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Autore: _Kalika_    24/11/2019    1 recensioni
Fin dalle 6:43 di quella mattina, quando la sveglia si era esibita nel suo “Another One Bites the Dust” come ogni martedì mattina, Izou aveva saputo che quella sarebbe stata una giornata logorante. Lo aveva capito fin dal primo istante, e più precisamente dal momento in cui aveva pensato che per quanto il giro di basso fosse la sveglia perfetta per il martedì, avrebbe preferito di gran lunga udire nelle sue orecchie un impeccabile «Each morning I get up I die a little, can’t barely stand on my feet…»
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Questa fanfiction partecipa all'iniziativa Yuri & Yaoi's 3 Days organizzata dal forum FairyPiece - Fanfiction & Images.
Prompt: Punto debole
Genere: Fluff, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izou, Marco
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction partecipa all'iniziativa Yuri & Yaoi's 3 Days organizzata dal forum FairyPiece - Fanfiction & Images.

Prompt: Punto debole
 

 
 
Il giro di basso del martedì mattina
 
Fin dalle 6:43 di quella mattina, quando la sveglia si era esibita nel suo “Another One Bites the Dust” come ogni martedì, Izou aveva saputo che quella sarebbe stata una giornata logorante. Lo aveva capito fin dal primo istante, e più precisamente dal momento in cui aveva pensato che per quanto il giro di basso fosse la sveglia perfetta per il martedì, avrebbe preferito di gran lunga udire nelle sue orecchie un impeccabile «Each morning I get up I die a little, can’t barely stand on my feet…»
E il problema non stava tanto nel testo, quando nel fatto che Somebody to Love era la sua sveglia del sabato, e se si svegliava il martedì pensando al sabato, allora l’inizio non era dei migliori.
E così, nonostante non avesse avuto più impegni del solito, una lezione più impegnativa al corso universitario di progettazione di eventi artistici e dello spettacolo, o qualche cliente particolarmente più esigente durante il lavoretto part-time che faceva da Kiko, Izou non era riuscito a togliersi dalla testa l’idea che avrebbe passato una giornata infernale.
Pur armandosi di un ciondolo portafortuna e di una serie di gesti apotropaici che aveva disseminato nell’arco di una giornata, una serie di sventure – senza alcun dubbio riconducibili all’intuizione di quella mattina – l’aveva colpito con esiti più o meno tragici: la pioggia l’aveva colto senza ombrello e il traffico si era fatto sentire più del solito a causa di un incidente. Per non parlare poi dell’arcobaleno di cui tutti parlavano ma che lui non era neanche riuscito a scorgere.
E così, mentre inseriva la chiave nella toppa di casa alla fine del turno lavorativo, Izou pensava soltanto a stendersi sul letto e godersi il meritato riposo. Era inizio novembre, e le giornate si accorciavano sempre di più. Tra l’inverno incombente, i nuvoloni piangenti – se doveva fare freddo, almeno che nevicasse! – e il sole che, nuvole o meno, era comunque tramontato, Izou non era riuscito a rallegrarsi nemmeno al sentire il piacevole tepore dei termosifoni che lo aveva accolto levandogli subito di dosso il freddo che gli stava congelando mani e naso.
«Sono a casa…» Avvisò ad alta voce Marco che era sicuramente in casa, dato che il martedì – e Izou, che aveva un’avversione per il ricordarsi in che giorno della settimana fosse, si appuntò tragicamente per la trilionesima volta in quella giornata che, questa volta, sapeva con la più assoluta certezza che giorno fosse – tornava prima del suo compagno.
Si levò pigramente gli strati di vestiti mentre si trascinava in camera da letto, dove Marco stava leggendo un libro, e rimase per qualche secondo, con solo pantaloni e maglietta addosso, in piedi appiccicato alla sponda del letto. «Marco-chan…» Borbottò mesto per attirare l’attenzione del biondo che aveva messo da parte il libro non appena Izou era entrato nella stanza, e che lo osservò far avere la meglio alla forza di gravità mentre si lasciava cadere teatralmente a pancia – e faccia – in giù sul letto con un sospiro di enfasi proporzionata all’azione.
 Marco allungò una mano verso lo chignon del ragazzo decisamente meno ordinato del solito, liberandolo delicatamente dall’elastico e carezzando poi i capelli sciolti.
«..Brutta giornata?»
«Mh-mh…» Izou rimase immobile per qualche secondo, cercando di godersi il più possibile quelle attenzioni.
«Vuoi parlarne?»
 «Mh…» Il moro rispose con un borbottio dal tono diverso che indicava chiaramente – almeno a suo parere – una risposta negativa.
Marco arrestò per un attimo la sua mano, sinceramente sorpreso. Era certamente raro che Izou tornasse a casa così di malumore, ma era mille volte più raro che preferisse tenersi tutto dentro invece che lamentarsi dello studente maleducato che lo aveva sorpassato nella fila per il caffè, del piccione morto incontrato per strada o di chicchessia gli avesse rovinato la giornata.
Così si concesse solo un istante di stupore prima di sedersi accanto a Izou e poggiare le mani sulla sua schiena.
«Che fai, Marco-chan?»
«Un massaggio.»
A Izou si illuminarono gli occhi. Marco era famoso per i suoi massaggi – o meglio, lo era secondo Izou, che effettivamente elogiava la sua bravura con chiunque gli capitasse di parlare dell’argomento, e che adorava ricevere attenzioni così speciali dal suo Marco-chan. Sorrise debolmente quando le mani di Marco iniziarono a muoversi dapprima con delicatezza, saggiando la nuca, poi le spalle e tutta la schiena.
«Aspetta un istante» La voce di Marco interruppe gentilmente quegli attimi di paradiso appena iniziati. Smanettò qualche secondo al cellulare poi, dopo aver fatto partire la giusta canzone, riprese il glorioso lavoro alla schiena del suo ragazzo.
[Somebody to Love – Queen]
 
