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Autore: deine    20/10/2019    1 recensioni
« Non è strano che una biblioteca non sia altro che una foresta? »
« Ma se ci pensi bene, assomiglia di più a un cimitero ».
Tre flash "sbagliate" per Rose e Scorpius in biblioteca, tutto ciò che c'è stato e ci sarà.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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Disclaimer: Harry Potter e la relativa ambientazione appartengono a J. K. Rowling e io non ci lucro sopra

IN TRE MOVIMENTI

PASSATO

O L'ORGOGLIO

«Avrei potuto perdonare la sua vanità, se non avesse mortificato la mia».

Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio*

C'è una percentuale di errore in tutto. Il settimo anno: non mi ero ancora abituata all'idea, a giudicare dall'ostinazione con cui ripetevo i calcoli astronomici decine di volte, cancellando con una furia cieca e infantile. All'epoca ero ancora convinta di poter controllare tutto ciò che accadeva intorno a me, semplicemente perché lo volevo: era la deformazione genetica derivata dall'essere nata Weasley in un periodo in cui significava vittoria successo e gloria. Mio padre non aveva e non avrebbe mai avuto quell'orgoglio cieco, poiché quando era nato lui, Weasley significava tutt'altro... tradimento, e miseria.

Nessuna porta era mai rimasta chiusa davanti a me e, anche se una sorta di umiltà fittizia mi imponeva di non servirmene pubblicamente, ero estremamente fiera del mio status di privilegiata. Lily Potter, mia cugina, era completamente diversa: non aveva nessun pudore nel sbandierare le sue origini per avere ciò che desiderava e la sua testardaggine non conosceva limiti. Scorpius Malfoy ne era l'esempio lampante: Lily l'aveva desiderato ardentemente e infine l'aveva avuto.

Prima di essere la sua preda, Scorpius era stato la mia dannazione e lo rimase anche dopo: il mio approccio timido alla gloria e all'impero si era scontrato più e più volte contro la sua fredda disapprovazione. Mentre radunavo intorno a me ampie folle, appassionate ai miei racconti e affascinate dalla mia intelligenza loquace, lui si era sempre tenuto lontano da me, dal mio mondo. L'unico di noi che fosse riuscito ad avvicinarlo era Albus. Per quanto mi rivolgessi a lui ora con studiata affabilità ora con calma indifferenza, Scorpius non estese mai la sua amicizia a me.

Ero giovane: il mio orgoglio all'epoca non poteva sopportare quella puntura. Scorpius Malfoy era stato il primo a rifiutare la mia amicizia, a ridimensionare il valore del mio sangue, che mi sembrava così importante: per lui non ero nessuno. I miei aneddoti, i miei racconti, le magie che sembravano venirmi così naturali non lo impressionavano. Presi a odiarlo con un'intensità ingiustificata che, penso, deve avergli regalato più di un momento di perplessità. Era come se un mite venticello avesse avuto la bislacca idea di dirigere tutta la sua esigua potenza contro una sequoia secolare.

Se avesse avuto degli amici a parte mio cugino avrebbe potuto riderne con loro, ma Scorpius non aveva e non voleva nessuno a parte Albus, la cui pacata sensibilità non lo metteva a disagio. Teneva tutti a distanza, sebbene l'intera scuola lo conoscesse e, segretamente, lo ammirasse. Era un ottimo duellante, un Cacciatore dalla mira infallibile, un mago dotato e uno studente diligente, ma erano talenti che metteva in mostra solo quando le lezioni o la necessità lo richiedeva, dosandoli sapientemente. Come un prestigiatore che affascina il pubblico tirando fuori dal mazzo la carta giusta al momento giusto, senza mai mostrare le altre quarantuno, così Scorpius Malfoy avrebbe potuto avere la scuola in pugno, se solo si fosse preso il disturbo di chiudere la mano.

Il mio odio per lui cresceva e cresceva e raggiunse il culmine quando Lily, che pure consideravo inferiore a me per intelligenza e fascino, riuscì a strappargli il bacio che sancì l'inizio della loro relazione. L'ottemperanza della formica aveva infine vinto la resistenza della sequoia, mentre il vento calava, debole e mite, verso terra.

[537 parole]


 

PRESENTE

O UN ALBERO, UNA FORESTA, UNA NOTTE DI TEMPESTA

« Se un albero cade in un bosco anche se non c'è nessuno nei dintorni, fa rumore? »
« Certamente! »
« Ma Bart, come può esistere il rumore se non c'è nessuno ad ascoltarlo? »

I Simpson**


 

Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, fa rumore?

