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Autore: rocchi68    29/12/2019    1 recensioni
Chef Hatchet riconosceva d’avere un’infinità di difetti.
Criticato da chiunque l’avesse incrociato, non voleva concedere più occasioni a nessuno: ne aveva semplicemente le scatole piene e desiderava solamente godersi quegli ultimi anni in pace, svuotando il suo conto in banca dai ricchi stipendi e bonus che aveva guadagnato durante la sua discreta carriera televisiva.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chef Hatchet
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Chef Hatchet riconosceva d’avere un’infinità di difetti.
Quando nessun produttore pretendeva la sua presenza come impareggiabile spalla e non aveva alcun hobby particolare, era abbastanza pigro.
Sicuramente era propenso a infuriarsi per qualsiasi inezia e non era propenso ad accettare le scuse altrui, alimentando il suo risentimento e il suo astio. Ne aveva passate davvero tante per metterci una pietra sopra e a volte le carognate subite e patite non meritavano nessun ripensamento o nessuna nuova apertura. Se con alcuni aveva troncato il rapporto, era solo per evitare nuove scocciature e per non ritrovarsi penzoloni in qualche sfida mortale.
 
Criticato da chiunque l’avesse incrociato, non voleva concedere più occasioni a nessuno: ne aveva semplicemente le scatole piene e desiderava solamente godersi quegli ultimi anni in pace, svuotando il suo conto in banca dai ricchi stipendi e bonus che aveva guadagnato durante la sua discreta carriera televisiva.
Magari non aveva costruito un impero o qualche ragazzino adulante si sarebbe mai fermato per strada per chiedergli un autografo, ma possedeva ancora la dignità di non mostrarsi in televisione terribilmente invecchiato e con troppe rughe a testimoniare le sue tante primavere.
Non era così patetico da ricorrere al chirurgo estetico, né si era mai azzardato a fare il passo più lungo della gamba. In tutta la sua vita si era concesso solo due, massimo tre gioie, anche se avrebbe potuto sfogarsi almeno trenta volte tanto.
Da giovane voleva girare per il mondo e tra la guerra e la carriera televisiva, aveva visto posti meravigliosi di cui avrebbe conservato un piacevole ricordo. Se proprio doveva aggiungere qualcosa alle sue gratificazioni, questa sarebbe stata la quarta perfetta che aveva conquistato gratis e senza troppi sforzi.
Per il resto si trattava di una piccola villetta fuori città con vari comfort, una collezione di mestoli intagliati che occupava un’intera stanza e qualche cenetta in solitaria nei ristoranti migliori dello Stato. Tra la televisione, la fama meritata e la pubblicazione di un piccolo libro con alcune ricette, si era assicurato la meritata pace.
 
 
Qualcuno, tuttavia, non rispettava questa ideologia.
Molti colleghi più illustri avevano speso e spanto in giro, senza curarsi del futuro, convinti che tutto sarebbe durato in eterno e che la televisione avrebbe sempre concesso un secondo giro di valzer.
Niente di più sbagliato: la fama è una sporca moneta che un giorno ti mostra la testa, ma che poi tende a girarsi e a sbeffeggiarti con una croce. E quando questa compare, puoi reinventarti in un milione di modi, ma alla fine tutto confluisce in un’unica direzione: addio carriera.
Alcuni si erano azzuffati per bonus cospicui, altri avevano puntato su queste entrate extra per costruire o per comprare fortune, senza calcolare che oggi sei in vetta e domani ridotto al suolo e senza nessuna mano amica.
Blaineley, per esempio, era diventata un’insulsa presentatrice da quattro soldi: attraente e su questo non ci piove, ma quanto della vecchia bionda era rimasta rispetto a quel canotto di plastica che poteva galleggiare liberamente? Il suo taglio era più sbarazzino, ora che aveva 35 anni nessuna ruga deturpava il suo visetto, per quanta palestra avesse fatto era evidente che la sua prima gravidanza fosse stata abbastanza dura, ma sostanzialmente non era più una delle tre star più richieste in diretta televisiva.
Aveva iniziato da diversi anni una parabola discendente, anche se il suo paracadute era nel brillante marito Josh che, faticosamente, riusciva a tenere un buon equilibrio finanziario.
E questo fino a quando anche Josh non fosse diventato un volto noioso e i suoi telespettatori non avessero iniziato a cambiare canale.
 
