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Autore: BenHuznestova    01/08/2009    8 recensioni
"Non chiudi gli occhi donandomi il mio ultimo bacio, non lo faccio nemmeno io. Così la posso vedere. Quella brutta maschera cadere dai tuoi occhi.. e posarsi sui miei." Chi immaginerebbe mai che, da qualche parte,persino Bellezza può piangere?//Fanfic prima classificata al contest multifandom "Inno alla Bellezza" indetto da Iria.
Genere: Erotico, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore:Ben Huznestova
Titolo: Kràsnyi
Serie: Bakuten Shoot Beyblade
Trama: "Non chiudi gli occhi donandomi il mio ultimo bacio, non lo faccio nemmeno io. Così la posso vedere. Quella brutta maschera cadere dai tuoi occhi.. e posarsi sui miei." Chi immaginerebbe mai che, da qualche parte,persino Bellezza può piangere?
Rating: Arancione
Avvertimenti:Yaoi,OOC
Note autore:Premetto che la fanfic presenta di per sé una struttura abbastanza confusa.. purtroppo (?) la struttura è adattata allo stile della narrazione che si divide in momenti dettati dal ragionamento ed altri in cui sono i sentimenti e le emozioni a farla da padrone. La narrazione è affidata principalmente a due personaggi dei quali uno presenta una sorta di preambolo iniziale e sei strofe della poesia di Baudelaire, mentre l'altro conclude con la settima che funge anche da epilogo; sono inoltre presenti due strofe di mia invenzione. Faccio presente infine che durante la lettura sarà possibile trovare terminologie maschili e femminili riferite ad uno stesso personaggio. Non si tratta d’errori di battitura o di distrazione (sempre sperando non ce ne siano di veri!), ma una caratteristica voluta per ragioni che appariranno più chiare (sempre sperando!) andando avanti. La fanfic si è classificata al primo posto nel contest multifandom "Inno alla Bellezza" indetto da Iria,incentrato per l'appunto sull'omonima poesia di C.Baudelaire ricevendo  inoltre il premio "Inno alla Bellezza" per la trattazione della poesia.Qui di seguito pubblico il risultato assieme ai punteggi,in più il link della sezione del contest dove potrete visualizzare il resto delle autrici classificate e -prossimamente,spero- i link delle rispettive fanfic.

Prima Classificata "Kràsnyi" di Ben Huznestova
Trama: 4.5/5
Stile: 5/5
Grammatica e sintassi: 9/10
Originalità: 5/5
Caratterizzazione Personaggi: 4.5/5
Totale: 28/30

contest inno alla bellezza              contest inno alla bellezza



Risultati Contest


Un grandissimo ringraziamento ad Iria (che ringrazio ancora per il bellissimo giudizio),Meg89-Rota23,Sybelle,Kurenai88 e a Yu Kanda.
Vi auguro una buona lettura.



