Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Kuro Nekomiya    02/12/2019    7 recensioni
MewIchigo tirò un sospiro e cercò di mantenere a fatica la calma, facendo scivolare il suo sguardo ancor più in basso.
Solo allora s’accorse della mano di lui stretta contro sua pelle, umida di sangue…
Sangue che si spargeva ovunque a partire dal suo addome, fuoriuscendo a fiotte dalla ferita aperta. [...]
In quel momento le parve così paurosamente fragile, così schifosamente…
Umano…
Un ragazzino come tanti altri, buttato in una guerra senza speranza…
Come una pedina.
Come un giocattolo nelle mani del destino…
Come lei.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Profondo Blu
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Like Toy Soldiers.
 






Step by step, heart to heart, left right left
We all fall down like toy soldiers
Bit by bit, torn apart
We never win but the battle wages on for toy soldiers

I'm supposed to be the soldier, who never blows his composure
Even though I hold the weight of the whole world on my shoulders
I ain't never suppose to show it, my crew ain't suppose to know it
Even if it means going toe to toe with Deep Blue*, it don't matter
I never drag 'em in battles that I can handle less I absolutely have to
I'm suppose to set an example, I need to be the leader
My crew looks for me to guide 'em
If some shit ever just pop off I'm suppose to be beside 'em…

Like Toy Soldiers ~ Eminem






Il fruscio di una lama sfilata di netto dalla carne.
Il tonfo sordo di un corpo che cadeva a terra, a peso morto.
Un gemito strozzato...
Una risata fredda, crudele...
Inumana.

