THE SPECTER OF DRUNKEN CHRISTMAS
“Mamma
mia tesoro, quanto la fai lunga… sono i nostri migliori amici e mi era sembrata
una bella idea invitarli per Natale” la voce della turchina era ferma e tranquilla :“Per colpa del black out non sarebbero potuti venire
alla nostra festa e non sarebbe stato giusto spedirgli solamente una mail di
disdetta!”.
Vegeta
se ne stava in piedi dando le spalle alla sua interlocutrice, le braccia
incrociate al petto. Ma perché diavolo quella donna doveva sempre fare ogni
cosa senza interpellarlo? “Saranno anche amici tuoi, ma lo sai che io non
sopporto quel patetico uomo!”
A
dirla tutta da quando avevano combattuto insieme contro Majin Bu il rapporto
tra i due sayan era, seppur impercettibilmente agli occhi di molti, profondamente
cambiato. Bulma aveva beccato spesso i due allenarsi insieme nella gravity
room, certo non si era ancora spinta al punto da accendere furtivamente
l’interfono per origliare i loro discorsi, ma dagli oblò poteva osservare i due
uomini scambiarsi qualche parola tra un pugno e un altro, sforzandosi di
leggerne il labiale.
Non
mancavano, altresì, le volte in cui il principe partisse in volo diretto nei
paraggi dei monti Paoz – era da escludere che si presentasse a casa dell’amico-nemico
per chiedere spontaneamente di allenarsi con lui – ma Bulma sospettava che se ne stesse li nei dintorni, alzando l’aura il necessario
perché fosse appena percettibile all’altro sayan, che non avrebbe perso di
certo l’occasione di passare qualche ora con l’unica persona che sapesse
tenergli testa. Era stato questo a spingere la turchina ad invitare la famiglia
Son… Beh per questo e per darsi man forte con Chichi – tra mogli di sayan ci si
deve aiutare, soprattutto per quanto riguarda i pasti!
“Su
Vegeta, vedrai che ci divertiremo… Chichi è una cuoca bravissima potrai
abbuffarti come non mai! E poi lo so che Goku non ti sta così antipatico come
vuoi far credere”.
“No,
cara, è esattamente a quel livello la mia antipatia!” sibilò il sayan voltando
la testa quel tanto che bastava per rivolgerle lo sguardo più truce che poteva :“Ed il fatto che ci abbia interrotti un momento fa
l’ha fatta salire in modo esponenziale. Per non parlare del fatto che ti ha
vista nuda e ora gli dovrò cavare gli occhi”.
La
donna si sforzò di trattenere una risata. D’accordo, magari Vegeta non era
ancora così incline a stare con Goku in contesti che non fossero prettamente
violenti – era capitato una o due volte che il marito lasciasse i Son fuori di
casa quando non era lei a rispondere al citofono, per non parlare della velocità
con la quale riattaccava il telefono ad ogni loro telefonata – ma se ne sarebbe
fatto una ragione, nulla avrebbe rovinato il suo Natale affollato!
Il
sayan si sentì avvolgere da un caldo e umido abbraccio, i seni della donna che
si alzavano e si abbassavano al ritmo del respiro, premuti contro la sua pelle:’’Immagina quanto tempo potremmo passare qui io e te,
con Goten a tenere impegnato Trunks…”. La voce calda e suadente della compagna
lo stava inebriando di nuovo, “Maledizione”
pensò Vegeta, doveva resisterle – quella maledetta femmina aveva iniziato ad
esplorare il suo torace con le dita sottili, a piccoli tratti formando cerchi
concentrici – arrivò presto all’ombelico, iniziando a scendere al di sotto di
esso, intenzionata ad infuocarlo di nuovo (non che ce ne fosse bisogno), Vegeta
compì uno sforzo immane per bloccarle il polso, stava già pregustando il
piacere che lei avrebbe potuto dargli se solo l’avesse lasciata continuare ma
ciò nonostante non poteva permetterle di circuirlo ogni giorno alla stessa
maniera: “Eh no brutta vipera non mi incanti! Non avrai nulla da me se Kaharot
non se ne tornerà nella sua bettola. Ti ho scoperta, sai? Pensi di poter farmi
fare tutto quello che ti pare solo perché ormai sai come prendere un sayan e,
dato che non puoi prendermi per la gola perché sei una piattola in cucina, non
fai altro che prendermi per l’uccell…” “VEGETA! SEI
PROPRIO UN GORILLA VOLGARE! strillò lei, oltraggiata per essere stata presa in
contropiede: “Tienitelo pure nei pantaloni, perché i miei ospiti NON-SE-NE-VAN-NO!”.
