risollevò le palpebre e si
mise a sedere, con un gran
sorriso sulle labbra. Era il Cosmo di Dégel quello che stava
avvertendo!
«Era
ora», sbuffò e tornò a sdraiarsi
sull’erba.
Non
andò subito da lui, represse l’impazienza che gli
scalpitava nel petto. Non
voleva che il compagno capisse che gli era mancato e che la sua assenza
lo
aveva quasi fatto impazzire.
Kardia
attese il tramonto, che arrivò lento, quando fu certo di
trovare Dégel da solo.
Si incamminò con calma, sebbene le gambe gli tremassero e il
sangue gli
pulsasse forte nelle orecchie. Stava mostrando una calma che non
possedeva del
tutto, assaporando l’istante in cui i suoi occhi si sarebbero
posati sul volto
di Dégel.
Accidenti
a lui, che si è
assentato per così tanto tempo! Sono diventato una mammoletta,
pensò Kardia, mentre entrava in biblioteca, seguendo gli
spifferi freddi che
trafiggevano l’aria ancora tiepida.
Dégel
era lì, fra gli scaffali, intento a leggere un grosso volume
polveroso.
Sembrava che non si fosse nemmeno accorto di lui, tanto era assorto.
Kardia gli
si accostò, fermandosi a qualche passo, con le braccia
incrociate sul petto.
«Sto
bene, Kardia, non preoccuparti», disse a un tratto
Dégel, senza guardarlo.
Kardia
sbuffò. Con un gesto fulmineo gli strappò di mano
il libro, che lasciò cadere a
terra, e lo intrappolò fra lui e la libreria, premendo le
mani contro il legno
dello scaffale.
«Idiota»,
disse.
«Ragazzino.»
Kardia
gli rivolse un sorriso sghembo. Aveva un leggero graffio sulla guancia
sinistra, ma tutto sommato stava bene. Gli si accostò,
premendo il proprio
corpo contro il suo.
«Siamo
soli e sono certo che nessuno arriverà a
interromperci», gli soffiò sulle
labbra.
Dégel
irrigidì la schiena.
«Non
mi sembra il luogo né il momento per...»
Kardia
sollevò gli occhi al cielo e gli aprì la bocca
con un bacio, ricercando la sua
lingua, allacciandola alla propria. Quando si staccò, si
compiacque nel vederlo
arrossire, indignato.
«Vuoi
un consiglio, Dégel? Usa la bocca per fare qualcosa di
meglio», gli disse e con
la Cuspide gli disegnò il profilo del viso, scese
giù lungo il collo teso, fino
al centro del petto. «Mi sei mancato»,
confessò infine, mandando in malora
tutti i suoi sforzi per ostentare indifferenza.
Dégel
sorrise compiaciuto e si sfilò gli occhiali con un gesto
così elegante, che
Kardia lo trovò maledettamente sensuale.
«Non
lo avrei mai detto, sai?» replicò, prima di
sfiorandogli le labbra con bacio.
Angolino
dell’autrice:
Ciao
a tutti,
l’avevo
detto che sarei tornata in questo fandom ed eccomi qui (purtroppo per
voi). Ok,
avrei potuto fare di meglio, ma scrivere una storia al giorno non
è semplice,
se si considera che il tempo è anche poco.
Spero,
comunque, che la lettura sia stata piacevole.
Senza
pretese,
Elly