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Autore: Golden locks    03/12/2019    4 recensioni
Near è molto anziano e il suo compleanno si avvicina. Lui ha solo un rimpianto e aspetta un regalo...
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Ancora gli faceva male al cuore il ricordo antico della loro rivalità, che gli era costata tanto cara. Che assurdità, ora che la vedeva con gli occhi di un vecchio che avevano visto tanto e accumulato tanta esperienza.
(...)
Il sacrificio, quel sacrificio, quello estremo, quello della propria vita, non era un gesto da tutti, ma solo per pochi, per gli eroi. Questo aveva fatto accrescere il suo amore ancora di più.
Si ricordava come fosse ieri della sua passione e del suo impeto, che gli infiammavano lo sguardo e i lombi, del suo orgoglio smisurato, del suo piglio autoritario, della sua astuzia, della sua sfacciataggine, del suo ghigno che incuteva timore e del suo essere sempre così sprezzante del pericolo...ma in fondo, a ripensarci ora, era solo un bambino. Solo un bambino...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Near | Coppie: Mello/Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi manchi da una vita.

 

 

Il sole splendeva ridente sul giardino ben curato che poteva vedere dall'elegante porta finestra del suo salone. Hub, il suo cane, un golden retriver di tre anni di cui si occupava il suo maggiordomo perché lui non ne era fisicamente in grado, appariva e scompariva dalla visuale delimitata dagli infissi correndo felice mentre faceva rimbalzare una pallina sul prato. L'estate era sempre così bella. Era la sua stagione preferita da sempre, la stagione in cui era nato e che aveva sempre sentito sua: E lui ne aveva viste tante, di estati, ma sentiva che quella era la più bella dopo tanto tempo, perché gli avrebbe portato il suo regalo. Chissà che quel regalo tanto atteso non sarebbe arrivato proprio l'indomani, il 24 agosto, il giorno del suo compleanno.

Nate era molto stanco. Era da poco passata l'ora di pranzo e lui sentiva il bisogno di sdraiarsi. Le sue gambe affaticate non ce la facevano a reggerlo fino alla stanza da letto, così scosse la campanella e Roger arrivò.
 

"Eccomi signore."

Aveva passato una lunga vita costellata di successi lavorativi, di grandi soddisfazioni, aveva tenuto alto il nome di Elle diventando lui il suo degno successore a tutti gli effetti, diventando il detective più bravo del mondo. Poi, quando sentiva di essere ormai troppo vecchio e stanco, circa dieci anni prima, si era ritirato, designando a sua volta una successione, formata però da una squadra di ragazzi giovani e molto in gamba che collaboravano con entusiasmo, e non da un singolo individuo. Ancora gli faceva male al cuore il ricordo antico della loro rivalità, che gli era costata tanto cara. Che assurdità, ora che la vedeva con gli occhi di un vecchio che avevano visto tanto e accumulato tanta esperienza.

Da giovani si fanno sempre tante scelte sbagliate, senza che uno se ne renda nemmeno conto...anzi, specialmente quando ci si sente nel giusto.

Erano passati tanti, ma tanti anni e ne era passata di acqua sotto i ponti. Ma i suoi ricordi di gioventù, specialmente quel giorno, erano vividi come non mai. Sì ricordò di quando aveva dichiarato davanti a Light Yagami, che anche se un dio gli avesse detto cosa era giusto e cosa era sbagliato, lui ci avrebbe pensato su e l'avrebbe deciso da sé. Era determinato e con le idee chiare anche da adolescente. Sì sentì fiero di sé per questo.

Si ricordava bene di quel caso per tre motivi. Era stato il caso che avevo ucciso il suo idolo, il primo caso della sua carriera e il caso che gli aveva portato via lui.

Il sacrificio, quel sacrificio, quello estremo, quello della propria vita, non era un gesto da tutti, ma solo per pochi, per gli eroi. Questo aveva fatto accrescere il suo amore ancora di più.

Si ricordava come fosse ieri della sua passione e del suo impeto, che gli infiammavano lo sguardo e i lombi, del suo orgoglio smisurato, del suo piglio autoritario, della sua astuzia, della sua sfacciataggine, del suo ghigno che incuteva timore e del suo essere sempre così sprezzante del pericolo...ma in fondo, a ripensarci ora, era solo un bambino. Solo un bambino...

 

Roger si accorse che il signor River si era estraniato dal mondo esterno, perso nei suoi pensieri come spesso accadeva, e provò con rispettoso garbo a richiamare la sua attenzione.

