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Autore: Querdenker    27/12/2019    2 recensioni
{ soft!NaruSasuSaku | One Shot | Canonverse }
Dal testo:
Ha volutamente causato indicibili sofferenze alle persone che tenevano davvero a lui, mentre quel Sai ha di fatto imparato a stare con loro creandosi un parere obbiettivo su Sasuke, un parere che nessuno del Team 7 avrebbe mai potuto accettare davvero: Uchiha ha lo strano potere (e non è dovuto né allo Sharingan né al Rinnegan) di fare in modo che i suoi compagni di squadra riescano sempre a perdonarlo e a vedere del buono in lui, nonostante tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Jail

càrcere s. m. e f. [lat. carcer -ĕris, in origine «recinto» e più propr., al plur., le sbarre del circo dalle quali erompevano i carri partecipanti alle corse; poi «prigione»]. –
1. Luogo in cui vengono rinchiuse, per ordine del magistrato o di altre autorità, le persone private della libertà personale (sinon., meno pop., di prigione):
mettere, andare in c.; scontare una pena in c.; uscire di o dal carcere.



Sasuke è seduto da troppo tempo. Ha praticamente le gambe atrofizzate e non sente più le braccia (anzi, il braccio e mezzo), legate da una camicia di forza e dai Sigilli.
Non che abbia opposto resistenza, ma in effetti egli stesso non si sarebbe mai fidato di un soggetto come lui.
Anche le gambe sono bloccate, gli unici movimenti che può fare sono quello per mettersi a sedere e quello per sdraiarsi nella piccola e dura branda che gli hanno riservato in prigione.
E, cosa più importante, Sasuke non può vedere. Giustamente.
La sua forza di ninja si basa principalmente sui suoi occhi e a Konoha si sono ben guardati da lasciarglieli liberi, nonostante le proteste di Naruto.
Il Sigillo di Chiusura è scritto nella benda nera che gli hanno messo, e che non sa quando gli verrà tolta.
È in cella da una settimana. Sasuke lo capisce dagli uccellini che cinguettano: quando smettono di trillare significa che è arrivata la notte.
Non c'è neanche il pericolo che si addormenti per più di un giorno e che quindi abbia perso la cognizione del tempo: Sasuke non dorme decentemente da eoni ormai.
Gli incubi, le lune insaguinate, lo sterminio e suo fratello sono troppo spaventosi, perfino per lui.
Trema nei suoi incubi, trema come se fosse appena un bambino e non riesce a proferire parola. I suoni gli muoiono in gola.
E Sasuke quindi, pragmatico come sempre, preferisce dormire poco, per non dare neanche il tempo al suo cervello di elaborare i sogni.
Decisamente furbo.
Non sa neanche quanto sia grande la sua cella. Quando ci è entrato aveva già gli occhi bendati. Sa però che c'è abbastanza spazio per aggiungere una sedia e per un'altra persona.
Sasuke lo sa perché riceve determinate visite quotidinamente.

