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Autore: Miharu_phos    24/12/2019    0 recensioni
Un abbaglio, ecco cosa sembrò.
Jude non poteva credere ai suoi occhi.
Shawn spingeva il carrello della spesa qualche metro più avanti e non si era accorto di nulla; parlava con tono basso e chiedeva pareri su quello che intendeva buttare nel carrello.
Non era cambiato di una virgola, Shawn.
Ad essere cambiato infatti non era lui ma il ragazzo che gli camminava affianco, con la schiena ricurva ed i capelli che gli ricoprivano la fronte e le guance in modo disordinato.
Quanti anni erano passati dall'ultima volta che aveva visto Caleb? Quanto tempo era passato dal loro ultimo bacio, dalla loro ultima notte insieme?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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AVVERTENZE: la storia parla di tematiche delicate molto comuni purtroppo e mi rendo conto che qualcuno potrebbe sentirsi ferito nel vedere delle situazioni così tragiche trattate in una semplice fanfiction. Mi dispiace, spero di non dar fastidio a nessuno ed in tal caso mi scuso prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

• • •

 

 

Un abbaglio, ecco cosa sembrò.

 

Jude non poteva credere ai suoi occhi.

 

Shawn spingeva il carrello della spesa qualche metro più avanti e non si era accorto di nulla; parlava con tono basso e chiedeva pareri su quello che intendeva buttare nel carrello.

 

Non era cambiato di una virgola, Shawn.

 

Ad essere cambiato infatti non era lui ma il ragazzo che gli camminava affianco, con la schiena ricurva ed i capelli che gli ricoprivano la fronte e le guance in modo disordinato.

 

Quanti anni erano passati dall'ultima volta che aveva visto Caleb? Quanto tempo era passato dal loro ultimo bacio, dalla loro ultima notte insieme?

 

Avrebbe dovuto avere all'incirca venticinque anni ormai, così come Jude.

 

L'ultima volta che si erano visti ne aveva a malapena una ventina; ora gli sembrava addirittura più giovane.

 

Era cambiato moltissimo: capelli lunghi e mossi, guance incavate, profonde occhiaie, occhi dalle pupille talmente dilatate da sembragli completamente neri anziché verdi.

 

Li ricordava fin troppo bene i suoi occhi, gli stessi con i quali lo aveva guardato mentre gli diceva che lo amava e che non si sarebbero mai lasciati, che avrebbero passato il resto della vita insieme, che si sarebbero sposati.

 

E poi, semplicemente, il buio.

 

Quegli occhi erano spariti da un giorno all'altro, assieme a tutte le sue promesse; Caleb non si era più fatto vivo, la sua casa era deserta ed il suo cellulare squillava a vuoto, finché un giorno il numero di Jude era stato bloccato.

 

"É finita, scusami"

 

Tutto quello che Jude aveva ricevuto erano state queste tre misere parole.

 

Ce ne aveva messo di tempo per riprendersi, era andato a finire addirittura in terapia. 

 

Quattro anni di relazione buttati nel cesso.

 

E poi, dopo cinque anni eccolo lì, il suo ex ragazzo, il suo ex futuro marito: Caleb che se ne andava a passeggio con quel bastardo di Shawn.

 

Era per lui che l'aveva lasciato? Jude non avrebbe potuto saperlo con certezza questo ma intanto i due piccioncini erano davanti a lui a fare la spesa come una coppietta felice.

 

Il ragazzo con cui aveva buttato anni della sua adolescenza era lì, spensierato, e camminava lento, rilassato, tranquillo.

 

Indossava abiti larghi e parlava piano; il suo tono era calmo, per niente arrogante come lo ricordava.

 

Lui ovviamente non lo aveva visto: troppo perso nei suoi pensieri, troppo svogliato anche solo per guardarsi intorno.

 

Eppure Jude non era cambiato poi così tanto, sarebbe stato impossibile passare inosservato.

 

Il ragazzo continuò a seguirli con nonchalance, fingendosi preso dai propri acquisti, mentre si sforzava di capire le parole che i due si scambiavano a voce bassa e tranquilla.

 

Jude avrebbe voluto piazzarsi davanti a loro e urlargli "beccati! Siete due bastardi traditori!" ma non ne avrebbe mai avuto il coraggio, e poi gesti così plateali non erano decisamente da lui.