Can anybody find me somebody to love?
Izou trattenne il fiato al riconoscere la prima nota, poi sotterrò di nuovo la testa fra le coperte. «Come facevi a saperlo, Marco-chan?!»
«Sapere cosa?»
«Non lo sapevi??!»
Marco conosceva Izou da abbastanza tempo per sapere che, per preservare la sua sanità mentale, era meglio non insistere. Immaginando che il suo ragazzo si fosse già perso nell’estasi della canzone, riprese il suo massaggio.
Ooh, each morning I get up I die a little
Can barely stand on my feet
(Take a look at yourself) Take a look in the mirror and cry (and cry)
Lord, what you're doing to me (yeah yeah)
Nonostante la maglietta a distanziarli, Izou percepì con chiarezza i palmi di Marco premere lungo la colonna, su e giù, poi i pollici massaggiare fra le scapole con movimenti circolari, poi ogni singolo dito fare pressione su ogni centimetro, stendere i muscoli, sgranchire le ossa, fino a carezzare delicatamente ogni più piccolo lembo di pelle..
I have spent all my years in believing you
But I just can't get no relief, Lord!
Somebody (somebody) ooh somebody (somebody)
Can anybody find me somebody to love?
 …e poi ricominciare daccapo di nuovo e di nuovo, alternando i movimenti con assoluta maestria, e sentì la stanchezza e la tensione accumulate durante la giornata venir tirate via e soppiantate da una tranquillità senza pari.
Ah, Marco-chan, che dono meraviglioso sono le tue mani!
I work hard (he works hard) every day of my life
I work 'til I ache in my bones
At the end (at the end of the day)
I take home my hard earned pay all on my own
Per tutta la giornata non l’aveva pensato possibile, ma adesso la pioggia, il traffico e tutta quella negatività che gli aveva impedito di vedere le cose positive gli sembravano minuscoli puntini ormai dispersi, in confronto alla tranquillità che provava in quel momento.
I get down (down) on my knees (knees)
And I start to pray
'Til the tears run down from my eyes
Lord, somebody (somebody), ooh somebody
(Please) can anybody find me somebody to love?
Marco finì il suo massaggio chinandosi a posargli un bacio tra le scapole mentre Izou sorrideva, sorrideva, lieto e incredulo di aver ritrovato in così poco tempo l’allegria che aveva cercato da quella mattina. Rotolò lungo il letto, arrivando a trovarsi a faccia a faccia con Marco che intanto si era ridisteso.
«Ti senti meglio?»
Izou annuì e il biondo gli carezzò distrattamente la tempia: «Era da un po’ che non eri così teso.»
«Oh, Marco-chan, non devi preoccuparti! Mi sono solo svegliato male!»
«Oh… tutto qua?»
Everyday (everyday) I try and I try and I try
But everybody wants to put me down
They say I'm going crazy
«Beh, io non lo definirei un “tutto qua”, Marco-chan!» Se fosse stato in piedi, si sarebbe probabilmente messo le mani sui fianchi e avrebbe scosso la testa con enfasi. Oh, santo Roger! Tutto qua?! Non che fosse arrabbiato eh, ma estremamente incredulo! Ecco!
They say I got a lot of water in my brain
Ah, got no common sense
I got nobody left to believe in
Yeah yeah yeah yeah
«Svegliarsi male la mattina significa affrontare non soltanto la mattina, ma anche tutta la giornata in maniera sbagliata!»
«Capisco…»
«E oggi mi sono svegliato sperando che fosse sabato» continuò a spiegare sdraiandosi sulla schiena e gesticolando con convinzione. «E questo significa che mi sentivo come se avessi già vissuto tutta la settimana! Capisci cosa significa??»
«..Che non va bene?»
«Che non va per niente bene! Significa che ormai la giornata è rovinata! Significa che ti senti troppo stanco per affrontare la giornata, perché ti senti come se stessi lavorando in un giorno di riposo! Oh, non lo augurerei neanche al mio peggior nemico! Per fortuna ci sei tu, Marco-chan, tu e le tue deliziose mani e i tuoi miracolosi massaggi!»
Marco sorrise mentre un eco di “somebody to love” riempiva la stanza.
Got no feel, I got no rhythm