Se un libro si chiude di colpo, in biblioteca, se la penna cade, se due bocche si scontrano...

Le mani di Scorpius si chiusero ai lati del mio cranio, in un atto di possesso che mai avevo conosciuto, mentre mi baciava con goffa passione, come se volesse imprimere la forma della sua bocca sulla mia.

... e nessuno – dio, speriamo che non ci sia nessuno – li osserva...

«Rose» mormorò e io lo baciai ancora, per evitare che lo sentissero, ma anche perché ne avevo voglia, sì, ce l'avevo da quando mi aveva chiesto...

« Vuoi una mano con Astronomia? »

« Te l'ha chiesto Lily, di aiutarmi? »

« Sì ».

Va bene, almeno si annoierà quanto me, pensai, testarda come solo a diciassette anni e decisa a pensare il peggio, sempre il peggio, di lui. Non avrei potuto immaginare che lui e Lily avevano litigato quello stesso pomeriggio.

« Non è strano che una biblioteca non sia altro che una foresta? »

« Ma se ci pensi bene, assomiglia di più a un cimitero ».


 

« Baciami, baciami » e solo come lo diceva era più erotico del bacio stesso. Era solo un sussurro – Scorpius non alzava mai la voce, nemmeno quando mi aveva detto...

« Hai qualcosa sul viso... »

« Cosa? »


 

Ed era solo un filetto della penna che avevo tenuto tra le labbra mentre mi lambiccavo sui compiti d'un tratto, un pensiero frivolo: era stata dura, per lui, guardarmi accarezzarmi le labbra, labbra per lui proibite, per un'ora?

Arrossivo per questo pensiero e per qualcos'altro, e intanto si chinava a raccogliere la penna e me la passava sul seno e mi faceva contorcere.


 

Ma la cosa più eccitante era il desiderio nei suoi occhi, quel desiderio che non pensavo potesse farsi strada sul suo volto, quel fuoco ancora così controllato e prudente che per un istante mi fece sentire sciocca, come la bambina che lo odiava perché non riusciva a guadagnarsi il suo amore.

Mi stavo ancora mettendo in mostra per lui? Scorpius era ancora il giudice del mio carattere, del mio carisma, della mia sensualità?

Lo attirai a me e lui scivolò sul tavolo sopra di me e le mie cosce andarono a imprigionargli le anche e per un attimo sembrò che avesse perso completamente il controllo.

Lo avvicinai a me, mentre lui armeggiava con i pantaloni e con la mia gonna liberandoci entrambi di quelle ultime barriere fisiche, ed era a pochi millimetri da me – in tutti i sensi – quando parlai.

« È così che fai l'amore con Lily? » Si bloccò, come se l'avessi schiaffeggiato o stesse per schiaffeggiarmi.

Adesso, adesso è il momento in cui tutto può succedere, pensai: poteva rinsavire, tornare il freddo, indisponente Scorpius che teneva tutti a distanza – oh, ti prego, no – o restare.

Se un albero, in una notte tempestosa, in una foresta polverosa, decide di lasciarsi cadere...

Anche se quella notte fosse davvero caduto un albero, io non l'avrei sentito, perché erano gemiti a riempirmi le orecchie, la bocca, tutto.

... fa rumore?


 

[528 parole]


 

FUTURO

O GROUND CONTROL TO MAJOR TOM

Here am I floating round my tin can
Far above the Moon
Planet Earth is blue
And there's nothing I can do

Space oddity, David Bowie

Quando avevo diciassette anni, ero convinta di avere il mondo nel palmo della mano. Quando avevo diciassette anni, Scorpius Malfoy mi insegnò che non era vero.

Imparai con umiltà a riconoscere che un albero che cade in una foresta desolata in una notte di tempesta non esiste. Il vento non avrebbe mai abbattuto la sequoia, perché gli alberi hanno radici profondissime, ancorate al terreno: io quella sera di novembre ero stato l'errore umano che non sarei mai riuscita a eliminare dai miei calcoli... e dalla vita.

Mi consolava sapere che neanche il perfetto Scorpius Malfoy poteva eliminare completamente gli errori? No: lui era ancora il fulcro immobile e spento di una galassia intricata che si nutriva di una luce che era solo un effetto ottico. Non lo odiavo più, però, e questo mi faceva sentire come se avessi perso tutto.

