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Autore: Courtness    02/08/2009    2 recensioni
Nei pensieri di Cloud c'è solo Zack, pensieri che non fanno altro che peggiorare la sua salute, o la sua sanità mentale...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ladro
Titolo originale: “Thief
di Courtness
tradotta da: Shinra


Note della Traduttrice: Ritengo che questa fan fiction sia molto bella perché l'autrice è riuscita a inserire un tema originale in una situazione comune. Non è una di quelle storie smielate su Zack e Cloud, poiché esamina il loro rapporto da un punto di vista che non ci si aspetterebbe... Spero di essere riuscita a darle la forza che la caratterizza nella sua lingua originale. Buona lettura.

*********

Cloud sedeva in una stanza vuota.

Vuota... una sensazione che conosceva fin troppo bene.

Nonostante il mondo fosse stato salvato dalla Materia Nera, e lui stesse aiutando Tifa a ricostruire il suo bar a Junon fino a quando non avesse deciso che cosa volesse fare dopo, si sentiva ancora... vuoto.

Si era sempre sentito così, non era vero del resto? No... un tempo non mi sentivo così. Quando ero... con lui.

Delle fotografie erano sparse sul tavolo. Ne prese una tra il pollice e l'indice e la avvicinò al volto per osservarla meglio.

La qualità dell'immagine era orribile. Gli angoli erano arricciati verso l'interno e uno era addirittura logoro. C'era una grossa sbavatura di inchiostro proprio nel centro, e l'immagine stessa stava cominciando a sbiadire. A Cloud questo non importava – probabilmente la preferiva così com'era.

Raffigurava, ovviamente, lui e Zack. Il braccio di Zack circondava le spalle di Cloud, mimando con le dita due orecchie da coniglio dietro la sua capigliatura ribelle. Un grande sorriso gli illuminava il volto. Cloud, da parte sua, sembrava impegnato a cercare di non perdere l'equilibrio e allo stesso tempo sorridere. Sì. Ero felice, ai tempi. Sei anni fa, giusto?

E adesso era tutto... finito.

Non era giusto. Ma del resto, che cosa c'era di giusto al mondo?

Aveva vissuto dei mesi felici, e proprio quando aveva cominciato ad abituarsi tutto gli era stato portato via.

La felicità non mi è mai stata concessa. Solo... il vuoto.

Posò la fotografia, e cercò di concentrarsi per riportare indietro quel ricordo di felicità, solo per un momento. Si rivolse alla stanza vuota, ascoltando la sua voce echeggiare rimbalzando contro i muri.

“Ricordo bene di quando lo incontrai per la prima volta. Mi avevano appena assegnato l'uniforme da soldato semplice... Stavo cercando uno spogliatoio in cui cambiarmi, per vedere come mi stava, sentire cosa si provava... E allora lo vidi, proprio mentre si stava allenando.” Prese un profondo respiro, fermandosi, rivolse un sorriso amaro alla fotografia sul tavolo.

“La prima cosa che notai fu che era di Prima Classe. Mi sentivo fortunato: ero appena entrato nella ShinRa e già avevo incontrato un SOLDIER di Prima Classe!” scosse la testa – gli sembrava così stupido adesso. “La seconda cosa che notai era il suo modo di combattere – era affascinante. In quel momento desiderai essere in grado di combattere come lui, in futuro.”

Fece scivolare due dita sulla superficie della fotografia, con un gesto come d'affetto. “Penso che adesso potrei anche averti superato, sai, Zack?”

“Quindi rimasi a guardarti.” Perché mi sto rivolgendo a lui, adesso...? “Non immaginavo che ti saresti diretto verso di me una volta che avessi finito. Ero nel panico. Pensavo avessi intenzione di dirmi di smettere di spiare o qualcosa del genere. Invece no. tu... sei stato gentile. Veramente gentile. Ne rimasi sorpreso. Avevo sempre avuto l'impressione che i SOLDIER fossero severi. E meschini.” accennò un sorriso. “Sembra così buffo. Non mi piace parlare in questo modo ma... ho bisogno di farlo.”

“E... dopo un po' di tempo qualcosa scoccò. Ci davamo appuntamento ogni tanto – quando tu non eri in missione o io non dovevo allenarmi – e quando stavo con te ero sempre felice. Sempre.”

Si appoggiò allo schienale della sedia, alzando lo sguardo verso il soffitto. “E adesso te ne sei andato.” Silenzio. Lasciò che il silenzio regnare per un momento, che gli bruciasse nelle orecchie. Nessuna risposta. Ovvio.