Così
dicendo si slacciò dal compagno, arraffando un accappatoio per coprirsi: “E ora
fammi passare brutto scimmione mi voglio fare una doccia!”. Vegeta le si parò
davanti con una spallata e raggiunse a falcate la porta: “Scordatelo il bagno è
mio brutta strega!”. Si scaraventò nel corridoio intenzionato a raggiungere i
servizi, di dove fossero non ne aveva proprio idea, aprì una delle porte
laterali più infreddolito che mai e deciso a buttarsi sotto l’acqua calda,
purtroppo quello che vide non fu esattamente ciò che si aspettava: Goku e sua
moglie erano intenti a disfare i bagagli, il principe inciampò su un trolley
lasciato sul tappeto.
“Che nessuno si azzardi a dire nulla”. Disse,
viola per la vergogna, alzandosi e dirigendosi fuori in cerca del vero bagno di
quella maledetta casa, tentando di coprire le proprie nudità meglio che poteva
– “Ehi Chichi te l’avevo detto che Bulma permette a Vegeta di sentirsi libero e
comodo tutto nudo a casa sua, lo voglio fare anche io, dopotutto siamo in vacanza!
E dovresti farlo anche tu, vedrai come starai bene”. La donna guardò orripilata
il marito spogliarsi, fulminandolo con occhi furibondi: “ma che cosa dici Goku!?
RIMETTITI SUBITO I VESTITIIIIIIIII!!”
***
Verso
l’ora di cena tutti erano radunati nel grande salone illuminato dal caminetto,
tutti tranne Vegeta ovviamente, che se n’era rimasto bagno a rimuginare su
quante persone quel giorno avessero avuto l’onore di vedere le sue reali
grazie.
Bulma,
da brava padrona di casa, era già pronta per andare a tener banco con i suoi
ospiti. Dopo il bisticcio con Vegeta si era concessa cinque minuti per
spanciarsi dalle risate alle spalle del povero sayan, ignaro del fatto che
avessero il bagno in camera; si era poi immersa di nuovo nell’acqua bollente,
intenzionata più che mai ad apparire a cena con un’aria rilassata.
“Gohan,
Videl!”. La turchina andò incontro ai ragazzi a braccia spalancate: “Mi fa così
piacere che siate venuti! Avete già trovato la vostra camera?”. I due le
sorrisero imbarazzati, Chichi si intromise nella loro conversazione in un
baleno: “Bulma ho pensato io ai ragazzi, Gohan potrebbe dormire con il padre e
io dividerò una delle stanze doppie con Videl”.
“Oh…”
la scienziata assunse un’espressione interrogativa: “Chichi guarda che ci sono
abbastanza stanze per tutti, non c’è problema se i ragazzi ne occupano una di
matrimoniale”. La mora rise appoggiando la mano sulla spalla dell’amica e
avvicinandosi al suo orecchio: “Sai voi avete queste strane usanze Hippie in
casa vostra… Girare senza vestiti eccetera… Ma Gohan è un ragazzo più
tradizionale e non dormirebbe mai con Videl prima del matrimonio”.
La
turchina avrebbe dovuto prevedere che Chichi non avrebbe acconsentito a tutta quella promiscuità tra i due
ragazzi, ma che pensasse che la loro fossero una famiglia hippie non se
l’aspettava proprio: “Girare senza vestiti? Chichi non ti seguo proprio…”. Le rispose
di rimando con un risolino imbarazzato: “Non fare finta di niente cara, io non
vi giudico, ma non mi aspettavo di certo che Vegeta fosse così di stampo, ehm
diciamo… naturista”. Vegeta un naturista? Era decisamente meglio lasciar
perdere quel discorso senza capo né coda e navigare in acque più tranquille, le
acque della cena per esempio.
