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Autore: chaska    01/08/2009    5 recensioni
Una nuova mini-fic che durerà pochissimi capitoli...I personaggi sono principalmente Altair e due mie nuove creazion(Alessa e Frederick), più qualche comparsa come Malik!
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Templars

Capitolo 1: Tappe

 

Mi siedo, o meglio, mi lancio sul letto, e sbuffo.

È dura, veramente dura, non l’avrei mai detto, ma adesso ce l’ho fatta.

Si si, lo so. È solamente una tappa, ma ehi...che tappa!

Chi prima di me ci era riuscito? O meglio, riuscita?

Giusto, dopotutto meno gente lo sa e meno si corre il rischio di essere scoperti da certi individui che dovrebbero farsi gli affari propri, invece di rovinare la vita altrui. Ma dopotutto...cosa si può fare?

Ah ah, quello che ho fatto io. Li si può prendere in giro.

Sorrido tra me e me e mi stendo completamente sul letto.

Sono completamente indolenzita, e di questo me ne dispiaccio. Anni di addestramento per cosa? Per rimanere sfinita dopo un’intera giornata dove ho indossato tutto il tempo elmo, cotta di maglia, che pesa molto più di quanto si possa pensare, e tutto l’armamentario vario? Senza contare che sono stata per tutto il pomeriggio sotto il sole più cocente di tutta la mia vita.

Ma i sacrifici ripagano, eccome!

Come ripaga il fatto di essere al seguito del Re Guglielmo. Già, in questo modo, ognuno di noi abbiamo la nostra minuscola stanza, ma sempre un pò di privacy abbiamo. E c’è anche da considerare che, nel mio caso specifico, così ho molto ma molto stress in meno da gestire.

Pensando a queste cose, chiudo gli occhi tentando in questo modo di addormentarmi, e me lo merito di certo dopo una giornata del genere.

Sto ancora cercando di annullarmi totalmente e di ritrovare un pò di riposo per le mie membra stanche, anche se questo termine non rende affatto giustizia alla mia situazione, quando una leggera brezza si fa largo nella mia “stanza” e mi porta al viso tutti gli odori tipici del luogo in cui mi trovo.

Sale, un odore intenso che sinceramente amo e...no non mi trovo vicino ad una cucina. Esattamente mi trovo su una nave, una robusta caravella che mi sta portando lentamente e dondolando nel luogo più sacro e pericoloso di tutto il mondo, in questo momento.

I miei occhi hanno ceduto nuovamente, e i miei sensi stanno per fare esattamente la stessa cosa, cullati dolcemente dall’andatura della nave e dal rumore delle onde.

È tutto perfetto, se non fosse per l’odore che il mio naso, sensibile in questa materia, percepisce e che annulla completamente tutta quell’atmosfera.

Digrigno i denti e sussurro qualcosa che dovrebbe somigliare vagamente ad un “odio i pesci”, ma potrebbe essere scambiato semplicemente per un ringhio.

Ah, comunque è vero, io odio i pesci, in tutte le loro forme e colori, ma niente batte il mio disgusto per il pesce appena pescato e il suo “odore”.

Disgustata fino all’osso, infilo la mia tunica che dovrebbe essere candida, ma, a causa dell’usura, è di un bianco sporco, molto sporco, e mi precipito sul ponte della nave.

Appena arrivata alla mia meta, appoggio i gomiti al bordo della nave e, dopo essermi calata un poco, appoggio il viso ad una mano.

E allora cerco di eliminare quel senso di nausea che ancora provo, anche se la puzza del pesce è ben lontana da me, e mi concentro su quello spettacolo che ho davanti. Il mare...

Il mare! È così bello e...non riesco a descriverlo, tale è l’emozione che provo. Dopotutto è la prima volta lo vedo e ancora, dopo averlo ammirato per giorni, non riesco a staccare gli occhi dalle piccole onde che lo increspano.