Il suo sguardo si fossilizzò su quello dell’alieno di fronte a lei, costringendola a memorizzare ogni spiacevolissimo dettaglio di quel momento.
Il ghigno tronfio dipinto sulle sue labbra.
Due occhi gelidi e vuoti, inquietanti...
Non una minima traccia di compassione nel suo sguardo.
MewIchigo rabbrividì fin nelle ossa, incapace di reagire.
Non riusciva a riconoscere in lui nemmeno la più piccola, insignificante ombra della persona che amava…
...E la cosa l’atterriva da morire.
Quello non era Masaya.
Non più.
Soprattutto non ora che…
«Micetta...»
Quella voce la ridestò dal suo torpore e il suo primo istinto fu quello di chiudere gli occhi.
No.
Non era pronta...
Si strinse nelle spalle, tremando come una foglia, come a volersi riparare dentro il suo piccolo guscio sicuro.
Eppure, in fondo al suo cuore sapeva che era tutta una bugia.
Non esisteva più un luogo sicuro...
Quella sua reazione non era solo che uno stupido palliativo, un prolungamento di un’agonia a cui non voleva in nessun modo cedere…
...
Non voleva guardare.
Sapeva cosa l’avrebbe aspettata...
Non poteva sopportarlo...
Un fremito intenso la percorse quando le dita fredde di lui agguantarono il suo avambraccio, come a volerla spingere ad affrontare una realtà che così ostinatamente stava cercando di negare.
Lo sapeva, non poteva resistere ancora a lungo...
Inghiottì un blocco di saliva e, non senza una buona dose di timore e reticenza, trovò infine il coraggio di socchiudere le palpebre.
Abbassò lo sguardo su di lui…
...Ritrovandosi ad osservarlo più di quanto avesse mai fatto fino a quel momento.
Le parve, se possibile, ancor più pallido e magro di quanto ricordasse.
I capelli scuri, madidi di sudore, ricadevano spettinati sulla sua fronte e il solco delle sopracciglia disegnava sul suo viso la solita espressione beffarda, atta a nascondere il lacerante dolore che provava.
Persino in quel momento riusciva a non perdere il suo temperamento...
MewIchigo tirò un sospiro e cercò di mantenere a fatica la calma, facendo scivolare il suo sguardo ancor più in basso.
Solo allora s’accorse della mano di lui stretta contro sua pelle, umida di sangue
Sangue che si spargeva ovunque a partire dal suo addome, fuoriuscendo a fiotte dalla ferita aperta.
Un colpo inflitto in maniera spietata, brutale…
Con l’intento di uccidere
A quella vista, il suo corpo venne scosso da un immediato moto di repulsione.
MewIchigo si spinse verso di lui e alzò l’alieno da quel pavimento angusto e polveroso, allungando la mano tremante verso il suo ventre.
Strabuzzò gli occhi, la bocca asciutta per l’ansia, senza riuscire a distogliere lo sguardo da quella scena che tanto la turbava.
Tutta quella sofferenza, tutto quel sangue...
Uno spettacolo ingiusto ed infame a cui mai avrebbe voluto assistere.
Dopo lunghi ed estenuanti secondi vinse la sua agitazione, decidendosi infine a premere il palmo della mano contro il suo corpo, nell’intento maldestro di fermare quel maledetto flusso di sangue…
Ma, nonostante i suoi sforzi, non accadeva nulla.
La linfa vitale di Kisshu continuava a disperdersi a vista d’occhio sotto i suoi occhi, colando sulla sua pelle, sui suoi vestiti...
Quella terribile sensazione d’impotenza le serrò lo stomaco.
Spinse di nuovo sulla ferita, con più forza, avvolta dalla più terribile paura che avesse mai provato.
Un rantolo le uscì dalla bocca mentre lacrime d’angoscia e disperazione riempirono i suoi occhi, annebbiandole la vista.
Erano state ben poche le occasioni in cui lei e quell’alieno erano potuti stare tanto vicini…
Lei non gliel’aveva mai permesso.
Ne aveva spesso avuto una folle paura.
L’aveva odiato
C’erano momenti in cui l’aveva trovato crudele, disgustoso
O ancora, fastidioso come un insetto.
Non voleva assolutamente saperne di lui...
Ma non voleva vederlo morire.
No, nemmeno un tipo come lui…
Si sforzò d’inghiottire un blocco di saliva, incapace di soffocare i singhiozzi.
Quell’idea era contro qualunque suo principio.
Perché era costretta ad assistere a tutto questo?
Era solo una ragazzina...
Una ragazzina qualunque, buttata in mezzo ad una guerra senza speranza…
Non voleva vederlo morire.
Non voleva vedere nessuno morire...
