Non andare…
Sono sdraiata sul
letto, con la
luce del comodino accesa e la radio che va, ma non capisco nessuna
parola che
sento.
Sono su altre frequenze in questo
momento.
Oh, se tu sapessi… se solo tu
riuscissi ad entrare in me non so se sopporteresti questa
tristezza… non so.
So che non sarà per sempre, ma
non posso stare bene immaginandomi la Sua partenza.
Cosa sognerò?
I miei saranno solo incubi, in
cui griderò…
Non andare! Non andare!
Come potrei divertirmi senza di
Lui?
Domani copierò sul pc, non ora.
Bagno la pagina scritta, macchio
l’inchiostro, ma non mi fermo.
E quando i problemi scenderanno
da una Panda rosso fuoco?
E quando il problema dirà:
“Ciao!” e papà se ne andrà?
Come farò?
Potremmo parlare per ore ed ore,
ma il risultato sarebbe lo stesso identico silenzio.
Ma è inutile che te lo dico,
socia.
Tu hai un rapporto bellissimo con
tua madre e ti invidio, ma non tutti i rapporti sono belli come quello
tra voi.
E non sempre c’è il lieto fine.
Sì, sono sua figlia.
Ma lo sono davvero? Lo sono solo
di fatto o perché ci sono anche legata?
Non lo so, non lo so…
Fuggo.
Fuggo dalla domanda, fuggo dai
miei pensieri.
Cerco di raggiungerlo, ma quanto
è lontano già?
Non andare! Non andare!
Mi aggrappo a quali futili
speranze? Non sarà per sempre, ma Lui se ne andrà
lasciandomi un vuoto
all’interno, quel vuoto che con un solo sorriso riesce a
riempire.
Io cos’ho fatto quando ho
scoperto che erano separati da otto anni?
Cos’ho fatto quando ho scoperto
che non mi avevano detto nulla per otto lunghi anni?
L’avevano fatto per me e tutto,
ma… mi sono sentita tradita comunque, e avevo una maledetta
voglia di ridere.
C’era da aspettarselo, infondo.
Infondo l’avevo già capito.
Ricordo ancora quando ho trovato
una scatola di preservativi sulla lavatrice e mamma e papà mi
avevano detto che si poteva fare.
Quella volta non sapevo ancora
che erano separati, sarebbe passato un anno da quell’episodio
prima che io lo
avessi saputo.
Cosa mi insegnano facendo così?
Ognuno ha le sue
colpe, ma riesco
a sentirmi arrabbiata solo con mia madre. Perché
è lei la
causa di tutto.
Non posso raccontare il perché
della mia affermazione, mi basta sapere che lo so io, sarebbe troppo
lunga
tutta la storia.
C’è da essere ottimisti?
Non mi dispero e forse faccio
male, forse fuggire e far finta di niente non è la cosa
giusta,
ma non riesco a
fare altro.
Non posso fare altro.
Forse non voglio fare altro.
Scusami socia, scusami per tutto
quello che ho scritto fin ora, e…
Se qualcosa succederà sarà solo
perché qualcosa in me cambierà.
E dubito che possa cambiare, non
in questo caso; da parte mia non c’è impegno.
Scusami.
Cosa dirai?
Forse mi spezzerai il cuore,
forse capirai, o forse riuscirai a far scattare in me qualcosa e a
farmi
cambiare idea.
Non lo so.
Ancora mi aggrappo al sogno che
Lui possa restare al mio fianco, che possa dire: “Non parto
più!” e che possa
abbracciarmi senza più lasciarmi.
Ma i sogni fanno male a volte,
molto più della crudele realtà.
Voglio che lei sia felice, voglio
che non mi segua, voglio che non stia male per me.
Ma lei è testarda e non potrò
farci niente.
Non lasciarmi.
Non partire.
Resta qui.
Ho bisogno di te.
Domani mi pentirò di questa
frase, nessuno se la sarebbe aspettata da un’ottimista come
me,
ma posso dire
con onestà che se tu fossi nei miei panni, penseresti lo
stesso
in questo
momento.
Almeno non stasera.
Perché la delusione sarebbe
troppo grande da sopportare, pure per la mia pellaccia dura.
Non piango più.
Scusa se ho scritto tutta la nostra conversazione via cellulare, spero non ti dispiaccia.
***
Scusate lo sfogo, ecco come ho fatto a superare anche questa notte.
Beh già che ci sono spero che vi piaccia e che mi lascerete qualche recensione XD
Grazie Socia (o cucciola d’orso polare), ti voglio bene <3
_Pulse_