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Autore: Little Firestar84    30/01/2020    0 recensioni
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[Bull (serie televisiva 2016)]Un difficile caso tiene impegnato Benny Colòn fino a tarda notte. Stanco e con la testa da un'altra parte, sa che guidare fino a casa non è la scelta migliore... e se la sua ragazza è disponibile a lasciargli il letto, così sia. Peccato che prima lei si voglia mettere a posto, perchè Dio non voglia che benny sappai che, sotto sotto, lei è una persona assolutamente normale, con tanto di capelli ribelli e pelle spenta... traduzione di una mia fanfiction, con il lettore come co-protagonista.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L’ultimo caso della TAC sta tenendo Benny molto impegnato, prendendolo talmente tanto che si è addormentato più volte in ufficio. Ed ora, la scena si sta ripetendo- anche se in un luogo differente.

Sbadiglia sonoramente, massaggiandosi il naso, mentre se ne sta seduto sul tuo divano, circondato da una miriade di libri e fascicoli.

“Mi spiace,” sussurra, massaggiandosi gli occhi stanchi. “Mi sa che stasera non sono di gran compagnia. Ah- stanotte, a dirla tutta.”

“Mi sa che possiamo comodamente chiamarla mattina presto. Sono quasi le quattro.”  Sospiri entrando in salotto. Stai dietro al divano, e gli massaggi le spalle doloranti. I muscoli sono tesi sotto alle tue dita, come nodi, perché sai che sono settimane che non riposa decentemente. È preoccupato e spaventato. E a buona ragione: il vecchio amico di Bull potrebbe essere il primo uomo condannato alla pena di morte lo stato di New York dopo oltre mezzo secolo. Bull è certo che sia innocente, e tu e Benny vi fidate cecamente del vostro capo ed amico, perciò avete un bel peso sulle spalle. E poi c’è un problema: l’assistente procuratore che segue il caso, un vecchio amico di Benny e suo ex collega, è davvero molto bravo ad affasciarne le giurie. E non parliamo del tuo campo, le prove: non ce ne sono. Né per condannare, ma nemmeno a discolpa del pover’uomo.

“Dovresti provare a riposare almeno un po’. Se ti addormenti alla sbarra, non sarai di grande aiuto a nessuno.”

Mentre gli massaggi le spalle, Benny stringe la tua mano destra con la sua, e la stringe, lamentandosi un po’. “No, sono troppo stanco per guidare la moto fino a casa. Do un’ultima occhiata ai rapporti e poi chiamo un taxi, se per te va bene.”

C’è un momento di pesante silenzio tra voi due, e poi, finalmente, trovi il coraggio di dire a voce alta quello a cui stai pensando da ore. “Perché non ti fermi qui? Ho un letto enorme e con un comodissimo materasso nuovo di zecca….”

Benny smette di stringerti la mano, eppure non lascia la presa. Lo senti prendere un respiro profondo,  voltandosi verso di te, e cercando, con i suoi, i tuoi occhi. Sì, avete una specie di storia, e la cosa va avanti già da un po’, ma nessuno ha mai passato la notte a casa dell’altro. Non è solo sesso, anche se non lo avete mai detto apertamente, e, se non sei certa dei sentimenti di Benny per te, sai di amarlo- di averlo amato per anni, dai tempi in cui tu eri una poliziotta e lui un assistente procuratore con una brillante carriera dinnanzi a sé.

Il fatto è che, addormentarsi insieme, condividere lo stesso letto con uomo, è un tipo di intimità, un lusso che è davvero tanto, tanto tempo che tu non ti concedi. E’ una vita che non permetti ad uomo di vedere come sei, al naturale, alle prime luci del giorno, e la cosa ti spaventa un po’. Alle otto del mattino sembrerai pure composta, con trucco e capelli perfetti, ma una volta tolto il fondotinta, la lacca, gli abiti impeccabili ed il tacco 10, sei esattamente una donna come tante altre. Anzi. Sembri una casalinga disperata di quelle sit-com degli anni ’50, con capelli arruffati, trucco disfatto e casino per casa.

“Dici sul serio?” Ti chiede, e tu alzi gli occhi al cielo.

“Sì, Benny, dico sul serio. Anzi, penso di avere una maglietta e un paio di pantaloni della tuta di mio fratello da qualche parte che dovrebbero andarti bene. Vado a prenderteli e poi vediamo di riposarci per un paio d’ore, se riusciamo.”

