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Autore: inzaghina    12/12/2019    9 recensioni
Mike Sanders è abituato a ottenere sempre ciò che vuole, purtroppo questo postulato non sembra valere quando si tratta di Alice Henderson.
“Mi stai dicendo che bastano un paio di miseri minuti di conversazione preimpostata perché loro vengano a letto con te?” chiede Ally, scuotendo la testa. “Tutto questo è avvilente per il genere femminile…”
[Storia partecipante al contest "Cos'è, una specie di magia?", indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
- Questa storia fa parte della serie 'Brooklyn Tales'
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Storia partecipante al contest "Cos'è, una specie di magia?", indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP, la canzone che ho utilizzato come prompt è “I could be the one” di Avicii e Nicky Romero  

 
 
Worth the wait
 
 
  
 
La palla esegue un arco perfetto, infilandosi nel canestro e scatenando l’ennesima ovazione della serata. Mike viene abbracciato dal resto della squadra, prima di voltarsi verso la platea adorante e fare loro l’occhiolino.
Il suo cognome risuona nel palazzetto gremito, nutrendo il suo ego della linfa vitale che l’adorazione del pubblico genera.
 
“Cazzo, che serata!” s’esalta Luke, mentre fanno ritorno in spogliatoio per raggiungere i compagni — la vittoria schiacciante contro i rivali è già archiviata nella mente di Mike.
“Decisamente” gli risponde, togliendosi la maglia arancio-nera e lanciandola con precisione nel cesto della roba sporca. “Programmi per festeggiare?” continua, seguendolo nelle docce.
“Immagino che andremo al solito bar…” risponde Luke — sono stati gli ultimi a tornare in spogliatoio e la maggior parte dei compagni si sta già rivestendo.
“Avevi in mente qualcosa di più elegante, Sanders?” lo punzecchia Lamar Collins, avvolgendosi un asciugamano sui fianchi.
“Il posto con la birra più a buon mercato andrà benissimo” ribatte Mike, strizzandogli l’occhio.
“Ma se solitamente nemmeno bevi” ridacchia Lamar, ravvivandosi i dread.
“Ma molte fanciulle sono ansiose di farlo al mio fianco…” rivela Mike, mentre sul suo viso si disegna un ghigno.
“Presentamene qualcuna allora! Di certo non puoi occuparti di tutte e a cosa servono gli amici? Giusto, Evans?” controbatte l’altro.
“Io non sono interessato, ragazzi…” chiarisce subito il ragazzo chiamato in causa, eliminando le ultime tracce di shampoo dai capelli scuri.
“Giusto… a volte dimentico che hai una fidanzata” borbotta Lamar, facendo una smorfia.
“Una fidanzata che il nostro Luke deve continuare a rispettare come ha sempre fatto” chiarisce Mike, attirando un’occhiata decisamente incuriosita di Lamar.
“Luke sta insieme a mia sorella minore” aggiunge Mike, chiudendo l’acqua e afferrando un asciugamano pulito.
L’altro annuisce, sollevando i palmi delle mani in segno di resa. “Non aggiungere altro, amico… le sorelle sono off-limits! Io ho perso il conto dei discorsi che ho dovuto fare con una serie di amici a casa… non so nemmeno come reagirei se fossi nei tuoi panni!”
“Luke e Soph stanno insieme da più di tre anni… questo qui è di famiglia!” lo rassicura Mike, sorridendo all’amico d’una vita.
“Tre anni? È un’infinità di tempo…” si stupisce Lamar.
Luke si stringe nelle spalle, passandosi l’asciugamano tra i capelli ormai troppo lunghi. “Il tempo non sembra mai abbastanza quando sei con la persona giusta” commenta quindi, schivando un pugno scherzoso di Mike.
“Ecco perché sono contento che stia con la mia sorellina… è chiaramente innamorato perso” rivela Mike, facendo ridere Lamar.
“Meglio per noi, amico… visto che Luke è un tipo fedele, abbiamo più possibilità!”
“Mi piace come ragioni” sogghigna Mike.
 
