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Autore: rocchi68    03/12/2019    3 recensioni
Aveva sempre detestato le foto.
Essere immortalato a imperitura memoria, magari soffermandosi su quello che sarebbe diventato uno sbiadito ricordo, era una grande sciocchezza e solo perché nessuno poteva provare gioia o orgoglio nel ricordare uno scocciatore o un fallimento totale.
Lui rientrava perfettamente nella prima categoria, ma a chiudere un occhio poteva infilarsi anche nella seconda e diventare quanto di più simile a una rottura di scatole su due gambe.
Ricordava bene le eliminazioni patite, i danni fisici e morali, le minacce di denuncia e querela e le umiliazioni che gli erano state inflitte da alcuni compagni non benevoli. A fermarsi e a guardare il mondo dall’altra parte non gliene poteva fare una colpa. Ma quella foto non l’avrebbe mai scattata volentieri.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Aveva sempre detestato le foto.
Essere immortalato a imperitura memoria, magari soffermandosi su quello che sarebbe diventato uno sbiadito ricordo, era una grande sciocchezza e solo perché nessuno poteva provare gioia o orgoglio nel ricordare uno scocciatore o un fallimento totale.
Lui rientrava perfettamente nella prima categoria, ma a chiudere un occhio poteva infilarsi anche nella seconda e diventare quanto di più simile a una rottura di scatole su due gambe.
Ricordava bene le eliminazioni patite, i danni fisici e morali, le minacce di denuncia e querela e le umiliazioni che gli erano state inflitte da alcuni compagni non benevoli. A fermarsi e a guardare il mondo dall’altra parte non gliene poteva fare una colpa. Ma quella foto non l’avrebbe mai scattata volentieri.
 
Chi lo voleva vicino dopo tutte le cattiverie e i pessimi piani che aveva escogitato? Nessuno doveva degnarsi di tentare la sua integrazione.
Lui aveva fallito e, quindi, era il primo dei perdenti.
Non aveva trovato nessun amico, si era creato nemici ovunque e aveva seminato zizzania, senza peraltro porre rimedio a quei contrasti. Avrebbe dovuto, finito il gioco, alzarsi in piedi e assumersi le proprie responsabilità, ma a quei tempi, quando era un semplice 17enne sfrontato e spavaldo, il suo orgoglio gli impediva di compiere un’azione così debole e umiliante.
Se gli altri non riuscivano a riappacificarsi, forse il loro legame non era così solido come volevano far credere in giro.
In quella foto non sarebbe stato presente nemmeno in un pixel.
Si era offerto volontario, unica volta in cui coraggio e orgoglio erano andati a braccetto, di scattare quella stupida immagine, promettendo che poi avrebbero fatto a cambio e svignandosela subito dopo, impedendo a tutti quanti di vederlo così ridicolo e ridimensionato.
E allora c’erano Chef e Chris nel centro della foto che tenevano in mano il cartello della stagione, segno che gli incassi dovevano essere stati assai scarsi, e che seguitavano a non abbandonare la scena nemmeno quando l’ultima sigla aveva decretato la fine della stagione.
Vicino a loro vi erano i vari ragazzi che avevano subito le angherie del presentatore e gli scleri culinari dell’ex cuoco militare.
Forse a mente fredda solo Brick e Jo avrebbero potuto apprezzare i tentativi di avvelenamento di Chef, anche se dubitava seriamente di tale possibilità. E anche in quella foto sembravano impegnati in una gara dei sessi per confermare la rispettiva superiorità. A conoscerli, cosa di cui non poteva vantarsi assolutamente, doveva trattarsi di una qualche enorme banalità come su chi manteneva più a lungo il sorriso. Dopo la guerra di sguardi o le maratone intorno all’isola, quello doveva essere un altro tentativo di prevalere, non accontentandosi di un pareggio che sembrava giusto e imparziale.
Vicino a Jo si era sistemato uno dei due finalisti, il che aveva rappresentato una grossa sconfitta per l’intera stagione. L’unica persona con un solo neurone rimbalzante per l’intera scatola cranica era arrivato a un passo dal milione e ancora non aveva capito che la ragazza, ebbene sì…era proprio una lei, poco sopportava di essere scambiata per un uomo.  La partecipante alla guerra tra sguardi con Brick avrebbe tanto voluto prenderlo, legarlo a una sedia, imbavagliarlo e fracassargli i timpani con un megafono, urlando che si chiamava Jocelyn e non José.
Lightning, questo era il nome di quell’adorabile babbeo, doveva resistere alla tentazione, più facile a dirsi che a farsi, di non prendere la maledetta che era alla sua sinistra e di lanciarla nel mare pieno di squali. Tra tutte le calamità possibili, poteva accettare anche l’altro finalista che gli aveva soffiato il milione da sotto il naso, ma perché proprio a lui doveva spettare il compito di ascoltare Stacy la contaballe? Aveva la testa che scoppiava, mentre questa si vantava della sua fantastica famiglia zeppa d’inventori che dovevano essere famosissimi. E allora perché era in quel reality se tutti i suoi parenti, almeno a rigor di logica e accettando le sue fandonie, dovevano essere miliardari?
E parlava di uno zio che aveva inventato la prima macchina fotografica e di come tutto questo fosse fantastico, dato che prima tutti dovevano stare fermi come mummie per settimane e solo per farsi dipingere su tela. E questo suo zio non si era fermato qui perché aveva circumnavigato l’intero mondo grazie ovviamente all’invenzione di un suo trisavolo che probabilmente aveva visto da vicino pure dinosauri e altro ancora. Sarebbe stato bello farle notare che per quanto intelligenti fossero i suoi famigliari, nessuno aveva ancora inventato una parrucca con cui coprire le sue calvizie nucleari.
Nessuno aveva osato mettersi vicino a Stacy, troppa sarebbe stata la punizione per quel povero Diavolo.
 