Leggermente più arguto era stato Don che aveva sfruttato le rare stagioni in cui era stato protagonista, accumulando e mettendo da parte come una diligente formichina.
Aveva sì fatto i suoi passi falsi, ma non era finito con lo sprofondare nel fango. Anche perché Chef con un pizzico di cattiveria ricordava che i giornali sguazzavano, e ci sguazzano tuttora, nelle disgrazie altrui.
Che avesse fallito nel piccolo ristorante che aveva preso in affitto, era risaputo, ma il suo debito non era stato così esorbitante e dopo quel fallimento aveva imparato a non rischiare eccessivamente.
Di lui ricordava l’allegro matrimonio, la nascita di Don jr e alcune trovate pubblicitarie che gli erano valse dei buoni premi.
 
Quello che, però, Chef aveva sotto gli occhi non era il giornale con l’ennesimo ritaglio della sfuriata di uno dei ragazzi dell’ex reality di cui era cuoco, né le invenzioni bislacche di qualche altro genio che era sprecato per un campeggio di delinquenti.
Non c’erano omicidi o rapine particolari, né aveva dato frutto la ricerca del tal Ezekiel Frost, disperso da tanti anni in Amazzonia. Alcuni reputavano che avesse riunito tutti gli animali per iniziare una nuova guerra, mentre per altri era stato divorato dai piranha o si era semplicemente nascosto per evitare di tornare alla realtà.
Nessun concerto era stato organizzato dall’emergente band "Le Pazze Psicotiche di Tipo A", né aveva notizie del nuovo romanzo della crudele Heather Wilson. L’ultimo che aveva comprato era un mattone autobiografico di quasi 2000 pagine che dopo nemmeno 100 era finito a bruciare nel suo caminetto: i peggiori 30 dollari mai spesi.
Per il resto. dei suoi vecchi ragazzi, nonostante tutte le cattiverie pensate, aveva conservato un piacevole ricordo e cercava d’interessarsi il più possibile delle loro vite.
Tante coppie erano nate e morte durante le sue stagioni, ma per ognuno sperava in una meritata dose di felicità. Alcuni si erano sposati, anche i più impensabili, altri continuavano a rimanere single, qualcuno purtroppo era passato a miglior vita per un incidente sul lavoro o in motocicletta, ma per il resto era felice di saperli soddisfatti.
In alcuni rivedeva sé stessa e ne sorrideva sollevato.
Era sollevato per Gwen e Duncan che erano una coppia affiatata, pure per Heather e Alejandro che continuavano con i loro progetti al limite della legalità, ma anche per Trent e Courtney che con tutte le corna accumulate si erano messi insieme per conquistare la felicità. E poco importava se il chitarrista era il leader della band e la futura consorte una semplice promessa: stavano bene insieme e nessuno doveva ostacolarli.
Ma anche delle stagioni più vicine aveva un buon ricordo: Mike e Zoey, parentesi personalità multiple a parte, non se la passavano male e pure Scott e Dawn che, nonostante i continui litigi giornalieri, non volevano sapere di dividersi.
Essenzialmente era felice delle foto che aveva scattato in loro compagnia, anche se il giornale riportava, questa volta, un’analisi infelice della figura cui aveva stretto la mano dopo il colloquio di lavoro.
 