 

Voleva solo capire, capire perché Caleb lo aveva lasciato così senza neanche una spiegazione, capire perché adesso si era messo con Shawn e soprattutto perché fosse cambiato così tanto.

 

Continuò a pedinarli anche fuori dal supermercato, non comprò nulla, lasciò semplicemente il carrello pieno vicino alle casse e si allontanò sotto lo sguardo a dir poco sconvolto dei commessi.

 

Vide la coppietta raggiungere la macchina all'interno della quale li attendeva un'altro ragazzo dai lunghi capelli biondi e lisci.

 

Nonostante la sua pettinatura per Jude fu facile riconoscere anche lui: era Axel.

 

Quei tre stronzi erano rimasti amici dunque; e Caleb aveva messo da parte il suo ragazzo senza problemi mentre aveva mantenuto i rapporti con quegli altri due che non vedeva dai tempi delle superiori.

 

Ricordava che all'epoca Axel era molto amico di Caleb, tanto che ogni giorno passava da casa per accompagnarlo a lavoro; a quei tempi Jude aveva chiesto anche a lui che fine avesse fatto il suo ragazzo ma il bugiardo aveva detto di non saperne nulla e che non erano più amici già da un po'.

 

Jude non ci aveva creduto ma non aveva insistito, l'ultima cosa che voleva fare era pensar male di uno di quelli che erano stati i suoi migliori amici, così aveva lasciato perdere e si era chiuso nella sua depressione.

 

E invece in quel momento erano proprio davanti a lui, tutti e tre, tutti sorridenti e felici come vecchi amiconi.

 

Axel fu l'unico a notare la presenza di Jude.

 

Era sempre stato uno dei più svegli ed in una frazione di secondo riuscì a leggere il disprezzo ed il risentimento negli occhi di Jude, ormai liberi dagli occhialini.

 

Aveva sostenuto quello sguardo con determinazione, senza farsi notare dagli altri due.

 

Shawn aiutava lentamente Caleb a rientrare in macchina, quasi come se per quest'ultimo fosse difficoltoso fare dei movimenti, e si mise accanto a lui sui sedili posteriori.

 

Jude lo vedeva bene anche attraverso i vetri; teneva lo sguardo basso, sembrava sofferente e si toccava la bocca come se si stesse sentendo poco bene.

 

Axel rientrò in auto senza staccare lo sguardo da Jude, uno sguardo ormai estremamente dispiaciuto.

 

Lanciò un'ultima occhiata intuitiva al ragazzo, occhiata che Jude colse alla perfezione, e mise in moto la sua auto mantenendo un'andatura lenta in modo che Jude potesse seguirlo con la propria macchina.

 

Il rasta era veramente confuso e non aveva idea di cosa diamine stesse accadendo ma la richiesta di Axel era stata chiara, voleva essere seguito.

 

Attraverso i vetri dell'auto che gli stava davanti Jude poteva osservare come Shawn stringesse a sé Caleb che sembrava stare sempre più male.

 

Magari aveva l'influenza, forse questo avrebbe anche spiegato il perché di quell'aspetto a dir poco cadaverico.

 

L'auto di Axel si fermò davanti ad un bel palazzo lussuoso, un posto decisamente fuori dalla portata delle tasche di Shawn o Caleb ma sicuramente degno della famiglia Blaze.

 

Jude si fermò ad una ventina di metri da lui e lo osservò mentre apriva la portiera per far uscire i due ragazzi; Caleb era ormai completamente aggrappato a Shawn e si trascinava a fatica.

 

Fu solo in quel momento che Jude percepì qualcosa di strano, qualcosa di anomalo; non sembrava per niente una semplice influenza quella di Caleb.

 

Notò perfettamente lo sguardo di Shawn ruotare nella sua direzione dopo che Axel gli si fu avvicinato per sussurrargli qualcosa all'orecchio; lo aveva avvertito della sua presenza, e Shawn aveva annuito guardando il biondo dagli occhi neri con espressione rassegnata.

 

Dopodiché i due ragazzi erano entrati nel palazzo ed Axel si era incamminato nella sua direzione; Jude era sceso dall'auto e lo aveva aspettato incapace di muovere anche un solo passo verso di lui.

