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Autore: Crateide    22/10/2019    1 recensioni
«Perché piangi?» le chiede con la sua vocina un po’ acuta.
«Non sto piangendo», gli risponde lei.
«Ma vorresti farlo, lo so.»
La nonna gli passa una mano fra i capelli e, di nuovo, gli sorride con fare nostalgico.
«A tua madre piaceva molto questo colore», gli dice.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Tonks, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Iniziativa: Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.

Prompt: ricordo (giorno 22).

Numero parole: 593.

 

 

 

 

 

«Teddy? Vieni qui. Teddy!»

La voce di sua nonna riecheggia un po’ lontana, mentre lui osserva il proprio riflesso nella pozzanghera, tutto accucciato in avanti e con le manine posate sulle ginocchia sbucciate.

Teddy si concentra e i suoi capelli cambiano di nuovo colore. Da blu elettrico diventano rosa cicca e lui ride, perché pensa che gli stiano meglio di quel colore.

«Teddy, cosa stai facendo?»

Sua nonna lo ha raggiunto. Si volta e le sorride, mentre il sole tramonta pian piano.

«Gioco», risponde con naturalezza.

Nonna Andromeda arresta il passo e i suoi occhi si velano di tristezza, ma è solo un attimo.

«Andiamo, è quasi pronta la cena», gli dice, tendendogli la mano con un sorriso malinconico.

Teddy si rimette in piedi e le si accosta trotterellando, senza staccare lo sguardo dal suo viso. È un bambino curioso, ma soprattutto riesce a capire quando una persona a lui vicina è triste.

«Perché piangi?» le chiede con la sua vocina un po’ acuta.

«Non sto piangendo», gli risponde lei.

«Ma vorresti farlo, lo so.»

La nonna gli passa una mano fra i capelli e, di nuovo, gli sorride con fare nostalgico.

«A tua madre piaceva molto questo colore», gli dice.

Teddy si illumina tutto.

«Piace tanto anche a me!» si affretta a dire, felice di aver scoperto quel piccolo dettaglio in comune con la sua mamma.

Nonna Andromeda gliene parlava raramente, ma era comprensibile, perché nel giro di pochi mesi aveva perso sia lei sia suo marito e la ferita non era ancora guarita. Forse, non lo sarebbe mai stata.

Rientrati a casa, Teddy si siede a tavola, in attesa della cena. Sua nonna non è mai stata di molte parole, ma a lui piace stare in sua compagnia e le vuole bene.

Con un colpo di bacchetta, la cena si solleva dalla cucina e si avvia verso la sala da pranzo.

«E papà?»

«Come?»

Teddy gonfia il petto.

«Non ti ricordo anche un po’ lui?»

Nonna Andromeda sorride ancora una volta e qualche ruga le si disegna intorno alla bocca.

«Sei intelligente e hai il suo stesso carattere gentile e calmo. Non ho mai conosciuto un bambino più educato di te», gli risponde.

Teddy non replica nulla e trascorre la cena chiacchierando di tutt’altro, di quando andrà a Hogwarts e di come si troverà lì, certo che sua nonna sarebbe diventata triste se avesse continuato a chiederle della sua mamma e del suo papà.

L’ora di andare a dormire lo coglie all’improvviso, quasi di sorpresa, mentre è intento a fare congetture sulla Casa in cui verrà smistato da lì a cinque anni. Nonna Andromeda lo prende in braccio e lui non protesta, felice di quel contatto.

Salendo le scale, i suoi genitori immortalati in una foto lo salutano e lui ricambia con un sorriso. Della sua mamma e del suo papà non ha alcun ricordo, perché sono morti che lui era appena nato. Ci sono tante altre foto in casa, ma quei due volti non gli hanno mai suggerito nulla.

Forse, però, qualcosa di loro gli è rimasto e per lui è molto più importante di un ritratto animato.

Sotto le coperte, infatti, quando sua nonna lo lascia al buio e il sonno sta per accoglierlo nel suo abbraccio, sente sempre due profumi ben distinti, uno più dolce e l’altro più forte e, Teddy lo sa, era ciò che sentiva quando la sua mamma e il suo papà lo prendevano fra le braccia.

«Buonanotte mamma, buonanotte papà», sussurra e, per un istante, si sente sfiorare la fronte con due dolci carezze.

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ok, io non reggo. Nel senso, Lupin è il mio personaggio preferito e scrivere qualcosa che lo riguarda, come per esempio di suo figlio, mi strazia il cuore, quindi perdonatemi se la storia è un po’ “meh”, ma davvero, soffro.

Non avendo (ancora) letto La maledizione dell’Erede e non avendo la più pallida idea se ci sia o no il personaggio di Teddy Lupin, l’ho caratterizzano seguendo un po’ l’istinto. Spero di non averlo reso OOC.

 

Senza alcuna pretesa,

Elly

 

 

 

   
 
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