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Autore: Miharu_phos    21/01/2020    0 recensioni
Caleb e Jude sono sposati da molti anni, finché non decidono di adottare un bambino; una sorpresa inaspettata però sconvolgerà i loro piani.
Genere: Drammatico, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caleb era seduto per terra a giocare con il piccolo Victor, sotto lo sguardo intenerito di suo marito Jude e della direttrice dell'istituto.

 

-Si troverà molto bene con voi, complimenti per la scelta- si congratulò la donna, cercando di dissimulare la sua tensione.

 

Jude però aveva notato l'agitazione della donna e proprio non riusciva a capire cosa potesse farla stare così tanto in ansia.

 

-È stato lui che ha scelto noi- commentò il castano, lanciando uno sguardo felice al marito che ricambiò immediatamente con un sorriso soddisfatto.

 

-Anche se ha solo cinque anni sembra già molto sveglio- osservò il rasta, e la donna annuì impaziente.

 

-Concordo! Beh avete firmato tutto e potete andare- mormorò, facendo insospettire ulteriormente il ragazzo.

 

-Non pensa che dovremmo restare un altro pò qui prima di portarlo a casa? Dopotutto è solo la terza volta che lo incontriamo-

 

La direttrice si inumidì nervosamente le labbra, temendo che i due ragazzi facessero ulteriori domande.

 

-Niente affatto, sono sicura che starà benissimo. Forza andate! E tanti auguri per l'adozione- si congratulò.

 

-Caleb dove andiamo?-

 

La voce del piccolo Victor richiamò l'attenzione dei due ragazzi che istintivamente gli sorrisero, senza più badare alla donna e alle sue stranezze.

 

-Vuoi venire a casa con noi? Ci sono tanti bei giochini per te e avrai una cameretta tutta tua- spiegò il castano, facendo illuminare gli occhi del bambino che cominciò ad esultare di gioia.

 

-Si che bello! Andiamo!- gridò, per poi saltare in braccio a Jude il quale gli scoccò un bacino sulla fronte, pieno di entusiasmo.

 

-Forza si va a casa allora!- 

 

I due ragazzi salutarono il personale dell'istituto e si diressero insieme a Victor verso la propria auto.

 

Avevano acquistato da tempo sia vestiti che giocattoli per lui, fin da quando lo avevano adocchiato, per cui non fu necessario fargli portare dietro nulla, eccetto un pallone da calcio molto sporco e rovinato dal quale il bambino non si separava mai.

 

Durante il viaggio verso la nuova casa, Caleb teneva in braccio il piccolino mentre Jude, di fianco a lui, guidava con un'espressione corrucciata sul volto.

 

-Va tutto bene amore?- domandò il castano, accarezzandogli una gamba, ed il marito lo guardò, trasmettendogli la sua preoccupazione.

 

-Non ti è sembrato tutto troppo sbrigativo?- 

 

-Che cosa vuoi dire?-

 

Jude sospirò, riprendendo la concentrazione sulla strada e facendo impensierire anche il castano, che cominciò a riflettere sull'atteggiamento strano assunto dalla direttrice.

 

-Pensi che possa avere qualche malattia di cui non ci ha voluti avvisare? Per paura che non lo prendessimo?- domandò Caleb, dopo svariati minuti di silenzio.

 

Il piccolino si era addormentato fra le braccia del suo nuovo papà, e quindi i due ragazzi poterono scambiarsi tranquillamente le loro osservazioni.

 

-Ho avuto la tua stessa sensazione- ammise il rasta, senza guardare in faccia il marito ma continuando a fissare la strada.

 

-La fretta con cui ha voluto scaricarcelo, dopo solo tre incontri, e la scarsità di informazioni che ci ha fornito sulla sua vecchia famiglia, mi hanno fatto venire il dubbio che il bambino potesse avere qualche scheletro nell'armadio che lei ha voluto tenerci nascosto. Non so se si tratti proprio di una malattia o in generale di un problema di salute, alla fine potrebbe anche trattarsi di un problema mentale o a livello cognitivo. Non pensi?-

 

Caleb rifletté molto sulle supposizioni del marito e cominciò a preoccuparsi; anche lui aveva avuto una brutta sensazione ma aveva preferito non darci peso, troppo preso dai giochi che stava facendo con Victor.

 

-La sua situazione sanitaria è perfettamente in regola, abbiamo tutti i certificati tesoro- provò a rassicurarlo il castano, ma Jude sembrava comunque non essere convinto.

