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Autore: shurei    03/08/2009    5 recensioni
-Io... io mi...-
-Sì dim...-
Non ho il tempo di completare la frase, che lei, timidamente, mi abbraccia quasi con un velo di timore. Vedo perfettamente il suo volto imbarazzato, avverto chiaramente il calore del suo corpo, il dolce profumo di pesco dei suoi capelli, l'inebriante profumo di rosa che l'avvolge, mi sento così felice e sereno.
-Resta sempre co... con me, Neji...- mormora timidamente al mio orecchio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Anime che si Cercano







Sono circa le otto di sera e io sono ancora qui a scuola con mio Zio. Sì mio zio. Lui è il professore di lettere della mia sezione e aggiungo il più esigente di tutto il nostro corso. Solo perché ho aiutato Hinata, mia cucina, a risolvere un problema di matematica, mi ha letteralmente aggredito e costretto a stare qui.

Cose dell'altro mondo!

Tra le altre cose, non so proprio come faccia la zia a sopportarlo, senza contare che, dopo quello che è successo tra le nostre famiglie, per me loro sono come dei perfetti estranei. Figuriamoci che, indipendentemente che siamo a casa o a scuola, mi rivolgo a lui e alla sua famiglia dando del “lei” da tanto che li sento lontani. Contrariamente alla sue “direttive ed obblighi” io e Hinata parliamo, di rado, ma parliamo: un po' della situazione famigliare, della scuola, degli amori, ma senza che lui lo venga a sapere, oppure queste sono le conseguenze.
-Accidenti! Sono già le otto.- impreca mio zio, guardando l'orologio.
-Sua moglie sarà preoccupata.- gli dico, vedendolo spazientito.
-Mia moglie... mia moglie se ne è andata un anno fa.-
-Come? Non lo sapevo... mi dispiace tantissimo... condoglianze.-
-Ma che hai capito? Se n'è andata con un altro, un avvocato... un italiano.-
-Meno male! No, cioè, meno male che è viva, non che se n'è andata con l'italiano.- poi penso -Francamente la zia ha fatto benissimo, chi ti sopporta?-
-Sai una cosa, Neji?-
-Sì...-
-Dopo la maturità io ti consiglio le pubbliche relazioni!-
-Accetterò il consiglio.-
-Cambiando discorso, come vanno i preparativi per la festa di Natale?-
-Oh bene! Hinata è un'ottima organizzatrice.-
-Mi fa piacere saperlo. E dimmi Neji...-
-Sì?-
-Ti dispiacerebbe se domani mattina, venissi a prendere Hinata? Io non posso accompagnarla e francamente non mi fido a lasciarla uscire da sola... è ancora una bambina.-
-Certo.-

Finalmente mio zio mi ha lasciato libero.

Viva la libertà!

Con lui mi sento come un uccello in gabbia e francamente non vedevo l'ora di andarmene. Dopo un paio di minuti in macchina, ringrazio il fatto che non c'era tanto traffico, eccomi a casa. Papà era preoccupato, poverino infondo non sono riuscito ad avvisarlo e quanto gli ho raccontato quello che è successo, ha fatto una faccia come dire “Non c'è più niente da fare!”.
Dopo cena, salgo nella mia camera e controllo il diario per vedere se ci sono compiti: pagina bianca, meno male. Così accendo MSN trovando tutti i miei compagni di classe e conoscenti, tra cui anche mia cugina Hinata.

Hinata -Lips of an Angel- scrive:

Ciao Neji, mi spiace che papà se la sia presa con te e che ti abbia trattenuto a scuola. In fin dei conti, mi avevi solo aiutata con un compito.

Neji scrive:

Tranquilla.

Hinata -Lips of an Angel- scrive:

Mi spiace davvero.


Neji scrive:

Ti ho detto di stare tranquilla, mica mi ha ammazzato.

Hinata -Lips of an Angel- scrive:

Ihihih!!! ok ok


Neji scrive:

Tuo padre mi ha detto di venirti a prendere domani.

