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Autore: La Lady    11/11/2019    0 recensioni
Il piccolo Prompto, arrivato ad Insomnia, viene lasciato al Capitano Drautos.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cor Leonis, Prompto Argentum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titus Drautos si alzò quella mattina con la sensazione che entro fine giornata avrebbe avuto un ml di testa allucinante.
O avrebbe rischiato di uccidere qualche suo Glaives appena arruolato.
L'uomo si strofinò gli occhi mettendosi seduto sul letto del suo modesto appartamento.
Era diventato Capitano dei Glaives da due anni ma aveva preferito rimanere nel suo vecchio appartamente un po' fuori dalla Cittadella.
Si passò un mano fra i capelli arruffati, cercando di scacciare dalla testa quella strana sensazione.


Titus Drautos era un uomo abbastanza abitudinario.
Se si toglieva il fatto che era anche il Generale Glauca al servizio dell'Impero da circa due anni.
Come ogni mercoledì uscì di casa quando il sole non era ancora sorto per allenarsi nella corsa per poi fermarsi al mercato del pesce a est di Somnus Streat.
Pur essendo passi quasi dieci anni dalla presa per mano dell'Impero della sua terra natale (e del suo trasferimento come profugo e poi come cadetto per la Corona) ma Titus non perdeva le sue abitudini ed usanze.
Quindi tornò a casa, cucinò velcemente il pesce mentre beveva la sua prima tazza di caffe della giornata, e andò a farsi la doccia.
Mentre saliva in macchina per raggiungere la Cittadella quella strana sensazione lo aveva già abbandonato.


8:30 a.m.

Il Capitano Drautos sedeva alla sua scrivania bevendo il secondo caffe della giornata.
Appena entrato nel suo ufficio aveva scoperto, con suo orrore e sgomento, che i fogli da esaminare e firmare erano aumentati sulla sua scrivania.
E non aiutò il fatto che cinque di essi parlavano di risse fra i suoi  giovani Glaives e Guardiani della Corona.
Sospirando si mise al lavoro.
I suoi uomini sarebbero arrivati non entro le 11:00 quindi aveva un po' di tempo.
Stava leggendo il rapporto di due Glaives che avevano preso a pugni tre Guardiani della corona per motivi etnici quando bussarono alla porta.
-Avanti...-
La porta si aprì cigolando ma nessuno si annunciò.
Titus Drautos alzò gli occhi e non si sarebbe mai aspettato di vedere la scena che gli si parò davanti.
E non c'entrava niente il fatto che, solo tre sere prima, si fosse ubriacato e fosse finito a letto con l'uomo che aveva di fronte.
No.
Rimase immobile con la penna ferma a mezz'eria nella sua mano osservando il Maresciallo Leonis con una grande borsa sul fianco ed un bambino biondo fra le braccia.
Ci fu un lungo minuto di silenzio rotto infine dalla voce del Capitano.
-Non è mio, Leonis...-
Meglio buttarla suo ridere.
Perchè, passato lo shock iniziale, osservare il Maresciallo con la faccia sconvolta ed un bambino che cercava di mettergli le dita nel naso era veramente spassoso.
-Ho un incarico da affidarti-
Cor entrò nell'ufficio con passo deciso, scaricando la grande borsa fra le scartoffie sul tavolo e sistemandosi il bambino fra le braccia.
-Ritorna nel pomeriggio, ho da allenare i  miei uomini e da sistemare circa cinquanta rapporti.-
Il tono del Capitano era tranquillo e sereno mentre postava verso il Maresciallo la borsa (abbastanza pesante) e ne estraeva da sotto dei rapporti da firmare.
-Devi tenere questo bambino fino a stasera.-
Titus guardò Cor negli occhi. Blu oceano in un blu elettrico.
-Col cazzo. Ci sono minimo venti babysitter per il piccolo Principe Noctis. Infilalo fra le sottane di una di loro.-
Era uno scherzo, e di cattivo gusto.
Sapeva che quella sera avebbe portato delle ripercussioni a lavoro. In dieci anni di lavoro alla Cittadella non era mai andato a letto con nessun collega, uomo o donna che fosse.
Un motivo c'era e questo era il risultato.
-Senti...-
-Leonis se è per l'altra sera dobbiamo mettere le cose subito in chiaro. Ero ubriaco. Tu anche. Ce la siamo spassata come due semplici uomini di trent'anni. Porta quel bambino fuori da qui.-
Lo disse serio, con la penna puntata verso l'altro uomo, e sarebbe stata una cosa minacciosa se ad certo punto il bmbino non si fosse voltato e avesse afferrato la penna cercando di prenderla.
-Drautos non sei la mia prima scelta per lasciare un bambino...-
-Allora lascialo a Monica. sarà entusiasta di badare al figlio dell'Immortale.-
-Non è mio figlio...-
-Lascialo alla residenza Amicitia. Hanno un bambino anche loro. Dove ce ne sta uno ce ne possono stare due...-
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!-
L'urlo del bambino fece calare il silenzio fra gli uomini.
Titus si concesse di osservarlo.
Aveva dei grandi occhi dal colore strano... Titus poteva giurare di vederci una punta di viola. Il ciouffo di capelli che gli cresceva in mezzo alla testa era di un biondo caldo e molto buffo. Totus pensò che somigliasse ad un cucciolo di Chocobo.
Poi osservò la bocca del bambino che preannunciava un pianto disperato.
Il Capitano dei Glaives si alzò, fece il giro della scrivania, e prese il bambino dalle braccia del Maresciallo (poteva giurare di aver visto del sollievo e della vittoria nei suoi occhi).
-Sia chiaro Leonis - Disse mentre si sistemava il bambino fra le possenti braccia - Non oltre le otto di questa sera.-


