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Autore: Emiko92    02/08/2009    9 recensioni
“Il caffè è amaro e dal sapore forte; il latte dolce e delicato. Non hanno nulla in comune l'uno con l'altro, eppure all'interno di questa bevanda sono indispensabili entrambi, se mancasse solo uno dei due non potremmo più chiamarlo caffè-latte” Sorrise. “E il sapore che ne deriva è buono, né troppo dolce né troppo amaro. Anche il colore: un misto di chiaro e scuro.”
Terza classificata al contest "Questa scuola è una giungla" indetto da Roro e Kiki (hachi92)
Edit del 10/08/09: mi scuso per l'irregolarità che era presente nell'introduzione, non si ripeterà. Grazie per l'avviso.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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XMela




Note dell'autrice: Ok, questa fic è stata un parto. Non scriverla, ma idearla.

Non avevo idee. Detto molto chiaramente: nessuna. Vi dico solo che per arrivare a quest'idea definitiva sono passata per una SasuSaku quasi tragica, per una storia di bambini con annessi e connessi, per arrivare a questa commedia un po' comica e un po' sentimentale che ha come protagonisti due personaggi secondari che neanche pensavo di usare!

E sinceramente, non mi convince. Sarà che è la mia prima fic su Naruto (panico), che lo stile è un po' diverso dal mio solito -in realtà non so quanto si noti perché la differenza e leggera ma assicuro che c'è- o se perché come ho detto è un'idea venuta dal nulla all'ultimo. Resta il fatto che non mi piace, tranne forse alcuni punti. Ma non spetta a me giudicare, in effetti. Spero solo non sconvolga nessuno.

Vorrei dire che la scena in cui appaiono alcuni alunni (Naruto e gli altri) ha una funzione particolare: come contenuti è banale e stupida, e lo so (infatti è il pezzo che mi convince meno), ma è nata per una ragione: essendo il mio primo elaborato su Naruto volevo mettermi alla prova con l'IC e non usare solamente Jiraiya e Tsunade per tutta la storia. Così ho inserito quella scena dove mi sono concentrata sull' IC dei personaggi per vedere se ne ero capace (a voi la conclusione xD).

Per il resto, l'idea del caffè-latte è nata da un ricordo di quand'ero piccola: in quarta elementare il mio manga preferito era il “Guru guru” e lo vedevo tutti i pomeriggi, in un episodio spiegava questa caratteristica del caffè-latte (che poi io ho un po' adattato a modo mio) che mi è sempre rimasta particolarmente impressa.

Ora, dato che ho scritto un poema (alla faccia delle note dell'autrice xD), me ne vado in preda al panico (primo contest ò.ò) e attenderò i risultati. Spero di aver fatto qualcosa di vagamente decente. * panico *

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Ok, me è ancora TOTALMENTE sconvolta e incredula di essere arrivara terza (qui il link del giudizio:http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8550298&p=11&#idm96079197) con questa shot O__O
Innanzitutto, me è nuova del fandom ù_ù  Non ho ancora mai pubblicato nè commentato, e questa è, come ho già detto, la prima storia che ho scritto su Naruto *____*  Jiraiya e Tsunade sono due personaggi che mi piacciono molto, ma che sono comunque sconvolta di essere riuscita così tanto a renderli IC come mi è stato detto (anche perché sono indietro con il manga e li ho visti insieme pochissime volte) O____O *sempre più incredula*. Davvero, sono emozionatissima e grata alle due pucciosissime giudici (Rò!! Kiki!! <3 *ama*).  Ora... bè, spero che piacerà anche a qualcuno qui >///<
Vi lascio alla lettura!! Bacetti! <3 (che bello pubblicare su un nuovo fandom *_* <3)



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Milk & coffee


L'ennesimo sospiro risuonò nella stanza, mentre la donna- sulla cinquantina, capelli biondi, occhi di un luminoso marrone chiaro e fisico da ragazzina- stringeva la cornetta del telefono tanto forte da farsi quasi male.


Sì, ha perfettamente ragione. Me ne occuperò personalmente, gliel'assicuro” Aveva ripetuto quelle frasi fino allo sfinimento. Ormai, nella loro semplicità, le sembravano una litania senza fine.