La mattina viene Naruto. Sasuke lo riconosce perché saluta con allegria e tutti si fermano a salutarlo con tono benevolo, con rispetto e venerazione quasi.
Sono finiti i tempi in cui Uzumaki era considerato un mostro, quando era etichettato come un appestato.
Ipocriti, pensa Sasuke. Non è certo perché hanno conosciuto il vero Naruto che gli abitanti di Konoha gli parlano con reverenza.
No, a loro ha fatto comodo qualcuno che li proteggesse nella loro ipocrisia, nelle loro piccole case messe a ferro e fuoco da Pain poi da Obito, Madara e Kaguya.
Avevano bisogno di qualcuno che li proteggesse, deboli e vigliacchi come sono, ecco tutto.
Ogni volta che Naruto entra nella cella, dà sempre a Sasuke un'affettuosa pacca sulla spalla. Come se fossero stati insieme costantemente, in quei tre anni.
Come se Sasuke non avesse cercato di ucciderlo più volte. Come se non l'avesse ferito mortalmente nell'animo. Come se non gli avesse portato via un braccio.
Sasuke in realtà con Naruto non si sente in colpa.
Con lui è sempre stato in una posizione di perfetta parità, la stessa assurda faccia della medaglia: entrambi soli, entrambi collegati a qualche mostruosità, entrambi reincarnazioni dei figli di Hagoromo.
Lui si sente in colpa con qualcun'altro.
Di essersi scontrato con Naruto, di averlo quasi ucciso, Sasuke invece si sente sollevato.
È sinceramente e perversamente contento del fatto che si siano staccati un braccio a vicenda; è, anche quella, una situazione di assoluta parità. Anche se Uzumaki, e Uchiha lo sa bene, effettivamente non merita di andare in giro sprovvisto del braccio.
Naruto passa a trovarlo sempre per un'ora, a fine mattinata, quando c'è troppo caldo e Sasuke a causa della camicia di forza, suda come un matto.
Probabilmente l'usuratonkachi passa verso mezzogiorno perché si sveglia sempre troppo tardi.
Sasuke ghigna internamente quando gli viene in mente quel soprannome infantile. Il giorno prima si è permesso di zittirlo in tal modo e Naruto prima si è offeso, poi ha riso.
Il fatto è che Uzumaki parla troppo. A Sasuke non gliene può fregar di meno del fatto che Shikamaru Nara se la intenda con la ragazza della Sabbia e che il sosia adulto di Sopracciglio debba muoversi con una sedia a rotelle.
Naruto però sembra ignorare le tacite richieste di Sasuke di parlare di meno.
Non che Uchiha si aspettasse qualcosa di diverso.
Uzumaki ha l'orribile vizio di contraddirlo costantemente, di metterlo in discussione. Di sfidarlo.
E a Sasuke, abituato ad ottenere tutto e subito, questo non va bene.
Ormai però si è rassegnato: ha capito che con Naruto può fare il gradasso quanto vuole, ma non funziona.
Può provare a recidere tutti i legami che vuole, può persino ammazzarlo, che tanto il bastardo biondo troverà comunque il modo di tornare indietro e prenderlo a sberle.
Naruto, da questo punto di vista, è spaventosamente ossessivo.
È ossessivo quando gli parla e racconta di cose inutili; è ossessivo quando lo stressa e gli chiede perché lui non parli (ma cosa gli dovrebbe dire poi? Lui sa già tutto); è ossessivo da anni, da quando ha giurato di riportarlo a casa.
Eppure, Sasuke, dall'altro della sua tracotanza, è contento di questa ossessione: perché è egocentrico e desidera ardentamente essere al centro dei pensieri di Naruto.
Adora il fatto che si sia distrutto per lui in questi anni, adora il fatto di essere il suo rivale.
Sasuke, in modo perverso, ama essere al centro del mondo di Naruto. E la sua non è un'opinione, è una constatazione.
In cuor suo, anche nei suoi momenti più bui, c'era sempre una piccola parte di sé che pregava che Naruto lo inseguisse fino in capo al mondo, che lo fermasse, che lo scuotesse.
Che lo combattesse.
Sasuke è quindi grato a Naruto e alla sua proverbiale testardaggine. E gli è ancora più grato quando, dopo che ha dato talmente tanta aria alla bocca che ha la gola secca e non riesce più a ciarlare, finalmente tace. E quindi, visto che i silenzi non fanno parte di Naruto Uzumaki, egli se ne va, dandogli di nuovo una pacca dolce sulla spalla.

Kakashi invece arriva dopo il misero pranzo – senza pomodori – che gli viene dato in prigione. Il suo ex sensei è in realtà il visitatore perfetto: parla poco e solo di ciò che ritiene fondamentale, come la sua scarcerazione e il suo viaggio di espiazione. Non si perde in chiacchere inutili – Kakashi in realtà non fa mai niente di inutile, neanche leggere quegli stupidi romanzi erotici è inutile– ma a volte oltrepassa la linea. È vero che Naruto lo conosce alla perfezione, ma in una maniera più istintiva, più bestiale, quasi. Kakashi invece, con una sola occhiata è sempre riuscito a farlo titubare, a metterlo sulla difensiva, anche solo grazie al potere delle sue parole e dei suoi sorrisi coperti da quella stupida maschera.
Ma fortunatamente per Sasuke, le sue visite non durano più di 20 minuti e si limitano quasi sempre all'illustrazione di faccende burocratiche.
E poi Kakashi, arruffandogli i capelli in maniera quasi provocatoria, se ne va. Come se non avesse tentato di ucciderlo.
Ma Sasuke sa che Kakashi è estremamente simile a lui. Non crede che l'abbia perdonato, ma capisce la sua apatia e i suoi fantasmi, almeno in parte.