Nella mia vita ho avuto spesso occasione di riflettere su un milione di cose: ho meditato sul senso della vita, talvolta ho riflettuto sul futuro, mi sono posto i quesiti più disparati e sono andato alla ricerca delle più svariate risposte.
Spesso mi sono interrogato sul senso dell'esistenza,la mia personalità riflessiva naturalmente predisposta al ragionamento aveva più e più volte,nei rari momenti di quiete,tentato di discernere quelle verità fondamentali che caratterizzano la vita di un uomo,seppur rimanendo spesso incognite astratte agli occhi di quest'ultimo.. bene e male,per esempio. Morte e vita. Chi da la vita e chi la morte?Il giudizio?E chi è quest'ultimo?Dio o demonio?E,appurato che esista,può egli stesso autodeterminarsi?Egli,Giudizio,basta da sé a giudicarsi?
Vuoi per sfinimento, vuoi per impazienza.. vuoi per incapacità.. non sono mai stato in grado di rispondere ad alcuna di queste domande o forse,più semplicemente,non l'ho mai realmente desiderato o ritenuto fondamentale.. non ne sono nemmeno mai andato alla ricerca diretta,mai mi sono immerso nel Bene assoluto per poi posare le labbra sull'orlo dell'intarsiato calice maligno.. la vita mi è sempre scivolata addosso noiosamente indifferente e così anche la morte che non mi ha mai toccato se non nella malinconia di qualche sconfortante plenilunio solitario.-
E il Giudizio?
Apatico e indifferente, me ne sono sempre curato quel poco che bastava, alle volte rifiutandolo banalmente come avrebbe fatto un qualsiasi insignificante individuo.
Cos'ero io,vi chiederete?
Il nulla.
Niente di più. Niente di meno.
Niente di più patetico.
Si, ero.. e volete sapere il perchè?
Semplicemente, un bel giorno sono stato scaraventato in pasto alle mie stesse domande. Non potete neanche lontanamente immaginare che marasma confuso e pazzesco esse siano. E’ Dedalo vibrante di suoni, forme, colori, sensazioni.. castello di specchi dove dietro ogni deformato riflesso una voce sussurrando rimandava ad un'altra e l'altra spasimando ripercorreva a ritroso tutta l'odissea di quei quesiti:questo e quello,Giudizio,l'Amore brutalmente stuprato dall’Odio,la Vita che gracile si rannicchiava nel ventre d'ebano della Morte,Bene e Male lì a fottersi a vicenda mentre altre voci,altri sospiri smorzati ripetevano "non loro","non è qui la nostra Signora,non è questa la domanda che devi porre,non è tra queste la risposta che devi cercare".
Ed infine,nel segreto di uno specchio,gli zaffiri dietro la maschera di raso.
"Non cercarmi"diceva"non io che sono risposta e guida. E origine."
E così feci. Fu lei, la Domanda, quella vera a cercarmi, a guidarmi, ad istruirmi. A mostrarmi la vita e la morte,il giusto e l'ingiusto,il bene e il male,il sangue dorato degli angeli e le lacrime d'argento degli arcidiavoli. Fu lei che, lentamente, si rivelò a me.
Bellezza.
Lei era questo e molto di più. Era la domanda, l'unica domanda degna d'esser posta e la risposta più adeguata ad ogni quesito. Era lei che con la sua sola presenza metteva a tacere la ragione dell'uomo liquidando ogni altro possibile interrogativo. Lei di cui tutto induceva a domandarsi quale fosse la sua natura,quale la sua origine,se nel bene o nel male. Ed ecco,liquidava tutto per l'ennesima volta.
"Che importa?"sembrava dicessero quegli occhi deliziosamente lussuriosi"Poiché io sono origine e fine,madre della Vita stessa,padrona del Destino,che importa?"
Ecco la domanda a cui non v'era risposta, ciò che metteva a tacere la contorta filosofia umana.
Cos'è la Bellezza?
Non puoi saperlo.
Non puoi riferirlo.,
Puoi solo provarlo.
E sperare che non ti annienti.


26 Settembre 2008.Amsterdam.
Non dimenticherò mai questa data.
L'ennesima delusione,l'ennesima sconfitta,l'ultima fallimentare speranza andata a farsi fottere.
Una delle tante.
Fu così che mi ritrovai ancora una volta a riflettere e ad arrovellarmi sui già citati interrogativi, a chiedermi senza sosta "perchè?"
Ma quel "perchè" poteva essere traducibile solo con una rinata volontà di trovare quel qualcosa d'indefinibile,il Senso,la tanto sospirata entità di fronte alla quale ogni problema o sofferenza diveniva banale,inutile.
"Cercala"mi sussurrò Brooklyn sparendo oltre la mia soglia.
"Amsterdam"soffiò Mystel lascivo strofinandosi contro il mio ventre.
Chissà perchè, mi fidai subito di lui.
Forse perchè, se c'era qualcosa capace di saziare l'umana curiosità, di mettere a tacere il complesso ragionamento ed annebbiarlo e soffocarlo come una dolce e subdola droga,bhe.. sicuramente il biondo era la persona più adatta ad indicarmela.
Lo ammetto, mi stupii di non riuscire a trovarla immediatamente in lui:avevo sempre considerato quel fascinoso saltimbanco come la cosa più sconvolgente in assoluto,dal punto di vista psicofisico. Evidentemente però anche il mio bisogno era più forte di quanto immaginassi.

