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Autore: Tekko    17/01/2020    1 recensioni
"Prenderò la situazione nelle mie mani. Nessuno potrà più dirmi come fare il mio lavoro."
Ryona (nome da eroe: Zariel) è una giovane eroina, eppure è già una veterana nell'agenzia di supereroi Celestia.
Decidendo di andare contro gli ordini dei suoi superiori, si ritrova in una situazione delicata, e la sua vita cambierà per sempre.
Questo è il racconto di come l'organizzazione Baator inizia il suo piano, con il misterioso Asmodeus come comandante.
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Una one-shot, scritta di getto dopo essere tornato a guardare l'anime.
Avendo intenzione di giocare con dei miei amici a Mutants & Masterminds (un gioco di ruolo da tavolo in vena di D&D, ma a tema supereroi), avevo in mente di creare un'ambientazione basata su My Hero Academia, e ho deciso di fare una piiiiccola citazione ai Forgotten Realms attraverso i villains della serie.
Sostanzialmente, questo è un'assaggio della storia per i miei amici, ma ho deciso comunque di postarla qui. Buona lettura ^^
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era come se il tempo si fermasse, ogni tre secondi.
Tirare un pugno, girarsi, schivare un attacco, pausa.
Lasciare una scia di bruciato a terra, fermarsi, incassare un gancio allo stomaco, pausa.
La pelle brucia, un altro gancio alla nuca, contrattacco, pausa.

In quel momento, Ryona non vedeva più nulla. Fiamme di rabbia accecavano i suoi occhi, e tutto bruciava intorno a lei. Doveva solo combattere, colpire, incassare, rialzarsi, colpire… Solo lei poteva.
Qualcuno le saltò addosso, lei fece una capriola per colpirlo in faccia a mezz’aria con il tallone, lasciando una scia di fiamme blu.

Come facevano ad essere così deboli? Dozzine e dozzine di criminali mascherati, una delle organizzazioni di supercattivi più potenti che lei avesse mai visto, almeno sulla carta. Eppure erano un branco di pezzenti, incapaci di prendere un singolo calcio. Se la sua azienda non fosse stata piena di codardi, avrebbero già finito il lavoro.
Si buttò a terra per schivare un coltello lanciato, e qualcuno le tirò un calcio in faccia, facendole sputare sangue.

Cosa ne sapevano, alla Celestia? Le avevano dato l’incarico di spiare l’organizzazione Baator, eppure nessuno ascoltava i suoi consigli. Nessuno capiva che con abbastanza forza avrebbero potuto devastare quei criminali, incutere terrore ai vertici e smantellare l’intera gerarchia.
Con una rotazione a terra, colpì tre persone con i piedi, mandandoli in fiamme.

Eppure, l’eroina Zariel, “l’angelo di fuoco”, come la chiamavano i criminali, era da sola. Si era dovuta buttare nella mischia quando aveva visto che i criminali che doveva tenere d’occhio stavano per iniziare una rissa con un’altra gang. Era un’occasione perfetta, e sapeva che nessuno della sua agenzia l’avrebbe mai aiutata. Era da sola, e tutto il suo corpo bruciava. Non sapeva se fosse per i suoi calci infuocati o solo per la rabbia nel suo petto, per quella sensazione elettrizzante che provava nel sentire le ossa di un sacco di feccia criminale fracassarsi sotto la sua forza.
Si rialzò in piedi solo per prendere un montante orribile sul mento che le fece mordere la lingua così forte da sentire un’esplosione di sangue sotto i denti. Usò lo slancio per tirare un devastante calcio infuocato al ragazzo con cappuccio che l’aveva appena colpita.

Ebbe un secondo per riprendere il fiato, e si guardò intorno.
Decine di corpi giacevano a terra, e un fuoco blu divampava nel vicolo buio. Dei cestini della spazzatura erano andati distrutti nell’incontro, e i rifiuti erano esplosi ovunque.

Ce l’aveva fatta.

Aveva vinto.

Non appena quel pensiero arrivò al suo cervello, i suoi occhi si annebbiarono, e la sua testa divenne pesante. Il suo corpo cadde a terra, completamente stremato, con un suono sordo.
Solo in quel momento, le fiamme di rabbia nella sua mente si affievolirono. L’adrenalina lasciò un piccolo posto per la ragione, e finalmente il dolore la colpì.
Ogni osso nel suo corpo le sembrava poltiglia, ogni centimetro di pelle bruciava come se fosse orribilmente febbricitante. Sentiva i suoi cortissimi capelli biondi umidi, la sua faccia umida, le sue mani umide di liquido vitale cremisi, e non sapeva nemmeno di chi fosse tutto quel sangue. La sua bocca era invasa da un sapore acuto, metallico.

