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Autore: pepita92    03/08/2009    2 recensioni
L'alato cupido è rappresentato bendato poichè l'amore è imprudenza, fretta e ingenuità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Un vociare indistinto mi destò dal mio sogno. Sbattei le palpebre confusa, fissando il soffitto e cercando di riorganizzare le idee, tentando almeno di capire dove diavolo fossi. A poco a poco, come in un puzzle, i miei pensieri tornarono al loro posto ricostruendo la realtà. Era come vedere un film sulla propria vita a spezzoni, guardare impassibile il corso degli eventi trascorsi e non poter far nulla per cambiarli. Focalizzai allora il letto su cui ero sdraiata, per poi guardarmi attorno e osservare la mia stanza, completa di scrivania, armadio, poster e foto appesi alle pareti, buffi pupazzi che sbucavano dalle credenze e pile di libri poggiati un po’ ovunque. Dalla grande finestra che avevo sul lato destro, si affacciava una bella luna pallida. Quella notte era priva di nuvole, e si poteva ammirare il cielo, coperto da miliardi di lucenti stelle che galleggiavano sorrette da un filo invisibile attorno al satellite terrestre.
Mi alzai a sedere con un grugnito, osservando l’orologio battere appena le tre di notte, ticchettando allegramente. Sbuffai infastidita, tendendo l’orecchio per rintracciare la fonte di tutto quel baccano: sembrava venisse da molto vicino. Girai lo sguardo, accorgendomi che il frastuono proveniva dall’esterno della mia camera, e rimasi basita. Nella casa di fronte, poco più distante, Sasuke discuteva al telefono agitando le mani in preda ad una rabbia crescente. Camminava turbato, stringendo convulsamente il cordless nella mano e fermandosi a volte per lanciare qualcosa a terra (una matita, un quaderno…), tentando di trovare una valvola di sfogo alla sua rabbia. La sua espressione era un misto di disperazione e collera, che davano una tonalità rossa al suo volto perfetto. In più le sopracciglia aggrottate e il labbro piegato in basso a formare una smorfia di disgusto, lasciavano ben intendere il suo stato d’animo.
Alzai gli occhi al cielo, capendo subito la causa che aveva scatenato tutta quella furia. Da indovinare non era molto difficile, poiché era sempre la stessa. Lo vidi appoggiare la mano libera alla scrivania e accasciarsi sulla sedia sfinito, per poi terminare la chiamata con espressione delusa, schiacciando con tristezza il tasto rosso. Mi intenerii a quella visione ed ebbi un’idea, una di quelle idee semplici ma efficaci. Sporgendomi sotto il letto, presi una pila di fogli accartocciati insieme ad un pennarello indelebile e, appoggiandomi alla parete, scrissi una breve frase. Finita, picchiettai piano sul vetro della finestra per richiamare la sua attenzione. Gli occhi nero corvini si aprirono meravigliati quando mi videro sventolare il raggrinzito pezzo di carta, e un piccolo sorriso affiorò sulla sua bocca.
Vi avevo scarabocchiato un semplice: Tutto ok?
Una domanda retorica, certo, ma almeno era servita a cancellare in parte la sua angoscia.
Abbassò lo sguardo e mosse le mani in cerca anche lui di qualcosa con cui scrivere. Dopo pochi secondi, le alzò stringendo una pagina su cui era scritto a caratteri cubitali: Problemi con Ino.
Lo avevo immaginato sin dal primo momento. Da quando si erano messi insieme c’erano stati sempre problemi. Ino aveva troppi ammiratori e non mancava mai di mostrare con fierezza la sua bellezza innata, cosa che faceva andare su di giri Sasuke, ma al tempo stesso lo turbava. Tuttavia era ovvio che la amava troppo per lasciarla, e accettava con rammarico i suoi difetti di vanità. Lei, d’altro canto, non poteva di certo ignorare il suo fascino. Aveva un visino dolce, ricoperto da una cascata di riccioli biondi che andavano a incorniciare i suoi deliziosi occhi azzurri, accompagnati da un nasino alla francese tappezzato da piccole lentiggini e più sotto da una bella bocca piena. Il corpo era a dir poco perfetto, i suoi movimenti erano aggraziati e incantevoli, tanto da farla sembrare una ballerina ogni volta che si muoveva.
Presi un altro foglio e scribacchiai un misero: Mi dispiace
Non sapevo che altro dirgli per confortarlo, quando si trattava di Ino era tutto inutile.
Potevo assicurarlo che sarebbe cambiata? Si sarebbe messo a ridere a crepapelle
Che si sarebbe scusata? Avrebbe riso ancora più forte trattenendosi lo stomaco.
Che lo amava alla follia? A quel punto sarebbe caduto dalla sedia in preda alle convulsioni.
Fece semplicemente le spallucce, come se fosse uno dei tanti eventi che accadono in giornata, a cui non prestiamo la minima attenzione.
Domani avrebbe ripetuto il solito rituale, sarebbe andato da lei, magari con un mazzo di fiori freschi o qualche cioccolatIno, e l’avrebbe implorata di perdonarlo. Ironico eh? Il fiero e tenebroso Sasuke che si piega alla volontà di un essere cosi frivolo, egoista e ottuso solo per amore. Già, l’amore. Che sentimento possente, è cosi forte che riesce a stravolgere l’anima di qualsiasi persona, rendendola vulnerabile al mondo esterno e…diciamolo…completamente rincitrullita.
Ad un certo punto portò davanti al suo viso un foglio nuovo con scritto: Ti ho svegliata?
Sorrisi distrattamente, rispondendo: Non preoccuparti.
Appoggiò la testa sul palmo della mano, guardandomi triste. Aprii le labbra, muovendole piano, per poi richiuderle velocemente. Aggrottai le sopracciglia confusa.
Presi un altro foglio e chiesi: Hai detto qualcosa?
Lui fece segno di no con la testa, continuando a guardarmi con intensità. I suoi occhi neri riflettevano alla luce della luna, scintillanti come fuochi d’artificio. Ad un certo punto, scosse li capo, come se stesse volando con la fantasia chissà dove, e mi salutò svogliatamente con la mano.
Scrissi velocemente una frase sull’altra faccia del foglio, ma quando alzai lo sguardo aveva già chiuso le tende. Abbassai gli occhi triste, guardando malinconica il pezzo di carta, levigandolo con la mano. Come avrei voluto mostrarglielo, solo per guardare la sua faccia stupita e aspettare ansiosa una sua reazione con il cuore che batteva forte in gola.
Mi accasciai sul letto, scrivendola più volte, ricalcandola con passione, facendo attenzione a disegnare bene le lettere. Essere esprimevano tutto quello che provavo per lui, sempre e ovunque, che lo avessi davanti agli occhi o meno.
Con il passare dei minuti le parole iniziarono a sfumarsi, a diventare sempre più sfocate e illeggibili, finché non chiusi le palpebre del tutto e mi addormentai con un sospiro. Il foglio volò sul pavimento, andando a posarsi con grazia sotto la finestra e rivelando i miei pensieri, illuminandoli sotto la luce bluastra della luna.
I love you
I love you
I love you
I love you
I love you
I love you…Sasuke
Candide, ingenue, letali parole.
  
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