Amsterdam.Facile, direte voi. Da dove cominciare a cercare?
Vi ricordo che stiamo parlando di Mystel.
Così, quando sulla cartina mi sono imbattuto in quelli che lì chiamano "Rosse Buurt", non ho avuto dubbi.
Sapevo bene che ad Amsterdam vi sono principalmente tre importanti distretti a luci rosse:area in Singel,tra Raaidhuistraat e la stazione centrale e l'area del quartiere Pijp,vicino il Rijksmuseum sono le prime due.. ma,conoscendo la personalità del mio informatore,ero abbastanza sicuro che il luogo della mia ricerca non potesse che essere la terza.
Area Walletjes,la più famosa e frequentata,tra la stazione centrale e Nieuwmarkt.
Prenotai una stanza in uno dei tanti e ambigui "hotel" del distretto e mi concessi un primo giorno di visita. Inutile dire che rimasi totalmente affascinato da quei quartieri:le case costruite sui canali,un'architettura che richiamava il XIV secolo.. per non parlare della "Oudexer",letteralmente "chiesa vecchia",splendida nel suo stile gotico.
Inutile anche riferire la scandalosa bellezza di quei luoghi al calar delle tenebre. Non appena la languida luce dei lampioni faceva la sua comparsa, ecco che l'abituale clientela del distretto si moltiplicava, centinaia d’affamati si riversavano per i viali ansiosi di saziarsi dei corpi scellerati d'altrettante prostitute.
Durante la mia prima sera lì, in quel diabolico lunedì sera,io decisi d'iniziare a cercarLa.
Camminai a lungo per le strade della Walletjes, accanto a me la calca sembrava scivolarmi addosso senza far rumore; dalle vetrine, uomini e donne d'ogni nazionalità ed età, invitavano con occhi infuocati i passanti, una mano scivolava languida a definire il contorno di un seno, una lingua accarezzava lasciva delle belle labbra carminie, un giovane angelo di non più di tredici anni illudeva un rispettabile padre di famiglia che l'amore, un amore divino,si sarebbe concesso per lui e per lui solo quella sera.
"Venite.Ammirate.Entrate.Usate."
Questo sembrava dicessero quelle anime perdute ammiccando da dietro i loro vetri. Me le lasciai alle spalle, in mostra per gli occhi di tutti, al pari di bambole o carne da macello.
Superai molti locali, bordelli dalle scintillanti insegne, teatri del piacere; ignorai molti richiami tentatori dai lampioni o dai vicoli, scavalcai drogati e mendicanti ed evitai ubriaconi ed amanti.. mi iniettai quell'inebriante e orripilante atmosfera fin nelle viscere,assaporai la consapevolezza d'essere terribilmente vicino al mio obiettivo e l'irritazione di non riuscire tuttavia a raggiungerlo. Mi ubriacai di tutto questo e solo quando fui troppo stanco per continuare a camminare mi lasciai scivolare contro il freddo mattonato di un muretto.
Forse la sinfonia di suoni di quei dannati, forse il fiume che scorreva veloce sotto di me.. fatto sta che non mi accorsi del suo arrivo.
Lui. Il mio secondo messaggero.
-Ciao bellezza, mi posso sedere accanto a te?-ero troppo stanco per guardarlo in volto,troppo stanco anche solo per riuscire a decifrare il timbro  assurdamente androgino di quella voce. Mi limitai a sbuffare.
-Intendi qui, in mezzo alla spazzatura e al vomito, in compagnia di topi e di qualche liquido di natura tutto fuorché rispettabile?Prego.. -risposi sarcastico.
-Meglio di quanto sperassi,insomma!-ridacchiò per poi stendersi accanto a me-vuoi?-fece poi porgendomi quella che,di sottecchi,riconobbi essere una birra. La afferrai senza dire nulla, come non disse nulla neanche lui quando la scolai tutta,nervosamente. Lanciai il bicchiere plastificato in mezzo alla strada, sospirando.
-Perchè sei qui,Garland Von Cetwald?-sussurrò impercettibilmente. Buttai la testa all'indietro, gemendo.
-Come lo sai?-dissi solamente.
-Lo so. Sei diventato parecchio famoso nelle ultime due settimane. -sospirai di nuovo-Allora,perchè sei qui?-
-Cerco risposte-mormorai-e domande-.
-Risposte alle tue domande o domande a delle possibili risposte?-
-Cerco qualcosa da chiedere e qualcosa con cui rispondere. Anzi,no,cerco qualcosa che elimini la necessità stessa di cercarle.-
Vi fu un lungo silenzio, alla fine del quale lo sentii alzarsi in piedi sui suoi tacchi a spillo. Un fruscio leggero e un cartoncino planò sul mio grembo.
-"Si suicida impiccandosi nel suo appartamento. Tragica fine per il fenomeno del Beyblade Brooklyn’O Bryan"-recita. Si volta con eleganza in procinto di andarsene, per poi aggiungere-forse lì troverai quel "qualcosa" che cerchi, Garland Von Cetwald. -ancora il silenzio, unico sottofondo la brezza leggera. Mi decisi finalmente ad alzare gli occhi, ma ormai Lui era già sparito. Mi alzai in piedi rigirando il cartoncino tra le dita. Pallide lettere risaltavano sui petali quantomai insoliti di un sanguinoso giglio."Liliéia" v'era scritto ed un indirizzo sul retro assieme ad un frettoloso appunto a penna.
Kràsnyi.
Sempre tenendolo in mano, ripresi a camminare verso quella nuova meta. Sorrisi intimamente, ripensando a quell'incontro.
Spesse volte mie ero definito "una puttana del destino".. come potevo immaginare che Destino stesso fosse una puttana?

Liliéia.
Semplicemente "giglio", lo stesso che campeggia sinistramente seducente sull'insegna dell'edificio.
Giglio.. strano nome per un bordello. Per niente spiritoso.
Noto che v'è poca gente nei dintorni, al contrario d’altri locali. All’entrata faccio per mostrare il retro del biglietto sperando in informazioni, ma l'usciere, un imponente quanto affascinante uomo dell'est, mi accompagna all'interno, senza dir nulla. E’ così, scortato da questa pallida guida che faccio il mio ingresso nel giardino delle Esperidi.

