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Autore: Chyra    03/08/2009    10 recensioni
Il destino dei giocattoli è crudele. Vengono creati per lo spasso di un padrone. Se poi amano o odiano il loro padrone,non ha importanza. A nessuno interessa,stare con lui è l’unica cosa che possono fare,da giocattoli. La loro unica libertà è sognare.
Sogni e pensieri di una bambola innamorata del suo proprietario. Sarebbero graditi commentini,pleeeeeease ^^
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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353 parole
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A volte mi capita di ripensare a tutto.
Tutto quello che è successo,tutto quello di cui avrei potuto essere partecipe e a cui invece ho solo fatto da spettatrice.
Questo si addice a una bambola,no?
Vivevo in una casa grande,lo sapete?
Non ero l’unica,il signorino aveva mille altre bambole che erano come e più di me.
Mi prendeva solo ogni tanto per giocare,ma io sapevo lo stesso di essere la sua preferita. Non lo so,credo vedesse in me qualcosa di speciale.
Anche quando mi ignorava,lasciandomi posata sulla mensola accanto al suo lettuccio,noi giocavamo. Era il nostro gioco quello di amarsi senza dirselo mai.
Avrei potuto dargli maggior soddisfazione? Smettere di far la bambola,dirgli grazie quando mi faceva un complimento. Eppure avevo paura,paura che lui volesse solo bambole.
Tutt’ora lo penso! E’ cresciuto,è cambiato,ma il mio cuore di plastica è un orologio rotto, fermo a un tempo passato,che forse non è nemmeno esistito mai.
Per la prima volta non è un bambino a volere un gioco,ma un gioco a volere il bambino. E’ possibile? Io so solo che sto qui,ancora. Il mio corpicino non prova niente con mani che non sono le sue.
Incatenata dalla mia ignoranza,con un merletto troppo stretto al polso.
Non riesco ad aprire un’altra porta.
Oh,ma non posso ammetterlo, lo capite?
Se fosse giusto,abbandonarmi al signorino non sarebbe tanto difficile.

«Tzk,ma da quando fare la cosa giusta e facile? »


Ortensia,la barbie da giostra,ne ha di esperienza. Lei fa il tifo per il signorino. Vai a capir perché,mi vuol veder felice. E’ pur vero che non ha sempre ragione,e questa bambola che parla son io,non lei!

PRINCIPINO!

Immaginate,prego,questa stanza dai contorni sfumati.
Il bambino dalle mani nobili gioca con la bambola,in tutta la sua grazia.

VOSTRA MAESTA’!



La tua immagine è nei miei occhi dipinti a mano,anche senza sbattere le ciglia. Sto perdendo il filo,la sanità!
Ho cercato di applicare il trucco del labirinto del minotauro,ma sono troppe le richieste del mondo.
Principino..

Crack.

«Principino,principino!»
«Che succede?»
«Una delle vostre bambole,signorino.
E’ caduta dalla mensola. Sono desolato.»
«Quale?

«Oh,lei. Non importa maggiordomo,tranquillo. Ne comprerò un’altra. »

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[Questa volta mi sposto di sotto ^^. Hi! Questa..cosa l’ho scritta ieri sera,quando ormai avevo spento il lume(?). Probabilmente non ha molto senso,ma ho cercato di metterci dentro tante storie diverse. La mia,per le fondamenta. Quella della voce narrante,come primo strato. L’avete capita la sua storia? Lei è una delle tante bambole di un figlio di nobili,e si è innamorata del suo padrone. Vorrebbe smettere di rimanere fissa immobile,senza parlare,(atteggiamento che la trattiene bambola)e diventare qualcosa di più che un giocattolo. Un oggetto che parla,che si muove,che dimostra di provare sentimenti non può più considerarsi un oggetto,pensa lei. Però ha paura che il suo principino la voglia solo come bambola,e che se lei smetterà d’esserlo,non la vorrà più. Perché lei brama una condizione diversa,in nome di un amore,che,come si capirà alla fine,solo lei prova. Le uniche mani da cui le importa d’esser stretta sono quelle del suo principino. Altri giocattoli,come Ortensia,una bambola di pezza che il signorino usa per accompagnarsi sulle giostre,vorrebbero che la bambola si dichiarasse al padroncino.
Ogni tanto la protagonista lancia un urlo al suo innamorato,che naturalmente non la sente. Ha provato a non perdere la testa per lui,ma era chiedere troppo. All’ultimo,straziata dai dubbi,incapace di smettere di amare ma anche di continuare a farlo,così o diversamente, la piccola, “sulla mensola accanto al suo lettuccio” si butta giù. E’ di porcellana,si rompe subito. Il finale vede un servo correre ad avvertire il padroncino dell’accaduto. E’ preoccupato,non sa spiegarsi cosa sia successo. Il signorino però,che nelle sue illusioni la bambola aveva fatto re accanto a lei principessa,è del tutto indifferente. Il loro “amarsi senza dirselo mai” era un gioco solo per lei. Lui non vi aveva mai visto niente,e per questo non faceva niente.
E’ triste,per me. La poveretta è un po’ patetica,vive dei suoi viaggi. Muore,dei suoi viaggi. Ma nonostante tutto,quelli restano viaggi. Non c’è d’arrabbiarsi,è stata colpa di lei. Ma che colpa è sognare? Come si può punire? Toglici il sogno,cosa ci rimane?
Coff,coff.
Un commento?
Grazie della lettura. U_U ]
  
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