Sempre lo stesso tono di scuse. Scuse che non era lei a dover dare.

Sì, certo.” Proseguì. “Le assicuro che è innocuo, ma comprendo il suo disagio.”


Era ovvio che si lamentassero, nella loro posizione anche lei l'avrebbe fatto. Sapeva che in realtà era il classico tipo tutto fumo e niente arrosto- quanto meno quando si trattava di ragazzine, per fortuna- ma il problema rimaneva. E le lamentele, che puntualmente arrivavano a lei, anche.

Ma era da anni che tentava di tenere a bada quel maniaco lavativo, e cosa sarebbe dovuto cambiare quel giorno rispetto agli ultimi trentacinque anni della sua vita?

Nulla, come da manuale- e dire che di solito l'arrendersi in partenza non faceva proprio parte della sua personalità, era considerata da tutti una persona testarda e decisa, lei-.


Eppure, nonostante tutto, una bella lavata di capo- un'altra, ormai ne aveva perso il conto- non gliel'avrebbe tolta nessuno a quel Casanova da quattro soldi! Aveva pur sempre un lavoro da svolgere, no?



L'intervallo era decisamente il momento che preferiva, pensò l'uomo, con tutte quelle ragazze che passeggiavano per i corridoi! Osservarle era il suo passatempo quotidiano, la più grande gioia che il suo lavoro gli dava.

Anche adesso che aveva superato i cinquant'anni non riusciva proprio ad abbandonare quei piccoli, innocenti svaghi. E per quale motivo avrebbe dovuto farlo, poi? Perché Tsunade minacciava di licenziarlo?

No, decisamente no.

Si guardò intorno, individuando le due “prede” del giorno: Sakura Haruno e Hinata Hyuga. Chiacchieravano tranquille , vicine agli armadietti. Entrambe del primo anno e studentesse modello, attente e scrupolose.

Haruno era una delle sue preferite: rispondeva sempre a tono ai suoi “tentativi di abbordaggio”- che poi lui sapeva bene che a quelle ragazzine non avrebbe mai fatto nulla, ma perché non divertirsi un po' finché se ne aveva la possibilità?- e spesso minacciava anche di picchiarlo. Gli ricordava tremendamente la sua violenta e testarda preside.


Si alzò dall'angolo in cui era seduto, sgranchendosi leggermente le gambe addormentate.

Dovette fare pochi passi per raggiungere le due ragazze, le quali alzarono subito lo sguardo su di lui smettendo di parlare della lezione svolta fino a poco prima.

Buongiorno, Gama-sensei!” Disse educatamente Sakura, mettendosi però in guardia. Ormai era abituata, sapeva come sarebbe andata a finire.

B-buongiorno.” La imitò Hinata, balbettando timidamente.

Salve, ragazze!” Esclamò allegro il professore, sorridendo sornione. “In forma anche oggi come sempre, vedo!” Si avvicinò ulteriormente alle due facendo sì che Hinata, imbarazzata e rossissima in viso, si allontanasse velocemente, semi-nascondendosi dietro ad un armadietto.

La smetta di fare il maniaco!” Urlò una Sakura su tutte le furie, minacciando il sensei con la cartella alzata, pronta a colpirlo alla prima mossa falsa.

Fu in quell'esatto momento, mentre Jiraiya Gama se la rideva della grossa divertito dall'espressione furiosa della propria allieva, che cominciarono a sentirsi i mugolii di apprezzamento delle ragazze nei dintorni: i mugolii e bisbigli tipici che annunciavano l'arrivo di Sasuke Uchiha.

Un ragazzo moro dall'aria fredda e distaccata, infatti, attraversò il corridoio con passo lento ma deciso, diretto verso il proprio armadietto. Era lo studente più popolare della scuola, ma non sembrava curarsene affatto.

Sasuke-kun!” Urlò immediatamente Sakura correndogli incontro. Uchiha non fece una piega.

Sasuke-kun, dà una lezione a quel pervertito!” Mugugnò Sakura approfittando della situazione per appiccicarsi al ragazzo, nascondendosi dietro di lui.

Il moro rimase impassibile, limitandosi ad articolare un “sei noiosa” con tono indifferente.