Dalla parte opposta, vicino a Chef, si poteva notare la presenza dei due nanerottoli più petulanti della stagione. O così la pensava osservando la foto della chat di quella stagione.
Un posto era occupato da Cameron, il ragazzo bolla, che già con un soprannome simile ti vien da pensare che sia stato eliminato nei primi cinque episodi e, invece, è arrivato fino alla conclusione, fregando tutti con la sua aria da ragazzino incapace e vincendo il milioncino.
E poteva finire qui, se non avesse deciso, in uno slancio di bontà, di dividere la sua vincita con tutti gli altri compagni. Lui, francamente, non aveva bisogno dell’elemosina altrui e orgogliosamente aveva allontanato il suo assegno, fissandolo con superiorità e disinteresse.
Non meritava nessun grazie per quel tentativo di ingraziarselo: aveva imparato che di quelli come lui era meglio diffidare sin dal principio.
Un po’ come la ragazzina che, prima della foto, parlottava con lui e che si era congratulata nel notare come la sua aura fosse rimasta intatta e non si fosse fatta contaminare dal vile denaro. Dawn poteva essere una valida concorrente, se non si fosse messa a parlare di scemenze e non avesse cercato di vendere aria fritta.
Manipolare le auree era il modo migliore per essere messa alla gogna e cercare di riabilitare gli altri, quando nessuno te l’ha chiesto, è sempre l’assist adatto per scavarsi la fossa o per cacciarsi nei guai con le prove di Chris McLean.
 
Ma quella foto, specie dopo aver fissato la prima fila, non l’avrebbe più guardata con invidia.
 
