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Autore: Miharu_phos    31/12/2019    0 recensioni
-P-perché- aveva mormorato Jude in preda al pianto, facendo ghignare Caleb di soddisfazione.
-Perché te lo meriti, bastardo. Io ti odio, Jude. E se avessi potuto infliggerti più dolore in qualche modo certamente lo avrei fatto, ma questo mi è sembrato il modo più pratico.- spiegò con noncuranza il castano, prendendo un altro sorso dalla lattina.
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Caleb/Akio, David/Jiro, Joe/Koujirou, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Jude sorrideva mentre percorreva gli ultimi metri che lo separavano dall'appartamento di Caleb, il suo fidanzato da un anno esatto.

 

Era infatti il giorno del loro primo anniversario e anche se non aveva ancora pensato a cosa regalare al proprio ragazzo, Jude era impaziente di incontrarlo per fargli gli auguri e passare insieme la serata.

 

Caleb non era certo uno a cui si potessero regalare dei fiori o cose smielate come fedine o altri oggetti da coppietta felice; il rasta era certo che una bella rimpinzata davanti alla tv sarebbe andata bene ad entrambi, poi avrebbero coronato il tutto con una notte di passione. 

 

In fondo era solo il primo anno, e nonostante tutta la dedizione e l'amore dimostrati dal castano nella loro relazione, Jude era sicuro che esagerare con il romanticismo avrebbe spento il fuoco che ardeva fra i due ogni qual volta riuscivano a passare del tempo insieme, lavoro permettendo.

 

Non riusciva a trattenere la contentezza mentre infilava il suo doppione di chiave nella toppa ed entrava nella casa del proprio fidanzato.

 

Era intenzionato a fargli una sorpresa, aveva deciso di non suonare. Non immaginava però che un altro tipo di sorpresa fosse stata preparata appositamente per lui, proprio nella camera da letto del castano, dalla quale provenivano gemiti e sospiri alquanto sospetti.

 

Restò pietrificato mentre quelle voci fin troppo conosciute riempivano il corridoio, sul quale si affacciava la porta della stanza, completamente spalancata. 

 

Dovette compiere un grosso sforzo per non scoppiare subito a piangere e darsela a gambe senza neanche farsi vedere; ma voleva guardare, voleva essere certo che i suoi timori non fossero infondati, così riprese a camminare finché non poté osservare con i propri occhi la materializzazione della scena che si era già creata nella sua mente.

 

Caleb era su Joe e si muoveva sui suoi fianchi ansimando di piacere.

 

I suoi capelli mossi erano sciolti e completamente bagnato dal sudore, come i corpi di entrambi.

 

Joe gli stringeva i fianchi e lo aiutava nei movimenti, gemendo a sua volta, interrompendo di tanto in tanto i suoi versi per baciare il ragazzo che si dimenava sopra di lui.

 

Jude non riuscì a trattenere un urlo di disgusto, attirando l'attenzione dei due ragazzi che lentamente interruppero il ritmo dei loro movimenti, concentrando lo sguardo sul ragazzo davanti alla porta.

 

-Ehi amore. Buon anniversario- sorrise maligno Caleb, per poi riprendere sfacciatamente a muoversi sul corpo di Joe, ancora sconvolto dalla situazione.

 

-Che fai, smettila!-

 

La mano del ragazzo aveva spinto con forza il petto di Caleb, fino a farlo scendere dal proprio corpo, provocando in lui una grassa risata.

 

-Sei un cazzo di psicopatico- aveva mormorato Joe, mentre si infilava velocemente i boxer.

 

Raccolse in fretta i propri abiti e si diresse ricoperto di vergogna verso la porta, sulla quale Jude ancora guardava la scena incredulo, con la bocca tremante.

 

-Mi dispiace Jude...scusa-

 

La sua voce era sincera ed anche la sua espressione lo era ma il rasta la notò a malapena mentre fissava il volto dell'amico con la disperazione dipinta sul viso.

 

Joe non aggiunse altro e si affrettò a lasciare l'abitazione, sconvolto dalla cattiveria del proprio amante.

 

Dunque lo aveva spinto ad andare a letto con lui nel giorno del suo anniversario con Jude; ed aveva studiato il momento perfetto in cui il rasta sarebbe andato a trovarlo. 

