Questa è
la storia che mi ha ispirato quest’immagine ^^ spero che vi piaccia. È molto
leggera, direi per l’appunto estiva XD
Grazie a Seiko per aver dato il via a questo progetto a cui sono onorata e
felice di partecipare ^^
kiss kiss Chiara
Limonata
- Preparatevi per attraccare – Nami si passò la mano sulla
fronte umida, per scostare la frangia che le si era praticamente incollata alla
pelle. Per fortuna stavano per attraccare su quella bella isoletta che ispirava
tanto relax, altrimenti con quel caldo ci sarebbe stata anche la possibilità
che si potesse sciogliere.
- Ecco la tua limonata Nami-san – Sanji
poggiò il bicchiere ghiacciato sul tavolino mentre si allentava un po’ il nodo della
camicia. La navigatrice sorrise al cuoco, che per una volta pareva davvero una
manna mandata dal cielo e si lasciò cadere spalle alla sedia.
- Grazie Sanji-kun, era quello che ci voleva – incollò le labbra al vetro e
bevve un gran sorso della bevanda. Quel sole era insopportabile, neanche
l’ombra era un giusto riparo da quell’atroce calura, per non parlare del fatto
che erano giorni che navigavano senza poter attraccare da nessuna parte. Quando
Zoro aveva annunciato di aver visto un’isola, tutti ebbero la paura che stesse
solo parlando nel sonno. Era una tragica possibilità di cui non poteva non tenere
conto. Ma poi lo spadaccino l’aveva ripetuto più volte e allora la ciurma aveva
tirato un sospiro di sollievo. Rufy e Usopp avevano smesso di fare la danza
della pioggia, così come Franky aveva mollato l’idea di costruire un
condizionatore che andasse a cola che aveva come unico inconveniente quello di
riuscire a gelare anche le corna di Chopper, abituato a temperature ben più
basse.
- Se ti serve qualcosa chiamami Nami-swan – cantilenò
Sanji prima di sparire in cucina. La rossa annuì e continuò a dare direttive
per l’attracco.
La cucina se possibile aveva la stessa temperatura di un forno accesso, Sanji
pensò che avrebbe potuto facilmente cucinare anche sul tavolo senza neanche
accendere il gas. Prese dei bicchieri e vi versò dentro della limonata. Poi aggiunse
dei cubetti di ghiaccio che tintinnarono contro il vetro non appena il cuoco fece
per posarli su un vassoio. Beh non poteva lasciare che i suoi compagni
morissero disidratati, era suo dovere di cuoco occuparsi dei bisogni vitali di
ognuno di loro.
- Usopp prendi – poi toccò al dottore chiuso a sventolarsi nel suo studio.
Robin-chwan era
già stata servita per prima, ma come al solito Sanji passò per vedere se le
serviva altro.
- No grazie Sanji – rispose lei gentilmente. Franky disdegnò il gesto del
compagno ritrovandosi con la suola delle sue scarpe stampata sul sedere
- La tua cola te la prendi da solo – gli urlò il biondo prima di raggiungere il
capitano. Rufy se ne stava steso sull’erba della Sunny con la lingua a
penzoloni; neanche Nami era riuscita a farlo smuovere da lì nemmeno sotto le
più crudeli minacce di cui era capace.
- Prendi Rufy – sospirò il cuoco poggiando il bicchiere sull’erba
- Sanji... credo che sto morendo – brontolò cappello di paglia con un tono
teatrale da far invidia ad Usopp nella sua forma migliore.
- Piantala di dire scemenze e bevi - insistette il cuoco spazientito. Accidenti
ma che razza di pirati erano che non riuscivano nemmeno a sopportare un po’ di
caldo! E lui che se ne stava in giacca e cravatta sotto il sole cocente?
Avrebbe dovuto essere l’unico a lamentarsi, e invece si era morso la lingua
tutte le volte che le lamentele raggiungevano la sua gola, le inghiottiva e
sorrideva come si addice ad un vero uomo.
Si alzò scuotendo la testa mentre Rufy ingurgitava voracemente il succo per poi
urlare portandosi una mano sulla fronte
- Cavolo che male - una vena prese a
pulsare sulla fronte madida di sudore del biondo. Cosa gli impediva di
prenderlo a calci fino a consumarsi la suola, ancora non gli era chiaro.
- Non devi bere di fretta, è freddo babbeo! – lo richiamò prima di tornare in
cucina.
Mentre passeggiava avvertì al sensazione di essersi dimenticato qualcosa. Ma
cosa...