Solo raramente riceve visite da qualcuno che non ha avuto legami con lui. Il primo giorno è venuto il Sostituto, come gli piace chiamarlo.
Ha gracchiato un “Sasuke-san” e si è messo a sedere di fronte a lui, in silenzio, per rimanere cinque minuti di orologio e poi andarsene.
Sasuke l'ha visto veramente solo una volta, nel covo di Orochimaru e con un moto di arroganza ha subito pensato alla somiglianza estetica che li accomuna.
Pelle diafana, capelli neri, fisico magro. Si è sentito appagato del fatto che loro avessero trovato una ruota di scorta simile a lui.
In realtà, Sasuke è perfettamente cosciente – oltre che della sua gelosia – del fatto che quel Sai sia stato un compagno di squadra decisamente migliore di lui.
Non è un'opinione neanche questa, è una constatazione. Ha volutamente causato indicibili sofferenze alle persone che tenevano davvero a lui, mentre quel Sai ha di fatto imparato a stare con loro creandosi un parere obbiettivo su Sasuke, un parere che nessuno del Team 7 avrebbe mai potuto accettare davvero: Uchiha ha lo strano potere (e non è dovuto né allo Sharingan né al Rinnegan) di fare in modo che i suoi compagni di squadra riescano sempre a perdonarlo e a vedere del buono in lui, nonostante tutto.

Chi non lo tocca mai durante le visite è invece Sakura. Anzi, Haruno non fa assolutamente nulla, se non controllargli ciò che resta del suo braccio.
Sta zitta per un'ora, forse anche due. Sasuke non sa cosa esattamente faccia in quei momenti, una volta ha sentito il rumore delle pagine di qualche libro, poi niente.
Entra, bofonchia un “Ciao Sasuke-kun, come va il braccio oggi?” e dopo aver ricevuto la sua risposta smette di proferire parola.
Sasuke è bravo a dissimulare, molto bravo. E meno male per lui, perché è letteralmente terrorizzato dal comportamento della ragazza.
Non sa più come comportarsi con lei. Anzi, non l'ha mai saputo.
Se Naruto per lui è un libro aperto e Kakashi è relativamente facile da comprendere, Sakura rimane un mistero.
Assolutamente paradossale, visto che Haruno è la più “normale” tra loro. E se nei confronti di Naruto non sente alcun senso di colpa, con lei è assolutamente diverso.
Lei ha provato più volte a salvarlo, a comprenderlo, a dargli un amore normale, e lui ha sempre buttato tutto via come spazzatura.
Ha buttato via tutto quando le ha detto di essere noiosa. Quando ha provato ad ucciderla. Quando le ha inflitto quell'orribile genjutsu.
Sasuke ricorda chiaramente che c'è stato un tempo della sua vita in cui voleva proteggere Sakura.
Un tempo in cui la rivalità con Naruto era qualcosa di relativamente normale e in cui lui era effettivamente felice. E proprio perché ha desiderato proteggerla nella Foresta della Morte, da Gaara e da tutto il resto – perché era debole e aveva bisogno di essere aiutata – Sasuke ha desiderato anche distruggerla. Lui voleva ardentemente recidere il legame che lo teneva ancorato a lei, così piena d'amore ed empatica.
Sasuke voleva distruggere Naruto perché era la versione migliore di se stesso e voleva distruggere Sakura perché vedeva una versione migliore di lui. Una versione taciturna e schiva, ma anche dolce, a modo suo.
Il terzo giorno Uchiha ha osato proferire parola in presenza della kunoichi, mormorando un “Sakura”.
Non con tono serio e autorevole come suo solito, ma quasi implorante. Lei non gli ha risposto.
Sasuke non è abituato a tale freddezza, non da parte di Haruno soprattutto, non da lei che l'ha sempre trattato con dolcezza e a modo suo, in maniera totalmente inconscia, ha tentato di proteggerlo dai fantasmi del suo passato. Sasuke è segretamente spaventato all'idea che Sakura si sia arresa, che non voglia più prendersi cura di lui.
Ed è anche indignato da questa possibile opzione: arrogantemente ha sempre pensato che Sakura si sarebbe presa sempre cura di lui, che l'avrebbe sempre aspettato, che avrebbe pianto per lui. Che avrebbe provato ad ucciderlo, pur di fermare la sua pazzia.
Non è forse più così? Uchiha non lo sa e ha paura di scoprire la risposta.
Lui vuole ardentemente che Sakura continui ad aspettarlo, perché le vuole dimostrare che può cambiare, che può essere un ninja, una persona migliore.
È a lei che lo deve dimostrare, non a Naruto o a Kakashi. Perché è la persona che ha deluso di più.
Perché un tempo, Sakura era la persona che avrebbe dovuto – ma soprattutto voluto – proteggere. E invece lui ha approfittato del suo affetto e si è comportato da perfetto bastardo.
A volte pensa che sarebbe perfino più semplice se lei, con la sua forza devastante, gli tirasse un pugno così potente da ucciderlo.
Se non altro, Sasuke sarebbe sicuro di non aver ottenuto il perdono della ragazza.
Eppure, c'è una piccola parte di lui – la più arrogante, ma anche quella più bisognosa d'affetto – che è certa del fatto che Sakura l'abbia perdonato.
La conferma arriva nel pomeriggio del settimo giorno di prigionia, quando Sakura, dopo avergli controllato il braccio, gli spiega che due giorni dopo verrà rilasciato e gli sarà permesso di girare per le Terre Ninja per “imparare a capire il mondo”, come lui stesso aveva richiesto.
E lei, in un impeto di rabbia e tristezza insieme si getta verso di lui: prima gli tira un pugno (cosa che non aveva mai fatto), poi lo abbraccia con talmente tanta forza da strozzarlo quasi. Come quando avevano 12 anni. Sasuke sospira – e non capisce se perché è sollevato oppure contento, forse è entrambi - e poggia il suo mento con forza nella spalla della ragazza, come a voler ricambiare. Dopo qualche attimo si staccano e Sakura scappa via. Uchiha può giurare di aver sentito un singhiozzo mentre lei usciva dalla cella.
L'hai fatta piangere. Di nuovo
La sua coscienza ha una voce fin troppo simile a quella di Itachi e Sasuke quasi ringhia quando la sente.

