Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Red Drago    01/12/2019    12 recensioni
Oscar e André sono ragazzi, duellano, giocano, studiano col precettore.
Un piccolo incidente porterà André a capire le radici dei propri sentimenti, perché la frase dell'episodio 28 ha il suo perché andando indietro nel tempo.
Tutte le poesie citate sono di Saffo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Villa Jarjayes, giugno 1767.


Oscar e André si erano allenati tutta la mattina, André aveva sempre perso.
Allora aveva proposto di fare una gara a cavallo: il vincitore non avrebbe fatto traduzioni dal greco per una settimana.
Anche in quel frangente André perse, diede la colpa al fatto che Oscar era tanto più leggera di lui e che quindi César correva senza sentire quasi nessun peso su di sé.
Oscar non riusciva a smettere di ridere, quando tornarono alla villa era quasi ora della lezione di latino e greco.
Il precettore già li attendeva nella sala di lettura più piccola, quella riservata ai ragazzi.
Era una piccola biblioteca con la scrivania dell'insegnante sistemata che desse le spalle alla finestra, di fronte ad essa erano sistemate due scrittoi più piccoli per Oscar e André.
I ragazzi arrivarono trafelati, si sistemarono la camicia nei pantaloni, André strinse il fiocco blu intorno alla chioma corvina, Oscar lo guardava ancora divertita, André si rese conto di essere osservato e arrossi'.
Giunsero di fronte alla porta della piccola biblioteca e Oscar busso'.
Monsieur Robert diede loro il permesso di entrare e li fulmino' con l'orologio da tasca in mano, per sottolineare il ritardo palese.
I ragazzi si scusarono, ma André vide una luce birichina negli occhi di Oscar, non capì subito finché non sentì un urlo acuto uscire dalla gola del precettore.
Una piccola ila salto' fuori, gracchiando, dal cassetto appena aperto della scrivania.
Oscar dovette premere una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere, Monsieur Robert se ne accorse, stava per punirla quando André pensò bene di intervenire prendendosi la responsabilità dell'accaduto.
Il precettore assottiglio' gli occhi e decise di punire il giovane di rango inferiore in maniera esemplare: lo mandò a prendere nella biblioteca del generale l'Iliade e l'Odissea, erano testi classici molto importanti per la cultura Greca che stavano studiando, se non fosse successo quello spiacevole contrattempo molto probabilmente avrebbe dato loro dei brevi stralci da tradurre, ma adesso li avrebbe messi sotto torchio, in particolare il ragazzo bruno, con estremo, crudele piacere.
André lanciò un'occhiata di rimprovero verso Oscar, ma se ne penti' subito, non riusciva a restare arrabbiato con lei per più di qualche minuto.
Si alzò e con passo spedito si avviò verso lo studio del generale, il padrone di casa non c'era, ma lui entrò comunque in maniera circospetta.
Lo studio era grande e ordinato, freddo come il suo proprietario.
André individuo' i testi che gli erano stati richiesti, erano in alto cosi prese la scaletta e li raggiunse, mentre era appeso, cercando di non rovinare a terra per via del peso di quei tomi pesantissimi, noto' poco più in alto altri testi, più sottili. Erano relegati nella zona dei testi proibiti, sul dorso di uno lesse un nome:Saffo, le poesie d'amore.
La sua mano fu più veloce del pensiero: prese il piccolo libro e lo nascose nei pantaloni.
Poi era sceso e, traballante per il peso di quelle opere, era tornato con la massima indifferenza verso la biblioteca dove lo attendevano Oscar e il precettore.
Alla sera, nella sua stanza aveva letto qualcuna di quelle poesie e si era emozionato, infiammato, imbarazzato.
Eppure non erano versi scandalosi o sconvenienti, uno diceva brevemente "io desidero e bramo", mentre lo leggeva il cuore accelero' i battiti, non sapeva perché.
E un altro "Eros ha sconvolto il mio cuore, come un vento che si abbatte sulle querce sulla montagna", André senti le guance imporporarsi.
Leggeva e rileggeva, e pensava ad Oscar. Era quello l'amore di cui aveva sentito parlare dagli adulti?
Quel desiderio di appartenere, di difendere solo ed esclusivamente una persona, l'unica che che gli facesse battere il cuore e rendesse leggeri i pensieri.
Era amore, il suo?


Caserma dei soldati della guardia francese.
Luglio 1789.

André era sdraiato sulla sua branda, aveva appena finito di scrivere i propri pensieri sul suo taccuino, stava ripensando a quando si era accorto per la prima volta che amava Oscar.
Quando avesse realizzato che non la considerava più solo la sua migliore amica, era diventata la sua luce.
Era diventata la sua ragione di vita, il suo amore unico.
Ripenso' all'ultima cosa che aveva scritto sul taccuino: "Fortunato quanto gli dèi, a me pare colui che siede di fronte a te e da vicino ode la tua voce e il riso melodioso".
Quello era stato lui per tutti quegli anni: fortunato quanto gli dèi.
Alain dal fondo della camerata lo chiamò e gli disse che il comandante gli voleva parlare.
Sistemo' il taccuino all'interno della giubba e si avviò verso l'ufficio di Oscar.
   
 
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