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Autore: Emiko92    03/08/2009    14 recensioni
La ningen avrebbe voluto lasciarsi andare ad una crisi isterica, scoppiare a piangere, prenderlo a pugni e implorarlo di non andarsene...
Ma si limitò a sussurrare: “Ti aspetterò.”
Lui la guardò, inespressivo.
“Se mai tornerai qui da me.” Aggiunse, ignorando una forte fitta alla stomaco. “ Io sarò ad aspettarti, in questo luogo.”

Fanfiction dedicata a Kade per il suo sedicesimo compleanno.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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fff

Auguri, Kade-chan!! *_* Tanti, tantissimi auguri per il tuo sedicesimo compleanno!! (la Somma Regina dell'anaconda cresce e regna ù_ù). Me ti ha scritto questa shottina con tanto amore (<3), anche se mi scuso se forse non è propriamente... allegra, ecco >.>

Visto? Ho anche scritto su Sessho e Rin per te!! xD Noi due siamo molto diverse in tante cose, ma ti voglio tantissimo bene, Kade-chan! <3 Un bacione e un abbraccio forte forte.


IMPORTANTE: Questa fanfiction si ispira ad un racconto (una specie di leggenda, diciamo) contenuto nel manga in un unico volume dal titolo “La principessa bianca” delle Clamp (il titolo del racconto in questione è appunto “Il fiore di ghiaccio”. I diritti del racconto originale, di cui io ho cambiato alcune cose, sono dunque di proprietà delle grandissime Clamp ^_^


Ps, Altre note importanti alla fine della shot.




* FIORE DI GHIACCIO *


Calore.

La sensazione che più avvertiva in quel momento, sopra ad ogni altra cosa.

Era strano, quasi un paradosso.

Seduta a terra, intorno a lei -a loro- vi era solo neve, si estendeva per chilometri, a perdita d'occhio. Soltanto un lago- ghiacciato anch'esso- spezzava la monotonia di quel paesaggio immobile.

Anche l'uomo- il demone, si corresse velocemente- che la teneva tra le braccia –o forse era più lei che vi si aggrappava con tutte le proprie forze- era gelido. Distaccato e freddo come tutto ciò che lo circondava.

Eppure il suo corpo emanava calore.

E il desiderio che, malgrado tutto, Rin sentiva di suscitare in lui scottava come fuoco.

Un fuoco che la consumava. Lentamente, inesorabilmente.


Sollevò piano il viso, guardandolo negli occhi -freddi, eppure di un colore tanto ardente- e sorrise. Gli sorrideva sempre, le piaceva farlo.

Il demone la fissava. Anche questo era solito tra loro: lui rimaneva distante -persino nei momenti in cui la passione li travolgeva- ma non distoglieva mai lo sguardo, neanche per un attimo. Rin se n'era sempre chiesta il motivo, ma sapeva che anche chiedendo non avrebbe avuto risposta.

E le andava bene così. A lei piaceva sentire il suo sguardo su di sé; nei momenti in cui erano costretti a separarsi le mancava terribilmente. Era quasi un dolore fisico, un'agonia.


Gli posò una mano sulla guancia, lentamente, carezzandolo -non avrebbe mai smesso di toccarlo- e spostò l'altra dalle spalle al petto. Si strinse più a lui, rabbrividendo senza poterselo impedire.

Le labbra dell'umana e del demone s'incontrarono, in un gesto ormai ben conosciuto da entrambi.

Rin sorrise sulla bocca dell'amante. Quelli erano gli unici momenti in cui davvero pensava di poter essere qualcosa per lui, qualcosa più di un semplice passatempo.

Il bacio divenne più appassionato, le dita dello youkai strinsero forte una ciocca di capelli d'ebano, morbidi come seta.

La ningen si domandava continuamente, quasi allo spasmo, perché un demone come lui, che pur manteneva sempre le distanze senza mai lasciarsi andare, desiderasse proprio lei.

Un lieve gemito sfuggì dalle sue labbra, quando sentì una mano artigliata -la stessa che innumerevoli volte aveva ucciso demoni e persino umani- sfiorarle il braccio.

