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Autore: Secrety    07/12/2019    2 recensioni
La vita di Petunia Evans Dursley, vista in relazione a sua sorella Lily.
Perchè per quanto l'abbia esclusa dalla sua vita, sua sorella ha continuato a farne parte.
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Dal testo:
Una piccola Lily gattona a fatica fino a lei, per poi abbracciarla goffamente. E Petunia la stringe di rimando, sentendosi in colpa.
Non dovrebbe arrabbiarsi così, lo sa bene... Che colpa ha in fondo quella piccola creatura?
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Poi, finge di capire.
Strega, fattucchiera, megera... mostro.
Lily è sfortunata, la migliore è lei, è così evidente.
E Petunia abbozza un sorriso, mentre deglutisce rincuorata.
Perché preferisce mentire, che ammetterlo.
Ammettere che non capisce perché Lily è speciale e lei no.
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È una persona normale. Forse per questo pian piano quella parola diventa il suo scudo.
Lily può essere una strega, un mostro, ma lei è perfettamente normale. Una normalità deliziosa, ecco cos'è.
Se lo ripete così tante volte che non sa nemmeno lei se ci creda o meno. Sa solo che è l'unica cosa che può pensare senza impazzire.
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Stringe i pugni esasperata, sentendosi in colpa e frustata. Era stato ingiusto arrabbiarsi con Lily, ma comunque lei era rimasta sottovalutata, surclassata dalla sorella minore. Per questo aveva finto che fosse colpa sua. Per troppo, troppo, tempo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Petunia Dursley, Vernon Dursley | Coppie: Petunia/Vernon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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-Dedicate sempre piu tempo a lei che a me! Non vi importa più niente di me, lo so, da quando è arrivata non fate che parlarne! "Lily di qua, Lily di là, Lily di sù, Lily di giù..." siete insopportabili!-.

Petunia strilla arrabbiata contro i genitori, le guance rosse e gli occhi lucidi, mentre la sorellina di appena tre anni la osserva con occhi spalancati, ignara delle proprie colpe.

-Amore, Lily ha bisogno di più attenzioni perché è piccola, ma noi vogliamo un bene infinito a entrambe!- tenta di calmarla la madre avvicinandosi per stringerla a sè, ma la piccola fugge via.

È sempre così in casa Evans, da quando è nata Lily Petunia non fa altro che invidiare la sorellina. È così bella Lily in confronto a lei, così adorabile, così tenera... insopportabile.

Questo pensa, nascosta in giardino, raggomitolata su se stessa a piangere.

-Pepuia, n-non pianbebe!-.

Una piccola Lily gattona a fatica fino a lei, per poi abbracciarla goffamente. E Petunia la stringe di rimando, sentendosi in colpa.

Non dovrebbe arrabbiarsi così, lo sa... Che colpa ha in fondo quella piccola creatura?












-Più veloce, più veloce!-.

Lily ride allegra tenendosi stretta all'altalena, mentre Petunia la spinge più forte che può.

-Ah, sì? Adesso ti spedisco nello spazio allora!- esclama Petunia con determinazione, mentre la piccola Lily sorride divertita.

La rossa sta in piedi sulla seggiola, pronta a saltare appena avrà raggiunto la velocità massima, pronta a spiccare il volo.

Ma, dopo poco, un piede scivola leggermente, il corpo perde l'equilibrio e la bambina crolla a terra, sotto lo sguardo spaventato della maggiore.

-Lily!-.

Petunia si precipita preoccupata dalla sorella stesa a terra, mentre la minore si mette seduta e la guarda dolorante.

Ha gli occhi lucidi e, tirando su col naso, le indica il ginocchio sbucciato e sporco di terra.

-Fa tanto male, Tunia!- si lamenta con un singhiozzo, mentre la maggiore la guarda un po' in ansia.

Mamma e papà sono fuori, ma a tenerli d'occhio ci sono i nonni in salotto, perciò sa a chi chiedere aiuto.

-Vado subito a chiamare la nonna!- esclama infatti.

Si alza immediatamente da terra, venendo però presa per l'orlo del vestito da Lily, che scuote velocemente la testa.

-La nonna ci aveva già detto di smetterla... se scopre che mi sono fatta male con l'altalena ci sgriderà e toglierà il nostro gioco dal giardino!-.

La bionda ricorda bene come la nonna si lamenti sempre della pericolosità dell'altalena e che bisognerebbe toglierla, per questo si ferma a riflettere.

