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Autore: Lady Trey    10/10/2019    0 recensioni
[She-Ra e le principesse guerriere]
La storia partecipa al writober 2019 di Fanworld.it
Rifacimento del finale di uno dei primi episodi, ma questa volta Adora non è She-Ra.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: What if?

Il capitano Adora era così fiera del suo successo in battaglia che stava praticamente correndo per i corridoi della base. Aveva sconfitto i ribelli di Thaymore, portando la cittadina sotto il controllo dell’Orda. In più, era riuscita a catturare una principessa, senza neanche aver preparato un piano per l’occasione!
Il Signore dell’Orda in persona e la Tessitrice d’Ombre le avevano fatto i complimenti, per poi affidarle il delicato compito di fare l’interrogatorio alla sua prima prigioniera.
Ora, infatti, si stava dirigendo verso la sala del granato nero, dove la Tessitrice d’Ombre aveva immobilizzato la principessa.
Adora si fermò davanti all’entrata della stanza. La prigioniera sarebbe sembrata una ragazza come tante, se non fosse stato per i suoi capelli violetti. Sembrava una persona normale. Adora si stava quasi sentendo in colpa, sapendo di doverla trattare male. Gl’interrogatori, nell’Orda, non erano di certo una chiacchierata tra amici.
La soldatessa fece un bel respiro ed entrò.

“Lasciami andare, brutta scema! Appena mi libero ti concio per le feste!” le urlò la principessa, non appena la vide. Adora scosse la testa. La Tessitrice d’Ombre l’aveva avvertita che, nonostante l’aspetto, le principesse erano violente ed assetate di sangue. Non sapeva neanche perché aveva dubitato di lei poco prima.
La ragazzina continuò a urlare e a cercare di liberarsi dall’incantesimo che la teneva in trappola tra scariche di magia rosse e le impediva di teletrasportarsi.
“È inutile che ti sforzi così. Da qui non uscirai mai, a meno che tua madre non si arrenda a noi,” disse Adora nel suo tono più convinto. In realtà, la principessa era così determinata che una parte di lei credeva che ce l’avrebbe fatta, prima o poi.
L’altra alzò gli occhi al cielo. “Credi davvero che mia madre accetterà uno scambio così sbilanciato? Non è una stupida, a differenza tua,” disse con tono beffardo. “Sarò anche una principessa, ma la mia libertà non è più importante di quella di tutti i nostri sudditi.”
Adora, offesa, avvicinò la principessa a sé prendendole la maglia.
“Senti, qui comando io. La tua vita, ora, è nelle mie mani. Se sei sicura che tua madre non verrà, sono io quella che può decidere di non farti avere più acqua o cibo. Quindi, sii un po’ più cortese,” sibilò.
La ragazzina sbiancò, abbassando lo sguardo. Ottimo, l’aveva intimidita.
Adora la guardò e vide che tremava. Non credeva che le avrebbe fatto quest’effetto, non era brava ad intimidire la gente… forse aveva esagerato. Vedere l’altra così triste la faceva sentire una persona orribile.
Dato che era occupata a sentirsi in colpa, Adora notò troppo tardi che il piccolo sorriso della principessa, rivolto ad un’ombra che la stava raggiungendo di soppiatto.

Prima, qualcosa le si conficcò nel piede, impedendole di muoversi. Subito dopo, un ragazzo la assalì alle spalle, colpendola in testa con un feretro dal fondo duro.
“Scusa, ma te lo meritavi,” disse lui, poi tutto si fece nero e Adora perse conoscenza.
   
 
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