Non so dire a cosa somigliasse quel luogo,se a un girone infernale,se a un banchetto di folli cannibali,se ad una divina giostra o se semplicemente fosse la casa di Tentazione stessa:ovunque mi girassi,armonie di corpi colpivano i miei sensi,carni fasciate da null'altro che brandelli si strofinavano a quelle rivestite di seta di distintissimi individui. Creature mitologiche dall'indefinibile sessualità danzavano in gabbie dorate mentre facoltosi signori ne leccavano le sbarre,come se queste fossero davvero state irraggiungibili per loro. Un ricco gentiluomo in nero beveva dal calice portogli da una bella ondina mentre un giovinetto bruno beveva anch'esso,amorevolmente chino tra le gambe dell'uomo. A sostenere ed eccitare quel groviglio indistinto di corpi, aromi preziosi e sconosciuti s’intrecciavano ad una musica ipnotizzante, favorita dall'atmosfera subdola e tentatrice di soffuse luci carminie.
E di nuovo,la sensazione di essere terribilmente vicino al termine della mia ricerca ma il non riuscire a percepirlo.. istintivamente mi volto verso la mia guida improvvisata e noto che sta fissando intensamente qualcosa nel marasma generale. Lo imito, seguendo l'ipotetica linea del suo sguardo fino ad una minuscola balconata che non avevo notato appena entrato: lontano da tutti ma in ogni caso in una condizione tale da poterli controllare, finalmente li vedo.
Gli zaffiri dietro la maschera di raso.

"Vieni dal ciel profondo o l'abisso t'esprime, Bellezza?
Dal tuo sguardo infernale e divino
Piovono senza scelta il beneficio e il crimine,
e in questo ti si può apparentare al vino."


"Kràsnyi" avverto appena il mormorio dell'uomo al mio orecchio, troppo occupato a sopportare tutto il peso di quel che è rimasto del mio mondo crollarmi addosso: quei due abissi turchesi, quei baratri celati dal mistero si piantano con crudele bellezza nei miei occhi,si avventano sul mio cuore avvincendolo e torturandolo.."Eccomi" sembrano sussurrare"tanto mi hai bramata ed ora mi hai alfine trovata. Lascia ora ch'io ti confonda".
Confondere.. ed era davvero una creatura sconvolgente,nella sua natura come nel suo aspetto:il raso cinereo offendeva la malata purezza di una guancia marmorea,splendente e candida come la tunica di un santo;fili di vermiglia seta scendevano lungo il suo viso,capelli di cortigiana splendenti nel bagliore di fiamme demoniache. Sfioravano esitanti il collo perfetto,quasi ritrosi,come a non aver abbastanza coraggio da dannare quella pelle,quella freschezza con la maledizione delle loro fiamme.
Nell'insieme,non riuscivo a capacitarmi dell'essere che avevo di fronte:purezza e delitto si fondevano davanti ai miei occhi,persi nel mistero di quello sguardo disarmante,una presenza inquietante e tuttavia irresistibile,bellissima nella sua inebriante confusione e nella sua natura duplice ed inscindibile.
"Vieni."giurai d'aver udito quel richiamo,eppure le sue labbra-oh,le sue stupende labbra!-non s'eran mosse,serrate in un' ambigua espressione di cui bramavo sciogliere l'intrigo.
La presa del mio Cicerone sulla mia spalla mi strappò ai miei vaneggiamenti;mi condusse fino ad una minuscola porta lontano dalla bolgia e scostò la tenda damascata che la celava:una lunga serie di gradini si rivelarono ai miei occhi;l'uomo non disse nulla ma mi fece cenno di salire. E così feci.

Docile mostro,implacabile ninfa..

"Hai dentro gli occhi l'alba e  l'occaso,ed esali
profumi come a sera un nembo repentino;
sono un filtro i tuoi baci, e la tua bocca è un calice
che disanima il prode e rincuora il bambino."

Non so dire quanto mi parve lunga quella dannatissima scala:so solo che quando ne giunsi all'improbabile fine,riavvertii quella forza sconosciuta strapparmi ancora una volta al disperato abbraccio della ragione;alzai lo sguardo e li rividi. Magnifici e terribili.
Non riuscii a muovere un atro passo,tanto ne ero estasiato;rimasi fermo sull'ultimo gradino mentre quei turchesi,quegli spaventosi specchi di ghiaccio lentamente s'appressavano a me,un qualcosa d'indefinibile a guidarli.
Origine e termine.
Alba e tramonto.
Redenzione e perdizione.
Questo vi lessi quando furono a pochi centimetri dai miei,scrutatori brucianti e seducenti.
Bellezza.
Principio e fine,tripudio di sensi,aroma dolcissimo e letale.. anfora che da il poco di sé solo attraverso il filtro di dolci baci d'amanti,baci stregati capaci di mutar natura e sembianza dell'uomo,di far impallidire un virtuoso eroe e render bramoso l'ingenuo infante..
Probabilmente fu proprio uno di quei baci disperati a trascinarmi nelle sue stanze,ad imprigionarmi in quei perduti abissi,a spalancare le porte di un vibrante ignoto in cui io,completamente soggiogato,mi gettai.