"Mi avete chiamato signore?"

Nate si ridestò come da un sogno. Si voltò verso Roger, il suo caro maggiordomo già da parecchi anni e lo guardò con i suoi occhi grigi e profondi, vividi come quando era ancora un fanciullo.

"Sì, Roger. Per favore, accompagnami in camera. Voglio riposare." disse col suo solito tono monocorde.

"Certo signore."

Roger sorrise bonario. Per lui era sempre stato un onore lavorare per un uomo di tale importanza. Si posizionò dietro la sedia a rotelle e la spinse finché non condusse Nate nella sua spaziosa camera da letto. Lo aiutò, facendolo reggere sul proprio braccio, ad alzarsi e a distendersi comodo sul suo grande letto, le cui lenzuola erano state cambiate da poco da Harriet, e profumavano di rose e lavanda.

Appena Roger lasciò la stanza, Nate chiuse gli occhi.

"Ti prego, sono stanco. Vieni a prendermi, portami il mio regalo."

 

Quando si risvegliò era già ora di cena. Nonostante avesse riposato tutto il pomeriggio senza consumare energie, il suo stomaco brontolava.

Sentì bussare alla porta.

"Avanti."

Magda, la figlia di Roger, fece capolino dalla porta.

"La cena è pronta signore. Volete che chiami mio padre per farvi portare in sala da pranzo?"

"Giusto in tempo Magda, giusto in tempo. Sono proprio affamato. Sì chiamalo, per favore."

 

Nate consumò il pasto con appetito. Nonostante dal suo volto ormai solcato da profonde rughe non si riuscisse a intuire, si sentiva di buon umore: se lo sentiva, stava arrivando, ormai non mancava molto.

Magda si voltò verso Harriet, sua madre, anche lei alle dipendenze di Nate, sorridendo emozionata.

"Sono sicura che il signor River gradirà molto la sorpresa che gli abbiamo preparato per il suo compleanno."

"Lo penso anch'io tesoro. Domani sarà un giorno speciale per lui. È un traguardo importante!"

Roger si avvicinò alla moglie e alla figlia.

"Il signor River non ha mai avuto una famiglia. La sua unica famiglia siamo noi. Perciò, renderemo speciale questo giorno."

 

Harriet si apprestò a sparecchiare la tavola in cui Nate mangiava spesso da solo, non perché non avesse piacere di condividere la mensa con Roger e la sua famiglia, ma perché la maggior parte delle volte il suo animo malinconico lo spingeva a preferire la solitudine.

Roger si avvicinò a Nate, che si stava tamponando la bocca con un tovagliolo in finissimo cotone.

"Volete che vi legga il giornale di oggi signore?"

Era un'abitudine che avevano ormai da tempo: dopo cena si sedevano d'estate in giardino, mentre d'inverno prediligevano il salone col grande camino, e Roger gli leggeva il giornale. A Nate non importava conoscere le notizie di mattina. Diceva che non gli cambiava niente di saperle qualche ora prima o qualche ora dopo, specialmente ora che si era ritirato dal lavoro, e che alla sua età si vedono le cose in maniera diversa.

"Sì, andiamo pure.".

Nate sfoderò uno dei suoi rari sorrisi. Solitamente era abbastanza burbero, senza mai essere sgarbato, ma quella sera una particolare luce gli illuminava lo sguardo e Roger fu lieto di notarlo. Gli era sinceramente affezionato.

Si sistemarono in giardino, Nate sulla sua sedia a rotelle e Roger su una sedia in vimini, e Roger iniziò a leggere le principali notizie di cronaca al suo principale.

Quando ebbe finito richiuse il giornale e lo ripose sul tavolino in vimini che aveva davanti.

“Sono stanco Roger. Adesso vorrei andare a dormire.”

“Come desiderate signore. Vi porto subito in camera.”

Roger lo accompagno in camera e ripeté il rituale di sempre, assicurandosi che l'anziano signore fosse pronto per la notte. Gli augurò la buonanotte e lo lasciò solo.

Nate chiuse gli occhi. Era molto stanco ma sorridente. Chissà che non fosse stata quella la volta buona. Sì, era proprio felice quella sera. Si addormentò proprio allo scattare della mezzanotte del giorno del suo compleanno.

 

 




 

 

Cos'è questa luce?

 

Una sagoma nera avanzava nel bianco, mentre lui era seduto a terra, con un ginocchio al petto. Man mano che si avvicinava, Nate poté distinguere i suoi capelli biondi e il suo sorriso beffardo.