Hinata -Lips of an Angel- scrive:

Si, lo so. Grazie per l'aiuto che mi stai dando, nell'organizzazione della festa di Natale.

Neji scrive:

Di niente. Notte.

Hinata -Lips of an Angel- scrive:

Notte.


Mia cugina Hinata.

Forse sono un pazzo, ma da sempre ho avuto una forte attrazione nei suoi confronti, ma non mi sono mai dichiarato. Mio padre e il suo non me lo perdonerebbero mai. Senza contare che lei sta con Naruto da ormai due anni, quindi non c'è spazio per me nel suo cuore, se non come cugino.
Ad essere sincero, fin da quando ero bambino ho provato il desiderio di averla accanto a me, ma dovevo e devo accontentarmi dei suoi timidi sorrisi, che erano e sono, una dolce medicina per il mio cuore malato.
Malato di lei.
Malato d'amore, di un amore non corrisposto.
Spengo il computer, preparandomi per andare a letto. Dopo una giornata infernale come questa, chiunque sarebbe stanco.
Il giorno seguente, come da accordo con lo zio, vado a prendere Hinata a casa sua. Sale sulla mia auto e si mette seduta comodamente sul sedile accanto al mio. Strada facendo mi parla della sua relazione con Naruto, che va a gonfie vele e che il giorno di Natale avrebbero fatto due anni insieme.

Mi fa male... a sentir palare di Naruto, ma infondo non posso essere contento per la felicità della mia amata cugina.
Dato che io e lei siamo due dei responsabili dell'organizzazione del Ballo di Natale, è nostro compito recarci a scuola prima dell'inizio delle lezioni, per sistemare alcune cose insieme ai nostri colleghi.
Oggi, stranamente, siamo in largo anticipo per cui entriamo senza bussare nell'aula del Comitato Studentesco e lì troviamo Naruto e una delle migliori amiche di Hinata, Ino, che si stanno baciando mentre si spingono sempre più oltre.

Mi volto verso Hinata: è senza parole ma non c'è una lacrima sul suo viso.
Le forze nelle sue mani vengono meno e di conseguenza le cade la borsa, provocando un po' di rumore, che fa notare la nostra presenza.

-Hinata!- pronunciano entrambi.

I due colti in flagrante, iniziano a ricomporsi cercando di giustificarsi, ma le loro spiegazioni non toccano minimamente mia cugina anzi, penso che le senta come un fastidioso ronzio nelle orecchie, tanto che stanca di sentirli se ne va via correndo.

-Hinata aspetta!-

Niente, è andata via come un fulmine.
Come darle torto, dopo quello che ha visto.
-Neji... noi...- mormora Ino.
-Non dire niente-
-Complimenti Naruto.-
-Ah, Neji io...- pigola Naruto.
-Taci! Non hai giustificazioni.-
-Hai ragione.-

Me lo dice con gli occhi bassi e ha l'aria mortificata. A dire il vero di chiedo da quanto tempo andasse avanti questa storia.
-Toglimi una curiosità...-
Il biondo mi guarda e si mette un attimo sull'attenti.
-Da quanto tempo va avanti la vostra “Relazione”.-
-Da... da un pò...- balbetta Naruto.
-Un po' quanto?-
-Sei mesi.-
-Sei un essere disgustoso.-

Vado via indignato per ciò che ho visto e sentito. Avrei voluto picchiarlo e picchiarlo ancora, ma niente avrebbe alleviato il dolore di Hinata, nemmeno i miei pugni.
Mentre corro per i corridoi, guardandomi attorno per intravedere Hinata, inizia a piovere.

Forse sono le lacrime che Hinata non riesce a versare.

La cerco in tutte le aule dell'istituto, anche in infermeria; nel magazzino degli attrezzi; in palestra; negli spogliatoi; nella sala delle conferenze, ora adibita a pista da ballo con buffet vari; ma nessuna traccia.

Spero non sia in terrazza.