“Ti
va di darmi una mano ai fornelli Chichi? Qui c’è un sacco di cibo ma non sono
la persona più indicata per cucinarlo”.
Chichi
non se lo fece ripetere due volte, volò dietro al piano cottura come una saetta
mettendosi a frugare nelle credenze: “Videl cara, vieni ad aiutarmi! …Bulma
cucinare è veramente il minimo che possiamo fare per ringraziarti di questa
vacanza di lusso”. Il tavolo da lavoro in granito si riempì taglieri, coltelli,
carcasse surgelate prelevate da chissà dove, alghe, riso, pentole.
“Tu
stai con gli ospiti Bulma, noi qui prepariamo tutto in un batter d’occhio”. Le
due donne iniziarono ad affettare, squamare, bollire; la faccia di Videl era
appena appena allucinata ma, ormai, aveva preso abbastanza confidenza con le
quantità di cibo necessarie a sfamare i sayan ed eseguiva alla lettera i dettami
della più anziana che - in fatto di cucina ed organizzazione - sapeva il fatto
suo.
Nel
giro di un quarto d’ora arrivò anche il resto della truppa, Yamcha, Crili, C18
e Junior si guardarono intorno estasiati, (Junior meno estasiato dell’altro,
poiché quel tipo di espressioni facciali non gli erano congeniali): “Bulma che
casa magnifica” mormorò C18 con un fil di voce, aveva sempre avuto un debole
per il lusso.
La
scienziata nel frattempo aveva apparecchiato alla perfezione la grande tavola
in legno, già colma di antipasti che Chichi continuavano a sfornare a mo’ di
rulli compressori; dalla sua location magnifica alla Capsule Corporation era
riuscita a salvare ed incapsulare - appena in tempo – un albero di natale che
ora illuminava maestoso la sala. Vi erano regali sparsi un po’ ovunque, la
maggior parte di questi erano stati comprati da Bulma, alias mamma natale, a
cui erano stati aggiunti i pacchi portati dai Son e da tutti gli altri.
“Ragazzi
andate ad appoggiare i bagagli, c’è una stanza per ognuno di voi al piano di
sopra! Potete riposarvi, rinfrescarvi, fare un salto alla sauna, ma poi mi
raccomando tutti giù per il cenone!”.
Yamcha
fissava Bulma con, letteralmente, le bave alla bocca. Le sue curve erano
fasciate alla perfezione da un tubino rosso sopra al ginocchio, una profonda
scollatura posteriore le lasciava la schiena quasi completamente nuda, resa
ancora più sensuale da un sottilissimo filo d’oro che scendeva dal collo,
percorreva la spina dorsale e terminava con un ciondolino a perla appena sopra
il sedere. Non la si vedeva spesso con i tacchi alti, ma quella sera aveva
optato per delle francesine nere e lucide: nel complesso avrebbe fatto girare
la testa a qualsiasi uomo.
Il
predone del deserto non aveva mai smesso di maledirsi per essersela lasciata
soffiare da sotto il naso da quell’arrogante di un sayan e, non vedendolo in
giro già, si immaginava che fosse stato a casa ad allenarsi, rallegrandosi
all’idea della prospettiva di flirtare con la turchina senza rischiare la
morte.
Trunks,
Goten e Goku fecero il loro ingresso diretti come segugi in direzione degli
antipasti.
“Trunks
non ti azzardare! Aspettiamo che arrivino tutti”. Lo richiamò la madre
rivolgendo a lui e agli altri due uno sguardo di rimprovero; La donna assunse,
dopo pochi momenti, un’espressione interrogativa, inarcò un sopracciglio e fece
segno al figlio di avvicinarsi: “Tesoro, perché Goku non è vestito e indossa
solo un asciugamano?”.
“Ehi
Bulma ci si rivede eh!? E’ stata un’idea che mi ha
dato Vegeta”. Disse Goku felice come un bambino: “In effetti fa un po’ freddo
ma mi sento molto più libero e a mio agio così” lei e Trunks si guardarono
allibiti, decise che fosse meglio evitare di indagare ulteriormente, non capiva
affatto perché quel giorno tutti non facessero altro che parlare di stare nudi.