 

-C'è qualcosa sotto. Non si scarica così un bambino alla prima coppia che prova ad adottarlo, l'iter è lungo e mi è sembrato in qualche modo che la strada ci fosse stata spianata di proposito. Non lo so Caleb, mi sembra tutto troppo strano-

 

Il castano avvertì un brivido nel petto, accompagnato da una sensazione di terrore.

 

-Credi che i suoi genitori potrebbero essere ancora vivi?-

 

-Mh, può darsi. Sicuramente quella donna ci ha mentito su qualcosa, pur di rifilarcelo-

 

Caleb strinse a sé il piccolo Victor, baciandogli i capelli blu, e sorridendo nell'osservare i due adorabili riccioli che gli coprivano le guance.

 

-A me non importa, qualunque problema abbia io non voglio rinunciare a lui. Promettimi che non lo farai neanche tu-

 

-Saresti pronto a sopportare di tutto? Anche una grave malattia o sindrome?-

 

-Ma certo!- rispose immediatamente il castano, guardando il marito col viso alterato.

 

-Perché tu no?!-

 

Il suo tono di rimprovero era a dir poco intimidatorio e Jude dovette affrettarsi a mettere in chiaro che neanche lui avrebbe rinunciato al piccolo; fermò l'auto, giunto ormai di fronte alla grande villa nella quale abitava con Caleb da molti anni, si voltò con sguardo rassicurante verso il marito e gli accarezzò una guancia, sorridendo.

 

-Puoi starne certo amore. Neanche io voglio rinunciare a lui- mormorò, tentando di rassicurarlo.

 

Caleb sbatté ripetutamente le palpebre, poco convinto, e strinse istintivamente il piccolo fra le braccia.

 

Jude notò la sua diffidenza e lo baciò dolcemente per aumentare la sua fiducia.

 

-Sta tranquillo. Non te lo porterà via nessuno, né io né qualcun altro- mormorò, con la fronte appoggiata alla sua mentre gli accarezzava la guancia.

 

Il bambino in quel momento si svegliò ed i due uomini lo guardarono sorridenti, pronti a fargli conoscere la sua nuova casa.

 

-Quella è casa vostra?!- urlò il piccolo appoggiando le manine contro il finestrino e Caleb gli accarezzò la schiena, orgoglioso.

 

-È anche casa tua da oggi! Sei pronto a vedere la tua cameretta?-

 

-Si!!!- gridò il piccolo Victor battendo le manine e i due ragazzi si guardarono, dimenticando tutte le loro preoccupazioni.

 

Tutti e tre si diressero verso la grande casa, i due genitori ai lati ed il piccolino al centro, con le manine attaccate a quelle dei due ragazzi.

 

Appena entrati Victor cominciò a correre ovunque meravigliato, dimostrando estremo entusiasmo per la nuova casa e soprattutto grande riconoscimento per i suoi nuovi papà.

 

Jude e Caleb si guardavano felici e lo seguivano ovunque, pronti a rispondere a tutte le sue domande, che il bambino poneva a raffica, senza smettere mai di correre e saltare praticamente ovunque.

 

-Voglio che la vede anche Vlad!- mormorò poi, una volta entrato nella sua nuova stanzetta.

 

Jude aggrottò le sopracciglia e si piegò davanti al bambino, intento ad osservare i pesciolini che nuotavano nell'ampolla sulla sua scrivania.

 

-Chi è Vlad, un tuo amichetto?- domandò incuriosito, ma la reazione del bambino lo stupì.

 

-Non è nessuno- si corresse, reprimendo chiaramente quel che voleva dire.

 

Caleb aveva osservato tutta la scena e aveva preso a fissare il marito, preoccupato.

 

-Ti ha detto una bugia- gli fece notare in un sussurro.

 

Jude annuì concorde ma fece finta di nulla e continuò ad assecondare il bambino, lanciando di tanto in tanto delle occhiate complici al marito che diventava sempre più scettico e sospettoso.

 

Dopo la cena arrivò il momento di mettere a letto il bambino ed i due uomini restarono affianco al suo lettino a leggergli favole per tutta la sera, facendo voci e versacci mentre raccontavano.

 

Il bambino non faceva che ridere e non voleva proprio saperne di addormentarsi, ancora troppo eccitato per la nuova famiglia.

 

-Adesso è proprio ora di dormire però, okay Victor?- domandò dopo un po' Jude, facendo perdere il sorriso al piccolo che si infilò maggiormente sotto le coperte.

 

-Domani mi riporterete all'istituto? Sono stato bravo, voglio restare qui!- mormorò, facendo restare di stucco i due ragazzi che si guardarono confusi.