Aveva vinto.
E questa era la sua ultima vittoria.

Sbatté le palpebre. Anche un movimento così minuto provocava un dolore atroce, ma voleva farlo. Voleva pulire gli occhi, voleva vedere la luce della sua trionfante giustizia. Aveva bisogno di sapere che la sua morte non sarebbe stata invano.

Sbattendo le palpebre per la terza volta, tuttavia, successe qualcosa di strano.

Un’ombra scura le si parò davanti. Una figura snella e alta, che si stava chinando su di lei.

Con gli occhi annebbiati e guardando controluce, non riusciva a vedere quasi nulla. Riuscì solo a riconoscere un vestito elegante maschile, un completo totalmente nero, con una cravatta rossa. I capelli dell’uomo erano scuri e lunghi fino al mento, il suo volto era coperto da una strana maschera di cui non riusciva a  riconoscere i dettagli.

Cosa ci faceva quell’uomo davanti a lei? Voleva darle il colpo di grazia? O era solo uno strano passante?

La figura si mise una mano sul viso, e delicatamente si sfilò la maschera. Ryona rimaste interdetta.

“Io so chi sei.” Una voce si fece strada nell’oscurità: un suono profondo e minaccioso, ma elegante e controllato. C’era una specie di distorsione, come un rimbombo. Non avrebbe saputo dire se erano le sue orecchie a causare quell’effetto, o se l’uomo avesse qualcosa di strano.

“Il mio nome è Asmodeus.” Quel nome… si era imparata a memoria ogni linea degli archivi dell’agenzia, e quel nome era più che familiare. Asmodeus, il misterioso capo di Baator, mai visto di persona ma in qualche modo comunque in grado di tirare i fili dell’organizzazione. Un uomo-ombra, su cui non si avevano informazioni di alcun tipo. Non poteva essere lui. Chiunque questo strano tizio fosse, era un bugiardo incallito.

“Ci serviva un nuovo leader per la sezione Acheron.” Disse l’uomo, con lo strano rimbombo che seguiva le sue parole.

La figura non esitò. Tese lentamente una mano in avanti, con fare calmo ma deciso. Ryona non aveva la forza per muoversi, ma per qualche motivo non si sentiva in pericolo. Era come se quel momento fosse perfettamente in linea con la sua natura, come se il suo spirito avesse trovato finalmente la sua strada.

Poi, la mano dell’uomo le si poggiò sul viso.

Era fredda, questa fu la prima cosa che pensò.

Solo dopo un secondo, arrivò tutto il resto.

All’improvviso si sentiva di nuovo infuocata. Le sue gambe bruciavano più forte di come non avessero mai fatto, il suo intero corpo sembrava riempito di vita infuocata. La sua mente si offuscò di nuovo per qualche secondo, si sentiva come se stesse rinascendo. Una fenice di giustizia, che tornava alla vita attraverso le fiamme dell’inferno.

Finalmente i suoi occhi si schiarirono, la sua mente si fermò.
Era di nuovo in piedi, e la sua vista era chiara. Intorno a lei, il vicolo bruciava più di prima: fiamme violacee divampavano, più forti di quanto lei fosse mai riuscita ad emettere dalle sue gambe.
Anche la sua fronte scottava, se sentiva che le sue ossa avevano qualcosa di strano. Due lunghe corna erano spuntate sulla sua testa, e anch’esse divampavano con quelle nuove fiamme.

Si sentiva potente, più che mai. Il sangue bollente scorreva veloce nelle sue vene, e sentiva come una strana sensazione nel petto. Si sentiva viva, si sentiva a casa. Solo adesso poté vedere con chiarezza che il suo combattimento di prima aveva messo ko tutti: anche l’altra gang che i Baator stavano provocando. Li aveva spezzati tutti con il suo potere precedente… cosa avrebbe potuto fare ora?

L’uomo era ancora davanti a lei, e si stava riaggiustando la giacca e la camicia, dopo essersi già rimesso la maschera. Ora riusciva a vedere i dettagli. Era quasi completamente nera, con pochissimi dettagli. Una pietra rossa splendeva sulla fronte.

“Benvenuta nei Nove Inferi, Zariel.
Lunga vita alla nuova Duchessa di Acheron."
   
 
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