“CINQUE
MINUTI E SI MANGIA!”. Strillò Chichi estraendo l’ennesimo tacchino dal forno.
Finalmente
anche il principe fece il suo ingresso trionfale (aveva sentito il richiamo
primordiale della tavola imbandita) stette qualche momento immobile sull’ultimo
scalino, fissando dall’alto in basso tutti i presenti con sguardo di
sufficienza - che si trasformò repentinamente in una smorfia schifata non
appena il suo sguardo si soffermò su Yamcha “Fantastico,
c’è anche il mollusco” pensò. In quella casa c’era decisamente troppa
gente, ma non voleva darla vinta a Bulma infastidendosi come al solito, oh no,
avrebbe fatto finta di nulla! Si limitò ad un: “Beh? Che diavolo avete da
fissarmi? Se volevate vedermi nudo anche voi dovevate passare prima o perlomeno
pagare un biglietto per lo spettacolo”. Diede di proposito una spallata a
Yamcha, ghignando malefico, e prese il suo posto a tavola.
Nessuno
se la prese per il comportamento di Vegeta, erano abituati ad essere trattati
molo peggio dal padrone di casa, Goku in particolare scoppiava di felicità per
l’arrivo dell’amico e si fiondò a sedere vicino a lui. “Kaharot perché diavolo
sei seduto vicino a me? …E perché sei senza vestiti? Ti sono esplosi altri
neuroni per caso?”.
“Ehi
Vegeta, che ne dici di una sfida all’aperto dopo cena? Non vedo l’ora di
sgranchirmi i muscoli!”. Bulma prese posto di fianco al compagno, che la fissò
eccitato e contrariato al contempo per via del suo outfit decisamente sexy.
“Ora
che siamo tutti qui vorrei proporre un brindisi”. Alzò il calice di bollicine
verso gli amici: “A questo Natale e alla vita di pace che ci attende, sono
felicissima di essere qui con tutti voi e vi ringrazio di aver accettato il mio
invito! Auguri a tutti e buona vigilia!”. Si levò un coro di auguri e bicchieri
tintinnanti “E grazie alle cuoche!” disse Crili alzando il calice in direzione
della coca cola di Chichi (che non beveva vino) e verso Videl, che se ne stava
accasciata stanca morta sulla sedia, sfinita dalla maratona culinaria a cui era
stata sottoposta.
Vegeta
e Goku si litigarono ogni singola ala di pollo, ogni uramaki ed ogni polpetta:
era incredibile come quei due trasformassero anche un cenone di Natale in una
sfida all’ultimo colpo di bacchette:
“Kaharot
leva le tue manacce da quel cono di riso!”.
“Prova
a levarmelo dalla gola se ne hai il coraggio?”.
“Non
ti azzardare a sfidarmi, razza di plebeo che non sei altro e pulisciti la bocca
che sei disgustoso!”.
L’intera
tavolata chiacchierava allegra fissando di tanto in tanto i due sayan
ingozzarsi – Goku era decisamente il più forsennato e continuava a parlare con
la bocca piena offrendo a tutti uno spettacolo pietoso, ma l’altro sayan non
era certo da meno! Solitamene i modi di Vegeta a tavola erano sempre stati
relativamente sobri, si ingozzava sì, ma con una sorta di contegno, quella sera
invece pareva del tutto intenzionato a voler eguagliare il suo suddito di terza
classe.
Goku
dal canto suo, imitava l’amico svuotando un boccale di birra scura dopo l’altro:
d’accordo che dovevano buttar giù tutto quel cibo e che per ubriacare un sayan
ce ne voleva, ma Bulma aveva l’impressione che i due fossero decisamente
alticci.
“Tesoro
forse dovreste andarci un po’ più piano con il bere, no?”.
“Donna
non mi stressare, proprio tu parli che stai sempre a fare l’alcolizzata a tutte
le ore del giorno! Dimostrerò a Kaharot che resisto più di lui anche a tavola!”.
