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Autore: Nao Yoshikawa    01/11/2019    7 recensioni
La vigilia di Natale è fonte di malinconia sia per Regina che per un certo pirata, ma chissà che le cose non possano prendere una piega diversa.
«In fondo un cuore ce l’hai anche tu, anche se vorresti nasconderlo.»
Da che pulpito, eh?
Nervosa, si infilò una mano in tasca, sentendo il cellulare vibrare. Doveva trattarsi di Emma, che sicuramente le aveva mandato un messaggio per sapere dove si fosse cacciata.
Mi trovo bloccata da Granny con il tuo ex fidanzato.
Forse sarebbe stato meglio non dirlo.
«Ad ogni modo penso che dovresti esserci, questa sera. Non startene lì ad autocommiserarti»
«Intendi dire come stai facendo tu?»
Che razza di idiota. Lui, ed anche lei. Cos’è, adesso era lei a consolare lui? Quel pirata si meritava la solitudine.
No, non era vero. Nessuno meritava la solitudine. E poi erano molto simili, non solo per aver perso qualcuno di importante – seppur in modo diverso -, ma anche e soprattutto nell’avere un passato simile.

Storia partecipante al contest "Il mio Babbo Natale segreto" indetto da Claire roxy sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di doni rubati e speranze ritrovate
 
 
A Regina non dispiaceva la solitudine, tutt’altro. Doveva però ammettere che passare anche la vigilia di Natale in perfetta solitudine era abbastanza deprimente. Henry stava passando la sua fantastica serata insieme ad Emma, probabilmente dopo sarebbero arrivati anche Mery Margaret e David con il piccolo Neal.
Ovviamente non era stata tagliata fuori. Sia suo figlio che Emma le avevano chiesto fino allo sfinimento di raggiungerli per passare la serata in famiglia, eppure Regina non era riuscita né a dire di sì, né a dire di no. Era rimasta a temporeggiare, mentre adesso si ritrovava da Granny a bere una cioccolata calda.
«Stasera si chiude presto, è la vigilia di Natale!» esclamò l’anziana donna dietro il bancone. «Non mi aspettavo di certo di vederti qui a quest’ora, niente festeggiamenti?»
Regina sollevò lo sguardo dalla sua cioccolata, sforzando un sorriso.
«In realtà gli altri mi stanno aspettando. Tra un po’ vado.»
Forse. Non avrebbe saputo cosa fare, in verità. Il problema di Regina, che assai raramente si lasciava andare alla malinconia e allo sconforto, era che l’aria natalizia le faceva venire in mente chi non c’era più.
Ad esempio Robin.
Soprattutto lui.
No, non l’aveva superata e dubitava che sarebbe mai successo. Forse avrebbe potuto rassegnarsi, accettare il dolore e convivere con esso. Ma di andare avanti non ne aveva voglia, tanto meno di innamorarsi ancora. Prima Daniel, poi Robin, entrambi non c’erano più, e quando ci pensava Regina non poteva fare a meno di pensare che forse doveva avere addosso una sorta di maledizione.
Non era sola, questo lo sapeva. Aveva un figlio, una famiglia meravigliosa che la sosteneva e che le voleva bene, ma…
C’era sempre quel maledettissimo “ma”. La sensazione costante che mancasse un pezzo al suo cuore così incrinato. E tutto ciò le pesava soprattutto adesso, durante quella festività che invece avrebbe dovuto portarle gioia e spensieratezza.
Mandò giù un sorso della cioccolata calda, notando che la tavola calda fosse praticamente vuota. Ovvio, in giorni come quelli la gente stava in casa, attorno ad un albero o davanti tavolate, di certo non a deprimersi.
Non era però ingrata. Sapeva di essere molto fortunata, soprattutto se rispetto ad altri. Perché alcuni erano completamente soli o quasi.
Qualcuno come Killian Jones. A quest’ultimo le festività non interessavano particolarmente, per lui un giorno era uguale ad un altro. Eppure, mentre entrava da Granny, aveva addosso un certo odore di rum, segno che doveva esserci andato pesante con l’alcol, non fino ad ubriacarsi, ma forse abbastanza per cercare di non pensare.
«Ah, ed io che pensavo di essere il solo, questa sera.»
Regina lo aveva già riconosciuto dall’odore, ma quando si voltò trovò conferma: Killian Jones la guardava con il suo solito sorriso spavaldo.