 

La sua cattiveria lo ripugnava, nonostante anche lui avesse contribuito a tradire l'amico di una vita che era Jude.

 

All'interno della casa intanto Caleb si stiracchiava come se niente fosse accaduto, completamente nudo e privo di vergogna davanti al suo fidanzato che ormai era in ginocchio e piangeva, fermo dove Joe lo aveva lasciato.

 

-Spero ti sia piaciuta la sorpresa. Quando hai finito porta il tuo culo fuori da casa mia, amore.-

 

Jude tremava ed ascoltava le cattiverie di Caleb totalmente in preda all'incredulità.

 

Era sconvolto e totalmente preso dai singhiozzi, sotto lo sguardo compiaciuto del castano che ancora nudo lo aveva superato, per andare a prendersi una birra fresca dalla cucina, e poi era ritornato li, a godersi la scena che pregustava da oltre un anno.

 

-P-perché- aveva mormorato Jude in preda al pianto, facendo ghignare Caleb di soddisfazione.

 

-Perché te lo meriti, bastardo. Io ti odio, Jude. E se avessi potuto infliggerti più dolore in qualche modo certamente lo avrei fatto, ma questo mi è sembrato il modo più pratico.- spiegò con noncuranza il castano, prendendo un altro sorso dalla lattina.

 

-Un anno- singhiozzò il rasta, senza avere il coraggio di alzare lo sguardo -un anno e tu per tutto il tempo hai solo finto- 

 

La realizzazione di quella verità sconvolse ulteriormente Jude, ancora di più rispetto al tradimento. 

 

-Intendi se scopo con Joe da un anno? Nah. Solo da qualche mese. Ci tengo a informarti però che non sono mai stato fedele, coglione. E tu non te ne sei mai accorto. Ho fatto tutto questo solo per farti affezionare e colpirti quando avrebbe fatto più male possibile. È quello che ti meriti-

 

La voce di Caleb era fredda, crudele, tagliente.

 

Si godeva la sofferenza di Jude dall'alto, con la sua intimità ancora eccitata che gli ballonzolava sotto il naso.

 

-Non capisco...- mormorò Jude in lacrime -che cosa ti ho fatto per meritare questo?!-

 

Caleb gli si avvicinò ed in un impeto di forza lo sollevò per il colletto fino a farlo mettere in piedi, contro il muro.

 

-Che cosa mi hai fatto, chiedi?! Tu mi hai rovinato la vita, pezzo di stronzo bastardo. Io ti disprezzo. Voglio vederti soffrire come un cane, voglio sentire il tuo dolore disperato, voglio vederti mentre mi supplichi. Mi fai schifo-

 

Concluse il tutto con uno sputo che Jude si prese in pieno viso.

 

Restava immobile ad ascoltare ogni singola parola, incapace di reagire.

 

Quando Caleb lo mollò lui crollò nuovamente per terra.

 

Non poteva credere che tutto quell'odio derivasse dalla loro stupida rivalità adolescenziale; era impossibile, Jude non voleva accettarlo. 

 

-Io credevo...-

 

-Io credevo, Io credevo bla bla. Tu credevi di essere il più furbo, vero Jude? Ti sei sempre sentito il migliore di tutti in quella squadra del cazzo, solo perché tutti ti veneravano come un dio. Per me sei sempre stato la feccia invece. E no, non ti ho mai amato, mai. Ti ho preso per culo per tutto il tempo, stupido coglione. E tu ci sei cascato perché sei troppo abituato alle persone che ti tengono in palmo di mano. Beh, ho solo finto, si hai capito bene, era tutta una farsa. E la cosa più esilarante e che tu eri talmente sicuro che ti amassi che ti sei fidato subito! Ma no, aspetta, hai fatto il difficile all'inizio, non lo dimentichiamo questo. Ci ho messo tre mesi per riuscire a portarti a letto. Ho dovuto sopportare sei patetici appuntamenti prima di convincerti ad essere il mio fidanzato. E poi, quando ti ho dato la chiave di casa mia, com'eri felice! Ed io già pregustavo la tua faccia del cazzo quando mi avresti trovato a letto con qualcun altro. No, non mi piace Joe se te lo stai chiedendo. Così come non mi piaci tu. Volevo solo distruggerti ed ho pensato che usare il tuo migliore amico avrebbe fatto più male. Non immagini quanto sia perverso, a proposito, sa fare certe cose che tu non riusc-

 

Una forte sberla aveva colpito il volto del castano, facendolo voltare dall'altra parte di scatto.