Lei
sospirò sconsolata scuotendo la testa, Vegeta non era avvezzo al bere, per via
dei suoi allenamenti evitava di assumere alcolici e altre bevande super
zuccherate – nel suo piccolo si poteva dire che fosse abbastanza attento nello
scegliere i cibi da fagocitare – occasionalmente se ne stava davanti alla tv
con una birra in mano, ma di certo non era tipo da shottini o da serate
alcoliche.
Verso
le 23 tutta la tavolata era abbastanza brilla, perfino C18 se ne stava a
ridacchiare di fianco al marito che nel frattempo puliva la bocca alla bimba
seduta sul seggiolone. Yamcha aveva gli occhi lucidi ed un sorriso ebete
stampato in faccia, spinto da una forza sconosciuta si era incaponito di tener
testa a Vegeta ed ora si ritrovava letteralmente sfinito da tutto quel cibo e
quell’alcol che aveva trangugiato.
“Ehi
Vegeta tu non hai caldo? Si può accendere il condiz!HIC!ionatore?”.
Goku aveva iniziato a sventolarsi con il tovagliolo tra un singhiozzo e l’altro.
“Ma
che diavolo dici Kaharot? Sei anche nudo come diavolo fai a dire che è caldo?”.
In verità anche Vegeta iniziava ad avvertire delle folate di calore, ma non
avrebbe mai concordato con il suo miglior nemico su qualcosa nemmeno se fosse
stata la cosa più ovvia del mondo.
“Videl
vieni con me, ci sono i dolci da portare a tavola”.
“Oh,
Chichi lasciala tranquilla ti aiuto io!”.
Le
mogli dei sayan si alzarono andando in direzione della cucina: “Sarà meglio che
quei due mangino un bel po’ di dolce per assorbire tutto quello che si sono
bevuti”. Disse la mora sottovoce: “Ahahaha! Non ho mai visto Vegeta con le
guance così rosse, è così buffo!”. La turchina scoppiò a ridere di rimando
(sobria non lo era nemmeno lei): “Hai proprio ragione Chichi, ma alla fine non
mi capita mai di vedere mio marito lasciarsi un po’ andare davanti ad altre
persone… avrà un po’ di mal di testa domani credo, ma lo spettacolo lo vale
tutto!”.
Le
due donne tornarono nella sala da pranzo con una moltitudine di dolci
impressionante, in ogni caso nessuno prestò troppa attenzione a loro poiché vi
era uno show molto più interessante da seguire…
Goku
era caduto per terra assieme alla sua sedia, a dire il vero nella posizione in
cui era non si riusciva nemmeno a distinguere dove iniziasse la sedia e dove
finisse il sayan; Vegeta era letteralmente in delirio, nessuno l’aveva mai
visto ridere in quel modo, aveva le lacrime agli occhi.
“AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA
KAHAROT SEI POPRIO UN IDIOTA”. Goku rideva a sua volta, visibilmente in
difficoltà a divincolarsi dalla sedia e rimettersi in piedi, Goten e Trunks
corsero in suo aiuto. “Grazie, ragazzi”. Disse una volta in piedi dondolando
sul posto: “Credo che… andrò a scercare
un ventilatore!”.
Vegeta,
che era appena riuscito a darsi un contegno, si alzò traballante dalla sedia –
si sentiva la testa stranamente leggera e tentava invano di assumere la
consueta espressione corrucciata. Di vederlo sorridere per più di qualche
secondo non era mai capitato ed ora, a vederlo sforzarsi di mettere il broncio
per poi sconfinare in un sorriso a 57 denti, nessuno riusciva a trattenersi più
dal ridere. Il principe si diresse brancolando verso l’esterno, ritornando
nella sala con un secchio pieno di neve. Trunks fece appena in tempo ad aprire
bocca: “Papà ma cos…?”. Che una valanga di neve arrivò addosso a Goku:
“TUTTI IN COPERTA KAHAROT! AHAHAHAHAAH”.
Il
sayan, congelato fino al midollo iniziò a scrollarsi freneticamente di dosso la
neve gelida, sotto lo sguardo attonito e allo stesso tempo divertito dei
presenti che non potevano credere a ciò che stava succedendo – nella foga, Goku
non si accorse nemmeno che l’asciugamano che aveva legato in vita gli stava
pericolosamente scivolando dai fianchi. Vegeta ormai si stava soffocando dalle
risate seduto sul tappeto: “Kaharot è la prima volta osgi che mi fa piascere stare con te!”. Goku (che era
stato prontamente coperto da Gohan con una coperta in pile) andò a sedersi per
terra di fianco all’amico; “E’ un privilesgio per me stare con il mio migliore amico del
cuore!”. Biascicò l’altro.
