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Autore: _Alexis J Frost_    21/11/2019    0 recensioni
Spoiler alert! Infanzia di Lan Wangji.
«Wangji.» Pronunciò, con ton premuroso, il più dolce e comprensivo che avrebbe potuto utilizzare. «Basta torturarti in questo modo. Dobbiamo lasciarla andare.»
Lan Zhan osservò il fratello con la coda dell'occhio. Il suo volto mostrò una parvenza di movimento di sopracciglia ma non altro.
Quando gli fu detto ogni cosa, lui era certo di non aver compreso a fondo cosa stava succedendo. Nessuno aveva mai parlato di gente che non c'era più, o che era andata via. La mamma non poteva lasciare quella dimora, pertanto dove avrebbe potuto essere?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Lan XiChen/Lan Huan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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TEARS.
 Crying is how your heart speaks,
when your lips can't explain the pain you feel.
Sedeva, dinnanzi una porta, la minuta figura di un bambino.
Intorno a lui pace e verde soltanto, alberi ed erba, cinguettio di alcuni uccellini che di tanto in tanto rompevano il silenzio con la loro presenza.
Un fresco e dolce vento smuoveva le chiome degli alberi, spostando i capelli del piccolo; lunghi fili sottili neri come l'ebano ora stuzzicavano le guance tanto quanto le piccole ginocchia, lì ferme già da un'ora, immobili come quelle di una statua. E statua invero pareva quell'infante, con le paffute mani appoggiate sulle gambe e la schiena che rimaneva eretta, frutto di un disciplinamento totalizzante. Poiché egli era un'anima pronta ad esser plasmata, grezzo diamante che col tempo sarebbe divenuto perfezione, esemplare orgoglio capace di risplendere di propria luce ad ogni passo o movenza.
Occhi chiarissimi caratterizzavano quel bimbo nella bianca giada scolpito, occhi fermi verso quell'entrata di legno che mai si apriva, talmente concentrati e in attesa da lasciar sorgere uno spontaneo quesito: poteva davvero un bambino rimaner in tal modo? Poteva davvero resistere, immobile nonostante il fastidio crescente delle membra, sbattendo le palpebre solo quando il bruciore aumentava, poiché temeva di poter vedersi sfuggire anche un minimo movimento del legno che lo separava da colei che tanto attendeva?
Poteva, poiché un comune bambino non era mai stato. Poteva, poiché la motivazione di tal comportamento era per lui più importante dei muscoli intorpiditi e del tempo perduto invano ad attendere.
Una creatura calma era lui e tuttavia, proprio al di là dello specchio di limpida acqua, si nascondeva come il tesoro sul fondo dell'Oceano, un'anima testarda, tenace, impiegabile soprattutto se guidata dal cuore che già da allora mostrava la sua vera natura: oltre la coltre di apparente pietra riusciva a diventar burro per poche, elette persone.
La madre era una di queste. Lei che tanto lo stuzzicava fino a renderlo più serio —imbronciato, diceva il fratello— concedendogli però sempre un sorriso, gentile e affabile, così bello da scaldargli il petto.
Proprio lei avrebbe dovuto aprirgli. Nei suoi ricordi bastava bussare una volta, una soltanto, per poter vedere comparire la sua figura.
Ma non accadde.
Non accadeva da giorni interi.
E continuò a farlo per altri ancora.
Lan Xichen, cui passi leggeri potevano esser confusi con le piume, gli si avvicinò ancora una volta, come ogni giorno dalla sventurata notizia. Gli si inginocchiò accanto, le candide vesti che si allargavano ordinatamente sull'erba. Rivolse al fratellino uno sguardo malinconico, accentuatosi nel momento in cui prestò attenzione a ciò che aveva davanti. Sembrava trascorso un giorno da quando lui e il fratellino trascorrevano lì le ore più importanti e attese. Poteva ancor vedere i loro fantasmi aggirarsi oltre mura, rivivere ogni istante, riplasmando l'aria attraverso la memoria, osservando con gli occhi del cuore.
«Wangji.» Pronunciò, con ton premuroso, il più dolce e comprensivo che avrebbe potuto utilizzare. «Basta torturarti in questo modo. Dobbiamo lasciarla andare.»
Lan Zhan osservò il fratello con la coda dell'occhio. Il suo volto mostrò una parvenza di movimento di sopracciglia ma non altro.
Quando gli fu detto ogni cosa, lui era certo di non aver compreso a fondo cosa stava succedendo. Nessuno aveva mai parlato di gente che non c'era più, o che era andata via. La mamma non poteva lasciare quella dimora, pertanto dove avrebbe potuto essere?
Nessun altro luogo fuorché lì. Non poteva essere altrimenti... Doveva esser così. Doveva, perché a qualcosa doveva pur aggrapparsi per non sentire l'inspiegabile dolore al petto, intenso abbastanza da dar l'impressione di poter annegare in un'infinita tristezza.