Le dita del ragazzo sfiorarono la sua guancia e quel gesto così dolce la ridestò un poco, facendola sussultare.
MewIchigo ruotò gli occhi verso il suo viso, raccapricciata a morte all’idea di guardarlo in faccia...
Guardarlo in faccia mentre tirava le cuoia, senza che lei potesse farci nulla...
Cacciò quel pensiero dalla sua testa, incrociando finalmente lo sguardo di Kisshu con il suo, quello che a lungo gli aveva negato.
Il suo corpo annaspava…
Il suo sangue si stava prosciugando lento ed inesorabile, riversandosi sul pavimento...
Eppure quegli occhi, che molte volte le erano parsi tanto spaventosi, ribollivano ora come oro liquido, trasmettendole la forza di chi avrebbe potuto vivere altre cento vite.
No…
Quelli non erano gli occhi di una persona che stava per morire.
«Stai piangendo per me?...» Domandò lui, titubante, l’espressione smarrita in volto.
La Mew Mew bloccò le sue lacrime a quelle parole, trattenendo il respiro senza nemmeno accorgersene.
Mosse le labbra in maniera inconsapevole, forse per dire qualcosa…
Ma non ne uscì alcun suono.
Dovette restare a guardarlo senza poterlo aiutare, mentre si portava a fatica una mano al viso e tossiva dolorosamente, sputando dell’altro sangue.
Non seppe trattenere l’ennesimo brivido.
Lui tremò con lei, la sua pelle sempre più fredda, ancor più diafana di quanto potesse già essere.
In quel momento le parve così paurosamente fragile, così schifosamente…
Umano…
Un ragazzino come tanti altri, buttato in una guerra senza speranza…
Come una pedina.
Come un giocattolo nelle mani del destino…
Come lei.
Strinse le dita nel pugno, soffermandosi nuovamente sulla ferita che l’aveva tranciato da parte a parte.
Il sangue scorreva molto più lentamente ormai.
Già lo sapeva…
Era spacciato...
A quella constatazione altri violenti singhiozzi le uscirono dalle labbra, accompagnati da copiose lacrime.
Perché faceva così male?
MewIchigo lo guardò di nuovo e rimase sorpresa per la seconda volta, quando lo vide sorriderle teneramente al suo indirizzo.
In un momento del genere…
Come poteva essere così forte?
Lui aprì la bocca solo per pronunciare poche, flebili parole, sottili come fili d’erba.
«Devo insegnarti una cosa.»
Usò tutte le energie che gli erano rimaste per scostare il braccio dalla sua guancia e spostarlo sulla linea del suo collo, con la stessa delicatezza usata in precedenza.
Sfiorò la sua nuca e sfruttò quel leggerissimo contatto per avvicinarsi a lei, sempre di più...
Fino a far toccare le loro fronti.
MewIchigo lo fissò sgomenta, senza riuscire a staccargli gli occhi di dosso.
Rimase in ascolto di quel silenzio insopportabile, tesa come una corda di violino, in attesa di ciò che stava per dirle…
Quando lo sentì distintamente lasciare un respiro più lungo e profondo degli altri.
L’ultimo.
Gli occhi dell’alieno si rivoltarono all’indietro e il braciere nelle sue iridi si spense, incupendosi all’improvviso.
Le sue palpebre si fecero sempre più pesanti così come il suo corpo, che crollò come morto senza che lei potesse acciuffarlo.
La Mew gatto sgranò gli occhi, inerte come una statua.
«Kisshu...» Balbettò, in un fil di voce.
Si chinò verso di lui e lo prese per le spalle, scuotendolo con delicatezza, incurante delle ginocchia nude che affondavano nel suo sangue.
«KISSHU!» Gridò, scrollandolo ancora, questa volta più forte.
Nessuna risposta.
Scosse la testa, stringendo tra le dita la stoffa sporca e logora della sua maglia.
«No...» Si lasciò sfuggire dalle labbra.
Abbassò la testa contro il suo petto, lasciandosi andare ad un pianto amaro e disperato.
Tese vanamente le orecchie feline, alla ricerca della più piccola traccia di vita rimasta in lui…
Ma dovette gemere afflitta di fronte al tetro mutismo del suo torace, all’immobilità delle sue membra...
Alzò la testa e lo guardò ancora, come se volesse imprimere nella sua mente quel tragico momento.
Il lieve sorriso stampato sulle sue labbra era così illogico, paradossale...
MewIchigo si ritrovò a sfiorarle con le dita, mossa da ragioni che non riusciva a comprendere.
Non si sarebbero aperte mai più.
Mai più avrebbe udito la sua voce…
Cosa volevi dirmi?
Cosa volevi insegnarmi?