Si fermò a guardare i suoi compagni che avevano iniziato le manovre d’attracco
grattandosi una tempia. Quando notò che mancava una testa verde all’appello non
poté che sospirare ulteriormente avvilito. Ecco chi si era dimenticato.
Preparò l’ennesimo bicchiere e salì sulla coffa.
- Ohi, prendi – lo spadaccino se ne stava steso sul pavimento a fare flessioni
incurante di ciò che accadeva sulla nave. Era il suo compito allenarsi per
diventare il migliore e non lo avrebbe fallito.
- Prendi ho detto - Sanji allungò il
bicchiere accanto al corpo sudato e teso del ragazzo che continuava ad
abbassarsi e ad alzarsi ignorandolo completamente.
- Se non la bevi te la faccio ingoiare con la forza – lo spadaccino si arrestò
fulminandolo con occhi da omicida.
- Non mi è mai piaciuta la limonata – asserì tornando poi ai suoi allenamenti.
Il cuoco lo guardò freddamente nascondendo un ghigno diabolico sotto il fumo
della sua sigaretta.
- Come vuoi – sospirò prima di andar via.
Lasciò lì il bicchiere, conscio che dopo sarebbe dovuto ripassare per
raccoglierlo, naturalmente vuoto.
Ormai Sanji lo sapeva come tradurrei gesti e le parole criptate di quello
stupido marimo. Nella sua mente si era formato un dizionario perfettamente
capace di dare il giusto significato a ogni insensatezza di quel testa verde.
“No” di solito non era mai una negazione, e i suoi “stupido cuoco” e “ridicolo
sopracciglio” il più delle volte celavano ben altri concetti.
- Cercate di non perdervi – intimò Nami mentre stesa su una sdraio a prendere
il sole, guardava Rufy e Usopp sparire nel boschetto limitrofo alla spiaggia.
Ma possibile che non se ne stessero buoni neanche per cinque minuti? Ma non le
andava di pensare a quei due babbei, ora ciò che contava era godersi la brezza
marina che pareva un vero paradiso.
- Ti spalmo la crema Nami-swan? -
- No grazie -
- Ti spalmo la crema Robin cara? -
- No grazie Sanji -
- Se vuoi puoi spalmarla a me – il viso divertito di Franky si scontrò con il
peggior sguardo omicida che il cuoco potesse fare
- Spalmatela da solo – con un lanciò degno del miglior giocatore di baseball,
Sanji beccò in pieno la testa azzurra del carpentiere con il barattolo della
crema abbronzante
- Ok, ho capito – tagliò corto il cyborg sistemandosi le lenti nere sul naso
mentre si massaggiava la nuca con la mano. “Non stuzzicare il cuoco che dorme”
doveva ricordarselo se non voleva ritrovarsi a rifare da capo il suo corpo
metallico...
Mentre cercava di recuperare la sua calma dopo il breve scontro con Franky,
Sanji prese a passeggiare per la spiaggia. Un ghignò gli piegò le labbra quando
vide lo spadaccino che meditava in lontananza. Nella sua testa subito si accese
quella lucina verde fluo con la faccina imbronciata
dello spadaccino che sbraitava smanioso. Era il richiamo del suo animo più
bastardo che prendeva vita...
Prese un paio di bottiglie e un cocomero e si avvicinò con passo sicuro verso
di lui.
Zoro se ne stava seduto gambe incrociare su una roccia a lasciarsi cullare dal
suono delle onde. Perso nella sua meditazione, certo che lì non sarebbe stato
disturbato da nessuno
- Ohi – come non detto
- Vuoi una limonata? - un grugnito rispose per lui.
- Un aperitivo alla menta ?– continuando a tenere gli occhi chiusi ripeté
quella specie di rantolo stavolta con un tono leggermente più rabbioso.
- Una fetta di cocomero? – possibile che quel cuoco non capisse quando era il
momento di chiudere il becco e togliersi dalle scatole? Facendo affidamento a
tutte le sue forze di autocontrollo rispose pacatamente
- No – chissà, stavolta magari aveva recepito il messaggio e se ne sarebbe
andato via con la coda fra le gambe, conscio che non era riuscito nel suo
intento. Oh, beh,perché Zoro sapeva benissimo quale fosse il vero scopo di
quella testa gialla, non certo si preoccupava se volesse o meno una limonata,
ciò che voleva era “stuzzicarlo”
- Ci sono anche delle bottiglie di sakè – beh, forse stavolta era più dura del
previsto
- No, grazie – ora era fatta. Dopo quella risposta avrebbe di certo rinunciato.