In seconda erano rimasti gli ultimi della stagione. Non ultimi nel senso stretto del termine, ma più che altro perché erano quelli su cui si era posato il suo sguardo stanco.
Subito si soffermò sulla coppia del reality.
In ogni stagione c’era stata almeno una cotta innocente.
Avevano iniziato Gwen e Trent, poi Duncan e Courtney, quindi Bridgette e Geoff e pure, parzialmente s’intende, Izzy e Owen.
Nella seconda e nella terza c’erano stati dei lievi stravolgimenti, ma le coppie bene o male erano quelle canoniche con la sola aggiunta di Alejandro che aveva sconvolto il cuore della perfida Heather.
In quella quarta stagione si erano promessi assoluta fedeltà Mike e Zoey, sempre che il primo non avesse una qualche altra personalità nascosta pronta ad emergere. Tra quella e la quinta avevano fatto i conti con lo sclerotico Chester, la patetica Svetlana, il duro Vito, il ricercatore Manitoba e l’infido Mal.
Nessuno poteva sapere se in quella zucca vuota ci fosse qualche altra entità pronta a esplodere.
Per alcuni, a fissarli bene, potevano anche essere carini, ma a lui ricordava un dolce strapieno di zucchero. Di occhi dolci, discorsi mielosi, eterne promesse di fedeltà, baci e coccole avrebbe potuto benissimo fare a meno.
 
Vicino a Mike, speranzosa che presto ricomparisse con la sua aria da tamarro, Anne Marie pregava, laccandosi i capelli, di sentire la voce di Vito.
I suoi atteggiamenti da grand’uomo e la sua virilità potevano essere un’arma a doppio taglio per quella stagione, anche se il moro era rimasto ben poche volte a petto nudo.
Ad Anne Marie non restava altro che sperare in un segno divino, anche se questo doveva essere rimasto interessato al videogioco di Sam che seguitava a tentare di far evolvere il suo robot.
 
La giovane lo fissò con fastidio e tornò a concentrarsi sull’obiettivo, mentre l’altro sollevava lo sguardo giusto per pochi secondi, domandando che nessuno abbattesse il suo protagonista.
Ne aveva passate di tutti i colori con quell’eroe al livello 98 e non voleva ricominciare da zero per recuperare tutti i trofei che sarebbero andati persi con una sconfitta immeritata.
Lui era impegnato con Dakota o ciò che ne restava della supermodella che era apparsa il primo giorno.
Dawn, la lettrice di anime, unica volta che aveva blaterato qualcosa di sensato, aveva ammesso che non vedeva un buon futuro sopra la sua testa. La fattucchiera aveva indovinato su tutto, anche se l’aver trovato un nerd come Sam che andava oltre l’aspetto fisico, era stata una grossa fortuna per la futura Dakotazoid.
 
Mancava un’altra persona e poi avrebbe studiato ogni volto, ricollegandolo a un passato abbastanza lontano.
Beverly era il nuovo ragazzo di Dawn. Non dubitava che ci fosse qualcosa di strano, anche perché da un muto non poteva aspettarsi granché.
Lei era in grado di leggere oltre le righe e magari lui aveva una personalità talmente sconvolgente d’averla incantata. Buon per lei che fosse incapace di farsi valere e che Beverly fosse un genio mancato, almeno si sarebbe assicurata un buon futuro.
 
E quella foto gli faceva davvero schifo.
 
