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Autore: Tabheta    13/10/2019    1 recensioni
"Era come un assetato nel deserto. Sentiva concretamente i granelli di sabbia scivolargli tra le dita e l'arsura di una sete che non poteva essere in alcun modo soddisfatta. Lo voleva così tanto che faceva male. Lo voleva così tanto che quando ci pensava si feriva i palmi delle mani a furia di stringere delle immagini invisibili."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Riku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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Voices

 


And if you don't love me now
You will never love me again
I can still hear you saying
You would never break the chain (Never break the chain)
(Fleetwood Mac, The Chain)


Ad Halloween Town tutto era ragnatele ed oscurità. A guardarsi intorno, gli veniva quasi da ridere. Forse quel buio era sufficiente a paralizzare i bambini nei loro letti, ma per Riku non era altro che un'assenza di colore a cui abbandonarsi. I suoi pensieri avevano quel colore, il nero pece di chi si era perso nell'oscurità, di chi aveva tradito i suoi amici. Non temeva più il buio, il buio era suo amico, gli consentiva di muoversi indisturbato e di fondersi con esso quando la luce era troppo forte per il suo cuore traditore.
Era un traditore, Riku, e lo sarebbe stato fino alla fine dei suoi giorni. Le tenebre non potevano cancellare la macchia, quella fetida pozzanghera di sporco che non riusciva a ripulire, per quanto cercasse di espiarla. C'era Sora, che era la luce, e c'era lui, che era l'ombra, il crepuscolo che si formava al sorgere ed al calare del sole.
Lo osservava da lontano in ogni mondo, terrorizzato di scottarsi se si fosse avvicinato troppo, ma pronto a riprenderlo ad ogni caduta, ad ogni accenno di esitazione. Avrebbe potuto rimontarlo pezzo per pezzo. La sua immagine era stampata a fuoco nella sua testa, la geometria perfetta di ogni singola parte di lui. Le fossette attorno alle labbra, così deliziose, i muscoli compatti e flessuosi, ed il rilievo della spina dorsale, quella che vedeva ogni notte nei suoi sogni mentre lo fotteva senza pietà. Questo era diventato, una creatura sporca, vile, costretta ad oscillare tra le ombre.
Al buio era così facile costruire immagini nel bel mezzo del niente. Sora che geme voglioso, Sora che lo implora di venire più vicino, così vicino da spaccarlo in due. Un mondo senza tempo e senza spazio, che poteva racchiudere la forma dei loro corpi uniti cristallizzata in eterno. Non dovevano crescere, non dovevano separarsi, c'erano solo loro ed i loro respiri.
“Riku, Riku, RikuRikuRikuRiku...”
“Sora.” Un gemito nella notte.
E poi la luce, che dissipa quelle illusioni così sporche, ma così piacevoli. Sarebbe finito all'inferno. Ma sarebbe morto e resuscitato, se avesse avuto l'opportunità di possedere in modo tangibile quel corpo. Era come un assetato nel deserto. Sentiva concretamente i granelli di sabbia scivolargli tra le dita e l'arsura di una sete che non poteva essere in alcun modo soddisfatta. Lo voleva così tanto che faceva male. Lo voleva così tanto che quando ci pensava si feriva i palmi delle mani a furia di stringere delle immagini invisibili.
Il Sora che compariva nella sua testa era così lontano da quello reale. Il suo vero migliore amico avrebbe preferito fracassarsi i denti sugli scogli piuttosto che presentarsi arrendevole ai suoi voleri. Eppure era così disperato che era disposto ad accontentarsi anche di quella specie di surrogato di cera che sembrava fatto apposta per modellarsi sul suo corpo. E gemere al ritmo delle sue spinte. Se solo ci fosse stato il vero Sora avrebbe contratto quel faccino fino a spaccarsi le labbra, pur di non farsi sfuggire nemmeno un gemito, pur di non dargli alcuna soddisfazione. Gli avrebbe soffiato contro come un micio offeso, mentre si strusciava su di lui bramoso di averne di più.
Era sull'orlo del baratro, come poteva animare fantasie sul fantoccio frutto di una sua stessa fantasia?
L'urgenza ed il dolore si fondevano in un gorgo di sentimenti indistinti. L'amore per Sora poteva distruggere il mondo, lo aveva portato a spazzar via qualsiasi forma di vita: se non poteva averlo lui non lo avrebbe avuto nessun altro. Per sempre. Lo odiava, quanto lo odiava, così felice con gli altri, così ignaro di quello che c’era dentro alla sua, di testa.
Il re non voleva lasciarlo da solo perché era cosciente dei conflitti che avevano luogo nel suo cervello, sapeva fino a che punto la solitudine lo stava corrompendo. Riku non era così. O forse lo era sempre stato?
Gridava, nella sua testa, gridava, per uscire dalla bolla di vetro che si era costruito e lo stava incatenando.
Voleva la luce di nuovo. Si toccó il collo come se la catena che lo collegava a Sora – i loro ricordi, fosse un qualcosa di reale. Come se tastando il punto che stringeva questo avrebbe fatto meno male. Era in apnea. Lo era da anni ormai.


 

*
 
Listen to the wind blow, down comes the night
Running in the shadows, damn your love, damn your lies
Break the silence, damn the dark, damn the light

 
Sora prese la forma di un piccolo sé stesso,
“Pensavo che il buio fosse tuo amico!” Era lui, uno dei tanti lui presenti nel suo cuore. Quanti pezzi di sé stesso si erano sgretolati? Aveva perso il conto dei brandelli che erano scivolati via: si erano ritagliati una loro esistenza privata e poteva biasimarli? La sua era una vita votata a raccogliere i frammenti di qualcun’ altro.
“Sora, Sora è mio amico.” Disse un’altra voce. Forse era il suo unico amico, ma non aveva importanza, sapeva quanto spazio contenesse invece il cuore di Sora: troppo per la sua fragile sanità mentale. 
“Adesso basta.”
“Sei patetico, non sai più chi è il vero te stesso: chi sei, il te stesso plasmato da Sora o il te stesso che hai costruito tu stesso in mezzo all’oscurità?”
“Sono io e basta, andate via tutti.”
E rimase da solo, in mezzo alla tempesta, ma poteva stare tranquillo, fuori c’era calma piatta. Sora, Donald e Goofy, nel frattempo, stavano aiutando Jack a montare delle decorazioni natalizie.



*



Ciao lettore, chi non muore si rivede,
temo che ci sia bisogno di un piccola contestualizzazione: siamo in Kingdom Hearts II e come ben sappiamo il nostro caro Riku si diverte a fare il guardone; nella mia testa ho immaginato che stesse seguendo Sora per Halloween Town e l'atmosfera tetra lo facesse precipitare dritto dritto nella dimensione del cuore per un po' di sana pazzia. Scherzo, gli voglio tanto bene a Riku, ma mi ispira angst dal profondo dell'anima <3



 
  
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