Eppure in quei momenti non poteva mettere in dubbio quella verità, quell'unica certezza.

Ma proprio quando lui la baciava, la sfiorava, la faceva sua, sentiva che farsi domande era inutile. Nulla importava, nulla esisteva più.

La sua era una relazione sbagliata che la costringeva a fuggire e mentire alla propria famiglia per incontrare quel demone di ghiaccio, di cui conosceva solamente il nome.

E avrebbe continuato a mentire anche per sempre.

Solo per sentire il sapore di quella bocca, il tocco di quelle mani.


Lo youkai si staccò d'improvviso -i sottili fili corvini scivolarono tra le sue dita- tornando ad essere immobile e impassibile. A Rin piaceva paragonarlo ad una statua: bellissimo, inscalfibile e freddo.

La ragazza si morse piano il labbro inferiore, distaccandosi leggermente da lui.

Quel giorno non aveva intenzione di andare oltre. Ormai lo conosceva così bene che lo capiva senza bisogno che le parlasse, non che in caso contrario lo avrebbe fatto, ovviamente.

La ningen non chiese nulla -uno dei tanti taciti accordi tra loro- e si sollevò in piedi, sistemandosi l'ingombrante kimono.


Camminò fino al lago poco distante, osservandone la superficie ghiacciata.

Sesshomaru-sama!” Lo chiamò -si sentì assurdamente bene nel pronunciare quel nome-, voltandosi a guardarlo: si era alzato in piedi e lei non si era neanche accorta del movimento.

Intorno a loro cominciò a cadere nuovamente la neve.

Rin sorrise, radiosa. Stare insieme a lui, anche solo parlargli, la rendeva felice. Estremamente felice.

Sapete...” Disse, mentre una lieve folata di vento -gelido- le scompigliava i capelli, riempendoli di tanti fiocchi bianchi.

Ho sentito dire che l'acqua di questo lago non si scioglie mai, neanche in primavera.”

Le piaceva raccontargli le cose, renderlo partecipe, anche se sapeva che a lui non interessava.

Pare sia dovuto alla divinità della neve che vi fa il bagno per purificarsi. Sarebbe una storia affascinante se fosse vera: una bellissima principessa che si bagna in queste acque!” Rin spesso aveva ancora atteggiamenti da bambina.

Era una donna con una relazione illecita, eppure si comportava come una ragazzina ingenua.


Allargò le braccia per afferrare alcuni fiocchi, mentre osservava lui: amava vedere i lunghi capelli argentati -quelli che tante e tante volte aveva sfiorato, accarezzato, afferrato- ricoperti di candida neve.

Lo youkai appariva come una figura eterea, di una bellezza sconvolgente, quasi difficile da sopportare per i suoi occhi di semplice umana.

Era in quei momenti che avvertiva più forte la distanza tra loro, enorme e insormontabile; ma tutto spariva quando incrociava quello sguardo fiero.


Sesshomaru-sama!” Lo chiamò nuovamente, l'ennesimo sorriso spontaneo le nacque sulle labbra.


* * *


Rin sentì le gambe tremare, cedere sotto il peso del corpo, mentre lei cercava di opporre più resistenza di quanto non fosse capace.

Non tornerò.” Due semplici parole, pronunciate con un tono di totale indifferenza.

Aveva detto di dover combattere per il controllo di alcune importanti terre, e questa volta non sarebbe potuto tornare. E che lei in fondo era solo un'umana.

La ningen avrebbe voluto lasciarsi andare ad una crisi isterica, scoppiare a piangere, prenderlo a pugni e implorarlo di non andarsene...

Ma si limitò a sussurrare: “Ti aspetterò.

Lui la guardò, inespressivo.

Se mai tornerai qui da me.” Aggiunse, ignorando una forte fitta alla stomaco. “ Io sarò ad aspettarti, in questo luogo.”

Riuscì a guardarlo negli occhi, e a posargli una mano sul viso, come faceva spesso.