..amabile marionettista,lascia ch'io beva ancora dal calice maledetto delle tue labbra.. nutrimi e saziami del tuo nettare proibito..

"Sorgi dal nero baratro o discendi dagli astri?
Segue il Destino, docile come un cane, i tuoi panni;
tu semini a casaccio le fortune e i disastri;
e governi su tutto, e di nulla t'affanni."

Nera seta scorreva sotto i nostri corpi mentre,possedute da non so quale furia,le nostre mani,le nostre bocche saettavano folli e crudeli verso i nostri abiti.
Nudi.
Vederla.. vederlo.. in quello stato fu semplicemente.. sconvolgente?
No..
Fu una visione.
Il suo corpo provocantemente adagiato su quell'oscura distesa sembrava addirittura emanare un tenue bagliore tant'era candido. Il sesso,proporzionato ed eccitato,non intaccava la delicatezza e la fragilità dell'intera fisionomia,esile e femminea. A proteggerne ancora il mistero,quella plumbea maschera di raso dietro la quale gli occhi sembravano sprigionare letalissime scariche azzurrine ed attorno alla quale quei peccaminosi fili carmini sembravano muoversi impercettibilmente,come sospinti da una sadicissima brezza,per nulla dissimili a bellissimi carnefici di fuoco.
Quei capelli.. desideravo ardentemente stringerli tra le mie dita, come desideravo sfiorare tutto di quell'essere eccezionale.. ma ancora ,un barlume di ragione tornava a tormentarmi.
Cos'era?
Benefica creatura, infernale tentatore, qual era la sua natura?
Un'incognita che credei di poter svelare, ancora attraverso l'ombra di quella sua maschera.

Non fui abbastanza abile da togliergliela; abbandonato sulla sua nudità, le dita intrecciate alle sue, sottilissime e.. familiari?
Avvertii il mio respiro fondersi con il suo mentre i suoi occhi, ancora una volta, si univano ai miei in uno sguardo indefinibile.
-Io ti conosco, Garland Von Cetwald. -sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Una voce già sentita,forse in un sogno lontano o in un incubo.. non esitai a rispondere di fronte a quegli incantevoli laghi.
-Lo so.-
Lo vidi sorridere. .o forse ero solo io a sorridere attraverso le sue pupille?
Destino.. anche tu ne sei rimasto affascinato,vero?Tanto da farti soggiogare ai suoi capricciosi voleri?Sei tu che mi hai portato fin qui,sei tu che ora intrecci coincidenze ed avvenimenti,tu,guidato dal guinzaglio d'ambra della Dea,o patetico Destino,schiavo di Bellezza..
Inconsapevole o incurante la sua potenza?Padrona di un potere così grande da muovere e mutare le sorti degli uomini,influenzarli,complici subdoli le loro passioni e i loro desideri.. regnante bambina,non si cura dei danni che causa,delle grazie che elargisce.. pur essendo fulcro e motore del mondo,nessuna responsabilità o colpa può toccarla..

-E tu?-
Con sensuale delicatezza ed inimmaginabile velocità,lo vidi ribaltare le posizioni ed adagiarsi sul mio corpo. La sua lingua carezzò le mie labbra,vogliosa.
-Tu.. mi conosci?-
Psicopatica e innocente..

..senza colpe,inizia a banchettare col mio corpo..

"Bellezza, tu cammini sui morti che deridi;
leggiadro fra i tuoi vezzi spicca l'Orrore, mentre,
pendulo fra i più cari ciondoli, l'Omicidio
ti ballonzola allegro sull'orgoglioso ventre."

La sua pericolosità,il sottile fascino che questa mi provocava..
Passione rapì ancora una volta le nostre labbra e Follia guidò le nostre mani sui rispettivi corpi toccandoli,carezzandoli,graffiandoli,eccitandoli.. ci tirammo a sedere,l'uno ancora tra le braccia dell'altro.. ancora,quelle dita diafane corsero a sfiorare il mio torace mentre il capo superbo si chinava indietro,offrendomi così in dono la purezza sublime del suo collo:lo morsi con ferocia,avidità,desiderio,istinti sconosciuti si risvegliavano in me al suono dei suoi meravigliosi gemiti,delle sue carezze dannate..
Mi stava trasformando.