Jiraiya rideva ancora, adocchiando le gonne di tutte le studentesse che vedeva.


COSA HA CERCATO DI FARE A SAKURA-CHAN?” Urlarono in coro le voci di Naruto Uzumaki e Rock Lee. Anche loro del primo anno, gli studenti più casinisti dell'istituto, entrambi con una cotta per Sakura dai tempi delle elementari.

Arrivati con l'intento di opporsi al professore, si erano ritrovati presto ad urlare contro Sasuke- secondo loro troppo vicino ad Haruno- che li ignorava, mentre la ragazza cercava di cacciarli in tutti i modi.

Ancora nascosta dietro all'armadietto, Hinata Hyuga fissava Naruto con sguardo perso e guance totalmente in fiamme.


Jiraiya sospirò, osservando distrattamente la scena ormai tipica e quasi giornaliera che gli si presentava davanti. In trent'anni di insegnamento e abbordaggi non gli erano mai capitati studenti tanto rumorosi!


Ancora a divertirti con le alunne, eh!” Disse una voce alle sue spalle. Jiraiya si voltò, sapendo bene di chi si trattasse.

Parli tu, Kakashi, che leggi continuamente certi giornali?” Chiese divertito al proprio collega, indicando la rivista che s'intravedeva dalla tasca di quest'ultimo.

Kakashi Hatake si limitò ad alzare le spalle.

Sakura, ancora impegnata a far calmare Naruto e Rock Lee, nel sentire di sfuggita il discorso dei due si domandò, preoccupata, se fosse una prerogativa della sua scuola avere insegnanti pervertiti... il pensiero del tranquillo e ingenuo professor Iruka la confortò leggermente.


Ah, dimenticavo!” Stava dicendo intanto Kakashi. “Sei richiesto dalla nostra bella preside.”

La “tavola piatta”, vuoi dire?” Domandò Jiraiya appoggiandosi alla parete.

Mh... beh, amico, non so come fosse al liceo ma adesso direi che quel soprannome non le sta granché bene, sai?” Hatake riprese a sfogliare la propria inseparabile rivista, assumendo un' espressione assorta.

Jiraiya ghignò leggermente, salutò Kakashi sollevando una mano e si avviò. Probabilmente, o meglio sicuramente, lo aspettava una nuova ramanzina, ma il caffè-latte che faceva la macchinetta della presidenza ne valeva anche due!



La porta si aprì con un scatto, facendola quasi sussultare. Sbuffò, infastidita.

Quel cafone non si degnava neanche di bussare. Mai.

Ehilà, Tsunade!” Esclamò un sorridente Jiraiya, mentre una chioma bianca e spettinata faceva capolino nella stanza.

La donna si innervosì ulteriormente. Cosa faceva, adesso? La prendeva anche in giro?

Per te sono la Signora preside.” Precisò lanciandogli un'occhiata furente.

Oh, e questa novità quando è stata decisa?” Domandò lui, quasi divertito.

In questo preciso momento. L'ho deciso io. Problemi?” Con la mano strinse forte la stoffa della gonna, nel tentativo di sfogarsi. Era ancora stordita dall'ultima telefonata ricevuta: una madre pudica, perbenista e soprattutto urlante che non aveva trovato altro di meglio da fare che occupare la mattinata a prendersela con lei.

Jiraiya fece spallucce per poi distogliere lo sguardo da lei, voltandosi alla propria destra.

Immagino tu sappia perché sei qui!” Cominciò Tsunade. “Hai idea dei problemi che mi stai causando?” Era un discorso già fatto ma lui sembrava non esserne neanche lontanamente sfiorato. A volte Tsunade si chiedeva perché lui avesse scelto quel lavoro. Lei voleva insegnare fin da piccola, e lui lo sapeva: al liceo studiavano insieme e glie l'aveva ripetuto spesso. Finché un giorno Jiraiya, l'incubo di tutti i professori, non si era messo in testa di fare quello stesso mestiere. E a distanza di trent'anni, ora, insegnava nella scuola in cui lei era la preside.

Alcune volte pensava quasi che l'avesse fatto apposta.