I just keep losing my beat (you just keep losing and losing)
I'm OK, I'm alright (he's alright, he's alright)
I ain't gonna face no defeat (yeah yeah)
I just gotta get out of this prison cell
One day (someday) I'm gonna be free, Lord!
Si avvicinò a Izou e gli diede un bacio sulla fronte. Cosa avrebbe fatto senza quel raggio di sole…
Sentì il moro ridacchiare e stendere le sue braccia intorno al collo mentre si accoccolava ancora più vicino, ricambiando il bacio di prima con uno più intenso ma altrettanto dolce sulle labbra.
«Marco-chan? Posso farti io un massaggio?» Ora che la solarità stava tornando, ecco che tornavano anche le sue interminabili proposte.
«Come vuoi…» mormorò mentre circondava con le sue mani il volto di Izou e lo avvicinava al suo per rubargli un altro bacio.
Find me somebody to love…
Find me somebody to love…
Si girò prono e non ebbe il tempo di protestare quando Izou gli sollevò la maglietta – per sapere meglio dove massaggiare, ovviamente, e nessun altro scopo – e posò le sue mani a dir poco gelide sulla pelle.
Era quasi sul punto di lamentarsi, quando si rese conto che percepire quelle dita affusolate, come lunghi aghi d’acciaio dotati di vita, era inaspettatamente sexy. Si alternavano a ritmi scostanti come le dita di un pianista, attraversando la schiena, soffermandosi sulle sporgenze delle ossa e dei muscoli e prendendo direzioni sempre diverse. Dove sarebbero andate nell’istante dopo? Con quale intensità?
Si spostarono lateralmente, quasi carezzando i bordi dei pettorali, il contorno della vita, i… oh no. Oh no, no, no.
I polpastrelli di Izou sfiorarono i fianchi di Marco, e lui ebbe un sussulto. Izou inizialmente non capì, quindi ripeté il movimento. Stessa reazione.
Il moro rimase a fissare interdetto i fianchi del suo ragazzo, fino a che l’illuminazione non lo colpì all’improvviso. Lambì di nuovo, con più decisione, i suoi fianchi, e come a confermare la sua ipotesi, Marco tremolò ancora.
«Marco-chan…» lo chiamò con un sorriso che era tutto un programma, le mani già pronte ad assaltare di nuovo i suoi fianchi. «…soffri il solletico?»
Find me somebody, somebody,
somebody, somebody to love
Marco lo guardò impassibile mentre si abbassava la maglietta e si sedeva a gambe incrociate. Non poteva certo mentirgli dopo che l’aveva visto. Ma non intendeva neanche confermarlo.
Find me, find me, find me, find me, find me…
«Oh, Marco-chan, che sorpresa deliziosa! Chi se lo sarebbe mai immaginato! Uno come te, che sembra così invulnerabile…»
«Soltanto ai fianchi.» Precisò con voce atona, giusto per evitare altri assalti alla sua persona. Tentativo inutile, ovviamente.
«Oh, beh» Mormorò infatti Izou con occhi luccicanti, mentre avanzava gattoni verso il ragazzo. «Non so se posso fidarmi. Devo scoprirlo da solo, capisci? Magari hai altri punti deboli.» Si leccò inconsciamente le labbra mentre si sporgeva con lentezza esasperante verso il viso di Marco, incatenando il suo labbro inferiore tra le sue.
Il biondo si lasciò scivolare supino sul letto, sostenendo Izou che lo sovrastava, totalmente preso dal bacio.
«…Per amor di conoscenza, giusto?»
Izou sorrise. Una mano si intrufolò sotto la maglietta di Marco e iniziò a tastare lascivamente gli addominali. «Esattamente, Marco-chan.»
 
 
 
***Angolo dell’Autrice***
Buongiorno, anzi, buonasera! Non credevo che sarei riuscita a finire in tempo questa Ff, e invece eccola qui! Considerando che l’unica idea sicura che avevo era quella del solletico, mi sembra un gran bel risultato.
Beh, non ho molto da dire oggi, quindi ringrazio tutti i miei lettori per essere arrivati fin qua! Se avete qualche apprezzamento o critica riguardo questa storia, non mancate di farmelo sapere con un commentino!
In ogni caso, apprezzerete senza dubbio Weisz ammiccante
Alla prossima,
Kalika
   
 
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