La stava guardando solo perché Brick aveva lanciato, tramite la chat, l’idea atomica di riunire il vecchio cast, Chris e Chef compresi, per una pizzata. A sentirlo potevano ricordare e divertirsi una sera intera, mostrando agli altri quanto era cambiata la loro esistenza.
La sua, in qualità di fotografo e rispetto agli altri, non era cambiata di una virgola.
Era maturato e non era più così marcio come l’ultimo giorno della stagione, ma non si sentiva al passo dei suoi ex compagni.
Poteva vantarsi di aver un buon lavoro, anche se il resto era troppo nebuloso e confuso per un’inutilità completa. Tanto valeva, però, presentarsi e controllare la situazione, magari lasciando il conto da saldare a Chris, illudendo tutti quanti che non sarebbe mai cambiato del tutto.
Era da anni che non si lasciava alle spalle simili carognate, ma ogni tanto doveva pur ricordare agli altri che era stato l’antagonista indiscusso di quel periodo.
Letto l’orario, controllato il ristorante, si era vestito discretamente e aveva preso la sua vecchia carriola.
Prima o poi sarebbe rimasto a piedi per via di quel ferro vecchio, ma fino a quando faceva il suo dovere, non aveva motivo di cambiarlo.
Arrivato con una ventina di minuti di ritardo, si accese una sigaretta e si chiese se gli altri fossero già dentro e se era meritevole di un rimprovero per quell’attesa estenuante.
Credeva che Brick, gli sembrava quello più maturo del gruppo, potesse lanciarsi in una paternale e che Lightning ridesse come un’idiota, convincendo Jo che fosse una causa persa.
Stacy avrebbe continuato con le sue solite cavolate, magari parlando di chi ha inventato posate e bicchieri e Anne Marie le avrebbe riservato un’occhiata torva o l’avrebbe intossicata con una delle sue bombolette di lacca.
Staccatosi dall’auto, si strinse nel giubbotto sgualcito, spense la sigaretta ed entrò nel ristorante, avviandosi verso il bancone in attesa di una qualche indicazione.
 
“Buonasera, sto cercando il tavolo del reality.” Bofonchiò, credendo di aver fornito una spiegazione valida e approfondita.
 
“Prego?”
 
“Ordinazione a nome McLean, credo.” Continuò infastidito.
 
“Chi?”
 
“Proviamo con questo: Brick McArthur.”
 
“Ah…il tavolo del piano di sopra.” Mormorò il barista, grattandosi imbarazzato la nuca.
 
“Penso di sì: sono un po’ in ritardo.”
 
“In ritardo? Ne è sicuro?”
 
“Non dovrei?”
 
“Che io sappia il tavolo è al completo, ma forse hanno sbagliato nel comunicarci il numero di clienti.” Soffiò, facendo annuire un cameriere che era appena tornato dalla sala del piano terra con la comanda.
 
“Probabile.”  Sospirò, staccandosi dal tavolo e afferrando un bigliettino da visita del ristorante.
 
Salite le scale, non varcò la grande porta e rimase ben nascosto dietro una pianta per spiare l’intera situazione.
Il tavolo era al completo, nessuna sedia libera e 14 persone sedute, intente a leggere i menù e a lasciarsi coinvolgere in vecchi scherzi e ricordi.
Nel vederli per quel minuto scarso, scese alcuni scalini, si appoggiò con la schiena al muro e cacciò un profondo respiro, consapevole che ormai fosse tardi.
Ritornato all’ingresso, si girò verso il bar e ordinò un semplice bicchiere d’aranciata.
 
“Trovato il tavolo?” Domandò il barman, facendolo negare.
 
“Credo di aver sbagliato ristorante o giorno.” Mormorò, scrollando le spalle.
 
“A volte capita.”
 
“Capita e non dovrebbe.” Ammise, pagando la sua consumazione e salutando l’uomo.
 
Ritornato all’esterno con la porta che cigolava alle sue spalle, sollevò lo sguardo verso la Luna e chiuse il giaccone pesante.
Compiuti alcuni passi, si guardò alle spalle, sperando che qualcuno si fosse accorto della sua assenza e che una mano fermasse la sua fuga silenziosa, ma poi proseguì verso la sua strada.
Scott aveva imparato una dura lezione: mai denigrare le foto e i loro ricordi.
Cacciando una nuvola di vapore, inspirò profondamente e si chiese se quella era la fredda solitudine dei dimenticati.
 








 
Angolo autore:

Ryuk: Avremmo dovuto pubblicare un'altra storia, ma rocchi ha qualche piccolo problemino, giusto?

Più o meno.

Ryuk: Vedremo di rientrare nei ranghi quanto prima e ci scusiamo per il disagio.

Ovviamente speriamo che questa one shoot possa piacervi e vi auguriamo una buona settimana.

A presto!

 
   
 
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