*
 
Luke è intento a inoltrare a Sophie la foto scattata al termine del match, mentre sta uscendo dagli spogliatoi, per questo motivo si ritrova praticamente a sbattere contro la figura di Mike bloccatosi improvvisamente davanti a lui.
“Amico, ma che fai?” bofonchia, alzando finalmente lo sguardo e ritrovandosi a fissare gli stessi occhi cerulei che osserva ogni mattina appena sveglio, nella foto che tiene sopra al comodino. “Soph?!” la borsa cade a terra e Luke raggiunge la ragazza in due falcate, avvolgendo le proprie braccia attorno al corpo di lei, fasciato da un lungo cappotto blu.
“Hey” gli sussurra Sophie, accoccolandosi nel suo abbraccio e arruffandogli i capelli ancora umidi. “Finirà che t’ammalerai uscendo così d’inverno…”
“Se tu mi facessi da infermiera non sarebbe affatto male come prospettiva…” ribatte — un luccichio divertito fa brillare gli occhi grigi di Luke e una risata illumina il viso della ragazza. “Che ci fai qui?” prosegue, continuando a stringerla.
“Volevo farti una sorpresa…”
“Sono l’uomo più fortunato del mondo” sussurra contro le sue labbra, prima di schiuderle sulla bocca di Sophie, reclamandola per un bacio.
Mike, accanto a loro, si schiarisce la gola. “Che piacere rivederti, sorellina…” celia, inarcando le sopracciglia.
Lei sguscia furi dall’abbraccio di Luke, per rifugiarsi in quello del fratello. “Anch’io sono entusiasta di vederti…”
“Fingerò di crederti” ridacchia Mike, schioccandole un bacio sulla guancia.
“Sei venuta sola?” domanda Luke, intrecciando le dita a quelle guantate di Sophie.
La ragazza scuote la testa, indicando con un cenno due figure sedute sugli spalti. “Sono venuta con Riley e Ally.”
Mike scruta le due ragazze mentre raggiungono il gruppetto — tipico di sua sorella portarsi dietro la sua prima fidanzatina e l’unica ragazza che non l’ha mai degnato di uno sguardo.
“Bella partita” si complimenta Riley, abbracciando prima Luke e poi Mike.
“Già, complimenti” aggiunge Ally, incrociando brevemente lo sguardo di Mike, prima che Luke abbracci anche lei.
“Vi unite a noi per i festeggiamenti, signore?” propone Lamar, strizzando l’occhio alle tre.
“Perché no?” annuisce Riley.
Ally prende a braccetto l’amica, uscendo dal palazzetto. “Abbiamo fatto proprio bene a venire con Soph” sussurra Riley squadrando il giovane dalla pelle color caffelatte.
“Ci hai messo meno di dieci minuti per trovare la tua preda… sei assolutamente incredibile!” rotea gli occhi Ally, soffocando una risatina.
“È tutta questione di cogliere l’attimo” ribatte l’altra.
 
