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Autore: _Ash    21/12/2019    0 recensioni
keith è un guerriero che combatte contro gli alteani, ma da tempo ha incontri segreti con uno di loro. Arriva una festività e l'alteano lo porterà nella su città, immergendolo nella loro cultura e rafforzare così il loro rapporto.(Klance)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kogane Keith, McClain Lance
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo pungente lo fece rabbrividire, portandosi d'istinto le mani attorno alle braccia per cercare di scaldarsi almeno un po'.

I capelli chiari del giovane Alteano furono mossi lievemente dal freddo vento che non esitava a farsi avanti, portando con se nuvole bianche e fitte.

“sta per nevicare.” sussurrò tra sé, continuando a camminare.

 

Poco più in là, un altro giovane dall'aspetto decisamente diverso stava camminando nella sua stessa direzione, lo sguardo attento a cogliere qualsiasi movimento, l'atteggiamento sospettoso e guardingo, come se avesse paura di essere seguito.

Il freddo per lui non era un gran problema, grazie alla sua tuta da guerriero che lo proteggeva da esso.

Quando finalmente arrivò alla sua destinazione, trovò l'albero di canfora enorme e mastodontico al suo solito posto e lo ammirò come sempre faceva, per ingannare il tempo, attendendo.

“Hey, Keef!”

una voce lo fece destare dai suoi pensieri, facendo presa sulla sua lama lucente e portandosi in posizione di difesa, ma quando riconobbe quella voce insolente e alla persona a cui apparteneva, tirò un sospiro di sollievo misto a seccato, mettendo via la lama e cercandolo con lo sguardo.

“Mi hai...colto di sorpresa.” non poteva certo dire “spaventato”, e sarebbe andato del suo orgoglio da guerriero.

“oh, non era certo mia intenzione!” lo prese in giro la voce.

“Avanti, vieni fuori, non ho mica tutto il giorno sai?” incrociò le braccia impaziente, aspettando che lui si facesse vedere.

Con un balzo scese dall'albero, atterrando con una posa ad effetto, le mani in alto e lo sguardo un po' strafottente e sicuro di sé.

I suoi occhi azzurro mar,e si posarono finalmente sul suo soggetto preferito negli ultimi tempi, con sguardo triste.

“Ma come? Mi avevi promesso che avremmo passato tuuutta la vigilia assieme!” disse mettendo il broncio.

Keith sospirò, distogliendo lo sguardo dal giovane.

“...ti sto prendendo in giro idiota. Su, prima che arrivi qualcuno.”

Era sempre cosi quando loro dovevano incontrarsi; il giovane Keith era sempre nervoso, quasi ansioso che qualcuno potesse averli seguiti e mettere così le loro genti in allarme.

Ma Lance sapeva come liberarlo momentaneamente da quello stato d'animo che di certo non giovava a nessuno dei due.

“Vieni.”

gli prese la mano e iniziò a camminare verso il folto della foresta, trascinandolo con sé senza guardarlo, senza notare il sussulto provocatogli da quel gesto inaspettato.

“Dove stiamo andando?” chiese pentendosene quasi subito, ben sapendo dove lo stava conducendo.

“vedrai!” rispose voltando lo sguardo verso di lui con un sorriso eccitato, come un bambino che non aspetta altro che andare al Luna Park.

Passarono parecchi minuti da quando si erano incamminati senza che nessuno dei due pronunciasse una parola, perdendosi ognuno nelle proprie sensazioni e pensieri.

“Smettila di sudare, mi stai bagnando tutta la mano.” fu il giovane Alteano ad interrompere quel silenzio imbarazzante, volendo stuzzicarlo un po'.

L'altro per ripicca gli mollò quasi in malo modo la mano:

“odio le sorprese, dovresti averlo capito ormai. E poi...” non riusciva a concludere la frase, troppo nervoso ed elettrizzato allo stesso tempo. Quel contatto fuori programma lo aveva mandato su di giri, ma da fuori nulla di questo si poteva trasparire, o almeno sperava fosse così.

Lance gli si avvicinò parecchio scrutandolo con i suoi zaffiri lucenti che risplendevano curiosi e preoccupati per l'altro.

Alzò un braccio e iniziò a grattargli le orecchie da Galra, facendo scomparire pia piano il broncio dall'altro.

Era cosi che si erano conosciuti, loro due.

Keith stava perlustrando il perimetro attorno all'accampamento per scoprire se qualche nemico fosse nei paraggi, la sua lama in mano e ben in vista; Lance fece la sua comparsa da sopra un albero, incuriosito da quel soldato dall'uniforme violacea che faceva risaltare i colori simili e sopratutto quel paio di orecchie pelose in mezzo ai suoi capelli.

Da allora i due avevano iniziato ad incontrarsi in segreto, rischiando le loro vite, abbattendo i muri che da troppi anni avevano diviso le due fazioni, due culture diverse e così belle...

Keith iniziò a fare le fusa senza volerlo, sentendosi lievemente imbarazzato e abbassando lentamente le sue difese.

Era un momento tranquillo, che Lance decise di spezzare lasciandogli le orecchie e riprendendogli la mano.

“su Kitty, altrimenti faremo tardi!” lo prese in giro trascinandolo nel bosco e l'altro grugnì mettendo il broncio.

 

Arrivarono alla fine del bosco e all'inizio della citta dell'Alteano, il quale iniziò a rovistare dentro un incavo di un albero cercando qualcosa.

“Non vorrai trascinarmi in città spero...” disapprovava pienamente se fosse stato così, anche se da sempre era stato incuriosito da quel giovane e dalla sua cultura.

“mi sembra ovvio! Mettiti questi, servono per proteggerti e celare la tua vera identità.” cosi dicendo, gli lanciò una veste molto simile alla sua, bianca e blu ricamata con ghirigori dorati e un bel cappuccio lungo e coprente.