Forse Lily ha ragione... forse è meglio che facciano da sole.

-Forza, alzati allora, va sciacquato e disinfettato, poi mettiamo un cerotto e passa tutto!- esclama Petunia decisa, mentre aiuta la sorellina ad alzarsi.

Dopo mezz'ora, si ritrovano in camera di Lily, con un ginocchio incerottato e un sorriso sul volto.

-Grazie mille, sei stata bravissima!-.

Petunia sorride imbarazzata, ma prima che possa rispondere, la minore le ha già dato un bacio sulla guancia.

-Ti voglio taaanto bene, Tunia- ride la rossa abbracciandola con trasporto, mentre la bionda arrossisce, ricambiando lentamente l'abbraccio.

L'ha odiata talmente tanto alla sua nascita che le pare impossibile, pure un poco ipocrita, starla stringendo ora, eppure continua spinta da vero affetto.

-Anch'io, Lily, anch'io...-.

Forse non è troppo tardi per loro?

















-Guarda Petunia! L'ho scoperto ieri, ti piacerà- una Lily eccitata conduce la sorella in giardino, con occhi che brillano.

Il fiore si apre, il fiore si chiude.

-C-Come fai a farlo?-.

Petunia è sorpresa, incredula, confusa. Solo nelle favole esistono simili magie, è impossibile che stia accadendo davvero.

-Non ne ho idea,  ho pensato che avrei voluto vederlo sbocciare ed è semplicemente successo!- gli occhi di Lily sono grandi e scintillanti, di un verde intenso e allegro, che acceca.

E Petunia stringe gli occhi, scuote la testa, per poi prendere in fretta un fiore e provarci anche lei.

Se è così facile... anche lei può riuscirci, no?

Ma il fiore rimane immobile, banalmente, mentre lei si sforza più che può.

Prova e riprova, mentre Lily chiude la mano con dentro il fiore e la guarda sorpresa.

-Stai diventando rossa Petunia...- mormora dopo un po' esitante, mentre la maggiore riapre gli occhi chiusi per lo sforzo, sconcertata e confusa.

-Tu non puoi averlo fatto- riesce solo a mormorare, mentre Lily la guarda confusa. Si aspettava complimenti ed esclamazioni di sorpresa, non certo invidia.

-Ma io l'ho fatto davvero...-.

-Tu non puoi averlo fatto!- e questa volta quasi lo urla, Petunia, decisa, scappando in casa dalla mamma.




















Petunia sta sdraiata sul suo letto, a osservare il soffitto.

È passata una settimana dalla magia di Lily.

Mamma e papà erano confusi, felici.

Orgogliosi addirittura.

E Petunia non capisce perché anche lei non ci riesca, a fare tutte quelle cose.

Abitano nella stessa casa, hanno gli stessi genitori, hanno sempre vissuto insieme... Perché lei è una strega e Petunia no? Lei riesce a fare tutte quelle cose strane, e questo rende tanto fieri i loro genitori...

E Petunia non capisce, come si possa essere orgogliosi di qualcosa che non si controlla, che non si è scelti o guadagnati.

Perché no, Lily non ha fatto niente per meritare quel dono, altrimenti con tutti gli sforzi fatti anche lei l'avrebbe ottenuto.

Se desideri ardentemente qualcosa e ti impegni con costanza alla fine riuscirai ad averla, così dicono. Perché non è una strega allora?

Poi, finge di capire.

Strega, fattucchiera, megera... mostro.

Lily è sfortunata, la migliore è lei, è così evidente.

E Petunia abbozza un sorriso, mentre deglutisce rincuorata.

Perché preferisce mentire, che ammetterlo.

Ammettere che non capisce perché Lily è speciale e lei no.

















-Per piacere Petunia, smettila di parlarmi così! Mi tratti come sei fossi un mostro, ma non è vero!-.

Lily le urla contro con esasperazione, dopo il suo ennesimo insulto poco velato sul suo essere un mostro.

Perchè ha fatto levitare un biscotto fino a lei e solo i mostri riescono a fare cose simili.

-Invece è vero, ed è anche evidente! Non sarai mai una persona normale, sarai sempre diversa, strana agli occhi di tutti!-.

-A-Ah sì? Beh, allora preferisco essere strana, che normale! La magia è una cosa bellissima, Sev dice che-.