«Wangji.» Ripetè Lan Xichen. Le sue labbra si dischiusero appena lasciandosi sfuggire un sospiro.
«Ho capito.» Pronunciò il minore, stringendo appena le vesti tra le dita. «Ho capito che non aprirà.» Continuò, con voce ancor più bassa.
Lan Xichen percepì il dolore dietro ogni singola lettera pronunciata. Sebbene il fratello tentò, nonostante la giovanissima età, di confondere le emozioni dietro ferme parole, lui comprese. Era l'unico, dopotutto, l'unico ad aver la possibilità di carpire cosa vi fosse oltre la barriera che coi giorni diveniva via via più spessa... ma, ciononostante, nulla disse.
Per lungo tempo ancora nessuno dei due si alzò, né Lan Zhan distolse mai lo sguardo dal luogo che non avrebbe più custodito alcuna nuova memoria. Soltanto Lan Xichen spostava gli occhi tra questo e il fratellino, consapevole di cosa stesse accadendo in quel cuore disabituato alle intense sensazioni, che fossero di gioia o di dolore.
Lan Zhan stava esplorando una dimensione che una creatura così giovane non avrebbe mai dovuto conoscere. Cominciava a comprendere gli eventi che avevano scosso vite e animi.
E se inizialmente aveva volto lo sguardo al dolore, osservandolo come se non gli appartenesse, in quegli istanti lo accolse come qualcosa di impossibile da ignorare. Lo aveva fatto suo, lo aveva accettato e al contempo ripudiato nel momento in cui si sentì sprofondare, lasciando che la pioggia rigasse due candide guance in perfetto silenzio.
Lan Xichen provò l'impulso di allungare le braccia verso il fratello, stringendolo a sé. Pensò quasi di farlo quando Lan Zhan, notando i suoi movimenti, scosse il capo. Stava tentando, nonostante il dolore, di mantenere la fermezza, senza abbandonarsi a ciò che il cuore chiedeva.
Lan Xichen annuì, comprendendo i suoi pensieri, ma non rispettando le sue volontà. Lo strinse a sè, contro il proprio petto, una guancia sui neri capelli, gli occhi che a propria volta divenivano lucidi.
Lan Zhan si irrigidì ma non si oppose oltre, abituandosi pian piano a quel contatto, rilassando le spalle e allungando le braccia goffamente intorno al corpo del fratello.
Fu un pianto silenzioso, privo di parole, o di singhiozzi. Lan Zhan sentiva un groppo alla gola, fastidioso, straziante, tuttavia represse qualsiasi suono o lamento.
Il suo dolore scivolò come rugiada su foglie di loto, protetto dalle braccia della persona più cara ormai rimastogli. A lui si affidò, stringendo con più vigore, seppur per un solo istante, la sua schiena. Dopodiché lasciò andare la presa, riprendendo le redini del controllo e promettendosi di sigillare a chiave, in un angolo del proprio cuore, ciò che in lui si era spezzato ma che con amore avrebbe ricordato dentro di sé.
Un braccio cancellò i segni delle ultime lacrime. Non voleva più piangere, mai più, per nessuno.
Scoprì che il pianto per quanto liberatorio, non fosse altro che parte integrante del dolore e non importava quanto lo si volesse allontanare, prima o poi l'acqua avrebbe preso a scorrere.
«Andiamo.» Disse a Lan Xichen, voltandosi per tornare indietro. Rimettersi in piedi dopo tanto tempo fu difficile. Quasi incespicò.
Lan Xichen annuì. Da quel giorno in poi non ci sarebbe stato più alcun bambino ad attendere per ore al cospetto di una porta chiusa.
Ora, in quel luogo, sarebbero rimasti i soli spettri dei ricordi mentre due bambini proseguivano per la lo strada.
Sentì le loro voci per degli istanti; era certo che le sentisse anche Wangji.
Soprattutto, ciò su cui si soffermarono veramente fu la melodiosa voce di donna, più vivida che mai ma, oramai, eternamente distante.
Eccomi di nuovo a pubblicare qualcosa, stavolta sulla nuova opera con la quale sono in fissa: Mo dao zu shi.
Onestamente ero convinta che la prima fic a riguardo sarebbe stata incentrata sulla meravigliosa WangXian, tuttavia, considerato che sto cercando di recuperare i prompt del writober, l'idea è emersa casualmente con il tema "pre-canon". Pertanto ecco qualcosa sui due piccoli Lan alle prese con il lutto della madre. Quando lessi questa scena, con Lan Xichen a raccontare di come Lan Zhan continuasse a trovare la madre nonostante tutto, ebbi un tuffo al cuore.
Grazie a chiunque leggerà.
Spero di scrivere presto molto altro, ho davvero molte idee da poter sfruttare.
  
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