Si chiese lei, richiamando a sé un minimo barlume di lucidità.
«Ora tocca a te.»
Poche e glaciali parole sibilate tra i denti attirarono di malavoglia la sua attenzione, facendola ribollire di rabbia e terrore assieme.
Alzò lo sguardo ricolmo di lacrime, lanciando un’occhiata accigliata verso colui che le aveva parlato.
Uno schifoso assassino, un mostro dagli occhi vitrei ed inespressivi.
Il suo Aoyama-Kun…
Lo vide alzare in aria la spada, la lama ancora coperta di sangue, al solo scopo di caricarla d’energia statica color azzurro.
Tremò in ogni suo muscolo, il corpo completamente inchiodato al suolo.
Cercò di muoversi con tutte le forze che aveva, ma ciò che riuscì a compiere furono soltanto piccoli, miseri movimenti…
Perché?!
Si domandò tra sé e sé, facendosi ghermire dall’angoscia.
Gettò un’altra, nervosa occhiata a Deep Blue, e in seguito a Kisshu, disteso al suolo senza vita.
Faceva fatica a comprendere chi, tra i due, potesse definirsi davvero morto
«Kisshu» Soffiò a denti stretti, piangendo.
S’allungò a fatica verso di lui, tirandolo più vicino a sé.
Aveva permesso a qualcuno di ucciderlo davanti a lei.
Un ragazzo innocente, la vittima di un sistema che non guardava in faccia a nessuno…
Non aveva mosso un dito per aiutarlo.
Quella colpa le pesava come un macigno sullo stomaco, la divorava dall’interno come una belva affammata…
Poteva ritenersi meritevole di sopravvivere, dopo tutto questo?
O era meglio rassegnarsi a morire, come il destino aveva scelto per delle sciocche ed inutili pedine?
Così Kisshu, così Ichigo...
Due soldatini giocattolo spazzati via dal vento, due tessere del domino la cui unica sorte era quella di cadere in maniera inesorabile, dopo che la prima di loro s’era arresa al suo fato...
Come in un disegno già prestabilito...
Il fragore del pavimento, sconquassato dall’onda d’energia lanciata da Deep Blue, la scosse nuovamente dai suoi pensieri, facendole alzare lo sguardo.
La vide dirigersi veloce verso di lei, ormai tremendamente vicina…
Non poteva fare più nulla.
MewIchigo singhiozzò, stringendo a sé il corpo senza vita di Kisshu.
Serrò gli occhi, preparandosi alla sua fine…
E poi, solo il buio.