-Severus è esattamente un mostro come te, è per questo che ti sta vicino, nessuno lo vuole attorno. Vestito sempre di roba usata, con i capelli sporchi e un naso lunghissimo!-.

Gli occhi della sorella minore lampeggiano infuriati, mentre inizia a ribattere.

-Non insultare Severus, è una persona bellissima e tu non hai il diritto di-.

Petunia spinge la sorella per terra seccata, mentre la botta fa abbastanza rumore da attirare la madre delle due in cucina 

-Cosa succede qui?!-.

Per un attimo il silenzio piomba nella stanza e Petunia guarda la sorella con occhi fiammeggianti, quasi sfidandola a rivelare tutto alla madre.

E Lily arrossisce di rabbia, si alza in piedi a fatica prima di cercare un appoggio nella madre, sperando che almeno lei possa far ragionare la sorella.

-Ti prego falla smettere, continua a dire che sono un mostro, ha insultato Severus, io non...-.

Petunia sbuffa, non riesce neppure ad ascoltarla, è tutto vero, ma per lei insultare Lily è ormai normale.

-Andate tutti al diavolo!- la interrompe infatti, vedendo la madre già pronta a rimproverarla.

Sempre così, loro madre non fa che dare ragione a Lily, ma è inutile, può sgridarla quanto vuole, per lei Lily e il suo amichetto rimangono mostri ai suoi occhi.

-Ti odio!- sbotta infatti prima di correre in camera sbattendo la porta, mentre già prevede quello che accadrà, un teatrino che ormai si ripete spesso a casa Evans.

Sua madre consolerà Lily, mentre la sorellina tanto buona e gentile verrà ovviamente da lei per cercare di far pace.

E la mamma non potrà che pensare: "Oh, com'è dolce Lily che perdona la sorella e cerca comunque di fare pace nonostante Petunia si comporti in modo tanto cattivo".

E poi ovviamente la sera la madre la rimprovererà di nuovo e a lungo e le dirà di prendere esempio da Lily, mentre la sorellina minore tenterà di difenderla in qualche modo.

Tutto come al solito, ma le sue idee non cambiano.

Lily è un mostro e per lei lo rimarrà sempre.














Lily ha ricevuto una lettera.

La cosa passerebbe inosservata, se non fosse per l'uomo alto che l'ha portata e che ha passato più di un'ora nel loro salotto a parlare della scuola in cui Lily andrà.

È rimasta lì con loro in silenzio, ad ascoltare i racconti impressionanti sulla scuola, sulle bacchette, e sul mondo magico di cui Lily fa parte.

Alla fine, dopo una scusa per accompagnarlo alla porta, quando sono soli gli fa la domanda che le preme al petto da tutta la vita: può andare anche lei a quella scuola?

Ma il mago le sorride con tristezza, le appoggia una mano sulla spalla e già da questi gesti ha compreso la risposta.

Il mago se ne va, lascia la lettera a Lily e Petunia di nascosto la legge più volte.

Lily intanto riferisce i racconti di Severus, quando è a casa, come al solito.

Ma se prima erano discorsi che potevano sembrare fantasie di un bambino strano, dopo la visita del mago Petunia e i suoi genitori non possono che crederci.

E cosi parla delle casate, della bacchetta, del castello.

-Un luogo solo per voi mostri, dato che siete un pericolo per noi gente normale!-.

Un luogo in cui, però, anche Petunia vorrebbe andare.

E tenta ultima spiaggia, scrive al preside, quel nome elegante e preciso scritto a fondo della lettera, arrabbiata e delusa, con un po' di speranza nel cuore.

Forse il preside, un mago probabilmente potente, può aiutarla.

Ma la risposta, per quanto gentile, gli ricorda una verità indissolubile, una semplice constatazione, troppo difficile però da accettare.

Non è una strega Petunia, non lo sarà mai.

È una persona normale. Forse per questo pian piano quella parola diventa il suo scudo.

Lily può essere una strega, un mostro, ma lei è perfettamente normale. Una normalità deliziosa, ecco cos'è.

Se lo ripete così tante volte che non sa nemmeno lei se ci creda o meno. Sa solo che è l'unica cosa che può pensare senza impazzire.




















Petunia sorride mentre osserva quell'uomo tanto in gamba negli occhi.