Ma cos'aveva realmente in serbo per me?
In tanti muoiono per amore della bellezza o per paura d'essa.
Gelosia,Odio,Invidia,Timore,Venerazione,Amore,Lussuria,tanti sono i sentimenti e le sensazioni ch'essa suscita e che trovano i loro perversi fautori in Orrore,sensuale e pericoloso baratro entro i cui confini mi stavo fatalmente addentrando,e in Omicidio,rosso scorrere di devastanti passioni,torbido gioiello di cui tutto di quel corpo angelico e scellerato mi stava parlando.. ed allo stesso modo,di tutto Bellezza s'adorna,rivestendosi e beandosi del loro pericoloso fascino,calpestando con la solita candida incuranza l'ennesimo cadavere dei suoi amanti.

Percorrendo il suo ventre latteo con le mie labbra,mi chiesi se mai anch'io mi sarei lasciato morire nella rosea droga di quel beato piacere..
Morire..

..oh Bellezza splendida e immortale..

"Torcia, vola al tuo lume la falena accecata,
crepita, arde e loda il fuoco onde soccombe!
Quando si china e spasima l'amante sull'amata,
pare un morente che carezzi la sua tomba."

-Chi sei..?-quesito roco nel buio,figlio di Passione e Inconsapevolezza.. le sue mani tese nell'ombra afferrarono il mio viso,riconducendo ancora una volta le mie labbra alle sue mentre le mie dita,mai così impazienti,avevano già iniziato a muoversi dentro il suo corpo.
Un bacio.
Uno dei tanti. Non il primo,non l'ultimo.
Eppure.. ogni volta che le nostre bocche si sfioravano,ogni volta che il tocco di lingue si trasformava ora in un gioco,ora in una danza,ora in una lotta.. ogni volta che l'uno soffocava parole e gemiti sulle labbra dell'altro.. ogni volta era.. indescrvibile.
Ancora.
-Chi sei?-si allontanò dal mio viso per stendersi,immane capolavoro,sul suo giaciglio di seta;le sue mani sfioravano le mie,assecondandole,incitandole fino in fondo,fino al limite,finché non fui scaraventato ancora una volta all'indietro,supino.
Così,innocentemente sollevato sulla mia erezione,i palmi aperti sul mio torace. Ancora una volta,quello sguardo indagatore.
-Chi vuoi che io sia?-soffiò solamente,una strana inflessione nella voce,quasi.. timore?
Chi volevo che fosse.. sarebbe stata una risposta anche del perchè ero lì.
Eppure..
Di certo potevo immaginare cosa egli.. cosa ella ancora fosse..

Bellezza e Morte.
Bellezza e Vita.
Un duplice connubio,una letale certezza che pendeva con sfacciata onestà sulla mia testa.
Non lo nego,non lo negai,avevo paura di questo connubio.
E fu proprio in virtù di questa mia codardia che Ragione,affranta e indebolita,rialzò la testa dalle ceneri della mia follia..

Bellezza.
Vita e morte,principio di una pericolosa quanto irresistibile attrazione.. ti diletti,o capricciosa,ad osservare quei curiosi insetti chiamati uomini che,pari a stolte efemere vanno a suicidarsi bruciando nel fuoco della tua passione con gioia e piacere,quei folli,come tu sola sai esser folle,si abbandonano a quella scintilla vitale,quel senso che vanno cercando che reca inevitabilmente con sé anche la loro morte..

Dunque,ancora.. mi chiedevo se..

..mortale concubina.. dunque  mi ucciderai?.. ti temo,è vero ma.. tuttavia,non riesco a non desiderarti..

"Venga tu dall'inferno o dal cielo, che importa,
Bellezza, mostro immane, mostro candido e fosco,
se il tuo piede, il tuo sguardo, il tuo riso la porta
m'aprono a un Infinito che amo e non conosco?"

Ma infine.. cosa importa?
Bellezza.. mostruosa nella tua crudeltà,nella tua completa mancanza di scrupoli,spaventosa nel tuo sinistro potere ma al contempo ingenua ed incompresa,poiché non operi nulla che sia contrario alla tua natura.. per quanto fatale tu possa essere,come non abbandonarsi completamente a te quando proprio tu sei la sola,l'unica a spalancare di fronte alla penosa creatura chiamata "uomo" le porte di un mondo infinito,meraviglioso e misterioso?
......
Si,è questo ciò che desidero.. la ragione per cui sono qui..
"Chi vuoi che io sia?"
-La mia fuga. -dichiaro,guardandolo negli occhi. Occhi che so di conoscere,i soli occhi degni di tenere in scacco il mio destino.
E' forse una lacrima quella che muore dietro la tua maschera,mia fulva Bellezza?
Lo so.. potevo scegliere..
Ma in fondo non sono che un patetico uomo fra tanti,no?
Ti chini su di me,lasciando scivolare il mio corpo nel tuo.
-Allora questo io sono. -sussurri sulle mie labbra,distrutto.
Non chiudi gli occhi donandomi il mio ultimo bacio,non lo faccio nemmeno io.
Così la posso vedere.
Quella brutta maschera cadere dai tuoi occhi.. e posarsi sui miei.