Sbatté le palpebre più e più volte, la testa ancora annebbiata dal sonno.
I flebili, leggeri fasci di luce lunare, che penetravano dalle persiane appena aperte, le permisero d’inquadrare facilmente il rassicurante profilo della sua stanza da letto.
S’aggomitolò come un gatto contro il petto di Masaya, disteso sotto le coperte accanto a lei, ritrovandosi ad assaporare con piacevole lentezza l’inconfondibile profumo della sua pelle.
Dopo un attimo di riluttanza e, capendo d’essere ormai sveglia, decise di stiracchiarsi, allungando uno dopo l’altro i vari muscoli del suo corpo.
Si scostò con fastidio alcune ciocche di capelli dal viso, scoprendoli essere appiccicaticci, umidi di sudore nonostante quella fresca notte d’autunno.
Si portò una mano al petto, accorgendosi solo in quell’istante della corsa impazzita del suo cuore.
Tirò un sospiro preoccupato.
Di nuovo quell’incubo ricorrente.
Le capitava più volte di sognare quel terribile giorno...
La sensazione che le lasciava addosso era difficile da ignorare.
Un aggroviglio d’angoscia, impotenza e terrore che le serravano lo stomaco e le toglievano l’aria dai polmoni, facendola sentire inerme come una bimba spaventata.
Strinse gli occhi lucidi di pianto in due fessure, nel tentativo sciocco ed ostinato di trattenere le lacrime che stavano per uscirle.
Più e più volte aveva provato, invano, di lasciarsi alle spalle quei terribili eventi.
Tentare di dimenticare, fingere che non fossero mai esistiti…
...Ma non c’era mai riuscita.  
Quegli attimi orribili tornavano sempre a bussare alla porta dei suoi pensieri per prenderla a calci, sfondarla a forza…
...E far saltare la serratura.
Rabbrividì a quella consapevolezza, portandosi instintivamente una mano sul ventre, lì dove ricordava uscire quel sangue disgustoso dall’addome di quell’alieno...
Ne aveva il terrore da allora.
La vista del sangue la ributtava e la mandava in panico...
In quel momento, Masaya spostò lievemente il braccio posto sulle sue spalle, ridestandola da quegli angoscianti rimuginii.
Le dita del ragazzo sfiorarono dolcemente dapprima il collo di lei e poi la linea della sua mandibola, regalandole il sollievo immediato di cui aveva disperatamente bisogno.
«Masaya» Lo richiamò la rossa, sussurrando piano.
Il ragazzo mugugnò, stiracchiandosi a sua volta.
Passò qualche secondo di silenzio prima che lei potesse udire una sua risposta.
«Avevi il sonno agitato...che succede?» Le domandò, con voce ancora impastata dal sonno.
Ichigo abbozzò un sorriso, pensando a quanto le facesse piacere l’attenzione a quei minuscoli dettagli che il suo ragazzo le riservava.
«Solo un brutto sogno» Rispose lei, liquidando la questione su due piedi.
Poi lo strinse a sé, affondando il viso nell’incavo del suo collo, prendendosi un paio di ampi respiri.
Lei e Masaya parlavano pressoché di tutto…
Ma anche lei nascondeva dei piccoli segreti.
Nemmeno lui era al corrente di quella sua intima paura…
Degli incubi che ancora faceva su Deep Blue, sui crimini che aveva compiuto…
Le persone che aveva ucciso
E sull’inettitudine che lei aveva dimostrato.
«Tranquilla piccola, sono qui...» Mormorò dolcemente il ragazzo, ricambiando teneramente la sua stretta.
Ichigo se ne rallegrò, tranquillizzandosi un poco.
Quei giorni erano finiti.
Con MewIchigo aveva chiuso…  
Eppure di tanto in tanto, quando chiudeva gli occhi, Kisshu le tornava alla mente…
Quel Kisshu in fin di vita, il corpo ricoperto di sangue...
«Lo so.» Ammise lei, gongolando, allontanando quei cattivi pensieri dalla sua testa.
Poi si protese verso di lui e gli scocciò un bacio, la punta del naso che sfregava morbidamente contro il suo orecchio.
«È tutto a posto» Mormorò a quel punto la ragazza. «Torniamo a dormire...» Propose infine, accoccolandosi di nuovo contro di lui.
Non sapeva bene quali sentimenti le affiorassero in quei momenti.
Per quanto s’interrogasse, non riusciva proprio a capirlo…
Ma quelle iridi dorate tornavano ciclicamente a tormentarla.
Senza preavviso, senza che lei lo volesse davvero...
E nei suoi ricordi ardevano ancora, come quel giorno.
Ardevano di quella forza che lei non era riuscita mai riuscita a dimostrare…
La pungolavano, la spiavano nell’intimo…
Come a volerla accusare dei suoi peccati.
Per quella ragione l’assillavano, si diceva...
Per quella ragione la perseguitavano con tanta forza…
Per quella ragione sapeva che non le avrebbe scordate facilmente.
Ne era assolutamente certa.