Quarantotto ore dopo viene rilasciato. Per prima cosa gli viene tolto il Sigillo che gli bendava gli occhi: dopo giorni, finalmente può vedere.
È grato del fatto che loro due non siano lì presenti. Non avrebbe retto alla vista dello sguardo contento di Naruto e quello apprensivo di Sakura.
«Uchiha Sasuke.»
A richiamarlo all'attenzione è Shikamaru Nara, per ordine di Kakashi, ormai Hokage.
«Rokudaime-sama ha ordinato la tua scarcerazione per fare in modo che tu compia il tuo viaggio di espiazione, come hai richiesto prima di essere messo in cella.»
Sasuke annuisce con calma, mentre gli tolgono anche la camicia di forza. Poi alcuni ninja gli porgono dei vestiti nuovi e lo incitano a lavarsi in una delle docce della prigione.
«Ci saranno Kakashi-sensei, Sakura e Naruto a salutarti – gli urla Nara da dietro il vetro della doccia – Hanno insistito per vederti.»
Sasuke grugnisce in segno d'assenso: non che si aspettava altro da loro. Ma in fondo è contento. Questa potrebbe essere l'ultima volta in cui vede gli altri membri del Team 7.
Tutto dipende da cosa riuscirà a vedere in quel lungo viaggio che sta per intraprendere.
Non sa se tornerà a Konoha, non sa neanche se sarà meritevole del loro affetto.
Sasuke però sa che ci vuole provare ardentemente.
Esce dalla doccia e si asciuga in fretta.
Poi si veste con gli abiti che gli hanno donato. Uchiha osserva quasi con sdegno che non è presente il simbolo del suo clan.
«Ti stanno aspettando fuori, ti accompagneranno fino alle porte del villaggio» continua l'altro, mentre si accende una sigaretta.
«Va bene» mormora Sasuke in segno di assenso. Sta ancora cercando di capire come potrà affrontare i loro sguardi, quando viene interrotto da Nara.
Di nuovo.
«Fosse per me, staresti marcendo in cella. - il ragazzo non le manda certo a dire – Hai idea del male che hai fatto a tutti?»
In passato probabilmente Sasuke avrebbe reagito alzando la voce, oppure con un'alzata di spalle, oppure utilizzando Amaterasu.
Stavolta però non fa niente di tutto ciò: si limita a sussurrare un triste “lo so”, avviandosi verso l'uscita del carcere.
Forse, il suo viaggio di espiazione dei peccati è già iniziato.


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Note dell'autrice:
Chi mi conosce lo sa che io non so scrivere di Sasuke...
E siccome amo complicarmi la vita, ho voluto sperimentare una NaruSasuSaku.
Se sia un buona OS questo sta voi giudicare, con la speraza che vi sia piaciuta.
Un bacio e buone feste!

Querdenker.

  
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