 

Non si erano salutati, non si erano abbracciati o scambiati alcuna parola di riconciliazione.

 

-Che cos'ha- aveva detto solamente Jude, in preda al terrore.

 

Axel non aveva parlato, gli aveva solo offerto la mano e lo aveva guardato con gli occhi lucidi.

 

Jude l'aveva afferrata tremante, sentiva l'atmosfera incupirsi sempre di più ed era terrorizzato dall'idea di andare in fondo a quella storia.

 

Il biondo lo aveva guidato senza staccare le mani neanche un secondo; era un gesto talmente pieno di dolore e rassegnazione da far paura a Jude, il quale lo osservava sentendo l'astio iniziale sciogliersi per far spazio ad un'ansia crescente.

 

Avevano preso l'ascensore, senza separarsi, erano giunti al sesto piano ed avevano continuato a camminare in silenzio lungo il corridoio ben arredato.

 

Giunsero davanti ad una porta decorata da una targhetta dorata che recitava "Blaze-Froste".

 

Jude decise di non farsi troppe domande, sentiva che la sua curiosità sarebbe stata pienamente soddisfatta di lì a poco, una volta che quella porta si fosse aperta.

 

-Aspetta- mormorò Jude, bloccando la mano di Axel che stava per suonare il campanello di casa sua.

 

-Dimmi solo cos'ha. Dimmelo tu Axel, per favore. Non voglio scoprirlo così, non voglio scoprirlo da lui.-

 

La voce di Jude era piena di paura e lo sguardo di Axel era troppo lucido per non far trasparire il più grande dolore.

 

-Tumore al cervello. È quasi alla fine.-

 

Jude sentì chiaramente qualcosa spezzarsi dentro di sé, nel profondo.

 

Le ginocchia cominciarono a tremargli e lasciò la mano di Axel il quale gli si avvicinò immediatamente per afferrarlo ed impedirgli di cadere per terra.

 

Lo strinse a se senza riuscire a trattenere i singhiozzi mentre percepiva il tremore di Jude farsi sempre più forte, sempre più incontrollato.

 

-Mi dispiace Jude- singhiozzò il biondo sinceramente pentito -mi dispiace, io volevo dirtelo, anche Shawn voleva ma lui ce lo ha vietato, ha minacciato di lasciarsi morire, di rifiutare le cure-

 

-Perché- soffiò solamente Jude, incapace di pronunciare anche solo un'altra parola.

 

-Lui ti amava Jude, ti amava davvero, ha rinunciato a te per il tuo bene. Lo diceva sempre. Non voleva rovinarti la vita, non voleva che sapessi. Ci ha costretti a nasconderti tutto perché ti amava troppo-

 

La voce di Axel era sempre più rotta e non faceva che aumentare il dolore che aveva cominciato a sprigionarsi dentro Jude.

 

Emozioni incontrollate e contrastanti si agitavano nel suo petto: rabbia per essere stato tenuto allo scuro, riconoscenza per essersi presi cura di Caleb, gelosia per non essere stato colui al quale chiedere aiuto. 

 

E soprattutto pena, tanta pena e dolore per quello che Caleb aveva attraversato, tutto mentre lui passava le giornate a raccontare al suo psicologo quanto il suo ex fosse stato malvagio e insensibile.

 

-Quanto- singhiozzò -quanto gli resta-

 

Axel si staccò di poco, accarezzando con premura le guance di Jude il quale si scostò, ancora troppo arrabbiato.

 

-Non lo sappiamo, ma non molto. Si è ripresentato due volte, la prima volta non era grave, lo abbiamo preso in tempo, lo hanno operato e sembrava riprendersi a dovere. Ma dopo un anno è ricominciato tutto, solo in modo più aggressivo, nonostante la chemio. Questa cosa lo ha distrutto, voleva lasciarsi andare e smettere di lottare, smettere di curarsi, diceva che era tutto inutile e che sarebbe morto comunque. Ma lo abbiamo convinto e alla fine ha acconsentito ad operarsi di nuovo. Ma era troppo tardi. Ha subito tre operazioni negli ultimi due anni, la terapia non è servita a niente, non si riusciva a fermarlo. Si è rassegnato, ed anche volendo lottare non ci sarebbe più molto altro da fare. Ha avuto le migliori cure nella clinica di mio padre, Jude, te lo posso garantire.-

 

Il ragazzo ascoltava tutto senza parlare, era a dir poco sconvolto e travolto dalla disperazione.