Si trova incredibilmente bene con lui, l'ha capito da qualche mese, da quando il cuore ha iniziato a batterle forte vedendolo, da quando le è venuta l'impellente voglia di raccontargli della sua vita, di Lily, della scuola... avrebbe anche voglia di raccontargli di quella scuola di mostri, ma sa che potrà parlarne solo con suo marito, che quelle informazioni sono strettamente riservate.

Eppure, guardando dritto negli occhi quell'uomo grassoccio, Petunia non può che pensare che sì, sarà lui l'uomo a cui racconterà tutto di sé, a cui starà accanto tutta la vita.

Perché, pensa mentre lui la riaccompagna a casa dopo un appuntamento mano nella mano, non servono fiori strani o lettere per farla sentire speciale, ma solo un suo sguardo.

Perché Lily può anche essere la strega più affascinante di tutta l'Inghilterra, ma agli occhi di Vernon esiste solo lei.

-Mi vuoi sposare, Petunia?-.

-Sì...!-.














"Se vuoi posso essere io la tua damigella d'onore...".

Le parole di Lily le tornano in mente prepotenti, dette qualche mese prima di quel fatidico giorno, mentre con passo tremante attraversa la navata della chiesa.

Tutti la osservano con stupore e commozione, e lei non può che sorridere entusiasta.

Nessuno presta attenzione alle sue damigelle, Patty e Rachel, agghindate e abbellite di tutto punto, e questo non può che convincerla di aver fatto bene a non scegliere Lily.

Le avrebbe rubato l'attenzione, come suo solito, lo sapeva bene.

Così se ne sta seduta con il suo fidanzato al fianco, vicino ai loro genitori, a sorriderle sincera, nonostante all'epoca del suo rifiuto ci fosse rimasta un po' male.

E, sebbene la odi, Petunia le sorride sincera per una volta.

Perché è davvero felice, e per questa volta la perfezione di Lily e la sua invidia non valgono niente, paragonate alla sua soddisfazione.

Per una volta, è lei la migliore, la più bella.

Per un attimo e solo per un attimo, di motivi per odiare Lily non ce ne sono.
















-Oh... tua sorella e quel... uomo ci invitano per il loro matrimonio, Petunia- la voce di Vernon le arriva dal soggiorno, mentre in fretta lo raggiunge per leggere da sè l'invito.

E così, Lily e quell'uomo vanesio, irritante e addirittura convinto di essere divertente, si stanno per sposare.

Non le dispiace più di tanto, se Lily vuole sposare un maleducato che lo faccia pure, a lei non importa.

Tanto, a quel matrimonio non ci andrà.

-Petunia...?- Vernon aspetta in silenzio una sua risposta, finché lei lo guarda sorpresa.

-Sì?-.

-Hai intenzione di andare?-. Il tono di Vernon è incerto, esitante. Lo sa Petunia, di andare ad un matrimonio pieno di maghi e soprattutto di quell'uomo tanto sbruffone, James, non può fargli meno piacere.

Quasi sorride, pensando però che per lei, lui verrebbe.

-No, non voglio andare-.

Vernon sorride leggermente, stringendole la mano.
















Un bambino sta tra le braccia di Vernon, agitato ed entusiasto mentre osserva il suo piccolo.

-È un bel maschietto- sussurra eccitato posandoglielo con delicatezza tra le braccia, mentre Petunia sorride commossa.

Il bambino continua a piangere disperato, e poco manca che Vernon lo segua dalla commozione.

-Benvenuto in famiglia, piccolo Dudley Dursley...- mormora Vernon con un sorriso orgoglioso.

Petunia sorride. I suoi rapporti con genitori e sorella sono ormai ridotti alle cene di Natale, colme d'aria tesa e nervosa, praticamente ha perso la sua famiglia.

Eppure, con Vernon e Dudley ne sta iniziando una nuova, sicuramente più rosea e felice.

Mamma, papà, Lily... sa che anche la sorella è incinta e agli ultimi mesi.

Con una punta di orgoglio si dice che sicuramente il suo bambino sarà peggiore del piccolo Dudley.

Gli anni passano, ma la competitività in fondo le è sempre rimasta. Tutto sommato però, con l'arrivo di tutta quella felicità (Vernon, Dudley, la nuova casa), Lily perde sempre più importanza. Ormai si sta quasi dimenticando di avere una sorella.

 La sua vita non può essere migliore.













-Lily e James morti, il piccolo Potter orfano...- Petunia mormora parole sconnesse appoggiata ad una parete, mentre Vernon tiene il piccolo Harry tra le braccia e la lettera di Silente scivola dalle mani della donna.