“Non capii più nulla allora, chi ero, dov'ero... sai, adesso che ci penso, non so se volessi essere te tanto quanto desiderassi stare con te. Credo di aver pensato che se fossi stato te, allora avrei potuto stare con te per sempre. O... qualcosa del genere.” un sospiro.

Dei passi risuonarono nel corridoio. Era Tifa. Probabilmente venuta a controllare che lui stesse svolgendo il “compito” che lei gli aveva assegnato. Riguardava i suoi guantoni – avevano delle borchie di metallo sulle nocche che dovevano essere affilate in modo tale che fossero in grado di dilaniare il nemico, ma si erano smussate a causa dell'uso continuo. Il suo compito era quello di renderle nuovamente appuntite. Anche se non capiva quale bisogno ci fosse, dato che avevano smesso di combattere da tempo.

Oltretutto, Cloud non era mai stato ferrato per questo tipo di lavoro, e si chiedeva per quale motivo Tifa gli avesse affidato un simile incarico. Probabilmente stava solo cercando di tenergli la mente occupata, in modo che non pensasse troppo a lui. - Per quanto quel lavoro potesse distrarlo.

Si affrettò a recuperare il guanto in questione, che giaceva in mezzo alle fotografie sparse sul tavolo. Prese il coltello e si mise subito al lavoro. Almeno in questo modo Tifa non avrebbe avuto motivo di sgridarlo...

Appena in tempo. La porta si aprì un istante dopo. Tifa rimase sulla soglia, con i suoi occhi marroni e rubino che lo fissavano. “Wow, ti stai dando da fare sul serio.” fece una smorfia, ma Cloud non la guardò nemmeno. Teneva la testa china sul guanto, facendo finta di essere completamente assorto. Questo era solitamente il modo più efficace per liberarsi di lei. Di lì a momenti avrebbe detto qualcosa del tipo “Ti lascio lavorare, allora,” e se ne sarebbe andata in silenzio.

Lei si tenne a distanza, ferma sull'ingresso. “Va tutto bene...? Sono preoccupata per te, sempre chiuso tutto solo qui dentro...” lei era sempre “preoccupata per lui”. Da quando si conoscevano si era sempre “preoccupata per lui”. Era una delle cose che odiava di lei. Non riusciva a credere di aver avuto una cotta per lei in passato. Ma era stato tanto tempo fa, quando era ancora un bambino. Quello non poteva essere considerato amore.

Aveva intenzione di rispondere con stizza “Non c'è bisogno che ti preoccupi per me”, o qualcosa del genere. Invece mormorò semplicemente un “Sto bene”, continuando a fingere di essere concentrato.

Lei rispose qualcosa simile a un “Ti lascio lavorare, allora,” e si allontanò.

Cloud continuò ad affilare il metallo ancora per qualche momento, ma quando si rese conto che non stava concludendo nulla, mise il coltello da parte e lanciò il guanto sul tavolo, così forte che questo per poco non cadde dall'altra parte del bordo.

Si abbandonò allora contro lo schienale e chiuse gli occhi. Non si trattava solo di Tifa. Tutti quanti si erano mostrati preoccupati per lui ultimamente. Perché...? Perché era ossessionato. Non l'avevano mai messa in questo modo, ma lui sapeva che era così. Lo sapeva fin troppo bene. Era ossessionato dal pensiero di Zack, infatuato di lui. Tutto era cominciato quando aveva ripreso coscienza di chi era veramente, e, più di ogni altra cosa, di chi Zack fosse veramente.
Solo che il mondo era sull'orlo della distruzione in quel momento, e Cloud aveva avuto solo il tempo di pensare a Sephiroth e a tutto il male che aveva fatto.

Ma adesso aveva tutto il tempo.

E questo era il motivo per il quale aveva deciso di tirare fuori queste vecchie fotografie, questi vecchi ricordi. Non aveva idea di quanti giorni avesse passato in quel modo, sedendo in quella camera vuota, ripensando in continuazione a ogni momento passato insieme a Zack. A dire il vero, l'avvenimento che aveva ricordato oggi – la prima volta che aveva incontrato l'unica persona che avesse mai veramente amato nella sua vita – era anche l'ultimo di quell'elenco. Aveva riversato tutto al di fuori della sua mente, ormai.

Sarò finalmente capace di dimenticarlo, adesso?

Era ovvio che no. Questo sarebbe stato soltanto l'inizio. Avrebbe fovuto approfondire ogni dettaglio, ricordare i suoi sentimenti e le sue emozioni precise per ogni istante... e poi sarebbe dovuto entrare nella mente di Zack, avrebbe dovuto esaminare i suoi sentimenti da tutti i punti di vista. Non sarebbe stato difficile – era stato Zack per un certo periodo di tempo, del resto.