 

“Mello?”

“Near. Ne è passato di tempo.”

Near scoppiò in lacrime. “Sono felice di vederti!“

“Anch'io." Mello sorrise affettuosamente. "Ce ne hai messo di tempo eh?”

“Scusami.” Near lo guardò negli occhi azzurri e brillanti di vita. “Ti ho aspettato tanto. Sei sempre bellissimo.”

Near lo vedeva come l'ultima volta che lo aveva visto, un giovane aitante appena ventenne, e anche Mello lo vedeva come lo ricordava l'ultima volta, un diciassettenne magrolino che si attorcigliava una ciocca di capelli.

“Anche tu.“

“Mi sei mancato.”

Mello esitò un istante e poi sorrise. “Anche tu.” ammise.

“È stata dura arrivare fin qua, sai?”

“Perché?”

“Perché tu non c'eri.”

“Ma lo sai perché mi stai sognando, vero?”

“Ah...questo è un sogno?”

“Sì, piccolo Nate.”

Sentirsi chiamare piccolo gli fece uno strano effetto ma fu piacevolissimo. Era come tornare indietro nel tempo: nessuno lo chiamava così da quando aveva abbandonato l'orfanotrofio ed erano passati almeno nove decenni da quel giorno.

Le lacrime continuavano a cadere dai suoi occhi tornati giovani e gli solcavano le guance rosee e paffute, mentre teneva il viso rivolto verso il basso.

“Avevo 17 anni quando te ne sei andato. Non ti ho mai dimenticato. Ogni giorno sei stato nei miei pensieri. Non mi sono mai sposato né ho avuto figli. Ho avuto qualche relazione durante la mia lunga vita, e solo con donne. Con uomini no, non perché non avrei voluto, ma perché non ho mai potuto. Per me c'eri solo tu, anche se non ti ho mai potuto sfiorare e anche se non c'eri più.”

“Lo so, Near, lo so. So tutto. Ho visto tutto.”

“Immagino sia arrivato il momento di ricevere il mio regalo.”

“Sì Near. È arrivato.”

Il sorriso che Mello gli rivolse gli fece sciogliere il cuore.

“Sono pronto.“ disse asciugandosi le lacrime e tornando a sorridere.

 

L'indomani mattina, come ogni mattina alle sette e quaranta in punto, Harriet bussò alla porta di Nate. Dopo vari tentativi senza ricevere risposta, si preoccupò e decise di entrare comunque per sincerarsi che stesse bene.

Si avvicinò al letto e lo trovò sdraiato, coperto fino al mento dalle lenzuola che lei il giorno prima gli aveva messo fresche di bucato con amore, e notò con piacevole sorpresa che il sul suo volto vi era un sorriso. Cercò di svegliarlo delicatamente.

“Buongiorno signor River. Sono le sette e quaranta. Volete che vi porti la colazione?”

Nate non rispose.

Harriet gli scosse un po' la mano, poi cercò di sentirgli il polso e si accorse che non c'era il battito.

Corse subito a chiamare suo marito, il quale si affrettò a telefonare a un medico che un'ora dopo constatò che il signor Nate River era deceduto il 24 agosto 2092. La mattina del giorno del suo 101° compleanno.

Roger e la sua famiglia furono profondamente addolorati per quella perdita e il rammarico più grande fu di non potergli dare la sorpresa che con tanto affetto avevano preparato per lui in occasione del suo compleanno così importante. Nate lasciò loro in eredità la villa e un bel po' di denaro, a patto che si prendessero cura di Hub. Anche se per loro fu una consolazione, non si spiegarono mai il perché di quel sorriso con cui se n'era andato.

Quello che non seppero mai era che Nate aveva ricevuto il suo regalo, atteso per ben 84 anni di vita terrena, e adesso era finalmente mano nella mano con Mihael.

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice:

Questa one-shot scritta completamente di getto è tratta dall'idea di Star_of_vespers  di Near anziano, tratta dalla sua storia “la sognatrice di mostri e il nuovo L”. grazie mille a lei per avermi dato l'ok per pubblicarla. Infine dedico questa piccola storia a Wolstenholme che con le sue storie mi ha fatto convertire alla ship MelloxNear (ma solo un po', eh!) Spero possa piacervi (io mentre la scrivevo mi sono messa a piangere come una cretina!) e se vi va lasciatemi un piccolo feedback per farmi sapere! Grazie a chiunque leggerà.

  
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