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Autore: Smeralda Elesar    31/07/2009    5 recensioni
L'amore è fatto di cose piccole che diventano speciali, e Milo riesce sempre a trovarne una per il suo Camus
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima MiloxCamus, nonché  il mio primo tentativo di Shonen-ai

Peach juice

 

 

Milo aprì il frigorifero cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare Camus.

Sapeva bene che il suo francesino aveva un sonno delicatissimo quando dormiva in qualsiasi altro ambiente che non fosse casa sua, e l’appartamento di Milo ad Atene non faceva eccezione: bastava un minimo rumore a svegliarlo, e poi rimaneva di cattivo umore per tutto il resto della giornata.

Però in quel momento Milo aveva sete ed alla fine aveva deciso di arrischiare ad alzarsi.

Osservò un po’ l’interno del frigo per decidere cosa bere.

Acqua? No, non gli andava.

Birra? Non era proprio il caso. Non con Camus che si sarebbe svegliato con l’odore dell’alcol.

C’era solo un cartone di succo di pesca.

Milo sospirò. Non è che gli piacesse tanto, ma non aveva altra scelta e se ne versò un bicchiere.

Chiuse gli occhi mentre beveva. Non era poi così male: molto dolce, è vero, ma con un retrogusto un po’ aspro che non gli dispiaceva affatto.

Proprio come il suo Camus.

Gli venne un attacco di nostalgia non appena pensò a lui.

Camus, il francese freddo come il ghiaccio.

Camus, che si scioglieva sempre tra le sue braccia.

Camus, che aspettava solo le sue carezze per lasciarsi riscaldare.

Camus, che dormiva un sonno fragile come un fiocco di neve nella stanza accanto, nel suo letto.

All’improvviso provò un fortissimo desiderio di vederlo e tornò in camera sua con il bicchiere ancora in mano.

Sorrise a vedere il suo ragazzo addormentato, i capelli verde acqua sparsi sul cuscino, il lenzuolo che gli copriva il petto solo a metà, la pelle chiara che risaltava nella luce scarsa che filtrava dalla finestra.

:-Camus…-:

Mormorò piano quel nome che ormai aveva riempito tutta la sua vita.

SBAM

Un colpo di vento fece sbattere la finestra e Camus si mosse disturbato.

“Ahia! Questa non ci voleva”

Pensò Milo preoccupato mentre lo osservava che apriva gli occhi con una smorfia infastidita.

:-Milo… te lo avevo detto di chiudere la finestra, no?-:

Biascicò con la voce impastata di sonno.

:-Sì, amore, scusa-:

Milo riaccostò le ante e fece scattare la maniglia, poi si girò di nuovo verso di lui.

:-Cosa guardi?-:

Chiese Camus incuriosito.

Milo sorrise.

:-Te guardo, è ovvio, no?-:

Sapeva che era arrossito, non lo vedeva, ma sapeva bene che il suo freddo Camus arrossiva sempre per quelle cose.

:-Ah… hem… che stai bevendo?-:

Voleva solo sviare il discorso, e Milo lo sapeva.

:-Solo un po’ di succo di pesca-:

Guardò il bicchiere che aveva in mano e all’improvviso gli venne un idea.

:-Ne vuoi un po’?-:

Camus lo osservò incerto.

:-Come?-:

:-Ti ho chiesto se lo vuoi assaggiare-:

Camus lo osservò sospettoso, un campanello d’allarme che tintinnava dentro di lui: aveva colto il tono malizioso del bel greco e sapeva di doversi aspettare un tranello. Mai fidarsi di quello scorpioncino dispettoso.

Milo sentiva su di se lo sguardo indagatore dell’altro e sorrise divertito. Decise di punzecchiarlo un po’.

:-Andiamo, ne vuoi o no?-:

Camus era sempre più diffidente: non riusciva a capire come ma sapeva che Milo stava tentando uno dei suoi giochini e lui non voleva cascarci. Non troppo facilmente almeno. Spostò lo sguardo sul bicchiere di plastica. In controluce si vedeva il liquido opaco. Era dell’innocuo succo di pesca, ma nelle mani di Milo anche quello poteva diventare un pericolo. Guardò di nuovo il suo compagno e non si rassicurò per niente: Milo aveva lo stesso sguardo di una pantera a caccia.

E la preda era lui. 

C’era odore di frutta nell’aria, un odore dolce e aspro, che nascondeva sempre delle sorprese.

Proprio come il suo Milo.

Camus sospirò.

:-E va bene… fammi assaggiare-:

Si era arreso.

Milo sorrise ancora. Aveva vinto di nuovo.

Bagnò le labbra nel liquido e posò il bicchiere sul comodino, poi si chinò su Camus.

Gli sfiorò con un dito le labbra morbide, piano, poi lentamente posò la bocca sulla sua e cominciò a baciarlo.

Un bacio lento, rilassante, in cui entrambi si persero ad occhi chiusi.

Quando si staccarono ansimavano, ma avevano tutti e due un sorriso beato che si rifletteva sul volto dell’altro.

:-Allora, Camus, ne vuoi ancora?-:

Chiese Milo malizioso.

Per tutta risposta Camus gli mise un braccio dietro il collo e se lo tirò addosso.

:-No, tesoro mio… adesso è te che voglio-:

 

   
 
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