Keith incerto, se la mise addosso e Lance gli si avvicinò per mettergli una collana al collo, anticipando già il disappunto e le domande di Keith, riprese a parlare.

“E' un amuleto magico che nasconderà la tua forma Galra per precauzione.”

“E' una pessima idea...”

“Eddai, lo so che muori dalla voglia di dare un occhiata alla mia città.” lo stuzzicò dandogli un buffetto sul naso e lui si coprì un po' di più con il cappuccio per nascondere l'imbarazzo.

“e tranquillo, sei affascinante anche sotto forma Alteana!” disse ridacchiando e iniziando a dirigersi verso la città, insieme ad un imbronciato e imbarazzato Keith.

 

La città era ancora più bella e paradisiaca di come Keith se la aspettava; intorno a lui tutto richiamava il colore blu, le abitazioni erano sparse a pochi metri di distanza, alcune casette semplici con ampio giardino, erano addobbate con luci colorate e pietre blu luminescenti.

Arrivarono alla piazza principale, fatta di bancarelle, profumi invitanti di dolci e tante risate bambinesche.

Le luci erano tutte attorno a loro e c'era aria di gioia e festa, come se la guerra tra Galra e Alteani fosse inesistente e nel loro regno regnasse la più completa armonia e felicità.

A Keith non sembrava vero di essere in mezzo a loro, camminare indisturbato senza essere adocchiato come il nemico.

Si sentiva tremendamente nervoso, i sensi all'erta, ma la paura sparì nel momento in cui Lance gli prese la mano, stringendola a sé come per tranquillizzarlo e sorridendogli mettendogli in subbuglio lo stomaco.

Lance adorava stuzzicarlo e scoprire quella parte piena di sentimenti che spesso nascondeva dietro alla facciata del soldato.

Camminarono ancora un po', poi Lance si avvicinò ad una bancarella e comprò due dolcetti dalla forma strana, porgendolo a Keith.

“questa è una specialità tipica di questo evento, assaggia.”

Keith lo prese osservandolo con riluttanza, poi prese coraggio e lo assaggiò. Sapeva di cioccolato e menta.

“che cosa si festeggia?” chiese camminando vicino a Lance e l'altro lo guardò come fosse diventato un fantasma.

“Non dirmi che voi non festeggiate il Natale!”

silenzio.

“...ma voi Galra non sapete mai svagarvi?...il Natale è...una festa dove la gente fa del bene, si sta con la propria famiglia, gli amici, si cantano canzoni tipiche e ci si scambiano dei doni. E' una festa che unisce tutte le persone, e fosse per me, dovrebbe essere sempre così.”

Keith rimase qualche secondo in silenzio, cercando di comprendere appieno le parole di Lance e il suo sguardo vagò tra la folla, ognuno a spasso sorridente vicino a qualcuno di speciale per loro.

I bambini correvano e giocavano spensierati, le coppie passeggiavano mano nella mano, i gruppi di amici ridevano mangiando dolcetti e loro...

gli occhi perlacei di Keith si posarono su Lance, cogliendo una sfumatura malinconica nei suoi occhi scintillanti.

L'istinto gli disse di abbracciarlo, ma si trattenne e parlò, semplicemente.

“...la tua famiglia? I tuoi amici?”

Lance continuava a non guardarlo, alzò le braccia come a voler abbracciare tutto e tutti:

“loro, sono la mia famiglia.”

il Galra rimase in silenzio, capendo appieno ciò che l'altro intendesse dire; loro due avevano più cose in comune di quante ne credesse, ma sperava che almeno Lance avesse una famiglia tutta sua. Non osò chiedere altro, intuendo la storia triste e straziante che potesse comprendere una guerra Galra.

Gli sfiorò la mano incerto se quel gesto lo avrebbe infastidito, e Lance gliela prese delicatamente, guardando sempre altrove e iniziando a camminare.

Arrivarono in cima ad una collinetta lontano dalla piazza e in quel momento qualcosa iniziò a cadere dal cielo.

I due alzarono lo sguardo verso il cielo, rivelandone un cielo stellato e da cui cadevano piccoli e incerti fiocchi di neve.

“cos'è?” chiese Keith aprendo il palmo della mano libera e catturando un piccolo fiocco.

“si chiama Neve, ed è questa che rende speciale il Natale.”

quante cose meravigliose c'erano in quel popolo per lui non più nemico da tempo, ed era solo grazie a Lance se aveva scoperto così tante sfaccettature positive.

Si dimenticò della guerra, di quella stupida guerra contro quel popolo così mistico e affascinante, e ora potè incrociare finalmente le due pozze blu di Lance che lo guardavano divertito mentre iniziava a fioccare e da lontano risuonava una melodia dolce e...natalizia.

“ma niente renderà speciale questo Natale se non l'averti qui con me.”

Lance gli prese entrambe le mani stringendole a se, le guance infiammate e gli occhi luccicanti di qualcosa che a Keith fece venire i brividi e avvicinare i loro volti, curioso e ammaliato dai suoi occhi che si schiusero e inaspettatamente fu proprio il Galra a dargli un fugace bacio sulle labbra, per poi sgranare gli occhi e guardarlo, volendosi sotterrare dalla vergogna.

“s-scusa, scusa, io...”

“shh. Va tutto bene Keith.” lo rassicurò posandosi il dito indice sulle labbra, per poi lasciargli le mani frugando nella tasca della sua tunica e porgendogli un piccolo pacchettino avvolto con carta velina viola e azzurrina.

“il tuo regalo è stato sicuramente apprezzato.” gli fece l'occhiolino mandando l'altro in brodo di giuggiole

“Buon Natale Keef.”

 

 

 

   
 
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