Ormai
i due se ne stavano lì a ridere belli e beati. Goku aveva persino messo un
braccio attorno alle spalle di Vegeta.
“Ok
Bulma, tu prendi tuo marito e io prendo il mio, hanno bisogno di una bella
dormita”.
Aiutate
dagli amici, riuscirono ad issare in piedi i loro uomini che continuavano a
sbellicarsi: Crili e Gohan sorreggevano Goku, mentre
Yamcha e Junior avevano l’onore di sorreggere sua altezza.
“Bulmaaa! Con tutte le persone che scerano proprio dal mollusco mi dovevi
far tirare su?”. Yamcha lo ignorò, se non gliel’avesse chiesto Bulma lo avrebbe
sicuramente lasciato lì sul tappeto tutta la notte.
“Invesce devo ringraziare il muso verde! Sei l’unica persona
che mi è sempre andata a sgenio!”.
Junior arrossì lievemente, in realtà aveva sempre sospettato di essere l’unica
persona, ad eccezione di Bulma e Trunks, che il principe tollerasse in sua
presenza – ed era vero! Vegeta lo apprezzava enormemente per il fatto che non
parlasse mai per dire cose inutili, soprattutto lo rispettava, per via del suo
intelletto formidabile (quasi) quanto il proprio.
“Buonanotte
Vesgeta!”. Riuscì a dire Goku prima di venire
trainato a forza nella sua stanza da Gohan: “E dai papà! Cerca di collaborare!”.
“Ragazzi
lasciatelo pure qui sul letto, ci penso io ora” disse Bulma sorridendo a Junior
e Yamcha, che arrossì pervaso anch’egli dai fumi dell’alcol.
“Dite
pure agli altri di finire il dolce e di non spreparare,
non appena finirò con lui verrò a riordinare”.
***
La
turchina iniziò a spogliare il sayan, decisa a ficcarlo il prima possibile
sotto la doccia e metterlo a letto dove non poteva fare danni.
“Che
fai donna?”. Ridacchiò lui: “Non vedi l’ora di farti un bel viasgio sul pianeta Vegeta? E per
pianeta intendo il mio…”.
“Vegeta,
piantala di blaterare! Sei davvero logorroico come tuo figlio di otto anni
quando sei sbronzo eh?”. Lui cercò di guardarla con lo sguardo più serio che
poteva: “Io non sono affatto sbronzo donna!”.
Bulma
sospirò sconsolata tirandolo in piedi “Su vieni a farti una doccia, ti sentirai
meglio”.
Riuscì
a farlo sedere sul piatto doccia, era stranamente bello vederlo tranquillo e
rilassato con il sorriso dipinto in faccia – avrebbe dovuto dargli da bere più
spesso.
“Grazie
per lo spettacolo amore, è stata la cena più divertente del mondo”.
L’aveva
finalmente messo sotto le coperte, ma il sayan riuscì comunque a tirala a sé: “Io
pretendo di scartare il mio regalo!”. Bulma riuscì a divincolarsi abbastanza
facilmente “Eh no caro, l’apertura dei regali è posticipata a domani, ora tu stai quì e dormi”. Si sarebbe
aspettata che il marito ribattesse ma quello crollò addormentato come un sasso,
ignaro del fatto che, molto presto, avrebbe ricevuto una visita alquanto
insolita ed inaspettata…
Ciao a tutti ragazzi! Spero veramente che
questo capitolo vi sia piaciuto. Colgo l’occasione per ringraziare coloro che
mi hanno lasciato una recensione o semplicemente hanno dato una letta alla mia
storia.
Spero veramente che vi siate divertiti a
leggere questo capitolo, almeno quanto mi sono divertita io a scriverlo!
Continuate a seguire la storia e, se vi fa piacere, fatemi sapere cosa ne
pensate con una recensione.
A presto, Jenna.