Giuro davanti a questo lago che ti aspetterò, mantenendo immutato il mio amore, come la temperatura della sua acqua, che non si scalda nemmeno in primavera. Come quella donna di cui si racconta in una favola, che aspettò il proprio marito anche dopo morta, tramutandosi in un fiore. Anche se giungerò alla fine della mia esistenza,ti aspetterò, dovessi tramutare il mio corpo in un fiore.” (*)


* * *



L'elegante principe dei demoni avanzò nella neve, senza produrre il minimo rumore.

Camminava con passo deciso, il portamento impeccabile che uno youkai del suo rango doveva avere.

Erano trascorsi cinquant'anni.

Non aveva intenzione di tornare -e oramai era anche inutile: i ningen erano esseri inferiori e, come tali, deboli contro il tempo- ma in qualche modo si era ritrovato in quel luogo a lui familiare.

Non si era fermato a porsi domande, non era da lui. Si era limitato solamente ad avanzare, pensando che la mente umana era infinitamente e tristemente labile: nessuno sarebbe stato lì ad aspettarlo.

Ma a lui non importava.


Compì ancora qualche passo, e infine lo vide: il lago.

E intorno non vi era nessuno, come aveva immaginato.

Si avvicinò alla superficie ghiacciata, gli occhi puntati su di essa e i lunghi capelli che ondeggiavano lievemente, seguendo il suo movimento.

Si arrestò.

Sul fondo del lago vi era una figura, una figura umana. E lui la conosceva, bene.

I lunghi capelli color della notte, la pelle candida, le labbra rosate e piegate in un lieve sorriso.

Tutto come lo ricordava.

Sdraiata -sembrava dormire-, le mani strette in grembo e il kimono arancio che ne copriva la pelle ormai congelata, c'era Rin. Immutata come il paesaggio che ne aveva conosciuto l'amore e la sofferenza; sommersa in quelle acque immobili, lo scorrere del tempo non l'aveva raggiunta.


Sesshomaru s'inginocchiò a terra, la mano andò ad accarezzare la superficie di ghiaccio, laddove, pochi metri sotto, si trovava il viso della fanciulla senza vita.


Ti aspetterò, dovessi tramutare il mio corpo in un fiore.”


La mano artigliata si strinse in un pungo, con forza, per poi riaprirsi solamente per graffiare quel ghiaccio che la imprigionava.

La imprigionava per sua scelta.

L'espressione del demone rimase impassibile, mentre il ghiaccio strideva sotto il suo feroce tocco.

Poi, all'improvviso, si sollevò, voltandosi nella direzione da dov'era provenuto.


E per un attimo, mentre si allontanava senza voltarsi, gli riapparve nella mente il sorriso radioso di quella ningen, e la voce cristallina che chiamava il suo nome.


Sesshomaru-sama!”


FINE.


(*) Questa parte del discorso di Rin è una citazione, presa direttamente dalla storia originale (come già detto: “La principessa bianca” delle Clamp.



Ecco... Ehm... NON MI UCCIDETE >.<

Me si era detta che non avrei MAI potuto fare una storia dal finale tragico, perché io stessa non le leggo.

Ma, bè... quando l'ispirazione arriva >.> Poi Rò e Kikka mi hanno incoraggiata a farlo... spero almeno che traspaia l'affetto con cui l'ho scritta ç_ç

Un'altra cosa devo precisare: me non è fan della coppia SesshoxRin (ebbene sì xD), non vedo il loro rapporto in quel senso, ma non sono neanche contro, eh! Quindi, non so come sia venuta questa shot, anche se mi sono immedesimata con tutte le mie forze per Kade-chan!! *__*


Spero di aver fatto qualcosa di decente... >.> Ah, piccolo avviso: Roro ha scritto, sempre per Kade, una shot basata sulla stessa leggenda usata da me, leggetela appena pubblica <3


Ora me fugge che sono in ritardo per moooolte cose >.>


Baci, e grazie a chi leggerà e commenterà, VI AMO Già!!


E... ANCORA AUGURI, KADE!!!

  
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