«Guarda chi si vede. Te ne vai in giro con questa neve, pirata?» domandò Regina dopo essersi pulita le labbra con un tovagliolo. Effettivamente fuori continuava a nevicare senza tregua, seppur dolcemente.
«E tu invece? Te ne stai qui sola soletta la sera della Vigilia?»
«Beh… potrei chiederti la stessa cosa…» rispose alzando gli occhi al cielo.  Non aveva voglia di fargli certe confidenze, non era da lei, soprattutto non era da lei far certe confidenze proprio a lui. Anche se non lo vide, poté sentire chiaramente Killian farsi più vicino, fino a sedersi sullo sgabello accanto a lei. Sorrideva, ma avrebbe potuto giurare di vedere della malinconia recondita nel suo sguardo.
«Sono un single che sta cercando qualcosa da fare.»
«Emma non aveva invitato anche te per passare il Natale insieme?»
Il pirata rise di un riso amaro.
«Sì, e magari potrei andare da lei e giocare a fare i bravi amici? Non è per nulla facile, dopotutto abbiamo rotto da poco.»
Regina serrò le labbra. Tre mesi prima, Emma e Killian avevano deciso di porre fine ad una relazione che oramai non andava più avanti, o che forse, semplicemente, era sempre stata destinata a non durare. Per la Salvatrice era stato un po’ più facile, forgiata dal dolore e dalle batoste che aveva subito. Per Killian invece era stato un po’ più complicato, anche se si sforzava di non darlo a vedere. Emma aveva e stava ancora cercando di mantenere un rapporto amichevole con lui, proprio per questo lo aveva invitato a passare il Natale insieme.
«Capisco. Immagino che sarebbe difficile», si limitò a dire. Ma non sarebbe finita lì, perché di sicuro Killian le avrebbe rigirato la stessa domanda.
«E tu non vai a passare il Natale con la tua famiglia?»
Magari fosse stato così facile. Era colpa dell’aria natalizia se adesso si ritrovava in quello stato di malinconia.
«Certo che vado, ci mancherebbe. Anche se forse, mi rendo conto, non sono dell’umore migliore.»
Si pentì amaramente di aver parlato. Niente confidenze di troppo, eppure le era uscito naturale. Forse perché in fondo non le dispiaceva avere qualcuno con cui parlare.
«Oh, andiamo… non mi dire che sei malinconica. Immagino di sì… ho notato che queste festività ci portano a ricordare. Pensi a lui, non è vero?»
La solita indelicatezza, ma a Regina non diede particolarmente fastidio. Certo, se fosse stata di un umore un po’ migliore, forse lo avrebbe anche insultato, come minimo, ma non quella sera.
Mandò giù il magone, non potendo però impedire agli occhi di divenire lucidi.
«Vuoi metterti ad ascoltare i miei problemi di cuore, pirata?»
Killian sorrise divertito.
«Non ho nulla di meglio da fare, in questa serata così nevosa.»
Si sentì quasi sollevata nel sentirlo rispondere in quel modo. Allontanò la tazza oramai vuota. Fuori non aveva ancora smesso di nevicare.
Che cosa poteva dire? Che Robin le mancava? Certo, chiaro, era ovvio che fosse così. Che come non mai sentiva di non poter andare avanti neanche volendolo? Per due volte aveva perso l’amore, l’idea di gettarsi di nuovo a capofitto in una relazione, anche in un futuro prossimo, le era impensabile.
«Beh, ma non c’è molto da dire. Di solito tiro avanti, ma in occasioni come queste, quando si sta tutti insieme, non posso non pensarci. E non pretendo che tu capisca.»
«Oh, sei crudele, tesoro. Devo ricordarti che sono stato scaricato? Però forse me lo merito. Dopotutto non sono la miglior persona che si possa desiderare al proprio fianco, no?»
E questo lei come poteva saperlo?
«In fondo un cuore ce l’hai anche tu, anche se vorresti nasconderlo.»
Da che pulpito, eh?
Nervosa, si infilò una mano in tasca, sentendo il cellulare vibrare. Doveva trattarsi di Emma, che sicuramente le aveva mandato un messaggio per sapere dove si fosse cacciata.
Mi trovo bloccata da Granny con il tuo ex fidanzato.
Forse sarebbe stato meglio non dirlo.
«Ad ogni modo penso che dovresti esserci, questa sera. Non startene lì ad autocommiserarti»
«Intendi dire come stai facendo tu?»