Holy... non voglio fare una cosa del genere... perché la mia mente vuole farmi del male? Preferirei morire. Non c'è nessun motivo per vivere ormai... Forse riuscirei anche a rivederlo... nella Lifestream?

Il respiro gli si mozzò al solo pensiero. Sarebbe stato meraviglioso. Rivederlo un'altra volta. Riunirsi.

Ma adesso... voleva solo dormire. Sognare, dormire... quello era l'unico luogo che non fosse stato ancora infestato da Zack, Zack, Zack. Anche se presto...

Cercò di appisolarsi. Dopo appena qualche istante avvertì la presenza di qualcuno entrare nella stanza. Probabilmente era di nuovo Tifa, tornata a controllarlo, a coglierlo sul fatto mentre non stava lavorando e a rimproverarlo per questo. Be', che lo facesse pure. Non gliene importava nulla. Voleva dormire.

La sentì muovere alcuni passi verso di lui, di soppiatto, con la probabile intenzione di “svegliarlo” di soprassalto. Era stata veramente abile questa volta, non aveva sentito i suoi passi lungo il corridoio mentre si avvicinava alla stanza.

“Diavolo. Junon. Junon, fra tutti i posti che c'erano. Era qui che sei stato tutto questo tempo. Perché hai dovuto scegliere proprio l'ultima città della mia lista di luoghi dove avrei dovuto cercarti, Cloud?”

Si paralizzò. Non era la voce di Tifa. Era mascolina, sexy, e tuttavia infantile e spiritosa allo stesso tempo. Era calma, quasi rauca a volte. Era meravigliosa. Era Zack.

Aprì gli occhi, alzò lo sguardo e lì lo vide. Neri capelli da porcospino. Muscoli tonici. Uniforme blu scuro, anche se un po' scolorita. Quel suo sorriso da poco di buono. I suoi occhi azzurri, Mako ancora dentro di loro. Ci sarebbe sempre stato... Niente spada, ma era l'unica differenza. Tutto il resto era uguale.

La felicità e la sorpresa lo travolsero riportandolo alla vita. Pensò di essere sul punto di piangere. “Sei... sei veramente tu... vero?” si alzò dalla sedia, guardandolo.

“Sì. Non preoccuparti, non sei diventato pazzo, ancora.” quello stupido sorriso sembrava esserglisi stampato sulla faccia.

“Quindi... quindi sei sopravvissuto?” gli chiese. La voce gli tremava. Era difficile per lui controllarsi quando era sull'orlo di esplodere dalla felicità. Sembrava tutto così irreale, troppo bello per essere vero. Aveva paura di stare sognando.

“Proprio così! Non è così facile farmi fuori.” Il suo atteggiamento sembrava fiero, arrogante forse, ma mai vile. Proprio come un tempo.

“Ma come? E dove sei stato tutto questo tempo?”

“Non importa adesso, giusto? Sono qui ora, no?” si avvicinò a Cloud.

“Sì, hai ragione. Possiamo parlarne un'altra volta. Dio, Zack, non sai quanto ho sentito la tua mancanza! Sono così contento di averti di nuovo qui con me.” Era sollevato, felice. Questo era quello che avrebbe messo fine a tutti i suoi problemi, alle sue ossessioni. Questa era l'unica soluzione vera, reale. Forse era destino, allora? Non lo sapeva, ma sentiva che il suo cuore avrebbe potuto fermarsi a causa della gioia che lo aveva riempito all'improvviso.

“Anche io sono felice di essere qui.” Zack sfilò un coltello dall'interno della sua uniforme, e lo sollevò all'altezza del collo di Cloud. Erano faccia a faccia adesso.
Cloud poteva vedere come il sorriso sul suo volto si fosse trasformato in un ghigno malvagio. Poteva vedere i suoi occhi brillare di una luce che non aveva visto mai.

Non è Mako... questa è... vendetta?

In un primo momento pensò che si trattasse di uno scherzo. Ma non si poteva camuffare lo sguardo dei propri occhi. Allora gli vennero in mente altri pensieri... un impostore, un'allucinazione, un sogno.

“No.” disse Zack. La sua voce era piatta. “È tutto reale.”

“P-perché? Cos'è successo? Cos'ho fa--”

“Come osi chiedermi perché! Perché, dici... Come puoi essere così stupido? Mi hai abbandonato, hai creduto che fossi morto... questo posso capirlo. Ma, cazzo, hai rubato la mia spada, hai rubato la mia ragazza-”

“Ma Zack! Aerits era già una storia passata! Non ti ricordi... di noi?” sentì il coltello premere contro la sua gola mentre pronunciava quelle parole.