..che sciocco.. pensare che saresti stata tu ad uccidermi..

Smetto di riflettere,di pensare..

..la mia fuga.. per mano del mietitore più bello..

-Kràsnyi..-

..cosa diavolo vuol dire alla fine?
..tu lo sai?


-..Yuriy..?-

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"Arcangelo o Sirena, da Satana o da Dio,
che importa, se tu, o fata dagli occhi di velluto,
luce, profumo, musica, unico bene mio,
rendi più dolce il mondo, meno triste il minuto?"


"Bellezza, o folle dea,
tutto ciò che di splendido e letale v'è al mondo!
Conta forse la tua natura?
Poiché tu sola fai fuggire l'uomo dal meschino mondo,
tu sola lo salvi,
non da te stessa -o dolcissima sofferenza!-
ma dal dolore di un mondo banale e indegno!"

-Un pessimo poeta.. -spasima espirando grigio fumo dalle labbra.. sorrido a quella vista tormentata,così dannatamente umana.
-Destino non è certo famoso per le sue canzonette.. allo stesso modo,so per certo di una dea cui ogni parola è poesia per l'uomo.. o mortale sentenza,all'occasione!-concludo allegramente sedendomi accanto a lui. Lo vedo spegnere la sigaretta sul cemento,una smorfia contratta sul bel viso d'angelo.. mi sporgo quanto basta per schioccargli un bacio su quella fredda guancia di marmo lasciando che un leggero odore di sale colga la mia attenzione;finalmente mi guarda,frustrato.
-Risparmiami Destino,non è il caso.. -ringhia causandomi un infinita tenerezza.
-No,mia signora?Eppure cos'avrà mai avuto di diverso quest'ennesimo essere umano da sconvolgervi a tal punto?-un risolino mi costringe ad interrompermi-Non che Bellezza non sia già eccessivamente sensibile,sia chiaro!-
Mi rivolge un'occhiata indecifrabile.. ah,il mistero del sublime sguardo di Bellezza!.. solo gli uomini possono essere così stolti da trovarlo incantevole.. chiunque si accorgerebbe del triste tormento di quegli occhi.Ma,chissà.. è anche risaputa l'estrema sadicità dell'essere umano..
-Lo sai benissimo,padrone delle circostanze,lo sai bene poiché l'hai portato tu da me!-è la risposta leggermente irritata della ninfa alla quale mi appresto a ribattere:
-Se l'ho portato da voi è stato sempre e comunque per vostro volere-dico insinuante-non ho dimenticato l'espressione sul vostro viso quando veniste a conoscenza della morte di 'O Bryan,del sospetto interesse per l'anima colpevole di Von Cetwald.. -faccio per riflettere un attimo..
-Destino..-
-Nulla,mia signora,effettivamente quello svedese non era niente male..-
-Destino!-
-Si,mia signora,conosco il mio nome.-
-Smetti di prenderti gioco di me.-
Recupero la mia serietà,carezzandogli una ciocca di capelli vermigli.
-Non potrei mai poiché,per definizione,siete voi a prendervi gioco degli uomini ed io a servirvi-abbandona il capo sulla mia spalla-per quanto infelice questo compito possa essere. -concludo mestamente.
-Non lo nego,la sua vicenda mi ha appassionato più di altre-mormora più a sé stesso che a me-forse perchè appartiene ad un capitolo confuso e passato della mia vita,forse perchè speravo,desideravo veramente che ce la facesse,che scegliesse la salvezza.. -un velo di tristezza copre le stupende iridi,un battito di ciglia ed eccolo in piedi,malinconico e sublime.
-Buffo che Bellezza offra salvezza con tanta insistenza e che infine gli uomini da lei ammaliati la rifiutino con altrettanta ostinazione.. -soffia.
-Buffo piuttosto che quel Garland sia andato a chieder consiglio proprio a quel giovane che a Destino è così caro-mi alzo con un sorrisetto-Mystel ha rappresentato la carta decisiva nel vostro gioco.-
-E' una coincidenza che persino il tuo diletto rientrasse nel giro delle mie conoscenze passate?-domanda alterato-a volte mi viene il dubbio che sia tu a servirti di me e non il contrario!-
-Cos'è la bellezza in fondo se non un dono del destino?E se il destino di Destino è quello di seguire Bellezza,bhe.. sia fatta questa volontà!-
-Avrei preferito non ricevere mai questo dono.. -sussurra malinconico.