Che razza di idiota. Lui, ed anche lei. Cos’è, adesso era lei a consolare lui? Quel pirata si meritava la solitudine.
No, non era vero. Nessuno meritava la solitudine. E poi erano molto simili, non solo per aver perso qualcuno di importante – seppur in modo diverso -, ma anche e soprattutto nell’avere un passato simile.
Due cattivi che erano cambiati per amore. Piuttosto ironico che adesso si ritrovassero in quella situazione.
«D’accordo… forse è meglio se adesso me ne vado, prima che Granny ci cacci fuori.»
Roteò sullo sgabello e si alzò, sistemandosi il cappotto. Aveva anche perso fin troppo tempo.
Killian capì di non essere guardato e ciò fu quasi un sollievo per lui. Non voleva mostrare la sua espressione afflitta, era già abbastanza patetico così.
«Non svanirà il dolore. O il gelo. Andare avanti quando si perde qualcuno non è mai facile. Ah, ma tu ce la farai di certo. Non come me.»
Regina sospirò, mentre si infilava i guanti scuri. Probabilmente sì, sarebbe andata avanti, senza mai guarire del tutto. Anche dopo anni faceva male la morte di Daniel e avrebbe fatto male quella di Robin.
Preferisco rimanere sola. Preferisco non soffrire.
«Ti prego», sbottò. «Ti riprenderai, non sei il primo pirata che viene lasciato dalla fidanzata. Tra un po’ di tempo troverai qualcun’altra.»
Al contrario mio. Soffre qualunque uomo si ritrovi al mio fianco.
«Mi stai davvero consolando, sono quasi lusingato.»
Regina sentì lo spostamento d’aria e capì che Killian doveva essersi alzato. Si era fatto più vicino, in una maniera che di solito avrebbe definito molesta, eppure non si sentì troppo infastidita.
«È perché a Natale siamo tutti più buoni.»
Il pirata sorrise. Stava soffrendo anche lui, malgrado si ostinasse a nasconderlo dietro l’alcol e un atteggiamento strafottente.
«A quanto pare. Sai, non avrei mai pensato potessimo essere così simili. Veniamo sempre lasciati da coloro che amiamo.»
Lei strinse la borsetta che portava, trattenendosi dal lanciargli una palla di fuoco. Killian diceva cose reali e per questo dolorose.
«Beh, tanto non importa. Non credo che mi innamorerò di nuovo.»
«Ah, e questo come fai a saperlo?»
«Io… lo so e basta…» fece per dirlo ad alta voce, ma finì invece col sussurrarlo. Questo perché Killian si era avvicinato ancora, e questa volta in maniera decisamente più molesta. Doveva essere impazzito, oppure fin troppo ubriaco per arrivare a tanto.
«Ma tesoro, non puoi dare ottimi consigli e poi comportarti in modo sbagliato.»
La donna serrò le labbra. Quel dannatissimo pirata da quattro soldi, donnaiolo, insopportabile e fastidioso.
Certo, però, riconobbe e sentì propria la triste luce nei suoi occhi.
«Io ti conosco, pirata. Leggo chiaramente le tue intenzioni. E sappi che se stai cercando un ripiego, tenti con la persona sbagliata», affermò, cercando di essere ferma nelle parole.
Killian era cambiato. Emma aveva fatto gran parte del lavoro, ma non aveva idea di come sarebbero andate le cose adesso che si erano separati. Così come non aveva idea del perché quegli occhi azzurri e incatenati ai suoi dovessero procurarle un tumulto. Anche perché adesso lui aveva smesso di sorridere, era diventato serio.
«Non mi pare di aver mai detto che dovevi essere un ripiego. Ma il fatto che tu non mi abbia ucciso, significa che forse non disprezzi così tanto una vicinanza.»
Ancora una volta, diceva qualcosa di veritiero e per questo scomodo. Regina non sapeva se ciò che sentiva in quel momento fosse voglia di calore, voglia di tenerezza o semplicemente la speranza che in futuro avrebbe potuto innamorarsi di nuovo.
Ma di Killian?
No! Cacciò immediatamente il pensiero, questo era fuori discussione. Sarebbe stato sconveniente per tutta una serie di motivi, primo fra tutti perché era l’ex fidanzato di Emma.
«Anche se fosse, non pensare che io ceda. Contrariamente alla maggior parte delle donne, sono immune al tuo fascino.»