11:00 a.m.

Il bambino si chiamava Prompto.
Aveva circa 18 mesi ed era in attesa di essere adottato da una famiglia di Lucis.
Ed era tremendamente vivace.
Ma quest'ultima cosa il Maresciallo Leonis si prese ben cura di non dirl al Capitano, lasciando che lo scoprisse da solo.
La cosa che nessuno si sarebbe mai immaginato era che a Titus Drautos i bambini piacevano.
E la cosa che nessuno si sarebbe mai sognato di credere è che sapeva come comportarsi con loro.
-Allora piccolo chocobo... Tra poco arriveranno dei brutti tipi, molti dei quali ancora mezzi addormentati e con i postumi di una sbornia, e noi li faremo sudare un po con degli allenamenti intensivi. Che dici, ti piace come programma?-
-Gu!-
-Bene, ottima risposta.-
Titus riprese a firmare e leggere carte mentre il bambino giocava con dei sonagli su una coperta che il Capitano aveva steso per terra.
L'uomo doveva ammettere che il bambino era bravo:
non aveva mai pianto da quando il Maresciallo lo aveva lasciato a lui e si erano presi mezz'ora per conoscersi e per allestire una piccola aerea nel suo ufficio.
Prompto aveva sempre giocato sul tappeto accompagnando capriole e lascio di oggetti con urletti gioiosi.
Titus chiaccherava di tanto in tanto con lui, porgendogli qualche gioco che accidentalmente andava sotto la scrivania.
Furono interrotti dal bussare lieve alla porta.
-Avanti-
Titus Drautos cercò di non ridere.
Ma era tremendamente difficile resistere alla tentazione.
Davanti a lui dieci dei suoi giovani (il più "vecchio" aveva solo 21 anni) Glaives si paralizzarono alla vista del bambino.
Persino Lazzarus che solitamente non si lasciava impressionare da niente rimase a bocca aperta.
Alla fine, vedere un bambino nell'ufficio del Capitano Drautos non era cosa da tutti i giorni.
-Ricordate... Più tempo rimanete come dei fottuti pesci a bocca aperta li sulla porta, più gli allenamenti saranno lunghi e particolari.-
-Si Capitano!- Si voltarono in ogni direzione, battendosi l'un l'altro.
-Ulric! Ostium! Nel pomeriggio siete convocati nel mio ufficio. Avete cinque ore di tempo per pensare bene alle vostre risposte!-
-Gu!-
I due ragazzi chiusero lentamente la porta scoccandosi uno sguardo preoccupato. Per le parole del Capitano e per la risposta del bambino.


12:00 a.m.

