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Autore: _Pulse_    02/08/2009    2 recensioni
“Sappi solo che mi hai già aiutata. Notte, ti voglio bene anch’io cucciola d’orso polare mia.” One-shot scritta di getto ieri sera, mentre messaggiavo con la mia Socia. Il mio sfogo.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'What I feel.'
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Non andare…

 

Sono sdraiata sul letto, con la luce del comodino accesa e la radio che va, ma non capisco nessuna parola che sento.
Sono su altre frequenze in questo momento.

Mi tiro su le lenzuola nonostante sia piena estate e rispondo ad un messaggio, poi attendo la risposta. Ma arriverà mai?

Intanto mi sento una merda per come mi sono appena comportata: ho chiuso msn dando la buona notte alla mia socia (ad altri nemmeno quello), per poi scoprire che non è sonno quello che mi fa chiudere gli occhi, ma un’enorme tristezza che mi graffia all’interno.

La risposta arriva.

“Cosa succede socia? Immaginavo perché sembravi strana…”

“Mi sono resa conto sul serio che domani è l’ultimo giorno di papà e poi tornerà a Milano lasciandoci con nostra mamma, senza avere la certezza che tornerà.”

Questo è quello che mi fa star male, socia.
Oh, se tu sapessi… se solo tu riuscissi ad entrare in me non so se sopporteresti questa tristezza… non so.

“Mi dispiace… perché so che vuoi rimanere con lui… ma in che senso senza avere la certezza che tornerà?”

“Non si sa se riuscirà a venire giù nei week end…”

Questa è la motivazione, il perché, la causa del mio malessere.
So che non sarà per sempre, ma non posso stare bene immaginandomi la Sua partenza.

Come farò a dormire sta notte?
Cosa sognerò?
I miei saranno solo incubi, in cui griderò…

Non andare! Non andare!

Ma varcherà comunque quella porta a vetri e lo guarderò andare via sulla sua macchina, dopo un bacio in fronte e una raccomandazione: “Divertitevi.”
Come potrei divertirmi senza di Lui?

“Ah… intanto avete passato un bel mese… poi vi sentirete e il tempo passa in fretta per di più potrai provare a chiarire con tua madre… sii ottimista come al solito.”

“Mi mancherà così tanto…”

E le lacrime mi offuscano la vista man mano che scrivo su questo quaderno.
Domani copierò sul pc, non ora.
Bagno la pagina scritta, macchio l’inchiostro, ma non mi fermo.

Sì, è stato un mese bellissimo… un mese in cui mi sono sentita davvero felice, lontana da tutti i problemi.
E quando i problemi scenderanno da una Panda rosso fuoco?
E quando il problema dirà: “Ciao!” e papà se ne andrà?
Come farò?

Con mia madre non c’è nulla da chiarire, proprio nulla.
Potremmo parlare per ore ed ore, ma il risultato sarebbe lo stesso identico silenzio.
Ma è inutile che te lo dico, socia.
Tu hai un rapporto bellissimo con tua madre e ti invidio, ma non tutti i rapporti sono belli come quello tra voi.
E non sempre c’è il lieto fine.

Tra me e mia madre c’è un rapporto?
Sì, sono sua figlia.
Ma lo sono davvero? Lo sono solo di fatto o perché ci sono anche legata?
Non lo so, non lo so…

Fuggo.
Fuggo dalla domanda, fuggo dai miei pensieri.

Stendo la mano nel vuoto, verso il soffitto, chiudo gli occhi.
Cerco di raggiungerlo, ma quanto è lontano già?

Non andare! Non andare!

Ma Lui andrà.
Mi aggrappo a quali futili speranze? Non sarà per sempre, ma Lui se ne andrà lasciandomi un vuoto all’interno, quel vuoto che con un solo sorriso riesce a riempire.

Mia madre mi ha mentito, mi ha tradita, è venuta a sfogarsi da me piangendo e mi ha confessato tutto.
Io cos’ho fatto quando ho scoperto che erano separati da otto anni?
Cos’ho fatto quando ho scoperto che non mi avevano detto nulla per otto lunghi anni?
L’avevano fatto per me e tutto, ma… mi sono sentita tradita comunque, e avevo una maledetta voglia di ridere.
C’era da aspettarselo, infondo.
Infondo l’avevo già capito.