*
 
Il bar prescelto è un locale che poco si discosta da una bettola in una zona periferica di Trenton, ma Ally non è mai stata un tipo raffinato e si trova a suo agio praticamente ovunque. Deve spezzare una lancia a favore di Sophie e Lucas: l’hanno coinvolta conversando sugli argomenti più disparati e hanno roteato gli occhi con lei quando Lamar s’è deciso a baciare Riley, ricevendo un’entusiastica risposta dalla ragazza — è molto più di quello che si sarebbe aspettata, considerando che non si vedono dal weekend del Ringraziamento, passato da tre settimane. Hanno finito per alzarsi solo pochi attimi prima, quando qualcuno ha messo “With or without you” ¹ al jukebox e, anche in quel caso, Ally ha dovuto spingerli verso l’area fiocamente illuminata che il padrone del locale ha adibito a pista da ballo. Riley è stretta tra le braccia di Lamar da una buona mezz’ora e la risata della ragazza riverbera fino al tavolo a cui Ally sorseggia l’unico drink che ha ordinato quella sera, sfruttando il documento falso che lei e le amiche hanno acquistato all’inizio del semestre. Al tavolo accanto, alcuni membri della squadra ridono sguaiatamente e si pavoneggiano con un gruppo di compagne d’università apparentemente incredule di essere lì.
“T’hanno lasciata sola?” domanda una voce roca, prima che Mike prenda posto sulla panca accanto a lei.
“Me la caverò” lo rassicura, trangugiando un sorso del suo gin tonic.
“Non dubito, ma volevo farti l’onore di concederti la mia compagnia…” la stuzzica.
“L’onore?” sbuffa la ragazza, inarcando pericolosamente un sopracciglio.
“Beh, molte delle ragazze al tavolo accanto farebbero carte false per passare del tempo insieme a me…” si vanta, strizzandole l’occhio.
“Allora che ci fai qui? Vai dalla tua pletora di fan…” l’esorta.
“Chi ti dice che ne abbia voglia?” domanda quindi Mike, puntando le iridi cerulee in quelle nocciola di Ally.
“Non lo so e, francamente, nemmeno m’interessa” ribatte Ally, assottigliando gli occhi, ma continuando a sostenere lo sguardo del ragazzo.
Mike scoppia a ridere, abbassando fugacemente gli occhi, per poi tornare a puntarli nei suoi. “Avrei dovuto sapere che questo approccio non avrebbe funzionato con te…” commenta poi, passandosi una mano tra i capelli.
“Questo era un approccio?” domanda Ally, ritrovandosi a ridere con lui.
“Beh, sì… solitamente basta che mi avvicini alle ragazze, faccia loro gli occhi dolci, sussurri qualche complimento e il gioco è fatto…”
“Mi stai dicendo che bastano un paio di miseri minuti di conversazione preimpostata perché loro vengano a letto con te?” chiede Ally, scuotendo la testa. “Tutto questo è avvilente per il genere femminile…”
“Sarà anche avvilente, ma è la verità” le conferma Mike, sfilandole il bicchiere dalle mani e annusandone il contenuto, prima di renderglielo con una smorfia. “Credevo che voi donne ordinaste sempre drink fruttati e dolci…”
“Te l’ha mai detto nessuno che esistono i cosiddetti cliché? Non è che perché sei abituato a frequentare oche che sembrano fatte con lo stampino, anche tutte le altre donne debbano essere come loro…”
“Quanta acidità” commenta Mike, facendo una smorfia.
“Si chiama realismo…” lo rimbecca Ally stizzita, finendo in un’unica sorsata il drink e facendo segno alla cameriera di raggiungere il tavolo.
“Che vi porto?”
“Un altro gin tonic per me e… tu che vuoi?” dice Alice, voltandosi brevemente verso il ragazzo con sguardo inquisitore.
“Una Budweiser” risponde, sfoggiando il suo miglior sorriso alla cameriera, che se ne va trattenendo un risolino.
“Sei incredibile!” borbotta Ally.
“Perché? Sei forse gelosa?”
La ragazza allunga la mano per tastargli la fronte.
“Che fai?” domanda Mike.
“Controllavo se avevi la febbre… ma invece sei solamente troppo pieno di te per considerare la sconvolgente possibilità che io possa non essere interessata” ribatte Ally.
“Non mi stai nemmeno dando una chance” si ritrova a rispondere — nemmeno lui sa spiegarsi come mai gli importi tanto, forse perché battibeccare con Alice Henderson è sempre stato più stimolante che ascoltare una tizia che lo complimenta per le sue capacità atletiche senza saperne assolutamente nulla di basket.
“Ma io te l’ho data una possibilità, se ben ricordi sei tu quello che m’ha concesso l’onore di sederti accanto a me” gli fa notare, virgolettando con le mani la parola onore e assottigliando nuovamente gli occhi.
“Hai ragione” annuisce lui. “Che ne diresti se ricominciassimo da capo?” le propone quindi, porgendole la mano. “Ciao io sono Mike Sanders…”
La cameriera arriva in quel momento: la mano di Mike è sospesa a mezz’aria, Ally lo sta occhieggiando combattuta e la ragazza appoggia i drink e prende la banconota da 20 dollari che il giocatore le porge, lasciandoli soli. Ally si decide ad afferrare la mano di Mike, stringendola nella propria. “Piacere, io sono Alice Henderson.”
“Che ci fa una bella ragazza come te in un posto come questo?” le chiede un attimo dopo Mike, con voce suadente.
Ally molla la sua mano, roteando gli occhi. “Sei proprio un idiota!”
“Scusami, è difficile ragionare quando mi guardi in quel modo…”
“Quale modo, scusami?”
“Questo!” Mike fa un cenno all’area che li circonda. “Come se avessi intenzione d’incenerirmi seduta stante…”
