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Autore: _Glaucopis_    10/12/2019    1 recensioni
E se "Il sangue dell'Olimpo" fosse finito diversamente? E se Leo non fosse riuscito a tornare da Calipso?
Il titolo è una citazione della canzone "Can we kiss forever?", mentre una delle frasi finali è ispirata a "Consequences".
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quattro anni.

Quattro anni di speranze, progetti, notti insonni, preghiere, vani tentativi.

Quattro anni di “forse questa volta…” e inevitabili delusioni.

Scosso dai singhiozzi, Leo Valdez si lasciò cadere sul pavimento del Bunker 9.

L’immagine dell’intelligente, bellissima, malinconica, scorbutica e dolce ninfa (scorbutica e dolce. Che paradosso! Ma era così: Calipso era un meraviglioso paradosso) non aveva mai abbandonato la sua mente.

Gli capitava di estraniarsi completamente dal mondo esterno ed essere certo, per pochi istanti, di vederla davanti a sé, e poi percepire le labbra di lei premute contro le sue e inalare quel suo inebriante profumo di cannella.

Poi tornava tra gli altri, e la realtà lo colpiva ogni volta come una folgore scagliata da Zeus.

Si prese la testa fra le mani.

 Sentiva la sua mancanza ogni giorno.

Quattro anni prima aveva giurato sullo Stige che sarebbe tornato per lei, e mantenere la promessa era la cosa che più desiderava al mondo.

Il Fato non sembrava però intenzionato a permettergli di farlo.

Più volte era partito in groppa a Festus alla ricerca di Ogigia, ma nessuna traccia dell’isola.

Ogni macchinario da lui costruito si era rivelato inutile.

Aveva perfino provato a viaggiare nell’ombra assieme ad Hazel.

L’isola di Calipso sembrava introvabile.

“Ci sto provando, Calipso” sussurrò riprendendo in mano gli attrezzi.

 

 

Quanto tempo era trascorso nel mondo mortale? Non ne aveva la più pallida idea.

Lei era ancora lì, un corpo da fanciulla per il quale non era trascorso neanche un istante e un’anima spossata.

Invaghirsi facilmente era sempre stato il suo più grande difetto. Anche durante gli anni della prima guerra tra dei e titani la sua propensione a lasciarsi stregare le aveva causato non pochi problemi.

Ma questo…  Cosa le aveva fatto Leo?

Era difficile da spiegare, ma i sentimenti che provava per lui sembravano più profondi degli altri, e, cosa peggiore, indelebili.

Dovevano essere passati secoli da quando il ragazzo aveva lasciato l’isola, eppure ancora non riusciva a toglierselo dalla testa, né lo odiava.

Sembrava che gli dei ne avessero approfittato per rendere più insopportabile la sua pena: dopo il figlio di Efesto nessuno aveva messo piede su Ogigia, e così dimenticarlo anche solo per un istante era praticamente impossibile.

Ogni tanto, in momenti di pura follia, tornava a sperare di vederlo sbucare all’orizzonte.

Se solo fosse stato possibile!

Sapeva che anche lui, almeno in passato, aveva continuato a pensare a lei.

Sapeva che le avrebbe fatto male, ma aveva ripetutamente usato i suoi poteri per ammirarlo “un’ultima volta”.

Vederlo lavorare giorno e notte, piangere, urlare e sussurrarle promesse l’aveva ferita più di quanto non l’avrebbe fatto saperlo felice con un’altra persona.

Questo, ne era sicura, era amore, e purtroppo spesso l’amore aveva delle conseguenze.

Avrebbe voluto non possedere un cuore.

   
 
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