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Autore: Tony Stark    26/10/2019    1 recensioni
Un piccolo momento dopo una missione.
Il pianeta di Sinara era freddo e ostile, ma a loro non importava, non finché, erano insieme.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luke Skywalker, Wedge Antilles
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Basking in the Sunlight Glow


Il pianeta di Sinara era, per quanto sembrasse impossibile, più freddo di Hoth. Ma se Hoth era avvolto in un'eterna tempesta di neve di dimensioni planetarie, Sinara era condannato ad un eterna notte ghiacciata, visto che era troppo lontano dalla sua stella perché il calore della sua luce lo raggiungesse.

Logicamente nessuno avrebbe pensato che qualcosa vivesse sul deserto ghiacciato che ricopriva la superficie di Sinara, o al di sotto di questa. E normalmente avrebbero avuto ragione. Ma questa non era una situazione normale, e per questa ragione circa un quarto del famigerato Rogue Squadron si trovava sul pianeta, rintanato con i loro X-Wing dentro le caverne di ghiaccio del pianeta, aspettando che le figurative acque si calmassero prima di tornare alla base.

La missione che erano stati inviati a compiere, completata in qualcosa che poteva essere definito un successo -vedendo che gli elementi positivi superavano in numero quelli negativi- non totale, ma contando che attaccare uno Star Destroyer con cinque X-Wing era una missione suicida il fatto che fossero riusciti ad uscirne tutti salvi, anche se non del tutto indenni, e fossero riusciti a danneggiare i cannoni sulla prua del Destroyer e mettere fuori uso qualche torretta, il loro poteva essere considerato un successo. Anche se li aveva spinti nei territori dell'Anello Esterno, e su un pianeta così ostile da non avere forme di vita proprie.

Tutto sommato sarebbe potuta andare peggio, molto, molto peggio.

Almeno erano al sicuro delle nevicate e dal clima rigido nella caverna dove si erano nascosti, e l'ambiente stesso era abbastanza riparato che il calore del fuoco e delle X-Wing stesse -ancora calde dall'ingresso repentino e, non propriamente sicuro, nell'atmosfera- aveva cacciato via il freddo abbastanza efficacemente.

«Dovremmo andare a cercare gli altri» sussurrò Wedge, la sua voce tanto bassa che neanche si sentiva sopra lo scoppiettio del fuoco e il vento che soffiava fuori dalla caverna, ma il corelliano non si preoccupò.

Luke aveva la,onestamente quasi, soprannaturale abilità di sentire anche la più bassa delle voci, il più sottile dei suoni, quindi non aveva alcun dubbio che lo avesse sentito.

«Si, dovremmo» concordò Luke in risposta, ma non fece alcun movimento per alzarsi o allontanarsi da lui, di fatto avvicinandosi appena un po' di più, poggiando la testa contro la sua spalla, con la stessa pigra eleganza  di un gatto di Loth.

Per abitudine consolidata,  più che per istinto, Wedge portò una mano -quella del braccio libero, che non era bloccato fra il suo fianco e Luke- fra i capelli del suo Comandante, passando le dita fra quei fili biondi, ora leggermente boccolati(seriamente più tempo passava più Luke somigliava agli holoposter del Generale Skywalker, il che aveva senso vedendo che l'uomo era suo padre), accarezzandoli. Sentì il suo Comandante rilassarsi sotto il suo tocco.

«Ma la nevicata è fitta come una tempesta di sabbia su Tatooine» Luke disse, e Wedge impiegò qualche istante prima di ricordare la conversazione precedente, la sua attenzione sul ragazzo fra le sue braccia, al modo in cui quegli occhi cristallini come il cielo del deserto andavano addolcendosi ad ogni carezza. «E andare, andare là fuori...» disse, la sua voce bassa e appena più distratta, le sue parole che sfumavano in un respiro, la sua attenzione che andava concentrandosi più sull'ora e  adesso che su quello che avrebbero dovuto fare.

«Non sarebbe una buona idea?» concluse Wedge per lui, Luke annuì.

Ed era incredibile come il suo Comandante passasse da una fiera, inarrestabile forza della natura al giovane ragazzo innocente che era fra le sue braccia in questo momento. Qualunque traccia rimasta della tensione causata dalla missione era appena sparita, e, a esserne onesti, Wedge era felice di esserne la ragione. Il suo Comandante aveva bisogno di un po' di tranquillità, di potersi rilassare senza preoccupazione alcuna.

«Wedge?» la voce del suo Comandante lo riportò alla realtà, bassa e morbida quasi assonnata.

«Sì, Luke?»

«Andremo a cercarli...  a cercarli dopo che la nevicata sarà passata»disse. Wedge rispose affermativamente, e Luke chiuse gli occhi, crogiolandosi nel calore del suo affetto. E sebbene, Wedge non fosse sensibile alla Forza, poteva giurare di aver sentito qualcosa di caldo, caldo come una bella giornata e un buon ricordo, avvolgersi attorno a loro.

Sì, Sinara era freddo e ostile. Ed era avvolto in un'eterna notte. Ma a Wedge non importava dell'oscurità fuori, perché tutta la luce di cui aveva bisogno era lì fra le sue braccia.
   
 
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