E rimango lì ad ammirare il riflesso del sole dorato che offre alle acque della terra, come un dono o più che altro...come un ponte, un collegamento tra mare, e quindi terra, e il sole, il perfetto abitante dell’immenso e sterminato cielo, che ci osserva da lassù, così distante, così beffardo a volte, così nobile da essere stato scelto come elemento per avvolgere e proteggere Dio stesso, mentre noi uomini, qui sulla terra a penare e sperare, preghiamo quell’unico Dio in un continuo anelare la perfetta armonia e pace, che solo Egli può donare ai suoi prescelti...

-Alfredo!

In contemporanea sento una mano calda poggiarsi sulla mia spalla destra ed io, che mi stavo quasi addormentando cullata da quella magica atmosfera, mi drizzo come solo un gatto spaventato da un’improvvisa comparsa di un cane può fare.

-Ehi, calmati giovanotto!

Immediatamente mi giro e nel tempo stesso in cui vedo i suoi capelli di un castano scuro, la sua giovane barba ma soprattutto i suoi intensi e, ahimè, preoccupati occhi verdi, capisco chi è stato a farmi prendere un così terribile, ma anche sciocco, spavento.

-Mio signore...

Capitan Frederick, per l’esattezza.

-Su, calmati adesso anche se non vedo il motivo di tanta agitazione!

Mi rilasso un poco, perdendo un pò di rigidità ma mantenendomi sempre in una posizione molto simile all’attenti.

Nel frattempo che io cerco di riprendere “discretamente” il fiato, mi rendo conto di qualcosa che prima mi era sfuggito. La voce, non l’avevo cambiata. Oh cavolo. Ora cosa posso fare? Dire che ho il mal di gola? O forse è meglio lasciare perdere, magari non ha sentito che era così tanto...femminile.

-Signore, cosa fate qui?

Lo dico ingrossando un pò il tono. Certo, tutti mi prendono per un ragazzino effeminato, ma non mi importa nulla. Però...che domanda stupida che ho appena fatto.

-Mmm, niente. Stare in camera tutto il tempo è noioso.

Certo, stare in una camera con tutti i confort possibili è noioso. Ma lo sai come sono le nostre?!?

-E tu cosa fai qui?

-Oh, ehm...il mare.

E il pesce.

-È la prima volta che lo vedi, giusto?

-Si, non riesco a staccarmene. È per questo.

Ma soprattutto per il pesce.

-Ma stai bene? Per caso soffri il mal di mare?

-N-no signore...- Ci manca solo quello – Perchè?

-È che sei un pò verde, sei sicuro?

E mentre mi dice queste parole, mi guarda profondamente negli occhi e io...beh, potete immaginare la mia reazione, no? Si, si, sono rossa come un pomodoro.

Comunque rispondo con un flebile si, ma a lui non basta, come potrà mai bastare? Quindi porta la sua mano destra sulla mia fronte e mi guarda nuovamente.

-A me non sembra affatto. Forse hai un pò di febbre. Vieni, ti accompagno nella tua camera.

A quelle parole io mi imbarazzo, e quindi arrossisco ancora di più e divento anche un pò più debole...argh! Odio quando sono cosììììì...!

E nel bel mezzo della mia patetica autocommiserazione, Frederick si stacca da me e fa una piccola risata.

-Se dubitassi della vostra virilità, crederei che voi siate innamorato di me, Alfredo.

Bang. Colpita e affondata. O è meglio usare il maschile? Non ci capisco più nulla!

Comunque, a quelle parole riprendo un pò di forze e sorpasso Frederick, però, prima di raggiungere la mia stanza mi fermo dinanzi a lui. Beh, è sempre meglio farmi venire la nausea che sopportare questa tortura bella e buona.

-Mio signore...- Faccio un breve inchino con la testa - ...non c’è bisogno che mi accompagniate o preoccupiate per me. Sono in perfetta forma. Ora se mi volete scusare...

-Non ti offendere, dai! Ti ho già detto che non ti metto in dubbio! Comunque sono qui anche per dirti qualcosa di importante, in effetti all’inizio ero uscito per questo.

Sentendo quelle parole la mia attenzione, e non irritazione, è nuovamente su di lui. Cosa mi potrà mai dire? Non mi hanno scoperta, altrimenti non sarebbe così calmo, anzi sarei già in catene o cos’altro. E allora cosa?