- Ok, come vuoi – trattenne a stento un sorriso divertito mentre dentro di se
saltellava vittorioso come un bambino maligno che distrugge il castello di
sabbia del fastidioso vicino di ombrellone.
Ma fu un secondo....
Due braccia gli si legarono attorno alle spalle mentre un paio di labbra umide
gli soffiarono sensualmente all’orecchio. Nonostante il brivido che aveva
appena percorso la sua schiena, lo spadaccino era convinto più che mai a non
dargliela vinta, non contava quali mezzi di bassa lega quel cuocastro avesse
usato: era una sfida che non avrebbe perso. Si concentrò il più possibile sul
suono del mare senza badare a quelle mani che scendevano lentamente sul suo
torace per poi risalire con malizia e infilarsi sotto la maglia bianca
- Zoro...- si sentì sospirare nuovamente. No, non poteva cedere. Strinse con
più foga le palpebre inghiottendo disperatamente. In gioco c’era il suo onore,
non poteva lasciarsi battere così da quel “debole” istinto, doveva tener duro,
alla fine l’avrebbe spuntata.
- Sicuro che non vuoi la limonata... Zoro...- i denti di quel dannato
afferrarono il suo lobo mordicchiandolo abilmente. Un gemito strozzato uscì
dalle labbra dello spadaccino che si maledì per ciò che aveva fatto.
- La vuoi allora... la limonata? – ma perché era così difficile resistere a
quelle dita che solleticavano il suo petto e giocherellavano con i suoi capezzoli?
Dischiuse le labbra per prendere più aria ma tutto sembrava inutile, presto
sentì il cuore battere in maniera quasi mostruosa accelerato anche dalla sua
ostinazione a non lasciarsi andare. Gli
occhi ancora chiusi, ultima speranza per tenere salda la sua precaria difesa.
- Andiamo signor spadaccino... dimmi di sì – le labbra iniziarono a baciare il
suo collo ambrato facendo vacillare sempre più la sua determinazione a
resistere, che ora pareva sottile come un foglio di carta velina. Ancora quelle
mani, ancora quelle labbra e la sua voce... i sospiri al suo orecchio.. ma
perché dovevano capitare tutte a lui?!
- Zoro..non hai caldo?... - stavolta non riuscì a resistere, e inghiottendo il
suo orgoglio e la sua determinazione, o quello che restava, sospirò...
- Sì...- sentì le mani scivolare sulle
sue spalle ormai madide di sudore e le labbra baciargli ancora al di sotto dell’orecchio..
- Allora.... fatti un bagno! – sgranò
gli occhi quando un calcio lo gettò nell’acqua con un tonfo sgraziato. Risalì velocemente
a galla attirato dal suono fastidioso di una risata.
- Che idiota – Sanji se ne stava seduto sullo scoglio abbracciato all’anguria,
mentre se la rideva di gusto fino alle lacrime. Zoro lo guardò truce
schizzandogli un po’ d’acqua che il cuoco parò con un braccio
- Ti sei rinfrescato? – si sentì chiedere fra le risa mentre risaliva sullo
scoglio
- Questa me la paghi – borbottò bagnando ancora il suo compagno. Sanji intanto
non pareva voler dire addio alle sue risate che si sperdevano nell’aria, bagnate
dall’acqua salata che lo spadaccino continuava a lanciargli contro.
- Ok basta – ridacchiò parandosi dall’ennesimo schizzo. Zoro scrollò la testa
come farebbe un cane, e si allentò la maglia bianca ormai inevitabilmente
appiccicata al suo corpo.
- Beh ancora non me l’hai detto marimo...-
Lo sguardo dello spadaccino si inchiodò a quelle labbra sorridenti aspettando
solo che continuassero a parlare
- Ti è piaciuta la limonata? -
- Maledetto! – Sanji scattò in piedi e prese a correre inseguito da un
infuocato e bagnato Zoro che non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere
quell’ultima beffa.
Il cocomero rotolò in acqua e la risata del cuoco mista alle grida belliche del
compagno risuonava per tutta la spiaggia.
- Fermati codardo – urlava Zoro, ma Sanji non voleva certo dargli retta.
Era divertente vederlo perder le staffe, così come era divertente giocare con
la sua quasi insospettiva ingenuità.
E poi si sa, quando fa caldo, non c’è niente di meglio di una bella limonata.