L'alba sta spargendo i suoi primi colori sulla Walletjes,un bagliore aranciato inonda romanticamente i nostri profili.. ma non c'è dolcezza in quest'ennesima alba,ne in tutte le altre.
C'è sempre e solo lei. Solo lei.
-Andiamo,D. -mi chiama,proprio come si fa con un cucciolo disobbediente. Mi porto velocemente al suo fianco,ma ancora una volta mi ritrovo a perdermi nei miei vaneggiamenti..

Penso a quanto sia triste tutto questo.. l’essere umano,la sua natura.. alla sua disperazione,Ella è stata posta come rimedio,fautrice del vero destino dell'uomo.
Si,anch'io sono convinto che Bellezza sia l'unica vera speranza di riscatto per il mondo.. una speranza incompresa e calpestata da tutti costoro che,in cerca di un riscatto ed al limite delle loro possibilità si abbandonano completamente alla dolce signora trovando pace in essa,come dovrebbe essere;ma ella giunge infine al punto in cui deve metterli davanti ad una scelta:o quella bellezza passionale,fugace,un istante solitario di pace senza più futuro alcuno o la ricerca della bellezza nascosta,quel vivere nel suo nome,la rinascita,la salvezza,la speranza.
Così bella appare questa seconda opzione,eppure..
Cosa provi,magnifica dea,quando ti pregano di morire nel tuo nome?Quando si accontentano di quella bellezza breve e superficiale rifiutando così quella seconda opportunità per cui tu esisti?
Ti giudicano vanesia e suscettibile.. e a torto?Chi ti vuole conoscere veramente,chi vuole vivere ancora dopo aver assaggiato il tuo frutto proibito?Troppa la paura di non poter più bearsi del dolce enigma dei tuoi occhi..
Speravi,angelo caduto.. speravi che questo giovane,un giovane che pensavi di conoscere, fosse diverso.. che chiedesse il riscatto anziché l'abbandono,che chiedesse la vita anziché la fuga.. troppo grande la sua colpa o troppo potente la tua malia,sta di fatto che,nell'ennesima notte, un nuovo sacrificio ha ricevuto la sepoltura delle tue lacrime.

Bellezza.. o Krasatà, come ti chiamai io nella tua lingua madre,la prima volta che t'incontrai,l'ennesima volta che Destino si riuniva alla sua sventurata padrona..
Kràsnyi.. anche questa è stata una mia idea,un indizio che volevo dare a quell'anima sfortunata.
Kràsnyi in russo è un aggettivo derivante da Krasatà,con una particolarità;ovviamente vuol dire "bello" o "bella".. ma vuol dire anche "rosso".
Rosso.. come le labbra di una donna,come una rosa,come l'amore,la passione,come l'alba,come il tramonto.. come il fuoco e il sangue,fautori di morte e vita,così simili a Bellezza.. come i tuoi capelli,così serici da apparire irreali.. come i tuoi occhi che,alla luce dell'ennesimo giorno,nuovamente si rinnovano nel pianto..

Poiché a nessuno interessa la natura di Bellezza,egoisticamente a tutti preme la sua dolce illusione.. eppure ella vorrebbe essere compresa.. eppure ella vorrebbe essere capita.
E intimamente,credo,vorrebbe anche essere amata.
Tante odi,superficialissimi esseri umani,per una creatura che non conoscete.
Che non volete conoscere.

-Kràsnyi?-
Sussulta a quel nome. Evidentemente ha compreso a causa di chi Garland lo avesse chiamato a quel modo.
-Dimmi.. -risponde esitante. Lo prendo sottobraccio e stavolta sono io a chinare il capo sulla sua spalla.
-Che sensazione hai provato quando ti ha chiamato per nome?-lo vedo impallidire,per un attimo sembra dover scoppiare nuovamente in lacrime. Invece subito dopo ridistende le labbra in un raro sorriso.


Volevi essere riconosciuta e lui l'ha fatto sull'orlo del baratro. L’ho visto mentre lo stregavi;ho visto la sua lotta per la ragione,il suo voler trovare una consapevolezza più profonda,più assoluta.
Hai scommesso su di lui,hai puntato sulla sua anima,sulla certezza che,seppure nel tuo trasfigurato aspetto,egli ti avrebbe trovato.
Ci avevi azzeccato per metà.
Non è una vittoria,no.. ma è comunque un inizio,non credi..

-..Yuriy..?-


-E' stato.. bello-sussurri piano socchiudendo gli occhi-veramente bello.-




"Bellezza, o triste regina,
tutto ciò che di meraviglioso ed incomprensibile v'è al mondo!
A chi importa la tua natura?
Poiché l'uomo che fugge dal meschino mondo
ha in cuore una salvezza che tu non saresti disposta a donargli,
una salvezza che non è per te stessa -o dolcissima sofferente!-
amata vittima,padrona di un mondo banale e indegno!"




Fine
   
 
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