Già, spero con tutto il cuore di sbagliarmi, ma proprio per togliermi questa curiosità salgo le scale. Quando apro la porta lo spettacolo che mi si presenta davanti a me non saprei come definirlo: da un lato vedo Hinata rannicchiata; ma dall'altro vedo solo un angelo che seduto sul duro cemento che riposa le sue ali stanche.

Mi avvicino a lei appoggiando una mano sulla sua spalla, per poi pronunciare il suo nome. Alza piano la testa: il suo colto è solo rigato dalla pioggia, che sembra il suo sfogo. Però lacrime vere e proprio, da parte sua, non ce ne sono.
-Vieni.-
Le tendo la mano per aiutarla ad alzarsi, l'afferra piano e la porto verso di me: è così leggera, che sembra quasi una di quelle candide creature dalle bianche ali, che si sta posando su di me.
-Non puoi rimanere sotto la pioggia, dai vieni.-

Sembra quasi che non voglia muoversi, ma non posso lasciarla a prendersi un malanno, ragion per cui la prende tra le mie braccia. La porto prima negli spogliatoi, dove prende dal mio armadietto degli asciugamani asciutti, per poi portarla in infermeria. La faccio sedere su una sedia, le tolgo le scarpette e le calze bagnate. Ha un piedino piccolo, sembra Cenerentola. L'asciugo piano, ma sembra insofferente: ha lo sguardo fisso nel vuoto e anche quando le sbottono la camicetta della divisa, per metterle qualcosa di asciutto addosso, non dice nulla.

Mi vergogno come un ladro.
-Hinata... potresti spogliarti tu? Io mi vergogno, scusami.-
-Pe... perché?- mormora lei con voce sottile.
-Io... sono un uomo. Non posso...-
-Pe... per... perché mi ha fatto una cosa così brutta?-

Non la vedo nemmeno alzarsi: intravedo solo le sue braccia attorno al mio collo, strette in un abbraccio triste e malinconico. Senza che vivessi in prima persona la sua situazione, grazie a quel gesto sono diventato partecipe del suo dolore.

-Pe... per... perché mi ha fatto una cosa così brutta?- mi domanda di nuovo.

Ora sento perfettamente le sue lacrime e i suoi singhiozzi. Non posso certo dirle che il suo ragazzo era un poco di buono, del tutto inaffidabile e che la sua amica era una doppiogiochista. Le farei ulteriormente male.
-Purtroppo non lo so.-

L'unica cosa che posso fare è stringere a me quel corpicino così esile e delicato e rassicurarlo con carezze e abbracci.

So di per certo che non conterò mai niente per lei.

Suona la campanella della prima ora, ma nessuno non ci vede a scuola a parte i colpevoli. Restiamo in infermeria, lei sdraita sul letto e io seduto accanto a lei. Non penso che metteremo piede oggi in aula, dato che loro sono nella stessa classe di Hinata.
Restiamo lì tutto il tempo, lei che stringe la mia mano e io che l'osservo. Al suono dell'ultima ora, prendo Hinata in braccio e la riporto a casa. Mio zio, come potevo ben aspettarmi, mi ha fatto il terzo grado e mi ha incolpato dell'accaduto.

Classico.

Dopo aver discusso con lui, me ne ritorno a casa ed entro su MSN per sentire Hinata, sperando che entri in linea: e infatti c'è solo col messaggio “Non ci sono per nessuno”.

Neji scrive:

Anche io sono nessuno?

Hinata -Lips of an Angel- [Non ci sono per nessuno] scrive:

No. Grazie per oggi.

Neji scrive:

Dovere.

Hinata -Lips of an Angel- [Non ci sono per nessuno] scrive:

Capisco... ci vediamo.

Neji scrive:

Ricordati che io ci sono sempre.

Hinata -Lips of an Angel- [Non ci sono per nessuno] scrive:

Allora... vieni qui... non lasciarmi sola. Se sto da sola... mi sembra d'impazzire.

Neji scrive:

Tuo padre non me lo permette.

Hinata -Lips of an Angel- [Non ci sono per nessuno] scrive:

Entra dalla finestra.