Scosse la testa, riprendendo il proprio discorso. In fondo, probabilmente voleva solo un lavoro che gli permettesse di essere a contatto tutti i giorni con belle e giovani ragazze. Ma perché allora non si era messo a fare l'istruttore femminile in una palestra?! Le avrebbe di certo reso la vita più semplice.

Ricevo in continuazione telefonate da madri furiose che si sfogano su di me! E questo perché tu sei un maniaco che ci prova con le loro fi... Ma mi stai ascoltando?”

Il professor Gama inserì una moneta nella macchina distributrice per poi selezionare l'opzione “Caffè-latte”.

L'immagine dell'indifferenza più totale.

Sì, ti ascolto.” Disse calmo, mentre prendeva il bicchiere di carta e si sedeva; il profumo intenso del caffè mescolato a quello delicato del latte si diffusero nella stanza.

Sono stanca di ripetere sempre le stesse cose!” Continuò la donna, ignorando il fatto che il proprio interlocutore fosse molto più concentrato sulla propria bevanda piuttosto che su di lei. “Non pensare che io non possa licenziarti solo perché ci conosciamo da tanti anni!”

Mh... ha mai pensato alla particolarità del caffè-latte, Signora preside?” Chiese Jiraiya intento a giocherellare con il cucchiaino.

Tsunade rimase interdetta, stupita, suo malgrado, dalla piega presa dalla conversazione. Dove voleva arrivare?

L'uomo rimase in silenzio, sorseggiando piano dal bicchiere per poi poggiarlo nuovamente sulla scrivania in legno.

Alla... particolarità?” Chiese dopo poco Tsunade, incapace di resistere a quel silenzio. Non voleva dargli la soddisfazione di mostrarsi interessata, ma ogni volta finiva sempre così.

Ed era un'altra cosa di lui che non sopportava.

Non lo sopportava perché finiva sempre per farle fare ciò che voleva, proprio a lei che non si era mai piegata ai voleri di nessuno.

Lui sorrise soddisfatto, tornando a giocare con il cucchiaino.

Sì.” Disse. “Non ci hai mai pensato? Nel caffè-latte convivono e si amalgamano due elementi totalmente diversi tra loro.”

Tsunade sgranò gli occhi. Lo diceva come se fosse la cosa più scontata del mondo, quasi prendendola in giro per il fatto che non ci fosse arrivata da sola.

Jiraiya continuò, e lei chiuse immediatamente la bocca che già stava aprendo per ribattere, inaspettatamente rapita dal discorso.

Il caffè è amaro e dal sapore forte; il latte dolce e delicato. Non hanno nulla in comune l'uno con l'altro, eppure all'interno di questa bevanda sono indispensabili entrambi, se mancasse solo uno dei due non potremmo più chiamarlo caffè-latte” Sorrise. “E il sapore che ne deriva è buono, né troppo dolce né troppo amaro. Anche il colore: un misto di chiaro e scuro.”

Alzò lo sguardo verso la donna che gli era di fronte, riassumendo la solita espressione divertita di sempre. “Sì, proprio una bella particolarità!”

Tsunade non disse nulla.

Le parole appena dette da Jiraiya le avevano riportato alla mente un pensiero avuto anni prima. Ormai quasi l'aveva dimenticato, ma in quel momento, anche più di allora, le sembrò semplicemente la più totale verità.


Secondo anno di liceo.

Tsunade era la rappresentante di classe -come anche l'anno precedente, del resto- e Jiraiya l'alunno più problematico della scuola. Disturbava in classe, non adempiva ai propri compiti e, soprattutto, allungava le mani su ogni ragazza gli capitasse a tiro.

E lei doveva occuparsene. Ovvio.


Quel giorno era furiosa -nell'ultimo periodo lo era spesso, in effetti-. Quel maniaco da strapazzo adesso ci provava anche con le sue amiche!

E lei l'aveva picchiato.

Tanto la nomea di maschiaccio violento l'aveva già, dov'era il problema?

Arrivò nel giardino della scuola, i pugni ancora serrati e le braccia abbandonate lungo i fianchi.

Era buio. A causa della litigata con il pervertito aveva fatto tardi, anche i vari club avevano chiuso da parecchio.