 

Si sentiva così incolpa, così impotente.

 

Come aveva potuto odiare il ragazzo che avrebbe dovuto sposare? Come aveva potuto passare così in fretta dall'amore all'odio, dopo tutto quello che avevano condiviso?

 

Jude era disgustato da se stesso, si odiava per aver messo ancora una volta se stesso al primo posto, per non aver insistito abbastanza, per non aver indagato sulla sparizione improvvisa di Caleb.

 

Jude si staccò definitivamente dall'altro e ritornò verso l'ascensore.

 

-Jude dove stai andando?! Torna qui ti prego!-

 

Axel era sconvolto, non poteva credere davvero che Jude, il ragazzo per cui Caleb aveva sacrificato tutto, fosse così impaurito da scappare dopo aver percepito la gravità della situazione.

 

-Io non me lo merito, Axel, non merito di vederlo, non merito di rovinargli quello che gli resta da vivere così, con la mia presenza inopportuna, dopo tutto l'odio che ho covato nei suoi confronti per tutti questi anni. Non posso Axel, lui non merita questo dolore ed io non sono degno di lui, dei suoi sacrifici. Non sono degno di nulla!-

 

La voce di Jude era fortissima, si era lasciato andare più del dovuto, tanto da attirare l'attenzione di Shawn che si era affacciato fuori dalla porta di casa, guardando i due ragazzi di fronte all'ascensore.

 

Jude aveva voltato subito lo sguardo, non sarebbe mai riuscito a sostenere anche gli occhi di Shawn, non dopo tutto quello che gli aveva raccontato Axel, non dopo tutta l'agonia che loro tre, senza di lui, avevano vissuto negli ultimi cinque anni.

 

-Amore vieni dentro. Lasciami parlare con lui.-

 

Jude collegò le parole di Shawn con la targhetta sulla porta, poi osservò le loro mani, decorate dalla fede.

 

Si sentì doppiamente stupido.

 

Era stato totalmente tagliato fuori dalle loro vite.

 

-No Shawn, io me ne vado. Non posso più stare qui.-

 

Il ragazzo gli era corso incontro e lo aveva fermato, Jude aveva cominciato a dimenarsi e a piangere, ma l'altro lo teneva bloccato fra le sue braccia, mentre faceva cenno ad Axel di rientrare in casa.

 

Poi Jude si era rassegnato ed aveva stretto a sua volta l'altro che aveva cominciato ad accarezzargli la schiena affettuosamente.

 

-Mi dispiace tanto Jude. Io non sapevo neanche che voi due foste fidanzati, me lo ha detto Axel dopo, quando sono venuto a stare qui. Per un anno lui è stato completamente solo a prendersi cura di Caleb, ha preso questo appartamento per lui ed ha rinunciato addirittura agli studi pur di aiutarlo a dovere. Quando ci siamo ritrovati mi ha raccontato tutto e mi sono subito offerto di aiutarlo. Non volevamo tagliarti fuori Jude, devi credermi. Ma è stata la cosa migliore per tutti, soprattutto per Caleb, che a malapena parlava con noi.

Lo sai quanto lui sia orgoglioso, non voleva farsi aiutare all'inizio, figuriamoci se avrebbe mai permesso che ti raccontassimo tutto. Sperava di guarire e ritornare da te una volta che tutto fosse finito. Non ha mai smesso di amarti, non ha mai smesso di parlare di te. Voleva solo evitarti tutto questo dolore.- 

 

Jude piangeva dirottamente contro il collo di Shawn mentre questi gli raccontava ogni cosa.

 

Gli raccontò di come Axel aveva ritrovato Caleb svenuto nel suo stesso vomito una mattina, mentre passava a prenderlo per portarlo a lavoro.

 

Gli raccontò di come lo avesse subito accolto in casa, obbligato a fare i controlli, obbligato a lasciare il lavoro, a smettere di essere così testardo e orgoglioso ed accettare l'aiuto economico che l'amico gli offriva.