Credeva che i rapporto con Lily sarebbero finiti per sempre, che avrebbe potuto vivere fingendo di non avere una sorella.

La sua infanzia però è tornata prepotentemente a farle visita, senza lasciarle scelta.

Lo sa, deve tenerlo.

Un mago, il figlio di Lily... osserva il bimbo che dorme avvolto tra le coperte, chiedendosi se ha i suoi capelli rossi o gli occhi verdi. Quegli occhi verdi così espressivi e intriganti, che ha sempre invidiato...

Lo odierà, già lo sa. Ma è la sua unica famiglia in quel momento e non può far altro che prenderlo con sé.

-Che facciamo, Petunia?- lo sguardo di Vernon è confuso, ma quella domanda la fa solo ridere.

Perché anche lei è confusa, ma c'è solo una cosa da fare.

-Lo teniamo Vernon. Lo teniamo...-.

"Sperarando di non dovercene pentire in futuro."




















Petunia osserva la tomba della sorella in silenzio, senza avere troppe parole da dire.

È tutto finito. La guerra, le strani morti, quel mago oscuro... Ora che tutto si è concluso Petunia e la sua famiglia possono ritornare nella loro vecchia città senza dover temere più nessuno. Non sa se torneranno davvero a vivere lì o continueranno nella loro nuova casa, ma ha voluto tornare per una volta in quel cimitero. Vernon la aspetta fuori con Dudley, hanno deciso di lasciarla sola per un po' con quella sorella tanto odiata.

Petunia era stata d'accordo, ha bisogno di un po' di solitudine, per chiudere quella storia per sempre.

Colui che ha ucciso Lily e che ha sempre minacciato suo figlio è morto, finalmente Lily può riposare in pace.

Una cosa però tormenta Petunia, e sente che è anche uno dei pochi rimorsi di Lily, ne è certa. Sua sorella era troppo buona e altruista per dimenticarla come lei si era ostinata a fare.

Solo ora, a mente fredda, riesce a ripensare a tutto il loro rapporto.

Quando Lily era arrivata, Petunia l'aveva odiata profondamente. Le rubava attenzione e affetto, questo aveva sempre pensato.

Era più bella di lei, Lily, più tenera, più dolce... era migliore di lei, per questo aveva iniziato ad odiarla.

Poi, sempre quand'erano piccole, aveva capito. Non aveva scelto Lily di essere bella o tenera. Non aveva scelto apposta di oscurarla. Perchè quella piccola bambina le voleva bene, l'aveva capito anche lei.

Poi, però, c'era stata la scoperta. Lily era una strega, poteva fare magie, era speciale.

E allora aveva dimenticato che non aveva colpe, che non aveva scelto lei cosa essere, aveva iniziato ad invidiarla e odiarla lentamente.

Ma ora, ora che Lily è sottoterra, morta proprio per colpa di un mago, può riflettere più lucidamente, capire che in fondo a sbagliare era stata lei.

Si sente in colpa, non avrebbe dovuto odiarla incondizionatamente, la sorella del resto che poteva fare per smettere di farsi odiare? Ci aveva anche provato, a fare pace, ma lei non aveva voluto sentire ragioni.

Perchè Lily non aveva colpe, ma con qualcuno doveva pur prendersela.

Stringe i pugni esasperata, sentendosi in colpa e frustata. Era stato ingiusto arrabbiarsi con Lily, ma comunque lei era rimasta sottovalutata, surclassata dalla sorella minore. Per questo aveva finto che fosse colpa sua. Per troppo, troppo, tempo. Ed ora non può rimediare.

In quel momento però sente un uccellino cinguettare, e osservandolo cantare, le viene in mente un ricordo stupido ma forse troppo ignorato.

Il giorno prima del matrimonio, quando Petunia aveva provato per la decima volta l'abito da sposa per controllare che fosse tutto in ordine, Lily l'aveva vista. Una sola cosa aveva detto, a cui Petunia non aveva prestato troppa attenzione, o almeno così sembrava.

"Sei perfetta, Petunia".

E lo sa, sua sorella era sincera. In fondo, ha sempre saputo che anche la sorella un po' l'ammirava. Che Lily le voleva ancora bene, nonostante tutto.

Del resto, rimanevano pur sempre sorelle.

