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Autore: candycotton    30/07/2009    0 recensioni
Shin diventa un personaggio lontano dal mondo di Nana, trasportato in una storia diversa, nella tetra atmosfera di un college inglese...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinichi Okazaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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eccomi tornata con un altro capitolo, dopo un sacco di tempo. spero ritornerete a leggerla!

Chapter 2

 

-Claire-

Sentii una voce chiamarmi, eppure non riuscivo ad aprire gli occhi, a svegliarmi.

-Claire!-

Il buio si dissolse e vidi la luce fioca del sole mattutino che filtrava dalla mia finestra semi aperta.

July, la mia compagnia di alloggio era china su di me, con una gamba schiacciava la coperta del letto.

-Svegliati, forza! Siamo già in un ritardo pazzesco, considerando poi che ti devi ancora alzare e preparare, non oso pensare a che ora arriveremo a lezione!-, sbraitò mentre si allontanava verso la saletta comune, lanciando le braccia all’aria.

Sbuffai e mi buttai via le coperte svogliatamente.

 

-Che ti prende? È un po’ che sei sempre fiacca…-, mi sussurrò July una volta nel corridoio, scrutandomi con quel suo modo invadente, mentre masticava freneticamente una cicca.

Io mugugnai, passandomi una mano sugli occhi per cercare di svegliarmi.

Quando la ributtai giù, e mentre July continuava ad assillarmi con le sue stupidaggini, la figura ormai familiare di Shin attraversò il mio campo visivo. Aguzzai la vista e guardai meglio. Sì, era proprio lui e stava camminando nella direzione opposta alla mia. Lo seguii con gli occhi, mentre i suoi erano concentrati sulla sigaretta che stava accendendo.  Un attimo prima che sparisse dalla mia vista, alzò il capo e i nostri sguardi si incrociarono. Poi andò oltre, levandosi la sigaretta dalla bocca e facendo uscire un abbondante nuvoletta di fumo.

Mi voltai e camminai al contrario, sospirando amareggiata.

-Claire, mi stai ascoltando?-, July mi lanciò un occhiataccia.

 

Quel pomeriggio tornai al campo da basket, dietro all’edificio principale del college. Era un’altra di quelle tipiche giornate inglesi che stavo cominciando ad odiare: grosse nuvole grigie riempivano il cielo, creando un’atmosfera sospesa nel vuoto, triste e malinconica. Proprio quello che mi ci voleva, come no.

Girai su me stessa parecchie volte, con lo sguardo concentrato attorno a me. Ma non scorsi nessuno.

Tornai dentro, sentivo le palpebre pesanti.  Percorsi il corridoio principale, deserto pure quello. Iniziai a chiedermi cosa ne fosse stato di tutti gli studenti. Possibile che fossero rinchiusi nelle loro stanze, immersi nello studio più assoluto? Mah, di sicuro non faceva per me.

Stavo camminando, assorta in questi pensieri stupidi, quando una voce bassa mi colse di sorpresa.

-Là come va…?-

Conoscevo quella voce fin troppo bene, anche se forse non avrebbe dovuto essere così. Mi avvicinai cautamente verso dove proveniva e scorsi la chioma chiara di Shin, in piedi accanto ad una panchina del corridoio.

Per poco il mio cuore non fece un balzo fuori dal petto. Cercai di rimanere il più ferma possibile, nascosta dov’ero. Speravo con tutta me stessa che non si accorgesse di me. Chissà cosa avrebbe potuto pensare.

-Smettila... Ti ho già detto che non ho intenzione di tornare-

Aggrottai le sopracciglia. Di cosa stava parlando?

-Ho bisogno di cambiare vita, quindi lasciami in pace! ora non capisco nemmeno perché mai ti ho risposto!-

Mi parve che fu sul punto di chiudere la discussione, quando udii di nuovo la sua voce.

-Sì che ce l’ho ancora… sì è qui con me-

Cosa? Cosa è qui con lui?

-Chissenefrega, non tornerò-

Il rumore di uno sportellino chiuso mi fece capire che aveva sbattuto il telefono in faccia a chiunque stesse parlando con lui.

E ora ero davvero nei guai. Cosa potevo fare? Dovevo assolutamente decidere in fretta. Niente da fare, probabilmente feci la cosa più stupida possibile.

Uscii dal mio nascondiglio e lo fissai dalla mia posizione. Lui si accorse di me dopo qualche secondo, mi guardò e mi sorrise.

Mi sentii svenire, letteralmente.

-Ciao-,fece spontaneamente.

Caspita, quant’era bello.

-Ciao-, gli risposi.

Restammo a fissarci per un altro po’, poi Shin mosse un passo verso di me. Mi raggiunse silenziosamente, in quel deserto di corridoio.

Corrugò le sopracciglia, fissando i miei occhi.

Alzò una mano verso il mio volto, e me li accarezzò, leggermente.

-Cos’hai fatto? I tuoi occhi sono così rossi…-, mormorò.

Ero sicura che di li a poco sarei morta, almeno che non lo fossi già e quello fosse il paradiso.

-Nie… niente-, borbottai.

Shin sbuffò un sorriso, dritto contro di me.

Abbassai lo sguardo, al limite possibile d’ imbarazzo.

-Se non ti dispiace, ora dovrei andare-, continuò lui.

Ero sul punto di alzare lo sguardo, sebbeno sapessi che lui mi era attaccato, quando lo sentii prendermi il viso tra le mani e appoggiare le labbra sui miei occhi, lievemente.

Sussultai, ma poi mi rilassai. Il suo tocco era celestiale.

-Arrivederci.

Se ne andò via come un alito di vento, senza fare il minimo rumore. E io rimasi la, immobile, come se non avessi più la forza di fare niente. E mi aveva fatto quasi dimenticare quello che avevo sentito.

  
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