Ally scoppia a ridere. “Ti giuro che non ho super poteri” mormora, avvicinandosi al suo orecchio. “Sei al sicuro” conclude, strizzandogli l’occhio.
“Credimi mi sento molto più che al sicuro con te…” le confessa in un sussurro.
“Lo stai facendo di nuovo” gli fa notare.
“Cosa?” chiede, simulando innocenza.
“Flirtare con me!”
“Scusami, è un riflesso incondizionato… accade ogni volta che sono in compagnia di una bella ragazza” le spiega, sorridendo alla vista del vago rossore che appare sulle sue guance.
“Se questo doveva essere un complimento non l’ho percepito come tale…”
“Eppure sei arrossita” osserva.
“È per via dell’alcool” dichiara, sorseggiando il suo drink.
“Se lo dici tu…” ribatte, senza distogliere lo sguardo dal suo viso.
“Non essere accondiscendente con me!”
“Come vuoi…” risponde Mike, trattenendo un sorrisetto alla vista del lampo di fastidio che attraversa gli occhi dell’amica di sua sorella.
“Sei impossibile!” sbuffa quindi Ally, voltandosi verso la pista da ballo e trovandovi Riley ancora avvinghiata a Lamar e Sophie che sussurra all’orecchio di Lucas.
“Non possono venire a salvarti” sussurra Mike al suo orecchio — s’è avvicinato di soppiatto mentre Ally era girata, lei rabbrividisce percependo il suo profumo e si volta perdendosi in quegli occhi blu screziati da una sfumatura canzonatoria.
“Non ho alcun bisogno di essere salvata” si costringe a rispondere, soddisfatta per essere riuscita a tenere un tono fermo.
“Allora l’ammetti?” insiste provocatoriamente Mike.
“Ammetto cosa, esattamente?”
“Che ti piace parlare con me” risponde, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso che coinvolge tutto il viso — un sorriso che Ally si ritrova a ricambiare.
“Ci sono decisamente modi peggiori in cui potrei passare il mio tempo” gli concede in un mormorio all’orecchio che costringe Mike a prendere un respiro profondo, perché nessuna ragazza è mai riuscita a eccitarlo con poche semplici parole prima di quel momento.
“Tu mi vuoi morto, Alice Henderson” soffia, stringendo le mani a pugno.
“E perché mai?” celia, passandosi lentamente la lingua sulle labbra e battendo piano le palpebre.
“Sono anni che ti trovo irresistibile…”
“Ma se non riusciamo mai ad avere conversazioni civili!” l’accusa, divertita.
“Già sai che sono sensibile al fascino femminile” ribadisce. “Nel tuo caso la bellezza è abbinata a un carattere determinato e all’assoluta necessità di dire sempre ciò che pensi e dimostrare d’avere ragione…”
“Mhmm…” Ally inclina la testa, spronandolo a continuare.
“Sei così diversa dalle ragazze con cui esco di solito…” svela Mike, ancorando il proprio sguardo a quello della ragazza.
“Non è colpa mia se hai scelto di circondarti di bambole senza cervello” gli dice, senza smettere di ricambiare il suo sguardo.
“Non è stata una scelta ponderata, quanto più una serie di coincidenze legate al mio essere un atleta” le spiega, invadendo il suo spazio vitale.
“Eppure frequenti un’università dell’Ivy League, non dovresti essere così ottuso come vuoi apparire” replica, tentando di arretrare e trovandosi spalle al muro.
“Infatti non lo sono” le conferma, sfiorando accidentalmente il suo braccio e sentendo una scarica elettrica propagarsi dal suo corpo a quello di Alice. “Non puoi negare la presenza di quest’energia tra di noi” continua in un sussurro, lambendole l’orecchio.
“Non sono interessata a storie da una botta e via” obietta, ritrovandosi di nuovo a fissare le iridi di Mike.
“E chi ti dice che io voglia questo?”
“Il tuo ben noto passato, di cui ti sei vantato anche con me all’inizio della serata” spiega, senza battere ciglio.
“Touché” afferma, deglutendo a vuoto nel vano tentativo di trovare un modo di spiegarsi. “Sarebbe diverso con te, Ally… non potrei mai comportarmi come con il resto delle ragazze, perché tu non sei come loro, non lo sei mai stata.”
“Allora te ne rendi conto?” lo sfida, mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore.
“L’hai detto tu che non sono ottuso come voglio far credere…” ribatte, ammaliato da ogni suo movimento. “Dammi una possibilità, Alice… fatti dimostrare che posso essere l’uomo giusto per te” aggiunge, intrecciando le sue dita a quelle della ragazza e perdendosi nuovamente nei suoi occhi nocciola.
“Non farmi pentire di aver ceduto al fascino dei tuoi occhi azzurri, Mike Sanders” l’ammonisce, annullando la distanza che li separa per schiudere la bocca su quella di lui, incontrando la lingua del ragazzo per una danza ipnotica che li porta entrambi a mugolare di piacere. Le mani di Mike s’attorcigliano tra i capelli di Ally, mentre quelle della ragazza si posano sulle spalle di lui, quando Mike libera le labbra di Ally lo fa solo per lasciarle una scia di baci lungo il collo che le mozzano il respiro.
“Sei un gran baciatore, Sanders… ma questo non significa che mi concederò stanotte” gli rammenta, una volta ripreso fiato.
“Ho aspettato per sei anni, cosa vuoi che sia qualche settimana in più?”
“Potrebbero essere mesi…” gli fa presente Ally.
“Varrebbe comunque la pena, trattandosi di te” la rassicura Mike, prima di reclamare nuovamente le sue labbra per un bacio e sorridere incrociando il suo sguardo compiaciuto.
 