Lo aveva appena definito affascinante?
Lo sentì ridere e non poté fare a meno di arrossire.
«D’accordo, allora non cedere, d’altronde non ce n’è motivo. Dimmi, tesoro, hai già pensato ai regali di Natale, non è vero?»
… E adesso che razza di domanda era all’improvviso, in un momento come quello?
Regina si lasciò andare ad un’espressione confusa.
«Ovviamente e con largo anticipo.»
«Immaginavo. E tu? Cosa vorresti per questo Natale?»
Ci sarebbero stati tanti modi per rispondere. Forse voleva la serenità, la gioia, il bene della sua famiglia, di suo figlio. Forse voleva qualcosa di suo, la speranza – oh cielo, si sentiva tanto Mery Margaret -, oppure ciò che le era stato tolto: il coraggio di buttarsi, di amare ancora, anche se avrebbe potuto far male.
«… Io in realtà non lo so…» ammise.
Killian annuì.
«Capisco. Beh, io a fare regali sono assolutamente negato. E soprattutto, non pensavo di doverne fare uno proprio a te.»
«A me? Di cosa stai…?»
Quel pirata si dimostrò essere un abile traditore. Perché la baciò improvvisamente in un momento di distrazione, cosicché non potesse ribellarsi.
O forse non si sarebbe ribellata a priori.
Le labbra di Killian si erano poggiate gentilmente sulle sue, dipinte di rossetto rosso, senza alcuna insistenza. Subito Regina aveva percepito la ruvidezza del suo viso e anche un leggero sentore di alcol, tuttavia non lo trovò sgradevole, sebbene si stesse facendo baciare da quel dannatissimo pirata!
Tutto il contrario. Avvertì calore, ed anche una sensazione dolce-amara allo stomaco. Capì che Killian non stava agendo per divertimento, né tanto meno per indispettirla. Quello era stato una sorta di suo dono, un tentativo di innestare la speranza ad entrambi. E Regina lo gradì, quasi si commosse.
Si ritrovò completamente immobile e spaesata, e ringraziò Dio che in quel momento non ci fosse nessuno a guardarli.
Killian si staccò poco dopo, anche lui rosso in viso, ma sorridendo nuovamente.
«Beh, buon Natale cara! Adesso vado, ci vediamo da Emma!»
Aspetta, cosa?
Quell’idiota di un pirata! Era così che ci si comportava? La baciava e poi scappava senza neanche dire una parola al riguardo?
Regina avrebbe voluto arrabbiarsi, ma in realtà non ci riuscì. Killian era uscito dalla tavola calda e lei era rimasta lì a fissare il vuoto, con le labbra socchiuse e la gote arrossata.
«È l’ora di chiusura! Non si può mai riposare, neanche nei giorni festivi!» si lamentò Granny, invogliando l’unica cliente rimasta ad uscire.
Regina però non la sentì nemmeno, troppo occupata nel sentire invece il profumo di Killian, ancora nella sua testa, e la sensazione di quel bacio, vivido e intenso.
Sì senti serena. Avvolta da una dolce malinconia che però non le faceva venire voglia di piangere. Non aveva idea del cosa sarebbe successo dopo quella vigilia, né se effettivamente sarebbe tornata ad amare di nuovo.
Eppure adesso il pensiero non le sembrava poi così assurdo.
«Sì, vado.»
E sorrise, con rinnovato buon umore. Sarebbe andata a casa di Emma, dove avrebbe trascorso un magnifico Natale.
E tutto ciò grazie anche a Killian che, doveva ammetterlo, forse un po’ iniziava a piacerle.

Nota dell'autrice
Per me ogni scusa è buona per ritornare su fandom di ouat, ultimamente con coppie un pochino crack. Spero che la persona per cui ho scritto questa storia apprezzerà, anche perché ho avuto l'occasione di scrivere di un pairing che mi piace molto (poi vabé, io shippo Regina con tutti, quindi). La storia potrebbe essere ambientata in qualsiasi momento della quinta stagione (magari anche sesta), in cui ho pensato che Emma e Killian si siano lasciati e che quindi lui sia un po' giù di corda e si ritrovi a parlare con Regina. Effettivamente hanno molto in comune e mi sono divertita a farli interagire in questo modo. Secondo me, boh, hanno un potenziale altissimo. Natale è arrivato un po' in anticipo, ma non fa mai male.
   
 
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