Ora si che mi sento un vero ladro. Spengo messenger, scendo velocemente e rientro in macchina: la metto in moto. Neanche 10 minuti e rieccomi sotto casa sua. Come d'accordo entro dalla finestra, che Hinata aveva lasciato aperta apposta.
-Grazie... per essere venuto.-

Ha gli occhi lucidi. Dopo quell'abbraccio non ha più smesso di piangere. Quel suo bel viso sorridente è scomparso, adesso c'è solo un'infinita tristezza.
-Di nulla.-

Mi abbraccia appoggiando il suo volto sul mio petto, stringendo la mia camicia. Proprio non riesco a comprendere il gesto di Naruto: aveva al suo fianco una ragazza così dolce e gentile come Hinata. Come si fa a tradirla? Un eccesso di dolcezza? Non lo so.
So solo che non posso vederla piangere in eterno.
Qualche minuto più tardi entra sua sorella minore, nonché mia cugina, Hanabi, quell'emerita stupida, che deve sempre chiedere “Cos'è successo? Perché hai quella faccia?”. In altre parole ti assilla fino a quando, stanco del suo interrogatorio, non sei praticamente costretto a spifferare tutto.
-Dai sorellina! Di carne fresca ce né al mondo, ma ce né altrettanta da macello!- Le spiega con la sua solita aria da Miss so tutto io.
-Ha... Hanabi... per favore!- Le risponde col doppio delle lacrime.
-Su non fare così! Fra qualche giorno è Natale.-
-Lo so...-

Le lacrime aumentano e questo mette in agitazione Hanabi che, non sapendo più che fare o dire, esce lasciandoci soli.
Si ancor stringe a me, cercando calore, chiudendo gli occhi. Sembra che la mia presenza la rassicuri, un po' come succedeva, come quando eravamo bambini.
-Non vengo al ballo. Non voglio vederli.- pigola, aumentando la presa.
-Va bene non preoccuparti.-
-Grazie...-

È passato un mese da allora e, da quel giorno in avanti, Hinata ha sempre preferito la mia compagnia, persino a scuola. A ricreazione, durante la pausa pranzo è con me, come una fidanzatina premurosa. Per lo meno, stando col sottoscritto ha riacquistato un po' il suo sorriso.

-Hinata! Neji! Perché siete insieme?- domanda Hiashi, scocciato.
-Ma padre, stiamo solo pranzando.- si giustifica Hinata.
-Puoi farlo con le tue amiche.-
-Loro pranzano coi loro ragazzi.-
-Capisco. Domani sera c'è il gran ballo, vedi di non rimanere, perché non te lo perdonerei.-
-Ma padre...-
-Niente ma! Tu vieni e basta.-
-Sì.-

Il padre di Hinata è dispotico, sembra Adolph Hitler. Se prima aveva un sorriso sulle labbra, ora è tornata di nuovo triste.
-Hai già una dama, Neji?- mi chiede titubante.
-No.-
-Posso essere io la tua?-
-Certamente.-

E il gran giorno è arrivato: so benissimo che Hinata vorrebbe starmene a letto a deprimersi, ma il padre è stato chiaro e proprio per questo Hanabi le deve fare da supervisore. Per quanto riguarda il sottoscritto ho dovuto subire le chiacchiere di Lee e Tenten per l'intero pomeriggio.
-Bene Neji! È il tuo momento: l'agnello è una facile preda, tu ora devi solo prendertela!- dice Lee.
-Lee, ma sei scemo?- domanda Tenten
-Perché?-
-Perché? Hinata ha una ferita freschissima... mica dirà subito si a Neji. Certo col fatto che la sta aiutando, standole vicino è un grande aiuto, ma non penso proprio che Neji riceverà una simile ricompensa.-
-E chi lo sa?-
-Lasciamo perdere Lee. Piuttosto Neji, vedi di prepararti.-

Ecco la fatidica parola. Odio mettermi in giacca e cravatta. Sono cinque anni che lo faccio e purtroppo non ho mai fatto l'abitudine. Come ogni anno ecco quei due assatanati che mi preparano dignitosamente per il ballo: smoking nero, camicia bianca e cravatta indaco per abbinarla ai miei occhi, così ha detto Tenten; per poi passare ai capelli, una coda alta. Ora che io sono pronto, loro si preparano nelle stanze accanto: Tenten nel bagno, mentre Lee nella camera dei miei.