 
***
 
* Nel testo originale della canzone, l’autore nomina un certo ‘Benzino’ contro cui egli deve scontrarsi e combattere, realmente e/o metaforicamente.
In questa OS il nemico di entrambi i protagonisti coinvolti è Deep Blue, dunque mi è sembrato provvidenziale apporre questa piccola modifica.
Trovo questa song perfetta perché in questo contesto può prestarsi ad una doppia interpretazione, essendo calzante sia dal pov di Kisshu che da quello di Ichigo; se state leggendo questa nota prima di cominciare a leggere, il significato vi sarà più chiaro al termine della lettura. Per qualunque dubbio al riguardo, siete liberi di esprimerlo in recensione :)






 
Note dell’Autrice~



Buonasera,
O forse sarebbe meglio dire buonanotte...lol xD
Volevo fare due chiacchiere con voi riguardo questa OS appena sfornata xD
L’idea del concept mi è venuta qualche mese fa, quando durante un rewatch casuale di alcune puntate di One Piece ho rivisto il momento in cui [SPOILER] Ace muore tra le braccia di suo fratello Luffy [FINE SPOILER]
In quel momento, il mio cervellino ha operato un parallelo curioso, richiamandomi la scena della morte di voi-sapete-chi, una scena che peraltro mi tormenta da anni nei miei momenti più fangirlosi xD
La scena della morte di Kisshu per me è...iconica, poiché è letteralmente il suo climax, l’atto che lo consacra a ‘personaggio completo’. Con questo gesto lui dà effettivamente un senso alla sua esistenza e dichiara una volta per tutte e al mondo intero quanto siano forti le idee e gli ideali per cui combatte, sottointendendo che questi non finiranno con la sua morte.
La prima volta che la vidi ero solo una bambinetta, neanche troppo interessata ad un personaggio come lui, ma vi giuro...mi è bastato vederlo fare l’eroe per farmi pigliare dalla sbandata più grossa di tutti i tempi.
Si, insomma...dopo averlo visto morire mi sono innamorata di lui, ma tipo FOLLEMENTE…non so se mi spiego! >.>  
In questa OS, dunque, riverso il mio amore per lui e ciò che i miei occhi hanno registrato in quel momento.
Al contempo, trovavo interessante analizzare la reazione di Ichigo di fronte a...questa cosa.
Si, insomma...contrariamente alla mia reazione al sacrificio di Kisshu, sentimentale ed ormonale oltre ogni ragione xD, lei se ne resta lì, immobile come un ebete, e dopo letteralmente DUE petosecondi SI SCORDA di quello che le è appena passato sotto al naso e comincia a richiamare Aoyama-Kun con quella sua vocetta fastidiosa, e poi abbracci, bacini, bacetti, moine e blablabla…
Cioè...NO.
Ma davvero fai?
Questo ti è morto davanti, porca vacca!
Quanto mi sono incazzata per questa cosa voi non avete idea...xD
Ebbene, mi rifiuto di credere che lei possa davvero essere così ottusa e deprecabile (sennò, davvero, la ammazzo con le mie mani!), dunque mi sono divertita a sondare la sua psiche e tirarle qualche stilettata nelle piaghe aperte perché SI xD
Mi piace fare la voce della coscienza dei pg di cui scrivo, facendoli sentire delle merdacce inside per quello che fanno...sapete, ho un lato sadico non indifferente... e mi piace moltissimo usarlo! xDD
Ho dunque pensato che in un momento così delicato e drammatico, persino lei riuscisse a levarsi di dosso qualche blocco mentale e a vedere Kisshu da un altro punto di vista, un punto di vista che in qualche modo l’accomunasse a lei, e cioé che sono entrambi dei poracci.
Spero che si sia capito cosa volessi intendere e che, soprattutto chi mi ha letto fino a qui, l’abbia apprezzato ♥
Credo inoltre che nessuno si sia mai spinto a raccontare questo momento tragico dell’anime/manga per un sacco di motivi (rabbia, dispiacere, dolore, ecc), e quindi ho trovato questo intento davvero stimolante.
Come Ichigo, forse tante di noi fangirline cercano di dimenticare il momento in cui Kisshu muore, perché, insomma...MUORE!
Ma come ho già detto, credo sia il punto più alto del suo pg...♥♥♥
Spero in qualche modo di averlo consacrato a dovere xDD
Vorrei inoltre raccontare un aneddoto riguardo la canzone che ho scelto per dare il titolo a questa OS.
Si tratta, come avete già avuto modo di vedere, di Like Toy Soldiers di Eminem…
Ebbene. Dovete sapere che questa song ha una storia singolare: era, infatti, il sottofondo di uno dei primi AMV che io abbia mai visto su Tokyo Mew Mew, e del primo completamente dedicato a Kisshu.
Realizzato da una giovane fan italiana del Kissyno nell’ormai lontanissimo 2005, quando poca era la dimestichezza con i programmi di editing video, si trattava di un AMV composto solo da screenshots ma a cui nonostante tutto sono affezionata, poiché coglie un lato di Kisshu a cui tengo molto.
Inutile dire che custodisco gelosamente quell’AMV da allora xD
L’ho caricato sul mio profilo youtube, se siete interessati potete vederlo QUI.
Dulcis in fundo ma non per questo di poca importanza, mi appresto a terminare queste note Autore xD
Questa OS è un regalo che voglio donare ad una tra le persone più speciali che io abbia mai conosciuto...♥
La diretta interessata sa perfettamente che sto parlando di lei, quindi…
MewLeemoon, tanti auguriiii ♥♥
Sei la mia scemotta del cuore! ♥
Guarda cosa mi fai scrivere, cioè... insomma, da quanto non toccavo l’angst Kishigo?!
L’anno scorso l’angst Tarurin, quest’anno l’angst Kishigo...sappi che non so più che minchia regalarti xDD
Non osare propormi il porno sulle tue OTP, chiaro? xD
Buon compleanno, ti voglio un mare di bene! ♥

Kuro~♥


 
  
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