-Scusa, Lily. Sei perfetta, sei sempre stata perfetta, per questo ti ho sempre invidiata e, alla fine, odiata. Mi dispiace perchè è tardi ora per fare pace. Spero che tu mi senta, dovunque tu sia, e possa accettare queste scusa fin troppo codarde. È facile dirti tutto ora che non ci sei più... mi dispiace davvero.-.

Petunia sussurra queste parole alla tomba, mentre piange in silenzio.

Le ha dette, questo le basta.

Dopo un po' si asciuga le lacrime, posa un mazzo di fiori sulla tomba e la osserva un'ultima volta.

-Ti voglio bene anch'io, Lily.

In fondo, rimani sempre mia sorella-.

L'uccellino cinguetta un'ultima volta dal suo ramo, sbattendo le ali e volando via.

Petunia quasi sorride, decidendo di credere che quell'usignolo sia stato mandato proprio da Lily, per darle un ultimo saluto.

Dopodichè, volta le spalle, andando dalla sua famiglia.

Vernon e Dudley l'aspettano fuori dall'entrata del cimitero, con la macchina piena di tutti i bagagli, pronti a decidere se tornare a vivere nella loro vecchia casa o nella nuova.

In qualunque caso, Petunia sarà contenta. Quel suo grande rimorso, forse può dirsi espiato con successo.

E mentre la macchina si avvia per il viale, un usignolo cinguetta allegro, come per chiudere in pace un difficile capitolo.




















-Petunia, nostro nipote ha avuto ancora un altro bambino! Quel disgraziato non fa che sfornare figli...-.

La voce di Vernon le arriva dal soggiorno, mentre lei lo raggiunge.

-Ci invita al suo battesimo, guarda... sarà pieno di maghi come gli altri due- borbotta l'uomo irritato.

Petunia osserva l'invito curiosa, per poi sgranare gli occhi.

"Harry Potter e Ginevra Weasley sono lieti di invitarvi al battesimo della piccola Lily Luna Potter".

-Andiamo?- borbotta poco convinto Vernon, osservandola in attesa.

Petunia lo guarda per un attimo, prima di rispondere.

-Certamente. È la nostra prima nipotina femmina, dopotutto-.

E Petunia sorride sinceramente felice, perchè quella piccola bambina ha il nome di una persona a lei molto cara.

Forse è la sua occasione di ricominciare.




Angolo autrice:
Prima di tutto, perdonatemi se avete trovato i personaggi Ooc, ho cercato di mantenermi fedele alla storia ma non so quanto ci sia riuscita, anche perchè Lily non la vediamo quasi mai nella saga e in generale ho una visione tutta mia di Petunia.
Prima storia che pubblico, scritta anni e anni fa, su un rapporto fraterno che mi è sempre piaciuto e interessato. Perché in fondo Petunia è tutto quello che noi, sognatori di altri mondi e magia, siamo, nonostante le nostre speranze.
E anche perché, mentre noi abbiamo il beneficio del dubbio e il pensiero "io non sono un mago, ma tanto nessuno lo è", lei aveva sempre alla mano l'esempio di una sorella incredibile.
Perché Lily è dolce, intelligente, saggia, bella, magica... e Petunia non può che odiarla per questo, anche se sa che è sbagliato, perché altrimenti non saprebbe come sfogarsi.
Petunia sbaglia e ha sbagliato, ma alla fine, secondo questa mia teoria, capisce. Capisce che sono sorelle, che hanno condiviso insieme fin troppi ricordi e che alla fin fine si assomigliano più di quanto credono. Capisce semplicemente che in fondo c'è qualcosa, forse quello stralcio di ricordo di un'infanzia remota e felice, in cui loro due sono insieme, che la costringe a volerle bene.
E alla fine, la sua occasione di ricominciare, ce l'ha proprio con quella piccola Lily Luna appena nata, dove nella mia immaginazione sarà una nonna dolce e paziente.
Ovviamente sono tutte mie teorie a cui mi piace credere per risollevarmi un po' l'umore. Ho voluto sperare che Petunia potesse essere un po' meglio di quanto sia e che ci sia anche del vero amore tra lei e Vernon.
Insomma, so bene come si è comportata con Harry ma un po' di felicità la meritano tutti.

Dunque questo è quanto, spero vi sia piaciuta e l'abbiate apprezzata come a me è piaciuta scriverla... alla prossima e grazie per aver letto fin qua!
   
 
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