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Autore: Hiroshi84    08/10/2019    3 recensioni
[Camillo, fin da ragazzino manifestava un'autentica passione per la genealogia tant'e vero che che in età adulta progettò di tatuarsi l'albero genealogico della sua famiglia...]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camillo, fin da ragazzino manifestava un'autentica passione per la genealogia tant'e vero che in età adulta progettò di tatuarsi l'albero genealogico della sua famiglia. I suoi genitori, in riguardo, mostrarono un'ostinata disapprovazione e tentarono di ostacolarlo in vari modi.
Camillo, non volle cambiare idea, ma prima di attuare la complessa tatuatura, dovette reperire meticolose informazioni al fine di ricostruire di sana "pianta" il grafico in questione.
Passarono dieci mesi e tramite un bravissimo tatuatore, si fece tatuare una grande quercia proprio... sul tronco, cioè sul busto per poi provvedere a inchiostrarsi sia i nomi e cognomi dei componenti del nucleo famigliare, compreso il suo, e dei parenti, viventi e non. Eppure qualcosa non gli quadrava, come se l'albero genealogico presentasse un ramo in più o un ramo in meno. 
A cinquantatré anni, Camillo venne colpito da una malattia incurabile e in punto di morte, alla madre, vedova da tempo, le chiese di esprimere un ultimo desiderio: sapere il motivo di quella forte e costante repulsione per quel tatuaggio da parte di lei e del babbo. 
La madre, al suo capezzale si mise a piangere e nonostante qualche tentennamento, decise di rispondere al quesito del figlio.
«Filippo porta il nome del padre di tuo padre. Tu, essendo il fratello maggiore, sarebbe toccato a te, tuttavia...» cominciò a spiegare l'anziana donna. 
«Una volta mi raccontasti che quando non ero ancora nato, eri in cattivi rapporti con il nonno e che per ripicca non hai rispettato la tipica usanza siciliana» la interruppe Camillo.
«Non conosci nemmeno la metà della storia. Tuo nonno mi detestava perché dopo il matrimonio non volevo avere figli. In quel periodo soffrivo di tocofobia, la paura patologica del parto. Successivamente la superai, del resto hai un fratello e una sorella. Nel 1970, per quasi un anno, io e tuo padre abbiamo vissuto in Svizzera, lontano dai parenti, lontano da tutti, finché non tornammo a Palermo, con te. Ecco, tu sei...»
«Mamma, cosa stai cercando di dirmi?» esclamò il moribondo con un fil di voce.
«Sei stato adottato!» 
Quella risposta secca "abbatté" in un sol colpo l'albero genealogico di Camillo. 
   
 
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