 

E di come più volte, sia lui che Shawn, avessero litigato con lui riguardo a Jude, e al suo diritto di conoscere la realtà dei fatti.

 

Ma quello era stato l'unico desiderio che Caleb li aveva supplicati di rispettare.

 

Perché avrebbe significato rovinare la vita della persona a cui teneva maggiormente e non se lo sarebbe mai perdonato.

 

Jude aveva incassato tutto, parola per parola, senza aggiungere o chiedere nulla.

 

Avrebbe soltanto voluto esserci stato per il ragazzo che amava, ma questo avrebbe significato molto probabilmente arrecargli ulteriore dolore.

 

-Ed ora cosa dovrei fare, Shawn? Lui non vuole vedermi. Mi manderebbe via, si arrabbierebbe con voi, starebbe male. È meglio che lui non lo sappia.-

 

Jude diceva queste parole con la morte nel cuore, consapevole di ferire anche Shawn con quelle affermazioni.

 

Ma quest'ultimo gli prese le mani, stringendole nelle proprie e lo rassicurò.

 

-Rivederti è stato il suo più grande desiderio per tutti questi anni. Non lo ha mai ammesso, ha sempre negato, ha detto che non dovevi sapere e che se ne sarebbe andato in silenzio, lasciandoti credere che fosse uno stronzo, lui preferiva così. Ma non riusciva a mentire quando parlava di te. I suoi occhi si riempivano d'amore ogni volta in cui ti pensava, anche se gli faceva male. Avrebbe tanto voluto poterti abbracciare e dirti quanto ti amava. Ti ama ancora, Jude, questo non è mai cambiato. Ha solo paura, si vergogna e sente che non ne varrebbe la pena di darti un simile dispiacere perché sa che gli manca...poco. Ma credo che se potesse vederti ancora una volta potrebbe vivere i suoi ultimi giorni in preda alla felicità, finalmente.-

 

-Avremmo potuto vivere insieme questi cinque anni Shawn, cazzo! Avrei potuto stargli accanto e pagargli le cure, accompagnarlo durante le visite, le operazioni, assisterlo in casa! E invece non ci sono stato, perché non sapevo niente, e perché ho passato tutto questo tempo ad odiarlo a morte! E tutto per colpa vostra dannazione!- 

 

Shawn annuiva, consapevole di avere colpa quanto gli altri in quella storia. 

 

Né lui né Axel si sarebbero mai perdonati per aver assecondato Caleb, e se ne rendevano conto soltanto dopo aver visto la reazione disperata e rabbiosa di Jude che ormai non poteva fare a meno di provare profonda rabbia nei confronti di entrambi.

 

-Che senso ha che io adesso entri lì, in quella casa? Avrei dovuto tenerlo con me, curarlo, amarlo...e invece mi avete tolto questo diritto!-

 

Shawn non sapeva più cosa dire e non intendeva giustificarsi oltre; sentiva di non poterselo permettere dopo tutto quello che aveva detto il rasta.

 

-Quindi adesso non venirmi a dire che posso entrare in quella casa e andare ad abbracciare il mio ragazzo, il ragazzo che voi mi avete portato via, come se niente fosse, fingendo che lui non stia per morire, fingendo che io non abbia sprecato del tempo prezioso che avrei potuto sfruttare per dirgli quanto lo amavo e per dargli tutto quello che ho! E non mi toccare più, mi avete rovinato la vita, siete stati voi a farlo, non la sua malattia. Stategli accanto fino- singhiozzò incapace di pronunciare parole complete -f-fino alla f-fine!-

 

Detto ciò il rasta si chiuse in ascensore, dove si rannicchiò in un angolo in preda alle lacrime.

 

Shawn non poté trattenerlo ed una volta entrato in casa guardò il povero Caleb rannicchiato per terra accanto alla porta, mentre piangeva in silenzio coprendosi il viso con le mani.

 

-Mi dispiace- biascicò nel pianto, mentre Axel gli accarezzava la schiena, rivolgendo lo sguardo al marito che si piegava davanti al castano, pronto a consolarlo.

 

 

••••

 

 

[Scusate per eventuali errori anche per quel che riguarda la malattia, se ne trovate e ve la sentite potete correggermi.]

   
 
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