 

Caleb aveva osservato il proprio ragazzo rimettersi in piedi ma non si era allarmato finché questi non lo aveva colpito violentemente con la mano.

 

Si era girato nuovamente verso Jude poi, con il labbro spaccato ed un sorriso vittorioso sul viso.

 

-Tanto non potrai mai farmi male quanto te ne ho fatto io. Sei patetico, Sharp-

 

Jude si era scagliato contro il castano con rabbia, cacciando un urlo pieno d'odio.

 

Lo aveva spinto per terra ed aveva cominciato a colpirlo sul sul petto con le mani, in preda alla furia.

 

Gridava e lo insultava, colpendo sempre con meno forza, mentre il ragazzo sotto di lui se la rideva di gusto, divertito dalla sua debolezza.

 

Lo scaraventò via dal proprio corpo con uno scatto, facendolo finire contro il letto, poi si rialzò, per nulla scalfito dagli schiaffetti privi di forza che aveva ricevuto.

 

-Fai schifo anche a menare. Fatti dare un consiglio, impiccati. E adesso vattene da casa mia, bastardo.-

 

Jude era furente di rabbia ma del tutto incapace di muoversi.

 

Non aveva un grammo di forza in corpo, non sarebbe riuscito neanche a rimettersi in piedi se non fosse stato per le parole derisorie del castano.

 

-Sapevo che non saresti riuscito ad accettarlo. Sorpreso eh? Non tutti ti idoleggiano. E proprio come immaginavo non riesci a staccarti da me. Perché mi ami, tu. Ma per la prima volta nella tua vita c'è qualcuno che non ti ama per niente.-

 

Coperto dalle beffe di Caleb finalmente il rasta ebbe la forza di rimettersi in piedi ed uscire da quella casa, tremante e ricoperto dalla più profonda umiliazione.

 

Il sorriso del castano scomparve nel giro di qualche secondo.

 

Si, lui era decisamente il tipo da sacrificare tutto per un singolo momento di gloria.

 

Ed il momento era passato, intenso ed effimero, come lo aveva immaginato.

 

Andò a rivestirsi con le labbra curvate in una smorfia di amarezza.

 

Si guardò allo specchio e si sforzò di sorridere, di essere felice e soddisfatto per aver finalmente raggiunto il suo obbiettivo, per aver culminato il suo sogno di umiliare Jude.

 

Ma non ci riuscì.

 

Non si sentiva in colpa, per nulla; quella vendetta ormai era parte di lui da molto tempo.

 

Si sentiva solo estremamente vuoto ed inutile.

 

La soddisfazione era durata finché aveva potuto osservare su Jude l'effetto della sua malignità.

 

Ma quando la sua vittima era andata via tutto si era spento per far spazio alla solitudine.

 

Quel suo piano lo aveva assorbito a tal punto da fargli dimenticare la vacuità della propria esistenza prima di rincontrare Jude.

 

Aveva vissuto nel risentimento per anni, coltivandolo e nutrendolo giorno dopo giorno finché non aveva avuto la possibilità di prendersi la propria rivincita sull'altro.

 

E per quanto lui fosse restio ad ammetterlo, la messa in atto del "piano" lo aveva preso più di quel che pensava: presto fare l'amore con Jude era diventato un piacere, anzi lo era stato fin dall'inizio, come l'addormentarsi insieme e il poterlo abbracciare mentre lui non se ne accorgeva.

 

Metteva a tacere la consapevolezza di quanto quella relazione gli piacesse, convincendosi che fosse tutto parte del piano, che non ci teneva neanche un po' a Jude, che lo odiava, come aveva detto anche a lui pochi minuti prima.

 

"Ma io non lo amo" si ripeteva, tentando di convincersene.

 

"Perché non sono felice?"

 

 

 

 

 

 

   
 
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