-Cosa, mio signore?

-Fra due giorni, quando arriveremo nelle terre di Gerusalemme, verrai consacrato come cavaliere templare.

-C-cosa? Templare? Ma se ancora...

-Si, lo so. Questa maledetta guerra sacra ci sta portando via più vite di quanto pensassimo. Poi con i nuovi nemici che ci siamo creati...

-Quali nemici?

-Al momento non ti è dato saperlo, ma sta tranquillo, appena saremo arrivati tutto ti sarà rivelato. Per ora sappi che abbiamo bisogno di più cavalieri possibili, ma al momento tu non affronterai delle battaglie. Dato che sei ancora un novellino, senza offesa,... – come senza offesa?!? – verrai messo come guardia davanti alle mura del palazzo o qualcosa del genere, non rischierai la vita.

-Quindi...

-Si, in pratica servite solamente per ingrossare le fila e spaventare Saladino e le sue armate, te la dovrai cavare solamente contro dei mendicanti e persone che hanno perso la ragione ormai da tempo.

-Ah.

È l’unica cosa che riesco a dire. Ma caspita, da quanto tempo aspettavo questo momento? E lo commento così? Mi faccio pena, eppure...non riesco a distogliere gli occhi dai suoi... Mentalmente mi do un pugno in faccia.

Alessa, no, mi chiamo Alfredo, ti prego! Concentrati su qualcos’altro! Ma come posso ridurmi così...

Sposto lo sguardo più in giù, ma incontro le sue labbra. Nooo, quella è una zona pericolosa. Vado allora nuovamente più in su e incontro i suoi capelli. I capelli vanno bene, no? Cosa ci potrà mai essere di così pericoloso in quei riccioluti e morbidi capel...cavolo, non posso permettermi di guardare davvero nulla di lui. Quindi mi concentro su un punto imprecisato alle sua spalle e annuisco. Devo avere proprio una faccia da deficiente in questo momento.

-Bene, adesso va nella tua stanza, credo che a quest’ora ti avranno già portato le tue nuove vesti. Addio, Alfredo.

Inchino la testa mentre ricambio il saluto e riprendo la strada verso la mia stanza.

Oh, che bello! Se non avessi un minimo di dignità e non dovessi nascondere il fatto che appartengo al gentil sesso, me ne andrei in giro saltellando per la nave come un’idiota. Certo che anche a solo pensarle certe cose ce ne vuole di coraggio...eh si, sono proprio un’idiota. Alfredo, il cavaliere templare idiota! Ahah...aha...ah. Basta, devo finirla di pensare queste sciocchezze, o prima o poi me ne scapperà qualcuna in pubblico e sarò finita, templare o no.

E nel bel mezzo delle mie elucubrazioni mentali, non mi accorgo di essere arrivata davanti ad un muro ed io, senza accorgermi di nulla, sbatto la testa contro di esso e cado a terra.

All’inizio chiudo gli occhi e non riesco assolutamente ad aprirli, conscia solamente del dolore atroce che provo. Poi, molto ma molto lentamente, riesco a prendere il controllo del mio corpo, anche se sono alquanto instabile.

Mi appoggio al muro che è magicamente apparso qualche istante fa mentre mi tengo fermamente la testa fra le mani, ma dopo qualche minuto, o così mi pare, mi stacco da esso e provo a fare qualche passo. I primi due o tre passi sono un successo, però al quarto mi sento girare fortemente la testa. In pochi istanti tutto intorno a me diventa un vortice a cui non riesco a sottrarmi. Così cado nuovamente e questa volta, ogni tentativo di alzarmi mi pare inutile.

-Signore...Signore!

Quando sento qualcuno che mi chiama, forse, non so precisamente se sta chiamando me o se è solo frutto della mia mente, sbatto istintivamente gli occhi.

All’inizio, vedo tutto buio, anche con gli occhi aperti, ma lentamente tutto ciò che vedo si schiarisce e si definisce meglio, anche se per lo più rimangono delle macchie colorate.