Ricordo ancora quella volta in cui Davide ha chiesto perché mamma non portava la fede e papà sì, perché non si baciavano mai sulle labbra.
Ricordo ancora quando ho trovato una scatola di preservativi sulla lavatrice e mamma e papà  mi avevano detto che si poteva fare.
Quella volta non sapevo ancora che erano separati, sarebbe passato un anno da quell’episodio prima che io lo avessi saputo.
Cosa mi insegnano facendo così?

Ognuno ha le sue colpe, ma riesco a sentirmi arrabbiata solo con mia madre. Perché è lei la causa di tutto.
Non posso raccontare il perché della mia affermazione, mi basta sapere che lo so io, sarebbe troppo lunga tutta la storia.

“Io non so cosa dirti per aiutarti però cerca di vedere il lato positivo nelle cose…”

Socia, ce n’è di lati positivi in questa cosa?
C’è da essere ottimisti?

Noi ci siamo creati il nostro destino e se questo è il mio, se dovrò riservare questo rancore a mia madre per l’eternità, va bene così.
Non mi dispero e forse faccio male, forse fuggire e far finta di niente non è la cosa giusta, ma non riesco a fare altro.
Non posso fare altro.
Forse non voglio fare altro.
Scusami socia, scusami per tutto quello che ho scritto fin ora, e…

“Grazie.”

Per provarci, per provare a farmi capire che sbaglio, ma è inutile.
Se qualcosa succederà sarà solo perché qualcosa in me cambierà.
E dubito che possa cambiare, non in questo caso; da parte mia non c’è impegno.
Scusami.

“Socia non posso sentirti così, uffi…”

E cosa penserai quando leggerai tutto questo?
Cosa dirai?
Forse mi spezzerai il cuore, forse capirai, o forse riuscirai a far scattare in me qualcosa e a farmi cambiare idea.
Non lo so.

“Nemmeno io posso sentirmi così, domani è un altro giorno e si vedrà.”

Già, domani.
Ancora mi aggrappo al sogno che Lui possa restare al mio fianco, che possa dire: “Non parto più!” e che possa abbracciarmi senza più lasciarmi.
Ma i sogni fanno male a volte, molto più della crudele realtà.

Mi stringo al cuscino, mi sento in colpa perché sto coinvolgendo la mia socia nel mio dolore, perché tra noi è così, condividiamo tutto; la sto tirando giù con me nell’oscurità, e non voglio.
Voglio che lei sia felice, voglio che non mi segua, voglio che non stia male per me.
Ma lei è testarda e non potrò farci niente.

Non andare! Non andare!

Non lasciarmi.
Non partire.
Resta qui.
Ho bisogno di te.

Che fesseria aggrapparsi a speranze inutili, a cose impossibili.
Domani mi pentirò di questa frase, nessuno se la sarebbe aspettata da un’ottimista come me, ma posso dire con onestà che se tu fossi nei miei panni, penseresti lo stesso in questo momento.

Io credo nei sogni, nell’irrealizzabile, ma in questo no.
Almeno non stasera.
Perché la delusione sarebbe troppo grande da sopportare, pure per la mia pellaccia dura.

“Non ti so aiutare e sono di intralcio quindi ti lascio riposare… notte ti voglio bene pinguina storta mia.”

Con questo messaggio mi hai strappato un sorriso, ma come fai?

Non piango più.

Scusa se ho scritto tutta la nostra conversazione via cellulare, spero non ti dispiaccia.

“Sappi solo che mi hai già aiutata. Notte, ti voglio bene anch’io cucciola d’orso polare mia.”

Ultima flebile speranza che si spegne mentre chiudo gli occhi vinta dal sonno:

Non andare… 

 

***

 
Scusate lo sfogo, ecco come ho fatto a superare anche questa notte.
Beh già che ci sono spero che vi piaccia e che mi lascerete qualche recensione XD
Grazie Socia (o cucciola d’orso polare), ti voglio bene <3
_Pulse_
   
 
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