I Glaives si allenarono e, dopo la doccia di routine, passarono a far rapporto al Capitano.
Trovarono la porta chiusa a chiave e urla ridenti di un bambino provenienti dall'interno mentre una voce più adulta parlava seria e decisa.
-Inutile che tenti di scappare piccolo chocobo! Ho pescato anguille a mani nude da quando avevo 5 anni e ti posso assicurare che da qui a cinque minuti ti avrò messi questo fottuto pannolino e questi fottutissimi pantaloncini... E' inutile tu mi guardi così... E no, non mi corromperai con un pupzzo a forma di cactus. Il pannolino te lo metterò ugualmente... Ci vuole altro per corrompere il Capitano Drautos, ricordatelo...!-
Ciò che i Glaives non dissero mai è che, quel giorno, ognuno di loro stette con l'orecchio incollato alla porta dell'ufficio.

12:30 a.m.

-Bene, è ora della pappa, piccolo chocobo...-
Titus era riuscito a cambiare il pannolino che giaceva come una bomba fuori dalla finestra accuratamente chiusa.
Aveva liberato la scrivania per permettere al bambino di mangiare con lui.
-Vediamo che ti ha lasciato da mangiare l'Immortale...-
L'uomo cercò dentro la grande borsa: tolse vestiti, pannolini, salviette umidificate, vari giochi, una coperta, una spazzola, dei flaconcini di soluzione salina per il naso, ed alla fine trovò un biberon con attaccato una bustina con del latte in polvere.
-Come cavolo faceva tutta questa roba a stare dentro questa borsa?! Bah, non importa...- Titus osservò il biberon e prese un foglietto con su scritte a mano delle informazioni su quando e come preparare il latte.
-Qui ti vogliono morto te lo dice Titus... Vieni qua chocobo - Buttò il biberon della borsa per poi prendere fra le braccia Prompto e posarselo sulle gambe dopo essersi seduto alla scrivania -Facciamogli vedere cosa mangiano i veri uomini qui..-
-Gu!-
Il bambino iniziò a battere la manine quando l'uomo aprì la scatola del pranzo.
-Ecco qua, riso con pesce! Si crescevano così i bambini a Cavaugh sai? Latte e pesce.-
Rise piano mentre serviva un po' di cibo su di un piatto cercando di fermare le mani smaniose di Prompto che volevano afferrare tutto.
Cercò di insegnargli ad usare la forchetta ma fallì miseramente dopo che l'utensile volò vicino alla pianta grassa accanto alla porta.
Il bambino era curioso e Titus osservò con un sorriso mentre portava le mani cariche di riso alla bocca.
-Ehy vacci piano scricciolo... Bevi anche l'acqua...-
Bevvero dallo stesso bicchiere (dopo aver bevuto per sbaglio dalla bottiglia, Titus si accorse che anche Prompto voleva fare lo stesso) e mangiarono allegramente insieme.
Titus elogiò il bambino e lo spronò ad esplorare cibo e utensili.  Era così vivivace... Così curioso...
Titus pensò che era per questo che combatteva, in ogni frazione.
Combatteva per un futuro dove poteva tornare a casa, sulle coste, magari portando uno o due bambini ad imparare a pescare.

3:00 p.m.

Dopo altri due pannolini pieni di cacca, Prompto riuscì ad addormentarsi.
Era curioso per i Glaives vedere il loro alto e muscoloso Capitano con adagiato sulla spalla un bambino addormentato.
Ciò che non sapevano era che suddetto Capitano aveva impiegato quasi un ora (e camminato per quasi tutta la Cittadella) per riuscire ad addormentare Prompto. Giurò che il primo che lo avesse accidentalmente svegliato avrebbe preferito Ifrit a lui. E lo disse ringhiando. Quindi i Glaives gli credettero sulla parola.
meno di mezz'ora dopo il bambino si svegliò.


4:00 p.m.

-Vi rendete conto di ciò che avete fatto ieri sera?! avete preso a pugni tre membri della guarda della Corona!-
Nyx e Libertus stavano dritti nell'ufficio del loro capitano con gli occhi fissi di fronte a loro.
Il più alto aveva un occhio nero mentre il suo amico il labbro rotto.
-Signore...-
-Nessun Signore, Ulric! Siete qui da un anno e mi aspetto serietà da voi! Siete Glaives! Non un gruppo di barboni che vanno a far rissa! E non mi importa cosa cazzo abbiano detto sulla vostra terra natale o sulle vostre madri. Voi siete Glaives e non potete infangare l'onore che stiamo costruendo! Intesi?!-
Nyx e Libertus annuirono guardando fissi davanti a loro.
Perchè essere sgridati dal proprio Capitano che li ammoniva puntandogli contro un sonaglio era la cosa più ridicola a cui avessero preso parte in vita loro.
Loro non potevano ridere ma il resto del loro gruppo, appostato sull'albero fuori dalla finestra dell'ufficio del Capitano, lo fecero anche per loro.