Vai in camera e da un cassetto tiri fuori la tuta – decisamente più comoda a letto del completo di Benny – e poi vai a prendere le tue cose per la notte. L’occhio ti cade sui pantaloni grigi da yoga, un po’ sformati, e la maglietta di tre taglie più grosse di te, grigia pure quella, che tieni sotto la cuscino. Senza pensarci troppo, riapri l’armadio e afferri qualcosa di decisamente più seducente del tuo ultimo ensemble da notte.

“Vado a lavarmi i denti!” Dici, troppo velocemente, segno che stai “tramando” qualcosa. Ed infatti, non è dopo cinque minuti che riemergi dal bagno, ma dopo venti, e Benny è già in tuta a letto, impegnato a leggere un trattato di criminologia che hai lasciato in giro per casa.

“Tutto a posto? Stavo quasi per venire a bussare alla porta del bagno per vedere se stavi bene!”  Scherza. Ma ha abbastanza ragione. Gli avevi detto che dovevi solo lavarti i denti, ed invece ci hai messo una vita. E perché?

Ma perché dovevi perfezionarti – mettere un po’ di gocce del tuo profumo preferito sul collo, massaggiare crema idratante (nel medesimo aroma) sul corpo, mettere un po’ di trucco e correttore, tanto quanto basta per far sembrare la pelle perfetta e non truccata,  sistemato alla meno peggio i capelli, messo brasiliana e reggiseno a balconcino e un pigiama di seta.

In pieno inverno. Con la neve ed il vento in strada. Tu. Che sei la più grande ammiratrice della flanella.

“Freddo?” ti chiede mentre alza le coperte per farti spazio.

“No, no, decisamente no. Davvero. Per nulla.” Rispondi, ma è una bugia talmente lampante che Benny lo capisce subito. Certo, fa il gentiluomo e se ne sta zitto,  ma il suo sorrisetto vale più di mille parole.

“Tesoro, ti sei messa il profumo… a letto?”  ti chiede, onestamente stupito dalla cosa. Ti senti le gote divenire bollenti dalla vergona mentre fai di tutto per nasconderti sotto alle coperte, facendoti piccola, piccola e stringendoti a fagiolo- anche perché sì, ahi freddo, e invidi da morire Benny che ha quella bella tuta pesante addosso. “Tesoro, andiamo, sul serio?” Ti sgrida, scherzoso.

Stai zitta, perciò Benny passa all’offensiva, togliendoti le coperte di dosso, obbligandoti e guardarlo in faccia. “Amore, dì la verità. Mica ti sarai messa in ghingheri per dormire con me?”

Silenzio, solo silenzio, e poi… uno sbuffo. “Sì, e allora? C’è qualche problema? Non penso di avere tutti i torti, va bene? Soprattutto visto e considerato che Amanda era perennemente impeccabile e lo scorso anno uscivi con una trentaseienne che dimostrava sì e no vent’anni!”

Stai leggermente uscendo fuori dal seminato, parlottando come una svitata, però la cosa, invece di seccarlo, sembra… divertire Benny. Ti sorride dolce e premuroso, e passa una mano nei tuoi capelli, disfacendo il tuo duro operato.

“Ehy, tesoro, lo so che non sei perfetta, che alla sera sei u essere umano come tutti noi. Ma, hai un lavoro che richiede molto da te, con orari impossibili. E stai crescendo da sola due bambini. Apprezzo quello che hai fatto, ma… non voglio questa… questa falsa perfezione. Non mi interessa. Preferisco…” sussurra passando delicato un dito sui tuoi lineamenti, facendoti sorridere. “preferisco sapere che al mattino e alla sera sei come tutti quanti, pelle spenta, occhiaie e capelli che a volta fanno quello che vogliono. Semplicemente perché sei tu. E poi, scusami tanto, ma penso di doverti ricordare quella volta che sono venuto alla casa di… come si chiamava? Gillian? Ghilligham? Gallagher? La volta che sono venuto a portarvi un mandato, e tu ad un certo punto emergi dalla cantina con un borsone sportivo in mano che puzzava come dieci fogne messe insieme. Avevi trovato un corpo liquefatto ed il cattivo odore ti era rimasto addosso per giorni! Insomma, se cercassi una ragione per non stare insieme a te, mi spiace dirlo, ma credo che basterebbe quel ricorda a farmi alzare le tende!”

Scoppiate a ridere, e Benny ti da un bacio, veloce, sulla punta del naso. “Dai, vieni qui, che ti tengo calda.”

Fai cenno di sì con la testa e ti accoccoli contro il torace caldo del tuo ragazzo. Due ore, non chiedi altro, sul serio.

E poi… e poi, sarete pronti ad affrontare di nuovo il mondo. Insieme.

   
 
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