¹ Chi di voi ha letto “Artefici del proprio destino” magari ricorda che quella è la canzone che Sophie e Lucas hanno ballato all’Homecoming.
Note dell’autrice:
Buonasera e ben trovati alla terza storia dedicata a questi ragazzi: questa volta mi sono concentrata sull’inizio della storia tra due personaggi a cui ho già accennato in “L’audacia dei nuovi inizi” cioè Mike e Alice, di cui qualcuno di voi desiderava sapere di più. Per il contest bisognava prendere ispirazione dal titolo di una canzone, evitando però di scrivere qualcosa che fosse uguale alla canzone stessa, io mi sono concentrata sul tentativo di Mike di convincere Alice a dagli una chance, anche se lei avrebbe ogni ragione per non farlo. Sullo sfondo abbiamo Luke e Sophie che sono sempre uniti e che fungono da pilastro nel loro gruppo di amici; se non è chiaro la scuola frequentata da Mike e Luke è la prestigiosa Princeton, che si trova in New Jersey. Ho scelto un titolo in inglese perché trovo “Worth the wait” molto più musicale e d’impatto di “Un’attesa per cui è valsa la pena”. Come sempre attendo commenti, pareri e critiche struttive, sono sempre un po’ in ansia quando pubblico nella sezione delle storie originali.
   
 
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