Una volta pronti, saliamo sulle nostre macchine e via per l'ennesima volta a scuola. Entriamo e tutti sono già all'opera ad abbuffarsi e a rimorchiare.
Mi guardo intorno e Hinata non c'è ancora. Mi siedo su una delle morbide poltrone, attendendo la mia dama e in quel lasso di tempo ecco là i due piccioncini a ballare... mi fanno venire la nausea! Se prendo Naruto lo polverizzo, ma forse è meglio laciar perdere.
Poi, senza che io me ne accorga, una ragazza mora dagli occhi indaco estremamente delicati, con una mascherina bianca in volto si avvicina a me.
-E' da molto che aspetti, Neji?- Chiede galante.
-Co... come?-
-Sono io.-

Si presenta davanti ai miei occhi con un vestito di seta lilla, con dei fiorellini azzurri: è aderente lungo il busto, con la gonna larga. Sì, mia cugina è una creatura meravigliosa.
-Posso avere l'onore di questo ballo?-
-Ce... certo, mio cavaliere.- mi risponde tutta rossa.

Balliamo per tutto il primo, il secondo e il terzo valzer, raggiungendo senza accorgercene la porta, dove quello scemo di Lee, mi spinge fuori.

Questa è la mia occasione, o forse no.

Camminiamo a braccetto per il giardino addobbato a festa, come una vera coppia. Ma è meglio non farsi illusioni.
-Neji... posso parlarti?- m'interroga con tono flebile.
-Ma certo.-
-Sono stata bene con te, in questo mese. Mi sei sempre stato vicino. Ti ringrazio.-
-Di niente, ci sono sempre.-
-Io... io mi...-
-Sì dim...-

Non ho il tempo di completare la frase, che lei, timidamente, mi abbraccia quasi con un velo di timore. Vedo perfettamente il suo volto imbarazzato, avverto chiaramente il calore del suo corpo, il dolce profumo di pesco dei suoi capelli, l'inebriante profumo di rosa che l'avvolge, mi sento così felice e sereno.
-Resta sempre co... con me, Neji...- mormora timidamente al mio orecchio.

Non riesco a sottrami a quell'abbraccio così dolce e tenero che resto fermo ed immobile, guardando un punto vuoto della stanza.
-Come mai questa richiesta?-
-Ecco... io... mi chiedevo... se... se posso...-
-Qualunque cosa tu stia pensando di dire, va bene.-

Accarezzo il suo volto con un gesto debole e, lentamente, avvicino le mie labbra alle sue, per catturare e far miei quei petali di rosa che sono le sue labbra e abbandonarmi a quella strana medicina chiamata amore.
-Ti amo. Ricordalo sempre.-

La guardo con occhi teneri ed eccola arrossire, annuendo.
-Grazie... Neji... forse ho trovato una persona speciale. Una persona solo per me.- mi sussurra dopo avere scoperto i miei sentimenti.
-Mi fa piacere.-
-E' proprio vero, puoi cercare disperatamente una cosa importante e poi la trovi dopo tanto tempo accanto a te.-
-Già.-
-Ora... è solo tempo di... ecco di...-
-Di essere felici.-
-Sì... Neji.-













Eccomi qua con una nuova NejiHina fresca de stampa.
(ps per kiki e roro - tesori cari, grazie per il 5 posto e appena ho un pelino di tempo sistemo tutto quello che c'è da sistemare. Ora come ora, non ne ho molto. Kiss)
Spero vi piaccia, una piccola vicenda di scuola.
che al momento si ferma qui e, quando il tempo permetterà di più, la continuerò!
Spero vi piaccia, attendo tutti i vostri commenti e pareri.
baciu
Shurei

  
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