Chris McLean, come avrebbe ricordato a lungo Chef, era ufficialmente fallito.
Non aveva più un dollaro e perfino la sua villa a Beverly Hills era in mano alla banca in quanto copertura dell’ultimo debito contratto per realizzare il suo film.
Sapeva che fosse narcisista fino nel midollo, ma a chi poteva importare della sua biografia?
Verso sera e lo sapeva bene, il vecchio amico avrebbe suonato per chiedergli alloggio.
Questa volta, però, non l’avrebbe più sostenuto: per troppe volte gli aveva parato le chiappe e in cambio aveva sempre e solo ottenuto disprezzo e derisione.
Nei suoi discorsi per riscuotere i vari premi produzione, lui non era mai stato menzionato e le umiliazioni erano sempre state all’ordine del giorno.
Lui non riusciva a dimenticare e, quando suonò il campanello, sapeva come gli avrebbe risposto.
L’ex conduttore di A Tutto Reality era invecchiato molto: i capelli erano ormai quasi tutti bianchi, le rughe avevano preso il sopravvento, i denti ingialliti, il fascino era quasi svanito e indossava una camicia a quadri abbastanza ridicola.
Non era più il fiore di dieci anni prima e forse era quello che peggio di tutti era invecchiato. Sembrava avesse fatto un triplo salto mortale in avanti per la vecchiaia e non sembrava nemmeno più in grado di reggersi in piedi, senza l’aiuto del bastone.
Era ufficialmente diventato l’ombra di sé stesso e non aveva nemmeno gli spicci per pagare il tassista che l’aveva condotto fino a lì.
Aveva sborsato i cento dollari e aveva visto la gialla macchina partire a tutta birra, rimanendo, però, sul cancello e costringendo il suo ex superiore a fare altrettanto.
“Non m’inviti a entrare, Chef?”
“Dovrei?”
“Credevo accogliessi a braccia aperte un vecchio amico.”
“Un amico che non ha fatto altro che bruciarmi ogni occasione?”
“Mai fatto!” Replicò nervoso.
“Fine della seconda stagione, ricevo un’offerta da cinque stelle e manca poco per la firma sul mio futuro nuovo contratto e tutti spariscono. Solo anni più tardi ho saputo che hai sparato frottole sul mio conto e mi hai negato una grossa possibilità.”
“Io…”
“Non porto astio per questo, anche perché non meriti niente da me.”
“Avevo bisogno di te.”
“Questo lo so: senza di me e i tuoi vecchi ragazzi varresti meno di zero.”
“Non è vero.”
“È quando si finiscono le galline dalle uova d’oro che si deve dimostrare le proprie capacità e tu hai sempre toppato.”
“Ti sbagli.”
“Hai fallito con quel programma sportivo, hai sbagliato con una decina di film e ora sei qui con le pezze al culo.”
“Pensavo potessi aiutarmi.”
“Tu non sei mai stato il mio paracadute, ma non sono nemmeno così bastardo da lasciarti così.” Bofonchiò, estraendo dalla tasca dei pantaloni un assegno e porgendolo all’amico.
“E che dovrei farci con 10 mila dollari?”
“Usali come ti pare, ma sappi che non riceverai un centesimo in più.”
“I miei strozzini mi riderebbero in faccia.”
“Se non li avessi spesi per cavolate, a quest’ora te ne staresti tranquillo.”
“Ti prego, Chef…in nome della nostra vecchia amicizia.” Piagnucolò, gettandosi ai suoi piedi.
“Anni fa mi dicesti che gli stupidi che dilapidano il proprio patrimonio, non meritano nessuna seconda possibilità. Considera che questo assegno è solo per sdebitarmi del tuo piccolo aiuto, ma i tuoi difetti e i tuoi sabotaggi ti si ritorceranno contro.”
“Io…”
“Addio Chris…avrei potuto salvarti, se non fossi sempre stato così egoista da voler primeggiare con il mondo intero.”
 
Indicatagli la via, Chef rientrò in casa e si risedette sul divano, sperando che l’amico si risollevasse dalle sue ceneri e che seguisse la terza lezione che aveva imparato con fatica, con i titoli di coda sulla seconda stagione: toccato il fondo, non resta altro che risalire e quel paracadute poteva togliergli un sacco di noie, sperando che riaprisse gli occhi e si rendesse conto quanto era stato stupido e cieco.
 
 


 Angolo autore:
 
Sono tornato con questa umile one-shoot per augurarvi un buon anno.

Ryuk: Potevi fare uscire la storia rimasta incompleta.

Con l'anno nuovo chiuderò tutto o almeno così penso.
Per sta volta Chef la spunta su Chris, anche se temo d'essere stato un po' troppo perfido.
Lascio a voi, cari lettori, la sentenza definitiva.
Alla prossima!
   
 
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