Però, fra il legno di cui la nave è costruita e della stoffa bianca buttata a terra, riconosco un ragazzino che è chino sopra di me.

-Signore, cosa le è successo?

“Aiutami ad alzarmi”.

Almeno così avrei voluto rispondergli, ma dalla mia bocca esce soltanto un qualcosa di non esattamente identificato, e quindi il ragazzino, non contento dei miei mugugni comincia a scuotermi.

No, ma sinceramente, scuotere una persona che presumibilmente era svenuta fino a due minuti fa? A questo qui gli manca un pò di cervello.

-Arion, cosa è successo?

Il ragazzino un pò deficiente smette così di torturarmi e rivolge tutta la sua attenzione a qualcuno che non è ancora entrato nel mio campo visivo.

-Mio signore, l’ho trovato svenuto per terra.

-Ah, capisco. Arion, va a chiamare il medico, per favore.

-Subito.

Il moccioso, subito dopo il comando di quell’uomo misterioso, si alza e se ne va.

Medico. C’è qualcosa che non mi quadra, come se dovessi impedirgli di chiamarlo, ma perchè? La mia mente non riesce proprio a ragionare in questo momento...

Intanto, solo per curiosità, giro la testa verso sinistra per vedere chi è l’uomo misterioso, ma è in controluce, credo, e vedo solamente una macchia scura che si china anch’essa su di me.

All’inizio mi poggia una mano sulla fronte e poi, delicatamente, mi prende con la sinistra per la schiena e con la destra per le gambe e mi solleva.

Lo sento ridacchiare, e io ancora non riesco maledettamente a capire chi è!

-Chi...chi siete.

Ma sicuramente la mia voce è così flebile che non riesce a sentirla, dato che inizia a parlare anche lui.

-Te l’avevo detto che non stavi bene. E adesso stai letteralmente cocendo!

Ascoltando queste parole, capisco finalmente chi è, e al solo pensiero che sono fra le sue braccia, riesco momentaneamente a riprendere un pò di forze e cerco di scendere.

-L-lasciatemi. Riesco a camminare adesso.

-Ah, di questo ne dubito fortemente. E poi guarda, siamo già arrivati alla tua camera!

E lui come fa a sapere dov’è la mia camera?!?

Evidentemente la mia faccia deve aver espresso magnificamente quello che stavo pensando.

-Non preoccuparti. Noi abbiamo tutto lo schema della nave, sappiamo dove sono alloggiati i nostri compagni.

Sinceramente la cosa mi sembra ancora un pò strana, ma comunque questo non è il momento più adatto per discuterne e quindi decido di annuire.

Nel mentre Frederick mi appoggia sul letto e questa cosa mi da un pò fastidio. Non è che mi piacerebbe stare ancora fra le sue braccia o cos’altro, no. Semplicemente questo letto mi sembra fatto di pietra di quant’è duro.

-Dai, adesso riposati.

E a quelle parole, come se fosse un comando, chiudo lentamente gli occhi e mi addormento velocemente, anche se a dire la verità, il tono di quella frase, così dolce, mi turba un poco.

 

 

 

 

Eccomi qua!

Bene, se siete arrivati fin qua vi meritate una bella medaglia d’oro, con tanto di contributi statali (che sono una bella cifretta!>.< XD) perchè davvero, non so come avete fatto!

Infatti, questa storiella (che sarà composta da pochissimi capitoli...una mini-fic! XD) serve solamente a far aumentare l’agognato numero delle ff di questa sezione, oltre che come esercizio per imparare a scrivere meglio! Però devo dire che questo primo capitoletto è veramente scritto con i piedi...-.- scusatemi, cercherò di impegnarmi di più!

Comunque, non so se ho avuto una grande originalità (sinceramente non riesco a seguire tutte le fic T_T ma prima o poi le leggerò tutte, promesso!) quindi non linciatemi!

Beh, ora vi lascio perchè devo andare a seguire i mondiali di nuoto che mi stanno facendo rinascere la mia centenaria passione per questo sport (che pratico anche...), quindi ciau ciau da Giada, alla prossima!!!!!XD

   
 
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