 

-Perché dovremmo riportarti? Starai qui con noi d'ora in poi- lo rassicurò Caleb ma il bambino sembrava comunque preoccupato.

 

-Qualcuno ti ha riportato lì dopo averti tenuto a casa sua?- domandò Jude intuendo le vecchie esperienze del bambino e Victor annuì triste.

 

-La direttrice dice che mi riportano sempre tutti perché sono cattivo! Ma stavolta starò buono e non parlerò di Vlad, lo prometto!-

 

Caleb spalancò gli occhi e fissò Jude allarmato, il quale ricambiò lo sguardo pieno di sospetto.

 

-Vuoi dirci chi è questo Vlad? È un tuo compagno?-

 

Il bambino si ammutolì e assunse un'espressione triste, senza dare una risposta al castano.

 

-Io farò il bravo e non ne parlerò- disse sicuro di sé.

 

-Non insistiamo- sussurrò Jude toccando il braccio del marito e quello annuì.

 

I due ragazzi una volta a letto non fecero che parlare dei loro sospetti: avevano ormai capito che la direttrice aveva intimato a Victor di non parlare di quel certo Vlad, minacciandolo con il pericolo di farlo ritornare in istituto.

 

Essendo cresciuti entrambi in ambienti a dir poco traumatizzanti, i due ragazzi erano decisi ad andare in fondo a quella storia, non per il timore di adottare un bambino problematico, ma unicamente con l'intenzione di scoprire quali fossero i suoi problemi, per risolverli e cercare di aiutarlo il più possibile.

 

-Voglio che cresca sereno. Tiene dentro di sé troppi pesi, è evidente- osservò il rasta mentre Caleb gli stava abbracciato, con la testa sul suo petto e le gambe intrecciate alle sue, sotto le coperte.

 

-Domani ci torniamo. Scopriremo tutto, sta tranquillo- 

 

Jude annuì e baciò il marito sulla testa prima di chiudere gli occhi, pronto a riposare.

 

Il loro sonno venne interrotto qualche ora dopo dal pianto di Victor, proveniente dal piano di sotto.

 

I due ragazzi scattarono giù dal letto e corsero allarmati seguendo le urla del piccolino, per poi ritrovarlo al centro del salotto, terrorizzato e avvolto dal buio.

 

-Vlad dove sei! Vieni a prendermi Vlad ho paura!-

 

Il tono del piccolo era a dir poco disperato, ed il suo minuscolo viso pieno di lacrime spezzò il cuore ai due genitori che si avvicinarono immediatamente a lui.

 

Quando Caleb provò a prendere in braccio il bambino però, quello si dimenò, continuando ad urlare.

 

-Lasciami! Voglio Vlad! Voglio tornare a casa!-

 

Il castano rabbrividì e si paralizzò all'istante di fronte a quelle parole ma Jude non si lasciò spaventare e prese con forza il bambino fra le braccia, portandolo vicino al camino mentre il marito accendeva le luci.

 

-Victor è tutto a posto, siamo noi, Jude e Caleb, sei a casa nostra ricordi?-

 

Lo sguardo di Victor era terrorizzato e guardava i due ragazzi tremante, in preda alla paura.

 

Caleb gli si avvicinò e gli porse il suo pallone da calcio, intuendo in qualche modo che quell'oggetto lo avrebbe calmato.

 

Il bambino abbracciò immediatamente la palla e lentamente i suoi singhiozzi si calmarono.

 

Dopo aver pianto sommessamente un altro pò, lentamente si addormentò fra le braccia di Jude, senza mollare la presa sul pallone, ed insieme i due uomini lo riportarono nella sua cameretta.

 

-Sapevo che c'era qualcosa sotto- mormorò Jude una volta tornato a letto, mentre Caleb sembrava ancora ferito dal gesto del bambino, e quindi non parlava, mantenendo un'espressione delusa in volto.

 

-Amore sta tranquillo! Non ti ha rifiutato, era solo spaventato, si è risvegliato in una casa che non è abituato a vedere, senza nessuno affianco. È comprensibile, succedeva anche a me i primi giorni a casa di mio padre- spiegò, accarezzando la schiena del marito che annuiva poco convinto.

 

-E se cambia idea? Se non vuole stare più con noi?-

 

-La notte le sensazioni sono amplificate, soprattutto dopo un brutto sogno. Domani tornerà lo stesso di sempre, sta tranquillo-

 

Il castano sospirò e si lasciò abbracciare dal marito, raggomitolandosi con lui sotto le coperte.

 

Erano determinati a scoprire cosa nascondevano in quell'istituto e l'indomani sarebbero senza dubbio ritornati in quel posto per chiedere spiegazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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