Era sempre stata una ragazza combattiva e reagiva ad ogni torto le venisse fatto, ma quando si ritrovò presa di mira da una banda di bulli dell'ultimo anno neanche lei seppe cosa fare.

Paura. Probabilmente per la prima volta in vita sua, ebbe davvero paura.

Loro ridevano, la canzonavano, e si avvicinavano sempre di più.

Il capo le aveva stretto il polso e lei aveva urlato.

Poi un rumore, e un'improvvisa presenza davanti a sé, la mano che le stringeva il braccio era sparita.


Jiraiya l'aveva salvata. Nella scuola c'erano altri loro compagni -quelli che avevano da poco finito i club- ma lui era stato l'unico ad andare in suo soccorso.

Praticava arti marziali- lei lo scoprì quel giorno- e aveva dato una lezione ai ragazzi che la stavano per aggredire. Sulla guancia ancora il segno dello schiaffo che lei gli aveva dato.

In quel momento la sua mente era totalmente vuota.

Un solo pensiero l'aveva attraversata per un attimo, quasi inconsciamente, cogliendola di sorpresa: lei e Jiraiya era diversi. Opposti, difficili -quasi impossibili- da conciliare, eppure lei aveva avuto bisogno di lui. Era stato indispensabile, e forse un giorno anche lei lo sarebbe stata.


Tsunade si osservò le mani distrattamente, per poi rivolgere una veloce occhiata al bicchiere ancora stretto tra le mani di Jiraiya.

Pensandoci, il caffè era amaro e probabilmente non avrebbe mai ammesso di essere più buono con il latte. Ne era a conoscenza, se ne rendeva pienamente conto, eppure non lo ammetteva. Tanto meno di fronte al latte.

Sorrise.

Ehi, sei ancora tra noi?” Le domandò d'improvviso il professore, bevendo l'ultimo sorso e muovendole una mano davanti al viso.

Tsunade sussultò, alzando lo sguardo su di lui.

Annuì piano, guardandolo. Aveva uno strano potere, da sempre: era la persona che più al mondo la faceva infuriare, eppure allo stesso tempo era capace di calmarla in un attimo.

Era fastidioso. Ma anche piacevole.

Il mio discorso ti ha sconvolta così tanto?” Rise lui. “Lo so, faccio questo effetto a molte.”

Lei lo guardò scettica, afferrando il bicchiere e buttandolo nel cestino.

Perché sorridevi prima?”

Tsunade sussultò nuovamente a quella domanda.

Niente.” Rispose. “Ripensavo a una cosa.”

Per un po' calò in silenzio, mentre Tsunade pensava se riprendere il discorso per il quale l'aveva chiamato oppure no. Non si sentiva più arrabbiata, ed era un problema.

Il furbone se la cavava sempre così.


L'arrabbiatura tornò in un attimo quando sentì una mano posarsi sul proprio seno.

Jiraiya si ritrovò nel giro di pochi secondi fuori dalla stanza, la porta sbattuta in faccia, e il segno familiare di cinque dita stampato sul viso.

Tsunade girò la chiave nella toppa, il volto rosso di rabbia. Dopo trent'anni ancora si faceva abbindolare, da non credersi!

Si avvicinò alla macchinetta, selezionando un caffè forte. Doveva calmarsi.

Attese il tempo necessario alla preparazione e si chinò per prendere il bicchiere.

Se lo portò alle labbra e mandò giù un sorso, attenta a non scottarsi.

Il caffè le somigliava: sapore amaro -nel suo caso era meglio dire acida, un po' lo era, doveva ammetterlo- forte e deciso. Forse anche troppo. Ne bevve un altro sorso.


In effetti, insieme al latte era decisamente meglio.


FINE.

Rieccomi ^_^ Grazie a tutti voi che avete letto, ancora alle giudici (Rò, il banner è un AMORE!! ADORO LA CITAZIONE DELLA FRASE DI JIRAIYA! Ti adoro <3), i complimenti alle altre partecipanti e soprattutto a Rota-chan, la vincitrice <3 *stelle filanti* 

Spero che la shot piaccia almeno un po' *se ne và ancora barcollando per il terzo posto*

  
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