“Certo che mi ricordo! Non ha importanza. Tu hai rubato la mia identità, hai rubato la mia vita. Mi hai privato di tutto. Ma sai una cosa? Posso perdonare tutto questo. Ciò che mi fa più male, ciò che mi ferisce più di ogni altra cosa, è che tu hai rubato il mio cuore.”

Cloud sentì il suo sangue caldo scivolargli lungo il collo. “Cosa... cosa intendi dire?”

“Io ti amavo. Più di ogni altra cosa al mondo. E questo non doveva succedere. Io dovevo essere di Prima Classe, il migliore, secondo solo a Sephiroth. Ma l'amore che provo per te ha rovinato tutto. È debolezza. Sono solo fango nelle tue mani, Cloud. Questo non doveva succedere! Tutto è degenerato a causa tua. Nonostante gli esperimenti, l'essere stato quasi ucciso... ancora! Tu eri ancora nella mia mente. Tutto il tempo. Nei miei pensieri. Mi distruggevi, mi uccidevi. L'unica cosa che esisteva eri tu. Ero fottutamente ossessionato da te. Sono fottutamente ossessionato da te. E per questo ho perlustrato il mondo. Ho cercato ovunque. Te. E adesso sei qui. Ti ho trovato.”

Era uguale. Lo stesso, identico sentimento che Cloud aveva provato negli ultimi mesi. Ma Zack era diverso. Era diverso tanto quanto prima aveva pensato che fosse uguale. Non si era mai comportato in questa maniera nei suoi confronti. Non aveva mai lasciato emergere quel lato di sé. Non aveva mai detto nulla di aggressivo, non aveva mai avuto uno sguardo così malvagio. E adesso era furioso, adirato, arrabbiato.

Cloud sentiva il coltello sfiorargli ancora la gola – ancora lì. Zack si rifiutava di spostarlo. “Zack... possiamo risolvere le cose adesso. Possiamo discutere di tutto questo, risolvere tutto, renderlo – rendere tutto migliore. Possiamo essere di nuovo insieme. Di nuovo felici. Possiamo riuscirci, te lo prometto. Perciò ti prego, ascoltami. Proviamoci.” sapeva che il Zack che aveva amato durante tutti questi anni era ancora lì, nascosto – doveva solo trovarlo.

Zack sorrise debolmente. Si sporse verso di lui e lo baciò. La sua lingua si tuffò nella bocca di Cloud, bloccando quest'ultima con la sua. Danzarono, volteggiarono, si intrecciarono insieme. Il coltello era ancora premuto contro la sua gola, ma Zack aveva probabilmente dimenticato di abbassarlo nella foga del momento.

Ha lo stesso sapore di sempre... pensò Cloud. Era quella la risposta: la dimostrazione che avrebbe provato, che avrebbe perdonato. Che avrebbero risolto tutto, limato le imperfezioni. Era l'estasi. Tutto quello che aveva aspettato, quello per cui aveva vissuto, il segno che avrebbero potuto essere di nuovo quello che prima erano stati. Che sarebbero stati felici, non più vuoti. Si lasciò andare in quel bacio mentre sentiva le loro lingue mescolarsi. Si abbandonò, fondendosi con quella sensazione meravigliosa, immergendovisi, assorbendola, desiderando che durasse per sempre. E sembrò quasi che così fosse.

Sentì le lacrime calde scorrergli lungo le guancie. Poi Zack si allontanò e lo guardò, dritto negli occhi. “Ti amo.” disse.

E gli tagliò la gola.


Fine.


Vedo
il sangue coprire le tue mani
ti fa sentire
più come un uomo?
era tutto
parte del tuo piano?

Sempre
Sempre
Sempre



Note della traduttrice: Ho una particolare richiesta da fare ai recensori: non fate SPOILER=ANTICIPAZIONI nei commenti. Grazie. :-)
Come avete potuto vedere, la particolarità di questa storia sta tutta nel contrasto tra i sentimenti di Cloud e quelli di Zack, uguali eppure diversi; nel capovolgimento di una storia che avrebbe, come vuole la prassi, potuto avere un lieto fine...
Ritengo opportuno che la scelta dell'autore non sia nota dal lettore prima che questi inizi a leggere la storia.
Personalmente, ho avuto modo di leggere recensioni che mi hanno allegramente spiattellato il finale o i colpi di scena di molte fan fiction (motivo per il quale non leggo più le recensioni prima di leggere una storia... un peccato, perché le recensioni non servono solo per far piacere allo scrittore, ma anche per indirizzare un potenziale lettore), vi sarei quindi veramente grata affinché questo non accada per questa fan fiction.
Vi ringrazio per la comprensione. :-)
Shinra
  
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