7:30 p.m

-Eccoci qua piccolo chocobo... Fra poco arriva mamma Cor e ti porta ovunque fuori di qui.-
Titus aveva congedato i Glaives un ora prima del previsto grazie agli allenamenti intensivi a cui li aveva sottoposti.
Li vedeva ogni tanto, ridere sotto i baffi e mandargli sguardi curiosi mentre passava fra i ranghi o camminava accanto al campo di allenamento con Prompto fra le braccia.
Il bambino aveva esplorato tutto il complesso dei Glaives, battendo le mani e regalando sorrisi a ogni soldato.
adesso che erano di nuovo soli nell'ufficio, Titus lo osservò meglio. Il bambino si divertiva a scendere e salire dalla poltrona della scrivania mentre l'uomo sistemava fogli sui vari scaffali. Per un solo momento Titus si immaginò a spaccare legna da portare in casa mentre un bambino saltava fra cumoli di foglie secche vicino a lui.
Titus sentì una stretta al cuore ma decise di non farci caso.
L'immortale era in ritardo. Per Titus Drautos la frase "entro le otto di stasera" equivaleva a " alle sette lo voglio fuori dal mio ufficio".
Raccolse giochi sparsi per l'ufficio, sentendo la morbidetta dei peluche e sorridendo alle miniature degli animali che affolavano il pavimento. Ripose tutto nella borsa, pigiando un po' e facendo attenzione a non rompere la cerniera.
Cor era in ritardo.
E lui aveva estremo bisogno di scrollarsi via quella giornata dal corpo.
-Andiamo Prompto, aspettiamo l'Immortale davanti alla porta del suo ufficio.-
Il bambino lo guardò serio, scese dalla poltrona e lo prese per mano oltrepassando la porta.

8:00 p.m.

La porta dell'ufficio del Maresciallo Cor Leonis, detto l'Immortale, era chiusa a chiave.
Titus venne a sapere da un inserviente che le guardie della Corona staccavano da lavoro alle sei del pomeriggio.
Titus avrebbe voluto bestemmiare gli Dei, e lo fece nella sua testa, ma Prompto decise di scappare vicino alle scale e l'uomo lo rincorse per prenderlo al volo prima della caduta.
Guardò il bambino ridere di gusto e anche lui sorrise triste. Alzò prompto in alto davanti a se guardando quel sorriso allargarsi sulla bocca del bambino mentre agitava le piccole braccia.
Per quel bambino era tutto un gioco, il mondo era un arcobaleno di colori vivaci. In cuor suo, Titus gli augurò che fosse sempre così.
-Va bene piccolo chocobo... Andiamo a casa.-
Titus Drautos si mise il piccolor prompto sulle spalle raccogliendo la borsa che aveva precedentemente lasciato a terra.
Salutà la ragazza alla portineria mentre usciva con quel bambino felice sulle spalle, con le manine in alto come per toccare il cielo.



Il giorno dopo...

Cor Leonis era un uomo strano.
Aveva 28 anni e rancore e desiderio sembrano consumarlo in ogni istante.
o almeno così la pensavano Regis e Clarus.
Cor l'Immortale osservò la porta del suo ufficio e lesse due volte il biglietto che era stato attaccato in bella vista.

"Se mai conoscerai una donna disposta a darti un figlio, sappi che sarò li a ricordagli con quanta leggerezza hai dimenticato e abbandonato un bambino di un anno e mezzo in mano al Capitano dei Kingsglaive.
PS: quella polverina del cazzo che dici essere latte in polvere bevila te.
T.D."

Cor Leonis ossevò il biberon posato davanti alla porta del suo ufficio.
Lo avrebbero preso per il culo per molto tempo...



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Questa fic nasce dopo aver visto uno splendido disegno fatto da Merlin ( qui lascio il link  https://twitter.com/OwlyMerlin/status/1192637119669428230 ). Lo ringrazio per avermi permesso di "prendere l'idea" per questa storia!
   
 
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