Ci vollero mesi perché il mio orgoglio martoriato finisse di leccarsi le ferite: era ormai aprile, mi ero fatta una ragione del fatto che se nessuno conosce l'esistenza di una cosa, è come se essa non esistesse. Io e Scorpius ci eravamo spinti ben aldilà delle colonne d'Ercole, ma nessuno l'avrebbe mai saputo.

Eppure il destino rimise Scorpius sulla mia strada poco prima della fine dell'anno, nello stesso posto in cui ci eravamo scontrati per la prima volta.

« Mi dispiace » mormorò alle mie spalle, prima che percepissi la sua presenza in altro modo. Non volli, o forse non trovai la forza di farlo, alzare la testa dal libro, mentre gli rispondevo.

« Non tentare di compatirmi: non è da te farlo e non è da me accettare che tu lo faccia ».

« Mi odi così tanto » parlava a voce così bassa che se non si fosse seduto vicino a me non l'avrei nemmeno sentito, « da non accettare nemmeno le mie scuse? ».

« Forse non avevo idea che fossi dotato di tanta umanità » ribattei in risposta.

« La miglior difesa è l'attacco, no? »

Non lo guardavo, ma l'ironia nella sua risposta mi fece rilassare. Eppure, trovavo davvero ridicolo che dopo mesi di silenzio fossimo tornati all'unico schema di conversazione che conoscevamo: neanche mentre facevamo l'amore eravamo stati tanto loquaci.

A ogni modo, Scorpius sembrava sempre più a suo agio di me, qualsiasi forma di comunicazione mettessimo in campo, che fossero i baci o le frecciate. « Fammi essere come te ».Volevo rimangiarmelo nel momento in cui lo dissi. Andava contro tutto ciò che avevo sempre predicato: Scorpius Malfoy non aveva cuore. E senza un cuore non si è nemmeno vivi.

Sapevo che stava pensando la stessa cosa, ma questa volta apprezzai la sua freddezza nell'accogliere la mia affermazione.

« Cosa intendi? »

« Sei la persona più fredda e scostante che conosca, ma tutti in questa scuola sembrano adorarti. Ti fai scivolare tutto, tutto addosso... » mi interruppi, incapace di finire.

« Non invidiarmi, Rose: tu avresti potuto insegnarmi molto di più. » Finsi di non notare il condizionale passato, forse perché in fondo non mi ero ancora rassegnata.

« Cos'è che non sai già, Scorpius? »

« Come essere umano. Non lo impari in nessun libro: sbagliare, soffrire, combattere una battaglia già persa... »

Sotto la luce dei candelabri i suoi occhi luccicarono per un secondo, ispirandomi un dubbio che quasi non avevo il coraggio di soddisfare.

« Hai mai pianto? »

Ancora quel luccichio

« Non ne ho bisogno: si piange per rimorso, e si rimordono gli sbagli. Io non sbaglio mai » ma ormai gli tremava la voce, e io avevo già raccolto la sua prima lacrima sulla punta del mignolo.

« Scorpius Malfoy » dissi, a voce bassissima,« benvenuto tra gli umani ». L'ultima parola la pronunciai direttamente nella sua bocca.


 

[598 parole]


 

Innanzitutto, bentrovati. Più o meno un'oretta fa ho aperto il documento Word con questa storia, di cui mi ero completamente scordata, e ho deciso di metterla su, perché tutto sommato ne sono soddisfatta. L'ho scritta quasi un anno fa, come prima bozza per un contest. Poi scelsi una strada completamente diversa per sviluppare la storia, ma mi era piaciuto così tanto scrivere questa che la sviluppai in una serie di tre flashfic “sbagliate”, tutte leggermente più lunghe di 500 parole. Oggi l'ho appena aggiustata, ma ho deciso di non sistemarla più di così. È giusto che rimanga come l'avevo immaginata all'epoca.

E ora, le note:

  • * non so davvero se la citazione viene dal libro o dal film. Me la ricordo nel film del 2005, ma non nel libro, che però ho letto molto tempo fa. La accredito a Jane Austen nel caso, ma se qualcuno avesse la risposta, non esiti a farmelo sapere.

  • ** formulazione comune di un noto problema filosofico gnoseologico, qui nella immortale versione dei Simpson.

Grazie e alla prossima volta. Si spera che io riesca prima o poi a non scrivere uno Scorpius così edgy. È un work in progress.


 

   
 
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